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venerdì 25 marzo 2016

La Pietra di Dashka: una mappa in 3D degli Urali vecchia 120 milioni di anni

Alcune teorie archeologiche espongono la tesi che, nel passato, vi siano stati cataclisimi che hanno completamente spazzato via dalla faccia della terra civiltà fiorenti e molto avanzate. A testimonianza di questa teoria, vi sono artefatti molto particolari la cui complessità non può far altro che confermare questa ipotesi. Uno di questi non molto noto in occidente è la la Pietra di Dashka, nota anche come Mappa del Creatore. E io ogni volta mi convinco sempre di più che noi non abbiamo fatto altro che ereditare queste avanzatissime conoscenze, in certi casi non solo le abbiamo ereditate male, ma non le abbiamo sapute comprendere e nemmeno sfruttare.

Un gruppo di scienziati della Bashkir State University sono convinti che le prove dell'esistenza di civiltà dalle avanzatissime conoscenze e proprietarie di tecnologie molto avanzate, si troverebbero su una grande lastra di pietra scoperta nel 1999, sulla quale sarebbe impressa una mappa tridimensionale realizzata con una tecnologia sconosciuta. E' stato il professor Alexandr Chuvyrov, docente di fisica e matematica presso la Bashkir State University,  che,  mentre era alla ricerca di circa 200 lastre di pietra riportate nei resoconti di alcuni archeologi del 18° secolo e che avrebbero fornito la prova dell’immigrazione cinese sugli Urali, si ritrovò invece fra le mani la Pietra di Dashka.

La lastra fu portata all’università, e una volta liberata dalla terra residua, lasciò i ricercatori a bocca a perta. “A prima vista, mi sono reso conto che non era un semplice pezzo di pietra, ma una vera e propria mappa, e non una semplice mappa, ma una mappa tridimensionale”, spiega Chuvyrov. La Pietra di Dashka (così chiamata in onore del nipote dello scopritore) misura 1.48 m di lunghezza, 1.06 m di larghezza, conta uno spessore di 16 cm ed un peso di almeno di una tonnellata.

La particolarità di questa lastra è che essa presenta tre livelli topografici, notevolmente simili alla geografia unica di una precisa area dei Monti Urali. Lo strato più superficiale è costituito da uno strato di calcio porcellanato, apparentemente destinato a proteggere gli strati sottostanti dall’usura. La base della mappa è costituita da uno di dolomite, mentre la mappa è realizzata in diopside, un materiale talmente duro che sarebbe impossibile da scolpire senza l’aiuto di moderne tecniche di intaglio. Sulla base delle indagini radiografiche, è stato confermato che le incisioni sono state eseguite artificialmente con strumenti di alta precisione.

In un primo momento, il team dei ricercatori ha ipotizzato che l’antica mappa potesse essere stata realizzata dagli antichi cinesi, proprio per le iscrizioni verticali. Ma, dopo un particolareggiato esame dei caratteri, i ricercatori non sono riusciti a  decifrare le iscrizioni, abbandonando così la pista cinese. I segni geroglifici attualmente non sono stati ancora decifrati. Ma ciò che è più sorprende di questa misteriosa mappa in rilievo, è che gli esami utilizzati per datare la roccia hanno restituito un’antichità pari a 120 milioni di anni.

 “È stato difficile determinare un’età anche approssimativa della lastra. In un primo momento, la datazione al radiocarbonio ha restituito risultati diversi, lasciando poco chiara l’antichità della roccia”, ha dichiarato Chuvyrov. “Tuttavia, durante l’esame abbiamo trovato due gusci sulla superficie. L’età di una, era pari a 500 milioni di anni, mentre la seconda (Ecculiomphalus princeps) era di circa 120 milioni di anni”, epoca in cui, secondo Chuvyrov, è stata realizzata la mappa”. Anche i geologi sono d'accordo sul fatto che la mappa rappresenti la regione degli Urali conosciuta come Bashkiria, rimasta invariata dal punto di vista geologico per diversi milioni di anni. In particolare, la zona geografica specifica rappresentata sulla roccia è la regione di Ufa, e descrive in maniera minuziosa la ricchezza idrografica della zona, compresa tra i fiumi Sutolka e Ufimka.

Identificare i luoghi non è stato facile, in quanto la mappa è antichissima, ma la fortuna ha voluto che il territorio della Bashkiria non sia cambiato di molto nel corso degli ultimi milioni di anni ha spiegato Chuvyrov. Il canyon di Ufa è stato il punto cruciale delle prove effettuate: una volta condotti gli studi geologici è stato scoperto che la sua morfologia corrisponde a quella tracciata sulla mappa. Ma è pur vero che, benché la mappa sia grandemente somigliante con la zona che presumibilmente identifica, mostra anche notevoli differenze. Infatti secondo gli studiosi, alcuni tratti mostrati nella mappa sembrano indicare opere mastodontiche di ingegneria civile: un sistema di canali che si estende per circa 12 mila km, con chiuse e 12 potenti dighe.

Non lontano dai canali, sono incisi motivi a forma di diamante il cui significato è tuttora sconosciuto. Secondo quanto rivelato dalla mappa, il fiume Belaya sembra un’opera di ingegneria, piuttosto che una formazione naturale. Alcuni scienziati, colleghi di Chuvyrov sono propensi a credere che la mappa potrebbe essere solo il frammento di una mappa più grande. Altri ancora pensano addirittura che questa lastra sia solo la punta dell’iceberg di un’intera mappa della Terra realizzata in scala. Ma, a fronte di tutto ciò rimane la domanda che ormai spesso ci facciamo: chi ha creato una mappa tridimensionale tanto accurata oltre 100 milioni di anni fa? E quali informazioni rivelano i geroglifici scolpiti lungo il suo lato?

Per non scadere in ipotesi che sminuirebbero il significato di una tale scoperta, l’autore della mappa è stato chiamiato semplicemente "Creatore". E' chiaro però che chiunque abbia realizzato la mappa, dovesse essere in possesso di tecnologia aerea per mappare l’intero territorio. Ai nostri giorni, la realizzazione di topografie tridimensionali richiede l’utilizzo di computer dalla elevata potenza di calcolo e indagini aerospaziali di tipo satellitare. Allora chi ha relaizzato un artefatto così tecnologicamente avanzato 120 milioni di anni fa? Ci sono ancora molte domande senza risposta che circondano la Pietra di Dashka, ma di sicuro essa indirizza la nostre riflessioni  verso un modo alquanto differente ciò che tradizionalmente abbiamo sempre pensato del genere umano: dobbiamo darci del tempo per abituarci a questa nuova concezione della nostra storia ed evoluzione.

domenica 20 marzo 2016

La Piramide di Edfu, un mistero dell'antico Egitto

4600 anni fa, presso l'insediamento di Edfu, nell'Egitto del sud, si stagliava, magnifica, una piramide a gradoni. Essa, riportata alla luce da un gruppo di archeologi, è di circa un paio di decenni in anticipo rispetto alla Grande Piramide di Giza.

A differenza delle altre piramidi però, questa, non ha camere interne, perciò gli archeologi hanno dedotto che non è stata utilizzata per la sepoltura. Il suo vero scopo, quindi, è un autentico mistero. Il team degli archeologi sapevano dell'esistenza della struttura sepolta ad Edfu,  ma non era mai stata riportata alla luce prima che la squadra guidata da Gregory Marouard, ricercatore associato presso l’Oriental Institute di Chicago, cominciasse gli scavi nel 2010. Come è accaduto a molte piramidi famose, anche la piramide di Edfu, rimasta sepolta sotto uno spesso strato di sabbia, è stata saccheggiata di numerosi suoi blocchi.

A dire il vero, nessuno pensava che si trattasse di una piramide. Anche gli abitanti di un villaggio vicino pensavano fosse la tomba di uno sceicco, un santo musulmano locale. Da quanto emerso durante gli scavi per riportarla alla luce, la piramide è stata costruita con blocchi di arenaria estratti da una cava a circa 1 km di distanza e con malta di argilla. Come spiega Marouard: "La costruzione riflette una certa cura e una vera e propria esperienza nella padronanza della costruzione in pietra, in particolare per l’adeguamento dei blocchi più importanti".

 Nel momento in cui è stata riportata alla luce, l'altezza della piramide era solo 5 metri, ma in base alle analisi effettuate  essa doveva innalzarsi  per quasi 13 metri. Lo stile architettonico è molto simile a quello della piramide a gradoni costruita da Djoser (2670-2640 a.C.), il faraone che secondo la cronologia classica ha costruito la prima piramide d’Egitto, all’inizio della terza dinastia. Questa tipologia di piramide si ritrova un po' in tutto l’Egitto,  nei pressi dei più importanti insediamenti. Non avendo camere interne e non essendo destinate alla sepoltura, la loro funzione  rimane ancora un mistero. L'ipotesi più accreditata è che avessero una funzione simbolica, forse un qualche ruolo rituale come l'affermazione del potere del faraone nelle provincie meridionali.

Queste piramidi "provinciali" si somigliano incredibilmente, quindi è logico pensare che fossero accomunate da uno scopo comune. Sulle facciate esterne, sono stati trovati una serie di geroglifici, e tali  iscrizioni sono situate accanto ai resti di neonati e bambini che sono stati sepolti ai piedi della piramide. I ricercatori però, pensano che le iscrizioni e le sepolture risalgano a molto tempo dopo la costruzione della piramide, dato che la struttura non era originariamente intesa come luogo di sepoltura.

martedì 23 febbraio 2016

Che cosa è il disco di Nebra?

Il concetto è sempre lo stesso, non c'è nulla a questo mondo che non sia già stato studiato. Il disco di Nebra rappresenta la volta celeste e, secondo i ricercatori risale al 1600 a.C.
La volta celeste raffigurata sul disco è stata realizzata in base a ben precisi calcoli matematici che rivelano una conoscenza astronomica di altissimo livello. Tale ritrovamento archeologico è così importante che è stato inserito nella lista Memory of the World dell’Unesco, poichè è la più antica rappresentazione astronomica conosciuta.

Il disco è un manufatto di bronzo di circa 32 cm di diametro, su cui è stato impresso un diagramma in oro dei cieli. Secondo la datazione calcolata, è stato realizzato verso la fine dell’Età del Bronzo da un popolo vissuto in Europa prima dell’arrivo dei Celti. E' stato trovato vicino alla cittadina di Nebra, in Sassonia (Germania orientale) nel 1999 da due cacciatori di tesori, Henry Westphal e Mario Renner, all'interno di una cavità in pietra in  un antico bastione sulla cima del Mittelberg. Assieme al disco furono rinvenute due spade di bronzo, due asce, uno scalpello e frammenti di un bracciale a forma di spirale la cui datazione poteva essere fatta risalire attorno al I millennio a.C.

Sono stati condotti studi approfonditi sia sul disco che sul luogo del ritrovamento, studi però che ancora non sono stati in grado di chiarire  se la cavità all’interno della quale il disco è stato rinvenuto, sia un’antica roccaforte o una camera sepolcrale. La cima del Mittelberg, luogo del ritrovamento,  potrebbe essere stata utilizzata nel Neolitico, forse come osservatorio astronomico. Il sito aveva caratteristiche particolari, in quanto era costituito da un circolo del diametro di 75 metri, composto in origine da una collinetta circondata da una serie di quattro anelli concentrici, un fossato e, tutt’intorno, due palizzate realizzate con pali di legno dell’altezza di un uomo.

 L’archeologo Harald Meller (Ente per l’Archeologia e la conservazione dei monumenti storici di Halle), l’astronomo Wolfhard Schlosser (Università di Bochum) e i chimici esperti in archeologia Ernst Pernicka (archeometallurgia), Heinrich Wunderlich (tecnica e metodo delle costruzioni) e da Miranda J. Aldhouse Green (Università del Galles), archeologa e studiosa delle religioni dell’età del Bronzo, hanno stuiato approfonditamente il disco. Il risultato del loro studio ha portato ad ipotizzare che le placchette circolari più piccole rappresentano le stelle. Fra queste spicca un gruppetto di sette placchette più ravvicinate che dovrebbero essere le Pleiadi, un ammasso stellare visibile a occhio nudo nella costellazione del Toro. I due dischi maggiori, quello circolare e quello a forma di falce, rappresentano rispettivamente il Sole (ma potrebbe essere anche la Luna piena) e la Luna crescente. Ai bordi del disco, vi sono linee curve incastonate, esse probabilemente rappresentavano porzioni dell’orizzonte visibili dal sito in cui il manufatto è stato ritrovato.

Tale teoria interpretativa è supportata dal fatto che le linee, coprono un angolo di 82°, ossia la differenza angolare tra i punti del sorgere e del tramontare del Sole all’orizzonte, alla latitudine del luogo del ritrovamento, nei periodi compresi tra i solstizi d’estate e d’inverno. Un arco dorato che ricorda una barca a vela sul mare si trova sul bordo del disco, forse  la “Barca del Sole”, mantre le piccole rientranze lungo ogni lato dell’arco potrebbero essere i remi della nave. Il mito del carro solare o di una nave su cui il sole viaggiava, sono comuni a molti popoli e, in base all'interpretazione  dell’archeologa Miranda Aldhouse Green, il disco contiene la simbologia religiosa legata al sole.

E' auspicabile credere che chi lo ha realizzato, abbia voluto riunire tutti gli altri simboli di culto venuti alla luce anche in diverse regioni europee e questo può far pensare ad un complesso sistema religioso diffuso in tutta Europa. 40 fori di circa 3 mm si trovano sul bordo del disco, ma la loro funzione non è chiara: forse i fori servivano semplicemente a  fissarlo, in modo tale da poter essere utilizzato come oggetto di culto. Possiamo affermare dunque  quelli che vangono definiti popoli primitivi avevano una conoscenza avanzata dei cieli,  e ciò dimostra che la conoscenza dei cieli   era diffusa in tutta l’Europa del secondo millennio a.C.

venerdì 22 gennaio 2016

Il doppio eterico

La parte più densa del corpo eterico è ancora connessa al corpo fisico morto, perchè ogni singola cellula di quel corpo ha una sua vita eterica indipendente, e continuerà a vivere in modo puramente vegetativo fino a che le condizioni saranno tali da impedirle assolutamente di funzionare. C'è molto da imparare circa le funzioni del doppio eterico; e nei nostri tempi, in cui sono ormai comuni i trapianti degli organi e alcuni scienziati hanno prospattato la macabra possibilità di matenere in vita corpi privi di funzioni cerebrali al fine di nutrire i "trapianti" fino a quando vengano richiesti "tali pezzi di ricambio", si tratta d'una linea di ricerca che potrebbe essere utile all'umanità.

L'intero fenomeno del "rigetto", il meccanismo con cui il corpo rifiuta un organo estraneo, può risultate assai più complesso di quanto si creda attualmente, poichè forse comporta altri fattori oltre a quelli biochimici. In effetti, tutta la ricerca medica potrebbe venire migliorata, se questo doppio eterico fosse riconosciuto e se si prendessero misure per osservarne il funzionamento. In tali condizioni forse risulterebbe possibile evitare le ricerche vivisezionistiche, spesso fuorvianti.


Inoltre, l'indipendenza da certi tipi discutibili di sperimentazione sarebbe una benedizione morale per quegli scienziati che ritengono di dover compiere tali ricerche nell'interesse dei pazienti, ma che tuttavia condannano moralmente i metodi usati.

Naturalmente non si può supporre neppure per un momento che la possibilità di usare tale visione eterica come strumento della ricerca biologica possa venire presa in considerazione dalla maggioranza dei medici di oggi. Tuttavia, se i risultati della "ricerca eterica" dovessero rivelarsi più soddisfacenti e di più facile applicazione, allora sarebbero spinti ad allinearsi con i loro colleghi più illuminati.

Naturalmente, è una prospettiva a lungo termine, ma la situazione si evolve così rapidamente, in questi nostri tempi, che sarebbe imprudente fissare limiti a ciò che potrebbe o non potrebbe venire fatto nel prossimo futuro.


venerdì 15 gennaio 2016

Vampirismo psichico

L'energia vitale non defluisce soltanto dall'aura della persona che subìto una ferita orbicolare. Il suo deflusso può essere considerevolmente accresciuto dall'"azione vampiristica" di certi individui, i quali riescono a mantenere una normale quantità di energia vitale solo attingendola continuamente da altri che li circondano.

In moltissimi casi, il vampirismo psichico è puramente inconscio, e i vampiri stessi rimarebbero inorriditi se venissero a sapere ciò che fanno. Molti di noi hanno incontrato, una volta o l'altra, persone che li sfinifìvano con la loro presenza. Spesso sono ricercatori seri e sinceri delle verità spirituali: ma resta il fatto che chiunque venga a stretto contatto con loro per mezz'ora o poco più prova la sensazione di essere stato privato di tutta la sua vitalità (per contro, quello che lo ha prosciugato dell'energia, spesso dichiara di apprezzare assai melgio dopo essersi intrattenuto con lui).

Tuttavia, a parte questo esaurimento, vi è un corrispondente assorbimento da parte delle vittime, poichè il corpo vitale svuotato cerca di ricaricarsi. Ma a causa della lesione nell'epidermide aurica, la nuova vitalità, invece di venire attratta attraverso canali normali, viene presa da qualunque tipo d'energia circostante. Poichè queste fonti d'energia possono anche non essere normali e desiderabili, il risultato finale è spesso la ricarica del corpo con forze contaminate e nocive, che possono comportare condizioni favorevoli alle malattie .

Ylang-ylang, olio essenziale

Nome botanico: Unona odoratissima
Famiglia: Anonacee
Provenienza: Filippine
Estrazione: dai fiori gialli freschi
Profumo: dolce, intenso, soave, floreale
Azione energetica: yin
Pianeta governatore: Venere
Proprietà: afrodisiaco, antidepressivo, antistress, antisettico, sedativo nervoso, ipotensivo, tonico, stimolante della circolazione
Principali indicazioni: depressione, insonnia, tensione nervosa, frigidità, impotenza, ipertensione, palpitazioni, tachicardia, cura della pelle e dei capelli
Precauzioni: l'essenza non è tossica, ma l'intensità della fragranza può indurre nausea o cefalea; usare con moderazione


Ylang-ylang significa in filippino "fiore de fiori". Questo albero esotico originario dell'Asia tropicale e coltivato a Giava, Sumatra e nel Madagascar, simile a un salice piangente con i rami ricurvi verso il basso, porta grandi fiori delicati di colore rosa, malva o giallo a seconda della varietà. Quando la colorazione del fiore è completa, esso emana un profumo intenso e caratteristico. L'essenza più pregiata si ottiene dalla varietà con i fiori gialli. Essi vengono raccolti all'inizio dell'estate all'alba, prima che il calore del sole appesantisca troppo il loro profumo.

L'essenza viene estratta con un processo di distillazione in vapore acqueo: l'olio ottenuto con la prima parte della distillazione è il più pregiato e viene chiamato ylang-ylang extra; con la distillazione successiva si ottengono i distillati di grado 1, 2 e 3, meno pregiati. L'essenza ha un aroma molto persistente, che viene usato in profumeria per "fissare" i profumi.

Questo fiore è molto conosciuto dalle popolazioni locali, per le sue proprietà benefiche sulla pelle, per le dermatiti e le morsicature di insetti e per la bellezza dei capelli: le ragazze molucchesi mettevano i lunghi petali ricurvi a macerare al sole in olio di cocco, per preparare un unguento da spargere sui capelli. I colonialisti europei presero spunto da questa usanza e fecero dell'ylang-ylang un componente di un olio per la cura dei capelli, noto con il nome di "olio di Macassar".

Come altre essenze tratte dai fiori, anche l'ylang-ylang esercita uno spiccato effetto distensivo sul sistema nervoso. La sua fragranza soave ed esotica è estremamente piacevole e svolge un effetto  rilassante e leggermente euforizzante. E' perciò indicata per gli stati di stress e tensione nervosa, ansia, depressione, come altri delicati oli floreali quali gelsomino, neroli, rosa, con cui può essere eventualmente associata per creare un effetto sinergico sulla psiche.

Altre associazioni consigliate sono con maggiorana e basilico, dall'effetto più stimolante. Dell'ylang-ylang si è anche detto che "frena la collera derivante dalla frustrazione". L'effetto calmante e distensivo viene raggiunto maggiormente se l'essenza viene utilizzata per bagni o massaggi rilassanti.  In Indonesia i suoi fiori vengono sparsi sul letto nuziale degli sposi: l'essenza è tra quelle più frequentemente indicate come afrodisiache. utile  in caso di diminuzione del desiderio sessuale.

Ha un'azione calmante sul cuore e sul respiro, in caso di tachicardia, palpitazioni, respiro affannoso legato all'ansia; dà ottimi servigi alla pelle, per massaggi facciali, e ai capelli, per rafforzarli e frenarne la caduta. In questo caso si consiglia di utilizzare l'ylang-ylang per frizioni e massaggi al cuoio capelluto, miscelandolo con altre essenze attive in questo senso, come rismarino e alloro.

mercoledì 13 gennaio 2016

Il vero corpo fisico

Coloro che hanno studiato il problema si sono convinti, spesso per esperienza diretta, che noi possediamo un corpo più sottile, il quale, pur essendo ancora fisico, ha una natura estremamente eterea e tenue. Certe scuole di pensiero chiamano "pre-materia" questa sostanza fisica più sottile, che nei vecchi testi occulti (occulto deriva dal latino occultus, cioè nascosto, e si riferisce alla conoscenza di ciò che è nascosto, ovvero di ciò che non è visibile, quindi si riferisce alla conoscenza spirituale, da non confondere con l'errato significato moderno, cioè di conoscenza riservata a pochi o come "sapere che deve rimanere nascosto") veniva detta sostanza astrale. Nell'occultismo moderno, il nome è stato attribuito a un altro tipo di conoscenza, e questo causa spesso confusione quando la gente legge qualche vecchio libro e si sforza di comprenderlo secondo le nuove descrizioni.


Il corpo etereo è il vero corpo fisico (persiste dalla nascita alla morte), mentre la materia più grossolana, che solitamente consideriamo come il nostro corpo materiale, cambia costantemente. E' stato detto che ogni molecola del nostro corpo viene sostituita da una nuova nel giro di tre anni, e quindi vi è un sotante flusso di particelle materiali emanate da questo corpo fisico, e una costante sostituzione da parte di nuove particelle, via via che operano in noi le forze di quello che viene chiamato "metabolismo".

Il metabolismo opera in noi in due modi opposti. Come "forza anabolica" costruisce, partendo dai composti più semplici contenuti nel cibo e nelle bevande, i composti estremamente complessi che costituiscono quelli già disgregati ed eliminati. Vi è quindi un ciclo di distruzione e di costruzione, continuamente in atto dentro di noi. I diversi ritmi del processo producono le diverse condizioni del corpo fisico, e uno degli insegnamenti principali dell'occultismo afferma che i processi metabolici vengono iniziati e controllati dal "corpo" di pre-materia più sottile, denominato "corpo eterico".

Questo corpo sottile ha ricevuto nomi diversi: gli antichi egizi lo conoscevano come Ka;  nell'Europa antica era chiamato Doppelganger,  in Oriente Linga Shariah, nello spiritismo francese perispirito, mentre nei vecchi scritti era indicato come "corpo astrale" o "doppio". In certe scuole rosacrociane è detto "Corpo vitale", e questo ci porta al suo particolare significato nello studio dell'aura.


Violetta, olio essenziale

Nome botanico: Viola odorata
Famiglia: Violacee
Provenienza: Europa, Asia
Estrazione: dai fiori
Profumo: floreale , dolce, ricco
Azione energetica: yin
Pianeta governatore: Venere
Proprietà: antinfiammatoria, antireumatica, decongestionante, antisettica, stimolante della circolazione, sedativa, espettorante, afrodisiaca
Principali indicazioni: insonnia, esaurimento nervoso, acne, pelle grassa, dermatiti, insufficienza circolatoria, reumatismi, bronchite


La violetta o viola mammola, per essendo un fiore notoriamente schivo e associato alla modestia, viene spesso associato alla rosa nella tradizione letteraria, poetica, nelle arti e nella medicina popolare. Nascono rose e viole sal sangue di Adone, giovane bellissimo amato da Venere; ancora violette nascono dal sangue di Attis, un altro giovane conteso per la sua bellezza da più parti e che si uccide, evirandosi all'ombra di un pino. Una leggenda greca narra che Efesto, il dio Vulcano, brutto e claudicante, innamoratosi di Venere-Afrodite, per sedurla si coronò il capo di viole mammole, che magicamente convinsero la dea della bellezza a seguirlo nelle viscere della terra.

Simboli d'amore, quindi le viole, ma anche simboli di morte, con cui si ornavano le tombe delle fanciulle, morte prematuramente ed è proprio "in un letto di oscure viole" che, pallida e immmobile, dorme la Bella Addormentata nel Bosco, in attesa del magico risveglio. Saffo, poetessa greca autrice di toccanti liriche amorose, è ricordata dagli antichi con il capo cinto da viole: "O coronata di viole, divina dolce ridente Saffo". La è anche un tenero annuncio di primavera, che indica la fine dell'inverno, come nei noti versi del Pascoli: "C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico: io vivo altrove e sento che sono intorno nate le viole".

Ma la viola ha dato anche il nome a strumenti musicali come la viola, il violoncello, il violino; ha legato la sua immagine, dai tempi di Maria Luigia d'Austria, alla città di Parma, che ne ha fatto il suo simbolo e con "violetta di Parma" un famoso profumo.  In Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare si parla della viola, come un fiore che all'inizio era bianco, ma che colpito da una freccia di Cupido, dio dell'Amore, per l'amorosa ferita diventò purpureo, e fu chiamato viola.

Ed è proprio il succo di viola, spruzzato sulle palpebre di una persona addormentata, che la farà follemente innamorare della prima persona incontrata, come succede alla fata Titania, che per la burla di un folletto, si innamora di una testa d'asino. La viola ha una altro significato simbolico collegato al suo colore, che è composto in ugual misura dal blu e dal rosso: rappresenta il putno di incontro tra il rosso della passione e il blu dell'intelligenza; ma il viola è anche il colore della penitenza e del sacrificio.

Il pallore della viola  quindi è connesso con i "pallori amorosi", con la trepidazione e la modestia ma anche con l'incantamento e la seduzione, con la morte ma anche con la rinascita e con la poesia. Trasposta in aromaterapia, questa pregnante simbologia va ad arricchire l'utilizzo dell'essenza di viola nella sfera psichica: la viola, sensibile e delicata, può essere usata laddove si voglia aumentare la sensibilità, la ricettività, la creatività del pensiero, per lenire ferite dell'esistenza e in particolare le delusioni d'amore: si ritiene infatti che il suo profumo "conforti e corrobori il cuore".

L'aroma è squisitamente femminile, ma può essere usato, per massaggi o bagni, anche per il sesso maschile, per ammorbidire e smussare gli spigoli di un carattere rude, o per chi è troppo prosaico, alieno da poesia e da sentimento nella misura di una goccia da aggiungere a essenze più maschili. Nella sfera amoroso- sessuale, la viola agisce a livello del cuore, nel senso che addolcisce, inclina all'amore e al sentimento, ma grazie all'azione del "blu che si mescola al rosso" e  che aggiunge una nota rinfrescante, rischiara la mente e la rende più aperta, più riflessiva e pacata, rilassa e abbassa le tensioni.

A livello organico la viola ha proprietà espettoranti utili in caso di tosse o bronchite, depura la pelle e deterge i pori (in questicasi è indicata per lavaggi o comprese di acqua calda, bagni di vapore); stimola la circolazione e ha un'azione antinfiammatoria in caso di problemi circolatori agli arti o reumatismi.

venerdì 8 gennaio 2016

Dualismo dell'aura etica

Le osservazioni condotte sull'aura della salute hanno rivelato alcuni fatti interessanti. Il suo aspetto generale è  quello di un "alone" di emanazioni sottili come capelli, che formano un rozzo ovale intorno al corpo fisico. La forma di questo ovoide indica spesso gli stati di cattiva salute, quando appare "gonfia" o presenta altre deformazioni rispetto alla forma dell'aura d'una persona sana.


L'aura eterica d'una persona è in realtà doppia, e comprende una parte "esterna" ed una "interna". C'è un'aura interna, che segue i contorni generali del corpo, e si trova all'incirca a 7-10 cm (talvolta la misura è variabile) dalla sua superficie. Poi c'è un'aura esterna, che si estende per una trentina di centimetri, sebbene questa distanza sia ancora più variabile di quella dell'aura interna. Comunque, questa non è tutta l'aura, perchè in condizioni favorevoli se ne può scorgere un'altra, assai più sottile e difficile da vedere, che si estende molto lontano dalla superficie dell'aspetto esterno dell'aura generale.

Non sembra avere limiti definiti, e può essere dovuta a un'azione generale, più o meno nello stesso modo in cui un corpo elettrificato induce un'attività elettrica negli oggetti circostanti.

Vetiver, olio essenziale

Nome botanico: Vetiveria zizanioides
Famiglia: Poacee
Provenienza: India
Estrazione: dalle radichette
Profumo: legnoso, dolce o secco
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Mercurio
Proprietà: antisettico, depurativo, stimolante della circolazione, tonico, sedativo del sistema nervoso
Principali indicazioni: astenia, depressione, tensione nervosa, insonnia, reumatismi, dolori muscolari, acne, seborrea


Il vetiver è una pianta erbacea originaria dell'India meridionale e dello Sri Lanka, dotata di un complesso intreccio di radichette bianche sotterranee. Da queste viene estratta un'essenza dall'aroma intenso, legnoso, che può variare nel sottotono, da dolce a secco, a seconda dell provenienza geografica.

In Oriente le componenti verdi della pianta vengono intrecciate per formare delle aromatiche stuoie, mentre l'olio viene denominato, per le sue caratteristiche, "olio della tranquillità". Il profumo è molto gradevole e viene utilizzato spesso per aromatizzare cosmetici e profumi. Il suo impiego in aromaterapia riguarda in particolare la sfera psichica, su cui esercita un'azione di stimolazione in caso di stanchezza, depressione, scarsa energia e un effetto riequilibrante in caso di stress, paure, tensioni.

L'azione esercitata dal vetiver varia da soggetto a soggetto e va "testata" individualmente: su alcuni prevale l'effetto rilassante e sedativo, che si esplica per esempio con un bagno o un massaggio serale, prima di andare a letto, per conciliare il sonno; su altri invece esercita maggiormente un'azione tonica ad energizzante. In quest'ultimo caso è consigliabile utilizzare l'essenza per una doccia mattutina ed evitare l'applicazione alla sera, per non attivare e stimolare il sistema nervoso e rendere quindi più difficoltoso l'addormentamento.

Per massaggi è indicato in caso di contratture e dolori muscolari; aggiunto all'acqua, per impacchi e lacaggi, è utile per l'igiene della pelle grassa o con tendenze acneiche.


giovedì 7 gennaio 2016

Verbena odorosa, olio essenziale

Nome botanico: Aloysia triphylla
Famiglia: Verbenacee
Provenienza: America del Sud
Estrazione: dalle parti verdi
Profumo: fresco, dolce, limonaceo
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Mercurio, Venere
Proprietà: antisetica, antispastica, sedativa nervosa, digestiva, stimolante, depurativa
Principali indicazioni: ansia, stress, insonnia, tensione nervosa, crampi
Precauzioni: può causare reazioni cutanee di sensibilizzazione


La verbena odorosa è un arbusto proveniente dai tropici americani, dalla cui ditillazione delle foglie si ottiene l'essenza di verbena. La pianta, detta anche volgarmente Erba Luisa, Erba cedrina o Limoncina, per l'aroma caratteristico delle sue foglie che, se stropicciate, emanano un intenso profumo di limone, non va confusa con l'altra Verbenacea a noi più nota, la Verbena officinalis, pianta cosmopolita diffusa in tutta Europa, che fiorisce spontaneamente nei campi e lungo i margini delle strade campestri.

 Quest'ultima è conosciuta fin dall'antichità, più che per le sue qualità medicinali, per le virtù magiche che le furono attribuite. Era considerata una pianta sacra, per i Celti e per i Romani, che la coglievano solo ed esclusivamente in un certo luogo sacro del Campidoglio. Un sacerdote specializzato a questo scopo, chiamato il verbenarius, coglieva alcune piante e con esse toccava il capo dei rappresentanti del popolo incaricati di deliberare nei trattati di guerra o di pace, conferendo loro il potere di deliberare.

La verbena, pianta di Mercurio, ha infatti affinità con tutto ciò che riguarda le relazioni e i contatti tra le persone; gli ambasciatori di pace venivano detti verbenari perchè si presentavano con un rametto di verbena in mano. I galli e i Bretoni lavavano i loro altari con infuso di verbena e la impiegavano nelle pratche in cui veniva richiesta la massima lucidità mentale. Secondo le scritture sacre vediche dell'India, per leggere i libri sacri ci si deve sedere su un terreno dove abbonfi questa pianta.

La verbena è quindi pianta purificatrice e che risveglia l'intelligenza, ma anche herba Veneris, capace di risvegliare la passione amorosa, di portare armonia e  comprensione nella vita sentimentale. La verbena, secondo l'antica tradizione erboristica, come tutte le piante magiche non poteva essere toccata con il ferro, che ne avrebbe disperso il potere. Andava colta con strumenti d'oro, o più semplicemente usando solo strumenti di legno, e il raccoglitore doveva tagliare l'erba pronunciando le parole libera nos a malo. Tale era la considerazione goduta dalla verbena.

Queste qualità della Verbena officinalis pur non riguardando direttamente la cosorella Verbena odorosa, da cui si estrae l'essenza, richiamano tuttavia in partele funzioni di questo olio essenziale. Infatti esso agisce spiccatamente sul sistema nervoso, con un effetto che può essere tonico o sedativo, di sostanziale riequilibrio del tono dell'umore; la verbena odorosa schiarisce la mente e, come pianta mercuriana adatta quindi agli scambi e agli incontri, suscita maggiore comunicativa e comprensione, aumentando il feeling nelle relazioni.

 Aiuta a sbloccare l'energia che ristagna, è depurativa, antispasmodica e calmante per le crisi della pubertà o della menopausa, facilita la digestione e stimola il fegato. Va tenuto presente che la maggior parte dell'olio di verbena in commercio non è tale di fatto, ma è composto da miscele di altri oli (citronella, limone, lemongrass) o proviene dalla Verbena spagnola di qualità inferiore. Sotto il nome invece di Verbena delle Indie si intende l'essenza di lemongrass, proveniente dall'India, dal Madagascar, daSingapore, e ricavata dal Cymbopogon citratus.


lunedì 4 gennaio 2016

Le falle eteriche

In una persona normale e in buona salute, la pelle eterica presenta una superficie initerrotta; ma per molte ragioni questo è un ostato ideale anzichè effettivo. In moltissimi individui si scorgono quelle che si possono descrivere come "ferite" e "lacerazioni", che sembrano causare le "falle eteriche". Tali aree aperte nell'aura erano ben note a quanti studiavano il problema nel passato, e venivano chiamate "ferite orbicolari".

Talvolta, certe pratiche connesse alla medianità possono causare ferite orbicolari, e per questa ragione i vecchi occultisti non erano del tutto favorevoli allo sviluppo indiscriminato  della medianità. Molti degli spiritualisti più riflessivi del presente sono giunti in proposito alle stesse conclusioni. Comunque, le ferite orbicolari venivano prese molto sul serio dai vecchi occultisti: a ragione.


Uno dei risultati più gravi di un'aura incrinata è che la vitalità si disperde rapidamente, e lo sfortunato vive in condizioni completamente devitalizzate, e dispone di scarsa energia per fare qualunque cosa e di ben poco potere per resistere all'instaurarsi delle malattie. Se la vitalità eterica è bassa, il metabolismo del corpo ne risente, e in tali circostanze la produzione degli "anticorpi" che prevengono le malattie viene drasticamenteridotta.

Perciò lo sventurato soccomberà a disturbi che influirebbero ben poco su un altro individuo, più sano e robusto.

domenica 3 gennaio 2016

Il campo di forza: aura

Se accettiamo la definizione del dizionario, vediamo che si riferisce a un "effluvio psichico elettro-vitale ed elettro- mentale". Vediamo che cosa significa. E' ormai accertato che tutte le attività nel nostro corpo fisico sono associate alle correnti elettriche che circolano negli organi, e che formano intorno a noi un "campo" elettrico definito. Gli scienziati russi hanno messo a punto apparecchi che, essi affermano, possono percepire questo debolissimo campo di forza, esistente intorno a tutte le cose viventi. Essi dichiarano di aver registrato la presenza di campi che si estendono per circa venticinque centimetri dai corpi di certi insetti.

Questo campo di forza non ha nulla a che vedere con la "carica" elettrica che certe persone acquisiscono indossando abiti di nylon o usando lenzuola di nylon. La carica d'elettricità statica che spesso si accumula per attrito in questo materiale può dare una netta scossa. Una forma blanda si può osservare quando ci si toglie un indumento di nylon al buio, se l'aria è asciutta: la carica si libera in una pioggia crepitante di minuscole scintille. Tuttavia, questo è ben diverso dall'"elettricità biologica" collegata a tutte le nostre attività corporee.


Quindi, abbiamo in noi e intorno a noi un "campo di forza" elettrico che può essere considerato come il primo e più denso dei numerosi campi del genere cosituente l'emanazione composita che chiamiamo "aura". Sebbene il termine venga contestato dai fisici, possiamo usare un termine già comune, "Aura eterica". Naturalmente, c'è un'aura ancora più densa, composta delle minutissime particelle solide emanate costantemente dallo stesso corpo fisico.

Tali particelle vengono da noi lasciate su tutto ciò che tocchiamo, e formano l'"odore" per mezzo del quale possiamo venire rintracciati da un cane o da un altro animale. In questi ultimi anni, a ricordarcelo di continuo hanno provveduto le numerose pubblicità dei deodoranti.

Ne parliamo qui per esaurire gli aspetti fisici dell'aura, poichè queste particelle portano con sè anche qualcosa della tenue sostanza continuamente irradiata da un "corpo" assai più sottile di questa "carne troppo solida", considerata da molti come l'unico corpo che possediamo.

sabato 2 gennaio 2016

La pelle eterica


Questa è dunque la descrizione generale dell'aura, come la vede un buon chiaroveggente, o come si può scorgere usando gli "Schermi Kilner". Tanto l'aura interna quanto quella esterna sembrano possedere quella che possiamo considerare come una epidermide, una pelle superficiale, che ha una parte importante nella salute dell'individuo.

Quando vengono osservate attentamente, si vede che queste pelli sono formate di innumerevoli linee di forza eterica, come se le estremità delle striature capillari che formano l'aura venissero attorte per formare una copertura, un involucro protettivo.

Come bruciare calorie con i lavori domestici

Se il nostro stile di vita non ci permette di andare in palestra o di poter fare del movimento all'aria aperta, come possiamo combattere i chiletti di troppo e tonificare i nostri muscoli? Avete mai pensato che la nostra casa è una palestra gratuita, dato che per tenerla pulita è necessario utilizzare tutti i muscoli del nostro corpo?

Pensate per esempio a salire e scendere le scale per attendere alle diverse attività casalinghe, alla bestiale pulizia dei pavimenti, alle sudate che si fanno per stirare.. Ebbene queste odiose attività, se gestite in maniera corretta ci fanno rassodare glutei e cosce bruciando oltretutto le calorie acquistate durante i pasti. E' chiaro che ognuno di noi ha un metabolismo diverso, ma vi sono alcuni parametri che svelano quali sono i 12 lavori di casa più adatti a farci perdere peso e  bruciare più calorie secondo i dati forniti dalla Lance Armstrong Foundation.


1.  Per chi vive in campagna o ha un po’ di giardino, accatastare la legna e/o verniciare (435 calorie), aiuta a bruciare una cena completa, ovviamente non troppo pesante. Perciò uscite dal coma e cominciate

2. Se vi dedicate al giardinaggio, diserbare o piantare (400 calorie), brucerete l’equivalente in calorie di un hambuger o di un cono gelato. La stesso vale per la pittura d’interni, la levigatura di pavimenti o il restauro di un mobile. Quindi inutile chiamare una ditta, fatelo voi stessi.

3. Se abitate in montagna o avete una casa in montagna, spalare la neve (395-408 calorie) vi permetterà di bruciare l’equivalente calorico di una porzione di carne ed una di lasagne. Dopo potete spalmarvi davanti al camino

 4. Se non avete giardino o non abitate in campagna, potete sempre andare a falciare il prato (395 calorie) di amici o parenti, perchè tagliare l’erba del prato con una falciatrice manuale vi farà bruciare in un ora, un intero pranzo (leggero)! Se prefertite il tagliaerba elettrico brucerete solo 296 calorie.

 5. Rastrellare le foglie (263-283 calorie)vi farà smaltire meglio le calorie di quel dolcetto a cui non avete saputo resistere all'ora di merenda

6.  Anche cucinare (168-348 calorie) ha il suo perchè, soprattutto se vi cimentate in preparazioni che richiedano del lavoro manuale come  biscotti, pasta fatta in casa o ancor meglio “pizza”. Un'ora  davanti ai fornelli per cucinare un pasto, equivale a bruciare all’incirca dalle 170 alle 350 calorie, se lo fate in estate avete fatto bingo.

 7. Lavare bagno e piastrelle (260 calorie) Anche se probabilmente rientra nei lavori domestici che vi piacciono di meno, fare un approfondito e vigoroso scrub al vostro bagno, soprattutto per eliminare calcare ed incrostazioni, vi farà bruciare ben 260 calorie, più o meno in una sola ora.

8. Aspirare e Lavare pavimenti (220-250 calorie) Una bella pulizia dei pavimenti della casa, aspirare e lavare, vi farà guadagnare un bel po’ di punti se avete deciso di abbinare alla vostra dieta del sano movimento. Fate attenzione però a non premiarvi con qualcosa di dolce dopo aver finito le tanto faticose pulizie.

 9. Anche lavare i vetri (197 calorie) con lo scopo di renderli accencanti  pur essendo il classico lavoraccio vi regalerà la possibilità di mangiare una crostatina.

 10. Spolverare, lavare i piatti, portare fuori la spazzatura, dare da mangiare agli animali domestici o cambiare le lenzuola (164 calorie), non sono da sottovalutare se dovete fare delle scale per portare su la spesa o se i bidoni dell’immondizia non sono proprio sotto casa, in quanto così potete triplicare il consumo delle calorie.

11. Fare il bucato a mano per le cose piccole darà una bottarella alle calorie, e non dimenticate quando mettete a posto i vestiti o li piegate di stare in piedi.

12. Stirare (151 calorie) permette di bruciare ben 151 calorie all’ora. Un consiglio: la sera dopo cena invece di guardare la TV comodamente sdraiati sul divano, armatevi di ferro bel caldo, bucato appena ritirato e godetevi la vostra trasmissione preferita in piedi davanti ad una bella tavola da stiro.


venerdì 1 gennaio 2016

Raggi di luce, aura

Un altro fenomeno interessante connesso con l'aura eterica è l'apparizione occasionale, al suo interno, di quelli che sembrano raggi di luce e che, in molti casi, partono dal corpo fisico per irradiarsi nello spazio intorno. In alcuni casi si è notato che questi raggi erano diretti a qualcuno o a qualcosa nelle vicinanze, e si è accertato che la persona di cui veniva studiata l'aura, stava pensando fortemente all'individuo o all'oggetto raggiunto dal raggio aurico. E' possibile  che questo sia un aspetto della trasmissione telepatica dei sentimenti e dei pensieri.


Veniamo ora a un altro aspetto interessante dell'aura: quello che comunemente è detto "spazio sicuro". Ha uno spessore variabile tra 1,5 e 6 mm, e segue esattamente i contorni del corpo. Tutte le aure partono da questo spazio sicuro, che sarebbe la superficie del corpo eterico. Naturalmente, potrebbe anche essere un'altra parte dell'aura, ma le ricerche non hanno ancora accertato esattamente il suo ruolo.

Infine, come ho già detto, c'è un'aura dovuta all'azione biologica in atto nel corpo e nella pelle; essa genera un minuto campo elettromagnetico intorno al corpo fisico, che può venire misurato con strumenti molto sensibili. Sembra che si intensifichi quando una luce forte cade sulla superficie del corpo, e i vari tipi di luce, ultravioletta, infrarossa, colori primari, influiscono in modo diverso sul campo stesso.

mercoledì 30 dicembre 2015

Malattie indicate dall'aura eterica

Quella che abbiamo chiamato aura eterica è la radiazione generale, il campo di forza del corpo eterico, e indica quali sono le condizioni del corpo. Poichè quello eterico controlla e influenza direttamente quello fisico, accade spesso che una infermità venga indicata dall'aura eterica assai prima che diventi evidente nel fisico, ed è in questo corpo eterico che incomincia la vera azione risanatrice.

Se si possono scorgere le indicazioni nell'aura eterica, allora è possibile trattarle su quel livello, ed è in questa regione dell'essere umano che si compie la "terapia per fede", la terapia psichica e spirituale. Poichè l'aura eterica mostra esattamente le malattie latenti nel corpo eterico o già all'inizio della manifestazione sui livelli fisici, spesso è stata chiamata "aura della salute".

Timo, olio essenziale

Nome botanico: Thymus vulgaris
Famiglia: Labiate
Provenienza: bacino del Mediterraneo
Profumo: fresco, balsamico, forte
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Mercurio, Venere
Proprietà: stimolante, tonico, antisettico, balsamico, anticatarrale, ipertensivo, antispastico, antifermentativo, antiputrefattivo, astringente, antitossico, antiparassitario, attiva le difese immunitarie, afrodisiaco, cicatrizzante, diuretico
Principali indicazioni: stanchezza fisica e psichica, ipotensione arteriosa, malattie da raffreddamento, bronchite, pertosse, reumatismi, disturbi circolatori, infezioni intestinali e urinarie, dermatiti, foruncoli, punture d'insetti, infezioni della bocca e della gola, pediculosi, scabbia
Precauzioni: può causare irritazioni cutanee; usare in basse concentrazioni e diluito


Il timo è un arbusto odoroso che cresce spontaneo nell'area mediterranea ed è una pianta dalla lunga tradizione: i boschetti di timo degli antichi erano considerati sacri; il suo profumo era il " respiro di Zeus", ed entrava nella combinazione del cosiddetto "mazzetto degli dei", ottenuto tagliando all'alba, ancora bagnati dalla rugiada, rosmarino, menta e timo, a cui andava aggiunto, alla sera, un rametto di issopo, il tutto legato con tre fili d'erba intrecciati.

Questo mazzetto, appeso in una stanza, avrebbe dovuto propiziare felicità e salute. I filosofi dell'antica Roma usavano prendere un infuso stimolante di timo prima di dedicarsi ai loro studi, in quanto ravvivava la mente, favoriva l'attività intellettuale e aiutava a lavorare con maggiore impegno. Infatti il timo è una pianta mercuriana, e Mercurio è il pianeta della mente, della facoltà razionale, della comunicazione rapida ed efficiente.

Il timo portava salute e felicità anche nei banchetti nuziali, dove veniva inserito nelle decorazioni vegetali; veniva regalato o bruciato nelle cerimonie religiose perchè, respiro divino, ritornasse da Zeus. La Scuola Salernitana consigliava a chi si fosse sentito depresso di avvicinarsi al timo e di inalarne l'aroma, affinchè potesse avere curate le ferite dello spirito.

Nella tradizione popolare il timo è amato dalle fate e dalle api, loro messaggere, e dagli elfi, che portano corone di maggiorana e timo. Si dice che chi beve un infuso di fiori di timo riesca a vedere le fate...ma oltre a stimolare la fantasia si è reso in passato molto spesso utile come "antibiotico dei poveri". L'essenza è estremamente poliedrica e potente. Contiene principi attivi molto concentrati e per questo viene distillato due volte, ottenendo due tipi di olio: il timo rosso, che più puro e più concentrato, ma per questo bisogna usarlo con attenzione, e il timo bianco, distillato due volte, meno irritante e più delicato.

Le due grandi qualità dell'essenza di timo sono principalmente la sua forte azione stimolante generale e la sua notevole capacità antimicrobica. Come stimolante, il timo agisce sia a livello della psiche, dove risveglia l'intelligenza, la memoria e la capacità di concnentrazione, in caso di stanchezza mentale, stress, superlavoro, sia a livello fisico, dove attiva la circolazione arteriosa, innalza la pressione, stimola il fegato, migliora la digestione, rafforza le difese immunitarie stimolando l'attività dei globuli bianchi, ha azione leggermente afrodisiaca e stimola le mestruazioni.

In caso di debolezza fisica o mentale, convalescenza, stati di affaticamento, conviene quindi attingere alla saggezza degli antichi, e reintegrare le proprie energie e gli interscambi tra una funzione e l'altra dell'organismo attraverso questa pianta mercuriana (e sappiamo che Mercurio è anche il messaggero degli dei, colui che mette in comunicazione piani diversi): una doccia o un bagno al mattino arricchiti con due gocce di essenza di timo permettono di passare velocemente dal sonno alla veglia, di coordinare la mente e il corpo e di "resettare" e ripulire le funzioni sensoriali (vista, udito) e di comunicazione (linguaggio).

Per la straordinaria versatilità delle essenze naturali, questa sua azione stimolante non è però rigida, bensì è modulabile, nel senso che il timo è anche riequilibrante e sedativo in caso di insonnia e di nervosismo. Per queste indicazioni può essere impiegato per bagni e docce rivitalizzanti alla mattina. L'altro grande polo di azione del timo è nel versante delle malattie microbiche: infatti è il miglior antisettico che esista in natura, di cui è stata dimostrata ampiamente l'attività battericida nei confronti di molti germi patogeni. Pertanto è indicato in corso di infezioni respiratorie quali bronchite, influenza, tosse, mal di gola ecc.

Se ne consiglia l'uso per inalazioni di vapore e per frizioni sul petto e sulla schiena, nella quantità di una, due gocce in poco olio vegetale, oppure diffuso nell'ambiente con un diffusore d'aromi, per disinfettare la stanza di un malato, in corso di un'epidemia influenzale. Inoltre, per il suo effetto astringente, riduce la produzione di muco. In caso di infezioni urinarie va massaggiato a livello addominale, nell'area di proiezione cutanea della vescica, cioè sopra la regione pubica nella parte inferiore dell'addome; nella parte centrale, con massaggio circolatorio in senso orario, per disturbi intestinali quali intossicazioni, fermentazioni e spasmi.

E' utile anche nelle forme reumatiche, crampi muscolari, sciatica. Sulla pelle trova impiego per spugnature, lavaggi, applicazioni diluite, in corso di infezioni, foruncoli, acne, tagli, punture di insetti, dermatiti del cuoio capelluto, dove agisce anche in corso di parassitosi (pidocchi); per sciacqui disinfettanti è utile in caso di gengiviti e stomatiti.


lunedì 28 dicembre 2015

Tea tree, olio essenziale

Nome botanico: Melaleuca alternifolia
Famiglia: Mirtacee
Provenienza: Australia
Estrazione: dalle foglie
Profumo: fresco, speziato, amarognolo
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Giove, Venere
Proprietà: antisettico, battericida, fungicida, antivirale, cicatrizzante, antiinfiammatorio, deodorante, epsettorante, balsamico
Principali indicazioni: disturbi dermatologici quali foruncoli, pustole, graffi, ulcere, scottature, herpes, micosi della pelle e delle unghie, gengiviti, afte, punture di insetti ecc., mal di gola, influenza, infezioni urinarie, candidosi vaginale, tosse, influenza, sinusite

L'olio dell'albero del tè, originario dell'Australia, era usato dagli aborigeni e dai primi coloni per le sue notevoli proprietà da utilizzare nel pronto soccorso di ferite e lesioni della pelle. Infatti esso può essere incluso fra le essenze maggiori dell'aromaterapia antinfettiva: recenti studi ne hanno dimostrato il potere antibiotico naturale su batteri e funghi patogeni. Inoltre la sua tolleranza e l'assenza di tossicità lo rendono molto maneggevole e ne fanno un utilissimo presidio per la cura delle affezioni della pelle e delle mucose provocate da agenti microbici e per il trattamento di stati di irritazione. Per esempio dopo rasature o depilazioni.

Può essere utilizzato puro in molti casi, ma per pelli sensibili è meglio diluirlo 1:10 in olio vegetale, o altro veicolo, a seconda degli usi, per esempio una crema o una lozione debolmente alcoolica. Per la sua notevole capacità di penetrazione e il potere detergente e dissolvente sui tessuti patologici (mentre non danneggia quelli sani), è indicato anche per le micosi dell'unghia e dei tessuti sottoungueali. In questo caso sarà bene massaggiare la parte interessata con l'olio tutti i giorni fino a quando l'infezione non sarà sparita.

 Il tea tree oil neutralizza il veleno delle punture di insetti, disinfetta e accelera la cicatrizzazione di piccole scottature, accelera la risoluzione dell'herpes labiale e genitale (in questo caso usare l'essenza diluita in olio o in acqua per lavaggi e impacchi). Per sciacqui è utile in caso di afte e gengiviti, dove svolge anche un'azione lenitiva e anestetica; per lavande vaginali è attivo sulla candida. Per frizioni sul cuoio capelluto combatte la forfora e il prurito. Per bagni o pediluvi è deodorante e astringente nell'ipersudorazione.

In caso di tosse, raffreddore, influenza, va aggiunto a inalazioni di vapore e spalmato sul petto e sulla schiena. Per gargarismi allevia il mal di gola, in caso di dolori reumatici e muscolari, per massaggi delle parti interesate, lenisce il dolore. Alcune gocce di tea tree oil su una spugna umida da strofinare sul pelo del cane deodorano e tengono lontani gli insetti. Per la sua efficacia, tollerabilità e versatilità, questa essenza dovrebbe entrare nell'armadietto casalingo dei medicinali, dove spesso può, a pieno titolo, sostituire efficacemente pomate antibiotiche e altri farmaci di sintesi.


venerdì 25 dicembre 2015

Santoreggia, olio essenziale

Nome botanico: ver. Satureja montana, var. Santureja ortense
Famiglia: Labiate
Provenienza: Europa
Estrazione: dalla pianta intera
Profumo: fresco, erbaceo, piccante
Azione energetica: yang
Pianeta energetica: yang
Pianeta governatore: Giove, Mercurio, Marte
Proprietà: stimolante, afrodisiaca, antisettica, antispastica, astringente, antifermentativa, epsttorante
Principali indicazioni: stanchezza intellettuale, calo del desiderio, digestione lenta, meteorismo, spasmi intestinali
Precauzioni: è irritante, da non applicare direttamente sulla pelle; utilizzare a piccole dosi


La santoreggia è un'erba aromatica molto usata in cucina per le sue proprietà digestive e antitossiche. Un'infusione delle sommità fiorite, prima o dopo i pasti, facilita la digestione, stimolando la produzione della bile e previene le fermentazioni intestinali. Sempre come infuso è indicata anche in caso di dolori gastrici nervosi, diarrea, crampi addominali, parassiti intestinali, tosse.

L'essenza ha capacità antimicrobiche anche superiori a quelle delle altre Labiate (timo, rosmarino, lavanda). L'essenza di santoreggia esercita un'azione particolare sulle ghiandole sessuali e si confà in particolare all'uomo. Così come la salvia e il rosmarino esercitano maggiormante la loro azione a carico della struttura femminile. La santoreggia, unitamente all'edera, avvolgeva il tirso, una verga portata dal dio Dioniso (Bacco). Le Baccanti, prima di abbandonarsi alle loro danze selvagge ed estatiche di unione con il divino, si colpivano reciprocamente con il tirso, e subito cominciavano a scatenarsi, abbandonandosi a una gioisa ebbrezza, considerata una possessione divina. Bacco stesso colpì con il tirsouna roccia per farne scaturire del vino.

Esso era lo strumento simbolo di una forza attiva, che spinge a superare la normalità quotidiana, gustando avidamente la vita, in un'esplosione di vitalità e di mistica comunicazione con le forze cosmiche. La santoreggia è una pianta piuttosto piccante, forte e aggressiva. Essa può agire come una sorta di tirso a livello eterico, stimolando il polo biliare dell'individuo. Il termine collerico deriva dal greco kholè, che significa bile. Il fegato è collegato con la forza, il coraggio, l'irruenza, la rabbia, con la capacità di produrre e di accumulare energia. Esiste un rapporto tra il funzionamento della bile e quello degli organi sessuali; inoltre le piante attive sul fegato spesso agiscono anche sulla funzione sessuale.

La santoreggia aiuta le persone che hanno difficoltà a sperimentare la fisicità e l'aspetto sessuale connesso alle relazioni amorose, che sono spesso stanche e faticano e lasciarsi andare; l'essenza, attivando il polo biliare-collerico, rende più infiammabili e impetuosi, e rafforza l'energia vitale e l'efficienza fisica. Chi ha bisogno di essere più "dionisiaco" può "ispirarsi" aggiungendo questa essenza tonica e stimolante nell'acqua del bagno, e utilizzare la pianta come erba aromatizzante per i cibi.

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