La zona che essi occuparono fu la zona andina presso le foreste nebbiose della regione di Amazonas nel Perù odierno, distinguendosi per i loro incredibili sarcofagi chiamati purunmachu. I sarcofagi venivano realizzati con l’argilla e poi decorati con cura, vi venivano dipinti i volti e i corpi e poi allineati sul bordo della scogliera come sentinelle a guardia dei morti. Ma questa che gli archeologi hanno fatto, è una rara scoperta.
I reperti infatti presentano una caratteristica unica, misurano solo 70 centimetri di altezza, caratteristica questa che ha fatto dedurre ai ricercatori, che all’interno vi si trovino corpi di bambini e che questo gruppo di purunmachus sia un cimitero esclusivamente per coloro che sono morti in giovane età. La scoperta è stata fatta nel mese di luglio del 2013 ma solo nel mese di settembre i ricercatori sono stati in grado di raggiungere il sito per confermare il ritrovamento. Altro fatto stupefacente è che i sarcofagi sono stati orientati tutti verso ovest, fatto insolito per i cimiteri Chachapoyas.
A tuttora, i sarcofagi non sono stati ancora aperti poichè come affermato da Manul López Cabañas del Ministero regionale di Commercio Estero e del Turismo, essendo una scoperta unica al mondo è necessario proteggerla e integrarla nel circuito turistico. I primi purunmachus sono stati scoperti nel 1928, quando un forte terremoto scosse la valle di Utcubamba in Perù, facendo precipitare da una delle colline che circondano la valle un’enigmatica statua di argilla alta circa 2 metri e con la mascella quadrata. Presto gi archeologi si resero conto di trovarsi di fronte ad una scoperta estremamente rara, in quanto la statua era in realtà un sarcofago, nel cui interno vi erano i resti di un individuo avvolto accuratamente in un telo.
Il corpo risaliva intorno al 1470 a.C. come risultò dalla datazione al radiocarbonio, epoca in cui il popolo Chachapoya venne travolto dagli Inca. Secondo lo studio condotto, i sarcofagi venivano primariamente eretti lungo un muro circolare basso posto su una sporgenza rocciosa. Poi, il corpo del defunto veniva avvolto nel tessuto e inserito nel contenitore. Infine, il sarcofago veniva verniciato di bianco e decorato con collane, pettorali e piume. Il viso e i genitali venivano colorati con i toni del giallo e del rosso. Nel sito di Carajia, le punte coniche dei purunmachus sono completate con un teschio umano posto sulla parte superiore. Diversi siti di sepoltura sono impreziositi da pittogrammi che rappresentano scene di pastorizia o di caccia, affiancate da figure umane con raggi provenienti dalle loro teste, probabilmente acconciature piumate.
Purtroppo con la scomparsa della cultura Chachapoya i sarcofagi non furono più ritenuti sacri e quindi la maggior parte di essi furono profanati e distrutti dai saccheggiatori in cerca di eventuali ricchezze che potevano trovarsi all’interno.
Il centro di questa cultura precolombiana era sito presso il bacino del fiume Utcubamba. Dai ritrovamenti archeologici si è dedotto che i Chachapoyas si stabilirono in questa regione a partire dal 200 d.C., prosperando fino a poco prima dell’arrivo degli spagnoli nel 16° secolo, quando l’Impero Inca conquistò i loro territori, portando alla graduale cancellazione della loro cultura e delle loro tradizioni.
Tutto ciò che sappiamo di questa enigmatica cultura proviene dagli Inca stessi e dalle cronache dei Conquistadores. Un cronista e storico spagnolo Pedro Cieza de León (c.1520 – 1554) scrive che si tratta delle “più bianche e più belle persone che abbia visto nelle Indie…”. Anche da altri indizi si evince che i Chachapoyas avessero la pelle di colore più ‘chiaro’ rispetto agli altri nativi della regione, il che rende più enigmatica l’origine di questo popolo. Altre informazioni ci vengono dalle rovine, dal vasellame, dalle tombe e altri manufatti. Il sito più famoso è la fortezza di Kuelap, un imponente complesso che si trova nei pressi della città di Chachapoyas, nel nord del Perù. Cos'altro ancora non sappiamo di questa straordinaria civiltà?
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