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martedì 30 giugno 2015

La Galanga una spezia dimenticata

Mentre ero immersa nella lettura della versione integrale delle Mille e una Notte, mi sono imbattuta nella galanga, anzi più precisamente nello sciroppo di galanga che, in una delle storie, veniva usato per curare una malato. Ecco perchè oggi vi parlo della galanga, il cui nome botanico è Alpinia officinarum. Galanga in effetti deriva appunto dalla parola araba khalanjan che significa zenzero cinese. 


La galanga vanta alcune benefiche proprietà anche se gli studi sui principi attivi su questa pianta non sono stati testati. sembra che abbia proprietà antifungine, aromatiche, carminative, diaforetiche e stomachiche, ma anche toniche e antibatteriche. Perciò, la galanga si rivela essere ideale come rimedio per trattamenti nei quali è richiesto un maggiore calore per il corpo. Nell’antichità, la pianta è stata ampiamente utilizzata anche per i suoi effetti afrodisiaci e per la sua azione rilassante grazie alle sue qualità aromatiche.

Proprio per la sua parentela con lo zenzero, la galanga è stata utilizzata nel trattamento della nausea ed eccessive presenze di gas nello stomaco, per abbassare i livelli della pressione sanguigna o al per aumentare i quantitativi e la motilità degli spermatozoi. Da recenti studi però è emerso che la galanga sembra essere un validissimo aiuto contro il cancro ai polmoni ed alla mammella. Dai test è risultato che grazie all’uso della galanga si riescono ad uccidere le cellule tumorali ed allo stesso tempo si garantisce una protezione alle cellule sane, che in tal maniera non rischiano di essere attaccate e divenire cancerose.

Della pianta si usa la radice soprattutto come condimento in cucina, per arricchire piatti a base di pesce, ma anche zuppe, salse, pollo, carne rossa e verdure. È possibile trovare la galanga in forma congelata o altrimenti sotto forma di polvere o secca. Ma la galanga può anche essere consumata anche sottoforma di in questo modo: basta aggiungere 0,5 grammi, massimo 1 grammo di galanga essiccata, assieme ad una piccola dose di rizoma, in acqua bollente. Lasciare in infusione per un tempo di 5 o 10 minuti al massimo e successivamente filtrare, quindi consumare 30 minuti prima dei pasti. Questo tè può essere consumato anche tre volte al giorno.

Dalla radice di galanga si estrae anche l'olio, grazie ad un processo di distillazione in acqua. Oltre che per fini culinari, la galanga è anche utilizzata per uso medico, ed in particolare è famosa nella medicina cinese. Essa viene utilizzata contro la nausea, flatulenza, dispepsia, reumatismi, catarro ed enteriti.

In ogni caso, se la si vuole utilizzare a scopi medici è sempre meglio rivolgersi ad un medico o ad un erborista esperto.  Si raccomanda di evitarne l’uso nel caso in cui si disponga di una malattia cronica del tratto digerente. La combinazione di uso di galanga associata a quello di determinati farmaci, può generare degli effetti indesiderati, portando ad un’alterazione delle funzioni di questi ultimi. Fare attenzione nell’uso in questi particolari casi. Eventuali effetti indesiderati conseguenti ad un utilizzo inappropriato della galanga, includono mal di stomaco, vomito e diarrea.




lunedì 29 giugno 2015

Pietre e cristalli, Apatite

La pietra Apatite prende il nome dalla divinità greca "Apate" Dea dell'inganno, (lei era uno degli spiriti nel vaso di Pandora). L' Apatite ha assunto tale nome perché inganna, confondendosi per caratteristiche esterne, con altri minerali. Tra l'altro l'Apatite possiede l'elemento costitutivo di base della struttura ossea umana.

APATITE
Caratteristiche: fosfato di calcio; sistema esagonale; si presenta in cristalli prismatici, sia allungati sia tozzi terminati da bipiramidi; alto contenuto di fosforo; i colori possono essre molto vari: giallo, verde, bruno, blu, viola, rosso e incolore.

Proprietà: aumenta la forza di volontà e infonde energia. Può  essere facilmente confusa con la tormalina e l'acquamarina, anche se queste sono più dure.Simile è pure la calcite, che risulta tuttavia più tenera. Per la sua scarsa durezza raramente viene sfaccettata a gemma.
Disturbi: combatte la balbuzie e le malattie legate ai muscoli; agisce sul sistema immunitario.
Associazione con i chakra: terzo con la varietà gialla e quinto con quella blu.


Ad ogni segno la sua pietra, Ariete

Ogni segno zodiacale ha sue proprie caratteristiche e pianeti che lo governano. Quello che intendo fare è dare in sintesi le caratteristiche principali. Potrebbe essere un'idea carina regalare una pietra o un cristallo portafortuna o semplicemente farsi un'allegra idea della personalità a grandi linee e giocherellando. 

ARIETE
Pianeti: Marte, Plutone, Sole
Pregi: Vitalità, calore, velocità, energia, fiducia in sè, entusiasmo, fascino, ardore, virilità
Difetti: Immaturità, aggressività, egocentrismo, permalosità, impulsività, irrazionalità, avidità, vistosità
Colore: rosso vivo
Cristalli: rubino e tuttele pietre rosso vivo

Energia disponibile e parti delcorpo abbinate: possiede molte energie ma ha anche un temperamento impulsivo e tende a sprecarle; si ricarica dormendo; il suo punto debole è la testa, la fronte in particolare, oltre alla muscolatura; soffre di febbri alte improvvise e di breve durata, crampi e spasmi, mal di testa, nevralgie.
Per potenziare i pregi e combattere i difetti: cristalli rossi, arancioni, cristalli verdi, azzurri, indaco



Gli oli essenziali, la volatilità delle essenze

La volatilità è la velocità con cui le essenze evaporano una volta esposte all'aria. Le essenze hanno tassi di evaporazione diversi: ve ne sono alcune più leggere e volatili (per esempio eucalipto, arancio), altre più pesanti  e più lente (patchouli, sandalo). Dagli esperti nella composizione dei profumi è stata stilata una classificazione delle essenze in base alla velocità di dispersione nell'aria. 

Questa scala di evaporazione comprende tre classi: la classe superiore, costituita dagli oli più leggeri, che evaporano più in fretta (tono superiore), la classe media (tono medio) e la classe inferiore, costituita dalle essenze che evaporano più lentamente (tono base). Gli aromi della classe superiore, sono quelli che si avvertono maggiormente quando si annusa un profumo, mentre quelli della classe inferiore vengono impiegati come fissativi, per trattenere quelli più volatili e far durare il profumo più a lungo.

Applicando queste conoscenze in aromaterapia, si è visto che esiste un legame tra la velocità di evaporazione e l'effetto che le essenze hanno sulla mente e sul corpo: le essenze superiori, che evaporano velocemente, agiscono più in fretta e in genere stimolano e rinfrancano la mente (per esempio rosmarino, salvia); gli oli inferiori, che si volatilizzano molto più lentamente, sono fondamentalmente sedativi e rilassanti. Fanno parte di questa classe la maggior parte dei legni e delle resine, che sono efficaci negli stati cronici. Gli oli di tono medio, che hanno una velocità di evaporazione intermedia, sono in rapporto soprattutto con le funzioni dei vari organi e con il metabolismo e hanno un effetto riequilibrante (lavanda, menta, cardamomo, pepe, basilico, issopo).

Estate e lavoro: rimanere idratati è fondamentale

Il caldo si fa sentire e per chi ancora non può concedersi le ferie è dura sopravvivere alla fatica del lavoro. Proprio per questo motivo è di fondamentale importanza mantenere un corretto livello di idratazione affinchè la nostra produttività rimanga costante, come la salute e anche l'umore. Su questo tema è stato condotto uno studio, dallo European Hydratation Institute che evidenzia le conseguenze della disidratazione, la quale mina le capacità lavorative fisiche e cognitive.


La disidratazione comporta:  l’innalzamento della temperatura corporea e l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione osmotica. Ciò può avere effetti sulle capacità cognitive e far comparire mal di testa, stanchezza, minore capacità di concentrazione e riduzione della memoria a breve termine. Un cattivo stato di idratazione in ufficio compromette dunque la performance lavorativa, a causa di un calo di attenzione. Quindi ecco come fare per rimanere idratati anche al lavoro e rendere al meglio anche in estate.

1) Controllare il proprio stato di idratazione attraverso il colore delle urine. Questo è infatti una pratica semplice e veloce attuabile durante le proprie attività lavorative di tutti i giorni.
2) Adottare pratiche che incoraggino l’assunzione di liquidi: la presenza di distributori di bottigliette d’acqua o possono incoraggiare i lavoratori a bere più spesso.
3) Migliorare anche l’accesso ai bagni può anche incentivare a bere di più, soprattutto le donne.
4) Informare gli individui del ruolo essenziale che l’idratazione svolge per il benessere dell’organismo. E’ quindi fondamentale sensibilizzare i lavoratori sul tema, informandoli dei rischi e delle conseguenze legate alla disidratazione e alle strategie per mantenersi correttamente idratati.
5) Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per una migliore idratazione. Se infatti l’80% di acqua che apportiamo al nostro corpo deriva da liquidi, il 20% è invece proveniente da cibi. E’ utile quindi consumare alimenti ricchi di acqua come ad esempio frutta e verdura.


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