Chi non conosce il Lunario toscano più famoso? Ma non solo Lunario...
I' BACCELLI: è il Lunario toscano per antonomasia. Il suo vero nome è "Sesto Cajo Baccelli, fratello maggiore di Settimio Cajo Baccelli nipote del celebre Rutilio Benincasa Astronomo-Cabalista soprannominato Lo Strologo di Brozzi" (Brozzi è una località alla periferia di Firenze).
Ormai quasi centenario (il suo stesso nome fa molto campagnolo, ma in Toscana, si badi bene, i BACCELLI sono sempre e soltanto le fave fresche) e I' BACCELLI conserva gelosamente il formato, la veste e la formula tradizionali, la vecchia copertina azzurra e le sestine-apologo che ogni anno trattano gli argomenti della morale attuale. Merita un esempio:
Una mattina, lazandosi, il buon Dio
gli Arcangeli chiamò presso il suo soglio
e disse loro: "Qui comando io;
è legge sacrosanta ciò che voglio;
annunciate perciò nomine domini
che onesti d'ora in po saranno gli uomini".
..........
Che meraviglia! Tutto il mondo in festa!
Sulle labbra di tutti un bel sorriso.
Non si vedeva più una faccia mesta.
Sparve l'inferno e apparve il paradiso...
Ma poi, pian piano, un pochettin per volta,
cominciò il malcontento e la rivolta.
Insorsero per primi i sindacati
in nome di miliardi di operai;
poi questurini, giudici, avvocati
aduti a un tratto nei più neri guai
a causa del benefico trapasso
che li aveva mandati tutti a spasso.
Chi facea, per esempio, serrature,
chiavi, inferriate, porte o casseforti
si ridusse in sì tristi congiunture
da venir con la fame ai ferri corti;
e per sanar la disoccupazione
non bastò più la cassa integrazione.
"Lo vedete? dicean gli ex farabutti,
anche noi si serviva bene o male
al lavoro e al benessere di tutti
nel progresso economico e sociale!"
E pretesero che la brava gente
dovesse aiutarli finanziariamente.
I' BACCELLI: è il Lunario toscano per antonomasia. Il suo vero nome è "Sesto Cajo Baccelli, fratello maggiore di Settimio Cajo Baccelli nipote del celebre Rutilio Benincasa Astronomo-Cabalista soprannominato Lo Strologo di Brozzi" (Brozzi è una località alla periferia di Firenze).
Ormai quasi centenario (il suo stesso nome fa molto campagnolo, ma in Toscana, si badi bene, i BACCELLI sono sempre e soltanto le fave fresche) e I' BACCELLI conserva gelosamente il formato, la veste e la formula tradizionali, la vecchia copertina azzurra e le sestine-apologo che ogni anno trattano gli argomenti della morale attuale. Merita un esempio:
Una mattina, lazandosi, il buon Dio
gli Arcangeli chiamò presso il suo soglio
e disse loro: "Qui comando io;
è legge sacrosanta ciò che voglio;
annunciate perciò nomine domini
che onesti d'ora in po saranno gli uomini".
..........
Che meraviglia! Tutto il mondo in festa!
Sulle labbra di tutti un bel sorriso.
Non si vedeva più una faccia mesta.
Sparve l'inferno e apparve il paradiso...
Ma poi, pian piano, un pochettin per volta,
cominciò il malcontento e la rivolta.
Insorsero per primi i sindacati
in nome di miliardi di operai;
poi questurini, giudici, avvocati
aduti a un tratto nei più neri guai
a causa del benefico trapasso
che li aveva mandati tutti a spasso.
Chi facea, per esempio, serrature,
chiavi, inferriate, porte o casseforti
si ridusse in sì tristi congiunture
da venir con la fame ai ferri corti;
e per sanar la disoccupazione
non bastò più la cassa integrazione.
"Lo vedete? dicean gli ex farabutti,
anche noi si serviva bene o male
al lavoro e al benessere di tutti
nel progresso economico e sociale!"
E pretesero che la brava gente
dovesse aiutarli finanziariamente.