Ovvero degli asini del Poggio
21 Aprile
2007
Nello
splendido agriturismo in cui lavoro, vivono beati tre asini maledettamente furbi.
Nelle ultime due settimane, i miei amici dalle lunghe orecchie, se ne sono
andati in giro in lungo e in largo per la struttura, divorando arbusti, fiori,
erba fresca e non, fieno, pellet, croccantini per cani e gatti...
Proprio due giorni fa, mentre ero intenta e concentrata sul mio lavoro
d'ufficio, ecco che sento uno strano scalpiccio, seguito dai feroci latrati di
Camilla. Corro fuori e in chi mi imbatto? Nei miei amichetti, che
sfacciatamente si erano accomodati in veranda (vale a dire sulle mattonelle di
cotto) in contemporanea all'arrivo dei clienti per la colazione:
TRADIMIENTOOOOO!!!!
Ho afferrato il capofila per la cavezza (o meglio per quello che rimaneva della
cavezza) e con modi gentili ho cercato di accompagnarlo nel pratino
sottostante, parlandogli in maniera dolce e persuasiva, ma Cibalino (così lo
chiamo io) non ne voleva assolutamente sapere, dato che aveva subodorato
croissant caldi con granella di zucchero. Abbiamo iniziato un curioso tira e
molla, io tiravo da un lato e lui dall'altro, improvvisando un interessante
teatrino per la clientela, che, invece di accomodarsi a tavola a fare
colazione, se ne stava divertita a godersi lo spettacolo, cosa che ha
mandato fuori di testa la governante.
Alla fine tirando io da un lato e spingendo la governante dall'altro, siamo
riuscite a spostare i gitanti nel giardino, i quali, non paghi di averci fatto
sudare le sette camicie, hanno inseguito al piccolo galoppo il nostro chef, che
ignaro di ciò che era accaduto, coglieva i carciofi nell'orto.
Per cercare di dare una parvenza d'ordine allo sfacelo incombente, armata del
mio inseparabile telefono portatile e avvalendomi della presenza della fida
Camilla, ho seguito i picari nell'orto, anche per assicurarmi che lo chef fosse
ancora vivo dopo la carica asinina e cosa vedono i miei occhi?
I tre
moschettieri avevano infilato la testa nella cassapanca in cui tengo gli
effetti privati del mio biondo destriero, e tiravano fuori brusca, striglia,
coperta invernale...Avevo le lacrime agli occhi: quale mai peccato dovevo
scontare con la pena del contrappasso? C'era ormai solo una cosa da fare,
avvicinarli alla rotoballa di fieno e parcheggiarli lì per il resto della
giornata in attesa di istruzioni dai piani alti. E così a fischi, io avanti e
loro dietro e rigorosamente in fila indiana, siamo arrivati alla rotoballa
dove, per la pace di tutto lo staff, Cibalino e C. si sono arresi.