Lifar ha
condiviso con me gli eventi e gli attimi più importanti della mia vita. Ci
siamo "innamorati" subito, al primo incontro, divisi solo dalla porta
scorrevole del suo box.
Oltre ad
incarnare la mia più grande passione, quella per l'equitazione, Lifar è l'incarnazione
del mio profondo. Assurdo per qualcuno che possa crearsi una simbiosi tanto
stretta fra un cavallo e la sua padrona, ma non è vero.
Lifar e me
un solo respiro, le stesse intuizioni, stessi gusti, conoscenza
senza bisogno di parole, amore per amore, binomio perfetto in gara.
Liberi nel cuore, intolleranti per vocazione, io faccio le boccacce, lui
schiaccia le orecchie sulla nuca, io mi faccio prendere dalla stizza, lui
spalanca minacciosamente la bocca come per mordere (e a volte lo fa, dipende
chi gli capita a tiro).
Terrore di
tutte le scuderie, quando entravo in campo per allenarmi o per gareggiare mi si
è sempre fatto il vuoto intorno ("arriva lo stallone, arriva lo
stallone!!!!"); perfetto e professorino se lo montavo io, bisbetico con i
miei colleghi sportivi. Grande amante del panettone e dei biscottini, è
golosissimo di mele e pellet.
Ora siamo in
pensione, lui è sferrato e abita nel paddock sotto l'ufficio, io per ora non
gareggio più e cerco di vivere con lui la più totale immersione nella natura, a
parte le sue fughe d'amore con Nerina durante il lampo di una notte d'oriente.