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venerdì 25 dicembre 2015

Santoreggia, olio essenziale

Nome botanico: ver. Satureja montana, var. Santureja ortense
Famiglia: Labiate
Provenienza: Europa
Estrazione: dalla pianta intera
Profumo: fresco, erbaceo, piccante
Azione energetica: yang
Pianeta energetica: yang
Pianeta governatore: Giove, Mercurio, Marte
Proprietà: stimolante, afrodisiaca, antisettica, antispastica, astringente, antifermentativa, epsttorante
Principali indicazioni: stanchezza intellettuale, calo del desiderio, digestione lenta, meteorismo, spasmi intestinali
Precauzioni: è irritante, da non applicare direttamente sulla pelle; utilizzare a piccole dosi


La santoreggia è un'erba aromatica molto usata in cucina per le sue proprietà digestive e antitossiche. Un'infusione delle sommità fiorite, prima o dopo i pasti, facilita la digestione, stimolando la produzione della bile e previene le fermentazioni intestinali. Sempre come infuso è indicata anche in caso di dolori gastrici nervosi, diarrea, crampi addominali, parassiti intestinali, tosse.

L'essenza ha capacità antimicrobiche anche superiori a quelle delle altre Labiate (timo, rosmarino, lavanda). L'essenza di santoreggia esercita un'azione particolare sulle ghiandole sessuali e si confà in particolare all'uomo. Così come la salvia e il rosmarino esercitano maggiormante la loro azione a carico della struttura femminile. La santoreggia, unitamente all'edera, avvolgeva il tirso, una verga portata dal dio Dioniso (Bacco). Le Baccanti, prima di abbandonarsi alle loro danze selvagge ed estatiche di unione con il divino, si colpivano reciprocamente con il tirso, e subito cominciavano a scatenarsi, abbandonandosi a una gioisa ebbrezza, considerata una possessione divina. Bacco stesso colpì con il tirsouna roccia per farne scaturire del vino.

Esso era lo strumento simbolo di una forza attiva, che spinge a superare la normalità quotidiana, gustando avidamente la vita, in un'esplosione di vitalità e di mistica comunicazione con le forze cosmiche. La santoreggia è una pianta piuttosto piccante, forte e aggressiva. Essa può agire come una sorta di tirso a livello eterico, stimolando il polo biliare dell'individuo. Il termine collerico deriva dal greco kholè, che significa bile. Il fegato è collegato con la forza, il coraggio, l'irruenza, la rabbia, con la capacità di produrre e di accumulare energia. Esiste un rapporto tra il funzionamento della bile e quello degli organi sessuali; inoltre le piante attive sul fegato spesso agiscono anche sulla funzione sessuale.

La santoreggia aiuta le persone che hanno difficoltà a sperimentare la fisicità e l'aspetto sessuale connesso alle relazioni amorose, che sono spesso stanche e faticano e lasciarsi andare; l'essenza, attivando il polo biliare-collerico, rende più infiammabili e impetuosi, e rafforza l'energia vitale e l'efficienza fisica. Chi ha bisogno di essere più "dionisiaco" può "ispirarsi" aggiungendo questa essenza tonica e stimolante nell'acqua del bagno, e utilizzare la pianta come erba aromatizzante per i cibi.

lunedì 19 ottobre 2015

Melissa, olio essenziale

Nome botanico: Melissa officinalis
Famiglia: Labiate
Provenienza: bacino del Mediterraneo
Estrazione: dalla pianta fiorita
Azione energetica: yin-yang
Pianeta governatore: Venere, Giove
Proprietà: antidepressiva, antispastica, tonica, sedativa, digestiva, febbrifuga, sudorifera, repellente degli insetti, stimolante delle mestruazioni, antisettica
Principali indicazioni: depressione, ansia, insonnia, palpitazioni, tensione addominale, coliche, problemi mestruali, emicrania, ipertensione, eczemi, allergie, punture di insetti, nausea, vomito, febbre


L'origine del nome melissa deriva dalla radice indoeuropea mel che significa miele e infatti la melissa è la pianta prediletta dalle api, usata appunto per attirarle (in greco melissophyllon letteralmente significa foglie per api); nell'antichità le api erano considerate sacre agli dei di origine solare e il miele era utilizzato in molte cerimonie religiose, come un concentrato di energia solare.

La melissa partecipa a questo tipo do energia di trasformazione del sole in miele operato dalle api e infatti da sempre è una pianta considerata capace di sostenere il cuore, allontanare la malinconia, ridare la gioia di vivere. Secondo i medici antichi  "rimuove il batticuore, le false sollecitazioni, immaginazioni e fantasie che causano gli umori melanconici...fa il cuor contento e accresce lo spirito vitale, manda via i cattivi pensieri ed equilibra gli eccessi di bile", poichè un'eccessiva produzione di bile, collegata psicologicamente a emozioni troppo forti, provoca malinconia. Tradotto in linguaggio più moderno, la melissa esercita una decisa azione tonica e rilassante sul sistema nervoso: è sedativa sugli stati nervosi e sull'ansia, con le relative somatizzazioni quali palpitazioni, cefalea, cattiva digestione, insonnia, problemi mestruali ecc., anche grazie alla sua potente azione antispasmodica.

Utilizzata per bagni, impacchi, inalazioni, massaggi, ristabilisce l'equilibrio a livello degli organi turbati da problemi emotivi. Ha un'azione elettiva sull'apparato digerente ed è indicata anche nell'ipereccitabilità con nausea che insorge in gravidanza. Come pianta di Venere, e quindi tipicamente femminile (veniva usata per le fanciulle svenevoli che avevano attacchi isterici) è utile nei disturbi ginecologici quali la sindrome premestruale, che si accompagna a ritenzione idrica, iperemotività o nervosismo, vampate di calore in menopausa, cistite, frigidità. Non è un caso che la melissa contenga molto rame, metallo analogo all'essenza del pianeta Venere. Grazie alle energie solari di cui è fortemente compenetrata, ha un'azione specifica sul cuore e sul plesso solare, centro della vita vegetativa.

E' indicata nei disturbi cardiaci di origine nervosa, nelle tachicardie, per bilanciare la vita emozionale in caso di eccessivo stress, traumi, depressione, problemi della vita affettiva legati a un eccesso di emotività e apprensione. Si dice che la melissa abbia la forza di quindici piante, che vivifichi e rinforzi il cuore. A livello della pelle, diluita in un olio vettore, trova impiego nelle punture di insetti, e come insetto repellente. Ha un'azione stimolante e tonificante utile per i trattamenti estetici, è cicatrizzante, antimicrobica, decongestionante, possiede caratteristiche antivirali verso il virus dell'herpes simplex. 

Pianta riequilibrante, nel suo impiego magico salvaguarda dalle illusioni d'amore e dalle passioni fugaci, finalizzando la passione amorosa a fini superiori. Questa segnatura nella pianta la si ritrova nel fatto che i fiori hanno la caratteristica di guardare dallo stesso lato, segno di fedeltà al partner che si è scelto. come profumo magico indurrebbe maggiore attenzione al proprio aspetto, e aiuterebbe a captare l'interesse e l'amore degli altri attraverso l'arma di melissa che è, appunto, la dolcezza.


domenica 16 agosto 2015

Erbe in tintura, infuso, olio essenziale, Uva ursina

Le bacche rosse dell'uva ursina sono spledide in vaso per dare un tocco di colore alla casa, ma le foglie un concentrato di principi  straordinari per le vie urinarie, efficaci contro alcuni dei più importanti ceppi batterici.

UVA URSINA
Se ne usano le foglie. Ha proprietà antisettiche delle vie urinarie, antimicrobiche (nei confronti di numerosi ceppi batterici: Staphylococcus aureus, Bacillus subtilis, Escherichia coli, Proteus vulgaris, Pseudomonas aeruginosa, Enterococcus faecalis, Mycobacterium smegmatis, Shigella somnei e Shigella flexneri). E' utile in caso di infezioni acute e croniche delle vie urinarie (per esempio, cistite acuta e recidivante, uretrite, colibacillosi).

 Assumere 40 gocce di tintura madre, con un po' d'acqua. 3 volte al giorno, fino alla scomparsa deisintomi. In alternativa, far bollire un cucchiaino scarso di foglie in polvere in una tazza di acqua per 15 minuti; filtrare e bere 3-4 tazze algiorno. Si può aggiungere un pizzico di bicarbonato di sodio al decotto, per alcalinizzare le urine e rendere di conseguenza più rapido ed efficace il rimedio.
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