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venerdì 1 luglio 2016

Igiene intima femminile: due soluzioni fai da te efficaci e sicure

Igiene intima femminile: due soluzioni fai da te efficaci e sicure, grazie all'argilla e ad un infuso per uso esterno. Vediamo insieme come.


L' igiene intima femminile è molto importante, oltre a darci la sensazione di essere fresche e pulite è necessaria a mantenere sani gli organi genitali esterni e la vagina. Come tale però, l'igiene deve essere delicata e questo perchè agenti troppo aggressivi possono alterare l'equilibrio della flora batterica interna che ha la funzione di difenderci contro le infiammazioni.

 Inoltre, prodotti eccessivamente aggressivi alterando il pH possono causare secchezza. Quindi se non vi sono irritazioni o disturbi particolari che necessitano di cure, sempre sotto controllo medico, cerchiamo di non abusare di deodoranti o disinfettanti. 


Ecco perchè l'uso di prodotti naturali e delicati nel quotidiano si rivela essere la migliore soluzione, duratura ed efficace. Vediamo insieme due semplicissime soluzioni.

Lavaggi con argilla: due cucchiai nell'acqua del bidet per uso esterno.

Infuso uso esterno: in 400 ml di acqua, due cucchiai di questa miscela: Tormentilla rizoma g. 30, Rosa petali g. 30, Malva foglie g. 20, Lavanda fiori g. 10, Calendula petali g. 10.  Se volete usare questo infuso per una lavanda interna procedete in questo modo: filtrare la tisana attraverso una garza sterile e unire la stessa quantità (400 ml) di acqua non gassata precedentemente bollita.

martedì 22 marzo 2016

I Chachapoyas, i misteriosi Guerrieri delle nubi

35 sarcofagi appartenenti alla cultura Chachapoyas sono stati rinvenuti da un team di  archeologi nella regione di Amazonas in Perù. I sarcofagi sono piccoli per cui gli studiosi  pensano che si tratti di un cimitero per bambini. Tra l'altro, il luogo della sepoltura è rivolto verso ovest, fatto molto insolito per i cimiteri Chachapoyas. La civiltà Chachapoyas, nota anche come Guerrieri delle Nubi, fu una potente e misteriosa popolazione che fiorì nel 800 d.C. e che fu fiorente fino a poco prima della conquista spagnola del Nuovo Mondo, quando furono conquistati e inglobati nell’impero Inca.

La zona che essi occuparono fu la zona andina presso le foreste nebbiose della regione di Amazonas nel Perù odierno, distinguendosi per i loro incredibili sarcofagi chiamati purunmachu. I sarcofagi venivano realizzati con l’argilla e poi decorati con cura, vi venivano dipinti i volti e i corpi e poi allineati sul bordo della scogliera come sentinelle a guardia dei morti. Ma questa che gli archeologi hanno fatto, è una rara scoperta.


I reperti infatti presentano una caratteristica unica,  misurano solo 70 centimetri di altezza, caratteristica questa che ha fatto dedurre ai ricercatori, che all’interno vi si trovino corpi di bambini e che questo gruppo di purunmachus sia un cimitero esclusivamente per coloro che sono morti in giovane età. La scoperta è stata fatta nel mese di luglio del 2013 ma solo nel mese di settembre i ricercatori sono stati in grado di raggiungere il sito per confermare il ritrovamento. Altro fatto stupefacente è che i sarcofagi sono stati orientati tutti verso ovest, fatto insolito per i cimiteri Chachapoyas.

A tuttora, i sarcofagi non sono stati ancora aperti poichè come affermato da Manul López Cabañas del Ministero regionale di Commercio Estero e del Turismo, essendo una scoperta unica al mondo  è necessario proteggerla e integrarla nel circuito turistico.  I primi purunmachus sono stati scoperti nel 1928, quando un forte terremoto scosse la valle di Utcubamba in Perù, facendo precipitare da una delle colline che circondano la valle un’enigmatica statua di argilla alta circa 2 metri e con la mascella quadrata. Presto gi archeologi si resero conto di trovarsi di fronte ad una scoperta estremamente rara, in quanto la statua era in realtà un sarcofago, nel cui interno vi erano i resti di un individuo avvolto accuratamente in un telo.

Il corpo risaliva intorno al 1470 a.C. come risultò dalla datazione al radiocarbonio, epoca in cui il popolo Chachapoya venne travolto dagli Inca. Secondo lo studio condotto, i sarcofagi venivano primariamente eretti lungo un muro circolare basso posto su una sporgenza rocciosa. Poi, il corpo del defunto veniva avvolto nel tessuto e inserito nel contenitore. Infine, il sarcofago veniva verniciato di bianco e decorato con collane, pettorali e piume. Il viso e i genitali venivano colorati con i toni del giallo e del rosso. Nel sito di Carajia, le punte coniche dei purunmachus sono completate con un teschio umano posto sulla parte superiore. Diversi siti di sepoltura sono impreziositi da pittogrammi che rappresentano scene di pastorizia o di caccia, affiancate da figure umane con raggi provenienti dalle loro teste, probabilmente acconciature piumate.

Purtroppo con la scomparsa della cultura Chachapoya i sarcofagi non furono più ritenuti sacri e quindi la maggior parte di essi furono profanati e distrutti dai saccheggiatori in cerca di eventuali ricchezze che potevano trovarsi all’interno.

Il centro di questa cultura precolombiana era sito presso il bacino del fiume Utcubamba. Dai  ritrovamenti archeologici si è dedotto che i Chachapoyas si stabilirono in questa regione a partire dal 200 d.C., prosperando fino a poco prima dell’arrivo degli spagnoli nel 16° secolo, quando l’Impero Inca conquistò i loro territori, portando alla graduale cancellazione della loro cultura e delle loro tradizioni.

Tutto ciò che sappiamo di questa enigmatica cultura proviene dagli Inca stessi e dalle cronache dei Conquistadores. Un cronista e storico spagnolo Pedro Cieza de León (c.1520 – 1554) scrive che si tratta delle “più bianche e più belle persone che abbia visto nelle Indie…”. Anche da altri indizi si evince che i Chachapoyas avessero la pelle di colore più ‘chiaro’ rispetto agli altri nativi della regione, il che rende più enigmatica l’origine di questo popolo. Altre informazioni ci vengono dalle  rovine, dal vasellame, dalle tombe e altri manufatti. Il sito più famoso è la fortezza di Kuelap, un imponente complesso che si trova nei pressi della città di Chachapoyas, nel nord del Perù. Cos'altro ancora non sappiamo di questa straordinaria civiltà?

giovedì 17 dicembre 2015

Pulizia e ricarica dei cristalli

Il cristallo che abbiamo "incontrato" ha avuto contatti con altre persone prima di incontrare noi: può avere assorbito negatività e subito traumi. Per prima cosa, dunque, bisogna maneggiarlo il meno possibile e ripulirlo. Tutti i cristalli, gioielli compresi, si ripuliscono mettendoli sotto la neve per uno o due giorni se sono trasparenti, per un tempo maggiore se sono scuri o opachi. In mancanza di neve, mettete i cristalli che non contengono rame in una ciotola (non di plastica) piena di sale grosso e lasciateveli da una a 12 ore; trascorso il tempo, disponete la ciotola sotto acqua corente per almeno un'ora o finchè tutto il sale non sia sciolto.

 I cristalli che contengono rame non vanno messi a contatto con il sale, perciò si puliscono usando argilla al posto del sale oppure lasciandoli almeno 12 ore sotto acqua corrente. Una volta che li avete puliti, lavate i cristalli con bagnoschiuma o shampoo o sapone liquido: comunque con un detergente morbido e poco aggressivo. Quindi, procedete alla ricarica. I cristalli che lo tollerano (non è così in particolare per i cristalli trasparenti colorati) vanno esposti all'energia della luce del sole per un minimo di un'ora e un massimo di un giorno. In alternativa, esponeteli alla luce della luna per una notte all'aperto.

Una tecnica che rafforza le precedenti consiste nel mettere il cristallo sulla neve e poi lasciarlo esposto al sole o alla luna. Un altro modo di ricaricare il cristallo utilizzando l'energia della terra è il seguente: seppellite il cristallo vicino alle radici di una pianta lasciandovelo per due o tre giorni. Mettete quindi il cristallo in un luogo "aperto" come una mensola, un mobile ecc., indossatelo o tenetelo su di voi in modo che entri in contatto con l'energia della vostra casa. Evitate di chiuderlo in un cassetto e non permettete ad altri di toccarlo. Nell'ipotesi  che venga toccato da qualcuno, dovrete ripulirlo. Una volta ripulito, se volete utilizzare la sua energia per raggiungere qualche risultato dovete programmarlo. Attenzione: quando usate i cristalli a scopo terapeutico, riponeteli dopo l'uso per una ventina di minuti in una ciotola (non di plastica) sotto acqua  corrente.


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