19/11/2007
E così siamo
arrivati al venerdì mattina. Una tempesta di pioggia e vento mi ha svegliata
alle quattro del mattino e non mi ha fatto più prendere sonno. Alle sei ero in
piedi, missione: andare alla Coop a comprare alcuni stuzzichini per il coffee
break del gruppo aziendale, dato che Piramide se ne era completamente
strafregata e bisognava aiutare la governante nelle colazioni (ovvero produrre caffè e
cappuccini, preparare le ciotole di yogurt e muesli, le caraffe con i succhi
d'arancia...). Ho infilato la mia mantella impermeabile double face rossa e blu
e sono uscita di casa. Sulla quattro corsie non si vedeva niente per la pioggia
e per la quantità di camion in fila e a cavallo della linea di mezzeria delle
corsie. Ma decisa a portare a termine la missione e arrivare in tempo alle
colazioni, ho clacsonato di brutto e mi sono messa in sorpasso con la
tachicardia. Sfiatata sono giunta alla Coop appena in tempo per l'apertura e,
nel tratto che mi separava dalle sliding doors ho anche avuto in regalo una
bella doccia non desiderata (Iuppiter pluit). Alla fine, carica di pacchetti e
prima di riattraversare le sliding doors, ho promesso un sacrificio ad Ecate e
la fondazione di un nuovo demo in Attica se mi avesse concesso una tregua dalla
pioggia per raggiungere la macchina, ma si vede che era sorda, perchè sono
stata omaggiata da una seconda doccia. Come Giove ha voluto, sono arrivata in
ufficio e vi ho trovato accomodati davanti al camino, gli ingegneri aziendali,
cui faceva capo il leader del gruppo intento a leggere a voce alta un libro:
"Curs de lumbard per terun" fra le risate generali. La governante
sembrava Terminator. Insieme abbiamo maledetto la pioggia e ci siamo preparate
all'incursione degli affamati. Nella confusione però, ha anche trovato il tempo
di dirmi che mi stavo trascurando: "Senti Silvia, perchè non vai farti i
capelli? E le sopracciglia?"
L'ho guardata in cagnesco e le ho risposto: "Chiamami Silvio, sarò la tua mascotte!"
Comunque, dopo aver affrontato con stoica resistenza l'attacco delle arpie, almeno io, credevo in momenti di tranquillo disbrigo delle mie pratiche amministrative, ma mi sbagliavo. La moglie di uno degli ingegneri, venuta con il marito, mi si è piazzata alla reception e ha dato fondo a tutti gli argomenti possibili, impedendomi qualunque azione. E mentre lei parlava io elaboravo una strategia di guerra; a passettini l'ho ricondotta davanti al camino e con un abile tira e molla sul cibo, ho finito per metterla seduta sul divano con thè allo zenzero e cannella che le ha conciliato uno speciale riposino. "Evviva"- ha gridato la governante dalla cucina - "fra due ore ti riconsegneranno le chiavi e ritroveremo la pace perduta!"
L'ho guardata in cagnesco e le ho risposto: "Chiamami Silvio, sarò la tua mascotte!"
Comunque, dopo aver affrontato con stoica resistenza l'attacco delle arpie, almeno io, credevo in momenti di tranquillo disbrigo delle mie pratiche amministrative, ma mi sbagliavo. La moglie di uno degli ingegneri, venuta con il marito, mi si è piazzata alla reception e ha dato fondo a tutti gli argomenti possibili, impedendomi qualunque azione. E mentre lei parlava io elaboravo una strategia di guerra; a passettini l'ho ricondotta davanti al camino e con un abile tira e molla sul cibo, ho finito per metterla seduta sul divano con thè allo zenzero e cannella che le ha conciliato uno speciale riposino. "Evviva"- ha gridato la governante dalla cucina - "fra due ore ti riconsegneranno le chiavi e ritroveremo la pace perduta!"
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