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venerdì 22 gennaio 2016

Il doppio eterico

La parte più densa del corpo eterico è ancora connessa al corpo fisico morto, perchè ogni singola cellula di quel corpo ha una sua vita eterica indipendente, e continuerà a vivere in modo puramente vegetativo fino a che le condizioni saranno tali da impedirle assolutamente di funzionare. C'è molto da imparare circa le funzioni del doppio eterico; e nei nostri tempi, in cui sono ormai comuni i trapianti degli organi e alcuni scienziati hanno prospattato la macabra possibilità di matenere in vita corpi privi di funzioni cerebrali al fine di nutrire i "trapianti" fino a quando vengano richiesti "tali pezzi di ricambio", si tratta d'una linea di ricerca che potrebbe essere utile all'umanità.

L'intero fenomeno del "rigetto", il meccanismo con cui il corpo rifiuta un organo estraneo, può risultate assai più complesso di quanto si creda attualmente, poichè forse comporta altri fattori oltre a quelli biochimici. In effetti, tutta la ricerca medica potrebbe venire migliorata, se questo doppio eterico fosse riconosciuto e se si prendessero misure per osservarne il funzionamento. In tali condizioni forse risulterebbe possibile evitare le ricerche vivisezionistiche, spesso fuorvianti.


Inoltre, l'indipendenza da certi tipi discutibili di sperimentazione sarebbe una benedizione morale per quegli scienziati che ritengono di dover compiere tali ricerche nell'interesse dei pazienti, ma che tuttavia condannano moralmente i metodi usati.

Naturalmente non si può supporre neppure per un momento che la possibilità di usare tale visione eterica come strumento della ricerca biologica possa venire presa in considerazione dalla maggioranza dei medici di oggi. Tuttavia, se i risultati della "ricerca eterica" dovessero rivelarsi più soddisfacenti e di più facile applicazione, allora sarebbero spinti ad allinearsi con i loro colleghi più illuminati.

Naturalmente, è una prospettiva a lungo termine, ma la situazione si evolve così rapidamente, in questi nostri tempi, che sarebbe imprudente fissare limiti a ciò che potrebbe o non potrebbe venire fatto nel prossimo futuro.


venerdì 12 giugno 2015

Psicopittografia, come mettere in pratica l'operazione rigetto

Come possiamo risolvere le difficoltà giornaliere con vigile realismo? Se i medici e gli psicologi affermano che l'uomo possiede tutte le energie di cui ha bisogno perchè esistono tanti uomini che sono affaticati?

Si narra di un viaggiatore  che camminava barcollando, con un masso in una mano e un mattone nell'altra. Sulla schiena aveva un sacco di terra, alla giacca era attaccata una pianta di vite. Sulla testa portava una grossa zucca. Lungo il cammino incontrò un contadino che gli chiese: "viandante, perchè porti questo grosso masso?" "E' strano" rispose il viandante "fin'ora non l'avevo notato".
Gettò quindi il masso al bordo della strada e si sentì più a suo agio. Incontrò un altro uomo che gli chiese: "Viandante, perchè ti sforzi a portare quella grossa zucca?" " Sono contento che me lo abbiate detto" rispose il viandante "non mi ero reso conto del male che mi faceva".
Gettò la zucca e riprese il camminosentendosi più leggero. E così il viandante abbandonò uno dopo l'altro i suoi inutili fardelli. Fu un uomo libero e come tale compì il suo viaggio [immagine 4]
Qual'era in realtà il problema? Il masso o la zucca? Certamente egli non aveva coscienza del fattore che fossero fardelli superflui. Quando se ne accorse li gettò via e non si senti più affaticato. E' il problema quotidiano di molti che portano fardelli della cui inutilità non si rendono conto. E' naturale che si sentano stanchi. Quali sono i fardelli che appensantiscono l'uomo e gli sottraggono tanta energia? Sono i pensieri negativi, come biasimare e accusare il prossimo, intrattenere tristi pensieri, portare il peso di una falsa colpa, aver compassione di se stessi...Ciascuno ha il proprio fardello. Mettete in pratica 'operazione "rigetto", vi sentirete meglio e camminerete con passo più leggero.


martedì 3 giugno 2014

E' più facile evitare i problemi che risolverli | Psicopittografia

Una persona turbata, di fronte a una verità psicologica che potrebbe liberarla, reagirà in uno dei modi seguenti:

1. Accoglierà questa verità e se ne servirà. Lo farà forse con timidezza, ma andrà avanti coraggiosamente. Questo individuo ha raggiunto un livello di comprensione che gli permette di capire come il sacrificio delle idee preconcette e l'accoglimento di concetti nuovi sono i passi necessari al raggiungimento della felicità.

2. Egli la respingerà con irritazione. Il suo Falso Io vede questa verità come una minaccia alla sua esistenza. Le forze del falso Io, resisteranno furiosamente. Questo uomo intuisce confusamente che egli agisce contro i suoi interessi, ma a questo stadio di conoscenza è incapace di porvi rimedio.

3. Egli agirà con indifferenza, benché questa indifferenza sia un' altra forma di rigetto. Quando un simile Uomo incontra una verità che potrebbe servirgli, la sua indifferenza diviene una maschera per nascondere la paura del nuovo e del diverso. Il primo di questi uomini scoprirà la sua strada non cosparsa di difficoltà. Il suo successo è assicurato perché egli ha abbandonato il falso Io, che è la causa di tutte le sue sofferenze.

Molti si lamentano del fatto che gli altri non si comportano correttamente con loro. Costoro mancavano di riguardo, non mantengono la parola data, approfittando della loro bontà. C'è da chiedere: «Perché pretendere che gli altri si comportino come noi preferiamo? La gente si comporta sempre com'è e non conformemente ai nostri desideri. Non è chiaro forse che il problema sta nell'irrealtà di ciò che ci attende? » Facciamo una cosa intelligente. Mettiamoci ad analizzare le nostre esigenze mentali nei rapporti con gli altri. Anziché cercare di cambiare la loro condotta, modifichiamo i nostri punti di vista. Lasciamo che la gente si comporti a modo suo senza aspettarci nessun cambiamento. In questo stato salutare, ritroveremo la pace. È un buon esempio di come un'attitudine ricettiva in presenza di una verità psicologica può risolvere un problema dissolvendone la causa stessa.
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