Una campagna che ha rischiato (all'insegna dell'insaturo) di spazzare dalla scena il millenario olio di oliva in cui si identificavano vecchie culture all'insegna del silenzioso cambiamento che ha sconvolto non solo la mappa dei grassi, ma tutto il sistema alimentare nazionale ... », racconta Piero Camporesi, saggista e storico, scomparso qualche tempo fa, nel suo bel libro La Terra e la luna (ed. Saggiatore).
Perché questa citazione? Semplicemente perché in Europa per molti anni «soia» ha voluto dire soprattutto olio di soia: un' operazione che ha oscurato tutti i derivati della soia. C'è voluto 1'affermarsi delle diete vegetariane e salutiste per riportare il fenomeno nelle sue giuste proporzioni e per far scoprire al consumatore il prodigioso legume. Esagerazioni? Certamente no: la soia è l'ideale per chi, sia per motivi etici che di salute, pronuncia un deciso no alla dittatura di carne e formaggi. E non si tratta solo di macrobiotici, vegetariani e cultori di strane «alchimie alimentari », ma anche di chi non riesce a tenere sotto controllo ipercolesterolemia, diabete e ipertensione. Patologie assai diffuse che non richiedono la semplice risposta farmacologica, bensì vanno tenute sotto controllo attraverso un regime alimentare adeguato dal punto di vista terapeutico e gastronomico.
Poi, c'è chi non ha problemi particolari da risolvere, ma per assicurarsi giovinezza e una buona forma psicofisica ha deciso di attenersi a una dieta «verde». Le proprietà «dietetico-farmacologiche » delle sostanze contenute nella soia sono note da tempo: diverse indagini hanno evidenziato che le popolazioni orientali, la cui dieta è a base di soia, sono assai meno soggette alle malattie «del benessere» e da invecchiamento, tipiche delle civiltà occidentali: patologie cardiovascolari, infarto, tumori alla mammella e alla prostata, disturbi della menopausa, osteoporosi.
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