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venerdì 22 aprile 2016

Catuaba: un formidabile tonico

Non tutti conoscono il catuaba, su cui per altro  c'è ancora della confusione in merito all'identificazione, ma solitamente si fa riferimento a due specie: il piccolo Catuaba cioè l'Erythroxylum catuaba, che cresce fino a 2-4 metri in altezza con fiori giallo-arancio e piccoli frutti non commestibili di colore giallo scuro e di forma ovale che in Brasile è chiamato solo catuaba e il grande Catuaba cioé la Trichilia catigua, che si sviluppa fino a 6-10 m di altezza, ha i fiori color crema e in Brasile viene chiamato catiguá e angelim-rosa della famiglia del mogano.


Queste specie sono ampiamente utilizzate in Brasile nella composizione di medicine a base di erbe,  per il loro potere afrodisiaco e tonico per l'impotenza maschile e come fortificatrici del sistema nervoso.  A scoprirne le qualità furono gli indiani Tupi, che ne decantarono molto le qualità e famoso è rimasto il detto: «Se diventi papà entro i 60 anni, il figlio è tuo, dopo i 60 il figlio è di catuaba».

I principi attivi sono contenuti nella corteccia e nella radice. Il decotto della corteccia è utile per l'impotenza sessuale, agitazione, ansia, nervosismo, fragilità di nervi, problemi di memoria e stimolante in genere del sistema nervoso centrale. Ha effetti benefici sia negli uomini che nelle donne come afrodisiaco ma è nell'area dell'impotenza maschile che si sono avuti i risultati migliori e non sono stati evidenziati effetti secondari nemmeno a lungo termine.

Attenzione però perchè in commercio vengono usati incorrettamente: Juniperus brasiliensis (che si suppone sia il corrispondente di piccolo Catuaba), Anemopaegma mirandum (è un enorme albero della famiglia della bignonia, che cresce fino a 40 m d'altezza e viene chiamato in Brasile catuaba verdadeira) e l' Eriotheca candolleana che sono specie totalmente differenti. Sono raccolte e vendute da raccoglitori inesperti o immorali (sono presenti nella composizione di prodotti erboristici venduti in America) che li classificano solo come catuaba.







sabato 19 marzo 2016

La noce di cola, un potente stimolante

Molto probabilmente la noce di cola, conosciuta anche come cola, vi porterà  alla mente l'arcinota e più famosa al mondo, bibita gassata, la più bevuta e la più comprata e di cui non voglio citare il nome per non fare ulteriore pubblicità, anche perchè in questa sede si parla appunto della noce di cola, nota come potente stimolante, usata per combattere stanchezza fisica e mentale, e proprio perchè potente, va usata con cautela. Andiamo subito a vedere quali sono le sue proprietà.

Uso interno:  come stimolante perchè la caffeina, che è il componente principale della cola, aumenta il livello di attenzione e consente di contrastare la sonnolenza, stimolando il sistema nervoso centrale. La noce di cola può anche agire a livello cognitivo migliorando le prestazioni, che si tratti dell'attenzione, della memorizzazione o dell'apprendimento. Come astringente: può attenuare i mal di testa causati da cattiva circolazione del sangue. E' anche cardiotonica, coadiuvante nello sforzo muscolare intenso, aumentando la pressione arteriosa. Inoltre favorisce una migliore eliminazione dell'acqua e dei nutrienti non essenziali, facilitando quindi la perdita di peso.




Secoli orsono per combattere la stanchezza, se ne masticavano i semi, infatti gli alberi di cola venivano piantati in prossimità dei villaggi. Nel Medioevo, i carovanieri che attraversavano il Sahara conoscevano le proprietà della noce di cola, tanto la scambiarla in cambio di polvere d'oro. La diffusione in occidente è avvenuta grazie alla bibita di cui sopra, di cui la noce e la foglia di cola costituivano gli ingredienti principali.  Oggi, la noce di cola rientra nella composizione di diversi farmaci: di questi, alcuni sono impiegati per combattere l'asma o le malattie polmonari croniche.

La noce di cola è il seme della cola, una pianta che può raggiungere i 20 metri di altezza, originaria dell'Africa occidentale. I semi di questo albero, dalle foglie di color verde scuro e dai fiori bianchi tendenti al giallo, vengono raccolti una volta raggiunta la maturazione e poi essiccati al sole. Ogni baccello di cola è composto da quattro o cinque semi.In fitoterapia della cola si utilizza il seme, privato dell'involucro esterno. Essiccato al sole, il seme viene successivamente ridotto in polvere.Oltre alla caffeina, contiene, colatina, tannini, flobafeni, teobromina.

Dosaggio
 - In infusione, è possibile aggiungere in una tazza di acqua bollente 1 o 2 g di polvere di noce di cola per una decina di minuti. La posologia abituale è di 3 tazze al giorno.
- Si può aggiungere 1 cucchiaino da caffè di polvere di noce di cola alla propria bevanda preferita. La posologia giornaliera massima per la polvere è di 1 o 2 g. È anche possibile consumare la noce di cola sotto forma di estratto liquido, in quantità da 0,6 a 1,2 ml, da assumere da una a tre volte al giorno.
- Per la tintura madre di cola, la posologia è da 1 a 4 ml al giorno.
- È possibile produrre del vino tonificante lasciando macerare per una decina di giorni 50 g di noce di cola in 1 litro di vino. Si raccomanda sempre la moderazione 

ATTENZIONE: La noce di cola può essere interessante per gli sportivi e per le persone che cercano di perdere peso. Ma  se assunta in dosi elevate, la caffeina può causare lesioni muscolari irreversibili attraverso una rottura delle cellule del muscolo scheletrico (rabdomiolisi). La masticazione della noce di cola è peraltro fortemente sconsigliata, perché può causare tumori alla bocca.

Controindicazioni:  è controindicata nei soggetti affetti da ulcere gastriche, come quelle duodenali, da malattie cardiache, insonnia, disturbi di ansia o di ipertensione arteriosa. A scopo preventivo, non va assunta in gravidanza e durante l'allattamento, e non va somministrata ai bambini.

Effetti indesiderati: agitazione, nervosismo, insonnia, irritazione gastrica. A dosi elevate, questa sostanza può anche provocare mal di testa, aritmia, palpitazioni cardiache, nausea e vomito, nonché ipertensione arteriosa. Infine, l'assunzione di caffeina protratta nel tempo causa dipendenza.

Interazioni con piante medicinali o integratori alimentari: non va utilizzata in concomitanza con un altro stimolante, l'efedrina, che raddoppia pericolosamente gli effetti della caffeina. In caso di abuso, questa associazione può provocare svenimenti e persino arresto cardiaco.

Interazioni con i farmaci: dipende dal tipo di farmaco, per cui alcuni effetti verranno moltiplicati, ad esempio nel caso degli analgesici o, al contrario, ridotti, come nel caso di sedativi, calmanti e così via. Può aumentare gli effetti collaterali dei broncodilatatori e degli stimolanti del sistema nervoso centrale. Non va in alcun modo associata agli antiacidi, ai farmaci per la prevenzione dell'osteoporosi, agli anticoagulanti e agli antipiastrinici, poiché comportano un aumento del rischio di emorragia.




mercoledì 20 gennaio 2016

Zenzero, olio essenziale

Nome botanico: Zingiber officinale
Famiglia: Zingiberacee
Provenienza: India, Cina
Profumo: caldo, speziato, aromatico, legnoso
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Marte, Mercurio
Proprietà: tonico, stimolante, riscaldante, afrodisiaco, digestivo, antifermentativo, antisettico, antispasmodico, febbrifugo
Principali indicazioni: dolori reumatici, dolori muscolari, insufficienza circolatoria, problemi digestivi, nausea, malattie da raffreddamento, crmapi addominali, influenza, stanchezza sessuale, esaurimento
Precauzioni: può essere irritante sulla pelle, usare con moderazione (2-3 gocce di essenza diluita in olio vettore)


La radice di zenzero è una spezie arrivata dall'oriente fino al Mediterraneo, molto usata dai Greci e Romani, che la chiamavano "zingiberi". Veniva considerata una spezie assolutamente indispensabile in cucina, come lo zafferano, il pepe, i chiodi di garofano, per rendere più aromatici e anche più dgeribili i piatti più ricercati.

In Cina lo zenzero si è conquistato un ruolo importante nella farmacopea, oltre che nella cucina: è considerato un rimedio che fa circolare l'energia nel corpo e stimola i processi digestivi di trasformazione degli alimenti; inoltre è usato per indurre la sudorazione e riscaldare nelle malattie da raffreddamento. Usato fresco, qualche fettina di radice bollita in un po' d'acqua per farne un infuso da bere  con un po' di miele, è un rimedio casalingo per combattere l'influenza, il raffreddore, per stimolare la sudorazione e per prevenire il contagio in corso di epidemie influenzali.

Una piccola quantità di radice di zenzero grattugiata nei cibi stimola l'appetito e facilita la digestione; combatte la nausea, anche in gravidanza, la tosse, le difficoltà digestive e la tendenza alle fermentazioni intestinali; dopo abusi alcolici, un infuso di zenzero dà beneficio a tutto il tubo digerente. Pianta sotto il segno di Marte, lo zenzero produce calore, è piccante, riscaldante, e può avvicinarsi al pepe per efficacia e azioni terapeutiche, stimola la digestione, smuove le umidità trattenute nel corpo; un bagno caldo con alcune gocce di zenzero gioverà in caso di inizio di influenza o gola arrossata; la sua azione riscaldante lo rende utile per massaggi locali in caso di reumatismi e dolori muscolari.

Sviluppa calore, è stimolante e tonico come il pepe, ma mentre l'azione di quest'ultimo è rapida e immediata, quella dello zenzero è più lenta, per la presenza dell'elemento acquatico, dato dall'umidità della radice, che frena leggermente questa azione riscaldante. Lo zenzero è anche il cosiddetto ginger, che dà un sapore particolare a molte bevande analcoliche e a liquori corroboranti. Secondo la tradizione, lo zenzero riattiva tutte le funzioni del corpo, mette in circolazione e armonizza l'energia: una leggenda parla dell'omino di zenzero, preparato da una donna con farina, acqua e polvere di zenzero, che una volta tirato fuori dal forno prese vita e si mise a correre a più non posso...le mamme preparavano focacce di zenzero per le merende energetiche dei loro bambini; anche nella favola di Hansel  e Gretel, i due bimbi fuggiti dalla casetta della strega, fatta di pane di zenzero, si portarono dietro "unpezzo di tetto" da mangiare per sostentarsi durante il viaggio di ritorno a casa.

Oltre a riattivare digestioni lente, lo zenzero era noto fin dall'antichità per risvegliare i sensi sopiti. E qui si va dalla "miscela esplosiva" messa a punto da Nostradamus, a base, tra l'altro, di zenzero, pepe, cannella, chiodi di garofano, con l'avvenimento che "chi la beva e non stringa subito l'oggetto del suo amore, muore tra orribili contorcimenti", ad altre formulazioni afrodisiache dall'azione fortunatamente meno drastica: i Turchi lo mescolano con sherry, succo d'arancia, zucchero, noce moscata (la cosiddetta "coppa d'amore"); le donne senegalesi infilano i tuberi di zenzero nella cintura allo scopo di risvegliare le attenzioni dei loro sposi; le donne arabe le pestano nel mortaio, lo impastano col miele e lo somministrano quotidianamente ai loro uomini.

Essenza marziana, come il pepe, attiva la sessualità nel suo aspetto dinamico ed energizzante, ma con un'azione leggermente meno combustiva, per la mediazione della funzione mentale mercuriana.
Svolgerebbe invece una (discutibile) azione marziana, focosa e infiammatoria, se usato in polvere come topico rettale per costringere i cavalli ad alzare la coda, segno di vigore e di razza molto apprezzato dagli appassionati di ippica. Lo zenzero si armonizza bene con essenze più morbide come quelle estratte da agrumi (arancio) e da legni (sandalo, cedro),con incenso, rosa o patchouli, per massaggi o per bagni rigeneranti, tonificanti e riequilibranti.

mercoledì 16 dicembre 2015

Rosmarino, olio essenziale

Nome botanico: Rosmarinus officinalis
Famiglia: Labiate
Provenienza: bacino del Mediterraneo
Estrazione: dalle sommità fiorite
Profumo: fresco, erbaceo, balsamico
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: stimolante generale, energizzante, tonico, antisettico, epatico, antireumatico, antidolorifico, digestivo, sudorifero, diuretico, antispastico, cicatrizzante, stimola le mestruazioni, antidiarroico, astringente, afrodisiaco
Principali indicazioni: debolezza, superlavoro fisico e mentale, stress, impotenza, frigidità, depressione, convalescenza, cefalea, palpitazioni, dolori reumatici e muscolari, gotta, ipotensione arteriosa, disturbi del fegato, cattiva digestione, colite, diarrea, meteorismo, ipercolesterolemia, influenza, raffreddore, tosse, dismenorrea, disturbi della pelle (acne, seborrea, forfora) caduta dei capelli, pediculosi
Precauzioni: evitare l'uso in caso di epilessia e in corso di gravidanza


Nelle Metamorfosi di Ovidio si parla di una principessa, Leucotoe, figlia del re di Persia, della quale si innamorò Apollo, il dio del Sole. Questi entrò con l'inganno nella stanza della giovane e la sedusse. Il padre punì la debolezza della figlia con la morte. I raggi del sole irradiati sulla sua tomba trasformarono il corpo della giovane, che mise radici tra le zolle di terra trasformandosi in una profumata pianta di rosmarino, che si eresse verso la luce. Da questo mito deriva l'usanza degli antichi Romani di coltivare piante di rosmarino sulle tombe come simbolo di immortalità.

La sua etimologia, da ros-maris, o rosamaris, che significa rugiada o rosa del mare, evoca dolcezza e salute: il rosmarino cresce spontaneamente sulle coste mediterranee e la sua presenza viene da sempre considerata propiziatoria per l'uomo. Un editto di Carlo Magno dell'anno 812, obbligava addirittura i contadini a coltivare negli orti una pianta di rosmarino, il cui profumo si diceva contenesse l'anima della terra. Infatti la terra dove era piantato veniva considerata sacra e molte pozioni guaritrici contenevano, oltre alla pianta, anche un pizzico di terra grattata dalle radici. Per il suo odore persistente, il rosmarino ha una qualità evocativa intensa: suscita il ricordo dell'amore e veniva usato nella magia amorosa per incantare il cuore. Il suo aroma esaltante veniva fatto aspirare ai malinconici per sollevare lo spirito.

L'essenza di rosmarino è forse la più rappresentativa tra quelle appartenenti alla famiglia delle Labiate, che comprende numerose piante ricche di oli eterei. Tutte le Labiate esercitano un'azione sull'io dell'individuo, rafforzandolo. Il rosmarino accresce la forza spirituale e contribuisce a mantenere l'integrità della propria più intima essenza, quando si è sottoposti a situazioni di sollecitazione e ci si sente deboli o si rischia di soccombere. Con la sua azione stimolante generale, sia a livello del cuore, centro vitale dell'individuo, che del polo metabolico rappresentato dal fegato, che della corteccia surrenale, la ghiandola che presiede alla capacità di adattamento e di resistenza dell'individuo allo stress, il rosmarino accresce la forza e il senso di identità personale e restituisce l'energia e la voglia di fare.

Arricchire il bagno o la doccia mattutini con poche gocce di essenza di rosmarino dà una sferzata di energia, stimolando fortemente l'organismo. Anche in caso di ipotensione arteriosa, cefalea, convalescenza, calo della memoria e dell'apprendimento, torpore, poche gocce massaggiate sulle tempie, ai polsi, o sotto le narici, tonificano attivano le risorse e schiariscono le idee. Anche il metabolismo epatico reagisce prontamente al rosmarino, che ha un effetto di regolazione e disintossicazione del fegato, sia a livello delle cellule che delle vie biliari. L'essenza può essere massaggiata sull'area epatica, dove stimola il drenaggio biliare, coadiuva nelle ipercolesterolemie, stimola la digestione, fluidifica la bile in presenza di calcoli. Non va però applicato in caso di eccesso di bile come nell'epatite, dove sono invece indicati il limone e la camomilla.

E' antispastico e antisettico in caso di infezioni intestinali e diarrea; è utile per le inalazioni in caso di bronchite e influenza; può essere applicato esternamente sulle articolazioni in caso di gotta, reumatismi, dolori muscolari. Per i disturbi della pelle e del cuoio capelluto stimola e deterge in caso di seborrea, forfora, indebolimento dei capelli, acne. Per la cura della pelle è utile l'utilizzo, come tonico, dell'acqua aromatica ottenuta dal processo di distillazione dell'olio essenziale. A livello sessuale esercita una maggiore influenza sulla struttura femminile, così come la santoreggia, un'altra pianta appartenente alle Labiate, si confà di più all'uomo.

Il rosmarino provoca un aumento del flusso sanguigno a livello delle pelvi, esercitando così un'azione di tonificazione sugli organi genitali. Ma siccome il sangue è portatore di coscienza, rafforzerà la "presenza" in quella zona, rendendo la donna più attiva e più partecipe laddove ci sia  insoddisfazione e scarsa partecipazione, secondaria a debolezza del proprio io o a eccessiva aggressività sessuale dell'altro, per cui la donna si lascia sopraffare energeticamente.

mercoledì 9 dicembre 2015

Pino silvestre, olio essenziale

Nome botanico: Pinus sylvestris
Famiglia: Conifere
Provenienza: Eurasia
Estrazione: dagli aghi
Profumo: forte, balsamico
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Saturno, Marte
Proprietà: antisettico, stimolante, balsamico, espettorante, antinevralgico, antireumatico, riscaldante, insetticida
Principali indicazioni: reumatismi, dolorimuscolari, bronchite, tosse, sinusite, influenza, raffreddore, infezioni urinarie, ipersudorazione, stress, affaticamento, esaurimento nervoso, impotenza


I miti legati la pino, grande albero molto caro agli antichi, sono legati a grandi eventi luttuosi dell'universo maschile: è sotto un pino che il giovane, bellissimo Attis si sacrificò, evirandosi e morendo dissanguato, in nome della grande madre Cibele e venne trasformato da Zeus in pino; il più grande tra i Paladini di francia, Orlando, nella battaglia di Roncisvalle perì, con la spada in pugno, ai piedi di un pino. Nella costruzioni delle navi, impresa maschile per eccellenza, era impiegato legno di pino. Il pino, come il cipresso, è albero funerario e fallico, legato ai temi della virilità e della fertilità spirituale, della morte ma anche della resurrezione: la pigna simboleggia il membro virile ma i pinoli in essa contenuti sono il frutto di Cibele, la Grande Madre.

Dal sangue di Attis caduto sul terreno spuntano violette; l'esperienza della morte, in cui la terra si riprende coloro che ha generato, è necessaria perchè possa avvenire una nuova fecondazione e ripetersi un nuovo ciclo di generazione. Il pino è anche caro al Dio Dioniso, colui che fa crescere i frutti e per gli Assiri esso è il guardiano della vita. Camminare in un bosco di pini aiuta a riconnettere con i propri cicli vitali e a riarmonizzarsi con gli eventi naturali: con la sua mutilazione Attis, l'iniziato, si ricongiuge agli dei e pone fine alla sua corsa verso l'indefinito materiale, sacrifica il suo corpo per risorgere come Albero della Vita. riposarsi o addormentarsi sotto un pino, pianta simbolica, fa rinvigorire la gioia di vivere, ritrovando le giuste proporzioni tra la componente materiale e quella spirituale.

 Albero simbolo di immortalità, con la sua energia arborea esso restituisce la speranza a chi ha smarrito le motivazioni e la gioia di vivere. Il mito del giovane Attis che si evira può essere anche letto, in chiave più limitata, come la rappresentazione del figlio schiavo della grande Madre, alla quale sacrifica la sua mascolinità, cioè del maschile che non riesce a distaccarsi dall'immagine materna e ne viene in un certo qual modo risucchiato, limitando la sua maturazione affettiva e sessuale (nel mito la tragedia avviene proprio il giorno delle nozze di Attis con una fanciulla, interrotte dall'arrivo della dea che scatena una follia collettiva).

Jean Valnet, un'autorità in campo aromaterapeutico, inserisce tra le indicazioni dell'essenza di pino anche la voce impotenza. Secondo la legge dell'analogia, che accomuna eventi dello stesso senso, e poichè "il simile si cura con il simile", è possibile che l'essenza di pino, così legata per simbologie e miti al mondo maschile, possa agire stimolando la libido negli "Attis"del mondo moderno che soffrono di un complesso materno, per cui, trattenuti virtualmente sotto l'ala della loro "Grande Madre", hanno difficoltà a esprimere la propria virilità.

Non è un caso che la pubblicità di un noto bagnoschiuma al pino silvestre abbia per anni mostrato l'immagine di un cavallo selvaggio sprizzante di energia, che galoppa senza freno. L'essenza di pino ha un effetto stimolante e dinamizzante di energia sulla corteccia surrenale, la ghiandola endocrina deputata alla reazione dell'organismo allo stress: quindi è indicata anche in caso di affaticamento, stanchezza, convalescenza, caduta della libido per surmenage. In questi casi, un buon bagno stimolante al mattino con qualche goccia di pino dà una sferzata di energia e aiuta ad affrontare le incombenze della giornata.

A livello dell'apparato respiratorio il pino, come tutte le Conifere, svolge un'azione balsamica, antisettica e emolliente (i sanatori per la cura della tubercolosi venivano infatti costruiti in mezzo ai boschi di pini). Per vaporizzazioni, inalazioni, frizioni sul petto, trova impiego in caso di bronchiti, tosse, raffreddori, tracheiti. Bagni, pediluvi o maniluvi sono indicati per l'eccesso disudorazione, per reumatismi e gotta. E' indicato anche in caso di disturbi epatici e calcolosi alla cistifellea e per le affezioni urinarie (cistiti, prostatiti), frizionato a livello del quadrante addominale inferiore.

martedì 1 dicembre 2015

Patchouli, olio essenziale

Nome botanico: Pogostemon patchouli
Famiglia: Labiate
Provenienza: Malesia, India
Estrazione: dalle foglie
Profumo: ricco, persistente, pungente
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: afrodisiaco, antidepressivo, stimolante, sedativo, antitarmico, antiparassitario, antisettico, cicatrizzante, repellente per gli insetti, antinfiammatorio, deodorante
Principali indicazioni: ansia, depressione, stress, diminuzione della libido, problemi della pelle

L'aroma inconfondibile del patchouli, per le sue caratteristiche particolari, o è molto amato e ricercato, oppure ingenera una sorta di rifiuto e di fastidio. Il suo odore, pesante e persistente, attiva reazioni personali: per alcuni, gli amanti del patchouli, ha qualcosa di animalesco, di piacevolmente stordente, sensuale e stimolante, che accende l'immaginazione e richiama alla memoria atmosfere orientali pesanti, cariche di profumi, di spezie, di stoffe drappeggiate, di mistero e di emozioni; per altri, i detrattori, meno poeticamente ricorda l'odore stantio di muffa che si sprigiona all'apertura di un vecchio baule in soffitta.

 Al di là delle caratteristiche intrinseche delle singole essenze, le reazioni individuali ai profumi variano da persona a persona e dipendono dalle emozioni e dalle memorie che, durante la vita, si collegano a un determinato odore: l'effetto fortemente afrodisiaco del patchouli, riconosciuto tra le sue proprietà, non va affatto dato per scontato; può essere inebriante e stimolare la libido, oppure nauseare e infastidire. Quindi, prima di sperimentarlo nella vita amorosa, è consigliabile fare una piccola indagine preliminare con il proprio partner. Le proprietà del patchouli non si fermano però all'alcova: infatti è uno degli oli più utili per il sistema nervoso in caso di disturbi emotivi e  d'ansia.

Essenza solare, come il Sole è tonico e stimolante, in caso di depressione e di torpore mentale, dove aiuta nella concentrazione; è invece sedativo e tranquillante in caso di ansia. E' molto benefico per i disturbi della pelle: svolge un'azione antinfiammatoria nelle dermatiti, acne, screpolature, bruciature; è battericida e antimicotico per le infezioni e le micosi cutanee. Massaggiato sull'addome è astringente in caso di diarrea o emorroidi. In Oriente viene usato per inattivare il veleno in caso di morso di serpenti velenosi; nei nostri climi, più semplicemente, può essere usato per tenere lontani gli insetti e in caso di punture. Per uso domestico, negli armadi, preserva il vestiario da tarme e insetti.


mercoledì 18 novembre 2015

Noce moscata, olio essenziale

Nome botanico: Myristica fragrans
Famiglia: Miristicacee
Provenienza: Molucche, Sri  Lanka
Estrazione: dai semi
Profumo: balsamico, caldo, speziato
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole ,Giove
Proprietà: antisettica, digestiva, stimolante, tonica, afrodisiaca, antireumatica, analgesica, stimolante delle mestruazioni
Principali indicazioni: dolori reumatici e muscolari, digestione difficile, nausea, diarrea e infezioni intestinali, affaticamento, frigidità, impotenza


Originaria delle Indie e importata successivamente in Europa, la noce moscata è una spezie largamente usata per aromatizzare i cibi. Le sue proprietà digestive sono conosciute da secoli, per cui si aggiunge agli alimenti, specie se ricchi di grassi, per renderli più digeribili oltre che per insaporirli, grazie al suo aroma intenso e leggermente piccante. L'essenza di noce moscata, assieme a quella di rosmarino, unita a un olio vettore, è un balsamo antireumatico con proprietà analgesiche in caso di dolori alle articolazioni e ai muscoli.

Massaggiata a livello della regione gastrica, facilità la digestione  stimolando i succhi gastrici. E' stata inoltre ipotizzata una possibile azione dissolvente dei calcoli biliari, per cui è consigliabile massaggiarla a livello dell'area di proiezione della cistifellea. Per la sua azione tonica e stimolante, può essere impiegata, sottoforma di bagni o unita a un olio vettore per massaggi, in caso di calo della libido in seguito ad affaticamento e stress.


lunedì 16 novembre 2015

Erba cipollina, in cucina e nella medicina popolare

Allium viene dal celtico con significato di "caldo bruciante"; schoenoprasum per via delle foglie cilindriche simili a un giunco. Considerata uno stimolante dell' appetito e diffusa allo stato spontaneo, pare sia stata usata come condimento fin dai tempi antichi. Fu nota ai Romani che ne usarono sia il bulbo sia la parte verde. Apicio la prescrive in alcune ricette, dicendo però di gettare via la parte superiore verde. È solo nel medioevo che l'erba cipollina comincia a essere coltivata e usata in modo sistematico e crescente. I tedeschi amano molto questa pianta, al punto di attribuirle proprietà magiche. Fin dai tempi antichi, lo sfregare la pianta intera, comprese le radici e ifiori, se ci sono, equivale a togliere qualsiasi malocchio o incantesimo operato dai cattivi gnomi delle foreste.


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Liliacee. E originaria delle zone europee umide e fredde oltre i 600 m; si trova coltivata e spesso si naturalizza nell'Italia settentrionale. Può raggiungere un'altezza di 50 cm, il bulbo è piccolissimo, le foglie cilindriche, cave, verde tenero, fragili, avvolte alla base da guaine biancastre. Possiede un'infiorescenza di piccoli fiori rosa-lilla con sei petali acuminati, detti scientificamente tepali, protetta da una membrana che cade alla fioritura. E portata da un gambo cilindrico e cavo. E una pianta che gode sempre di ottima salute, malattie e parassiti non la colpiscono e forse per questo è un aiuto alle piante che le stanno vicino. Non c'è un periodo preciso per la raccolta; le foglie sono sempre profumate e molto aromatiche, ricordano un poco la cipolla pur essendo molto più delicate. Sopporta poco l'essiccazione, perdendo quasi tutto l'aroma; molto meglio allora la surgelazione. Il principale componente dell' erba cipollina è un olio essenziale del tipo della cipolla e possiede proprietà digestive, antisettiche, lassative, cardiotoniche e stimolanti.

Utilizzo 

Innumerevoli sono gli utilizzi culinari dell'erba cipollina. Cruda in salse, con le uova, in frittate, sulle patate, per aromatizzare torte salate, formaggi di pasta tenera e minestre o sughi ai quali va aggiunta all'ultimo momento, nelle insalate verdi o di pomodoro, nei soffritti al posto della cipolla. Salsa trentina d'erba cipollina: far sciogliere dello strutto, unire un po' di farina e far arrossare. Aggiungere un trito d'erba cipollina, soffriggere un  attimo, diluire con brodo e far sobbollire un quarto d'ora. E ottima sui pesci d'acqua dolce.
Nella medicina popolare, l'erba cipollina è tuttora usata in alcune preparazioni.
Infuso contro la stitichezza: 15 g di foglie in mezzo litro d'acqua bollente. Filtrare il liquido, addolcirlo e berlo prima di coricarsi. La dose indicata è sufficiente per due porzioni.
Decotto digestivo: far bollire 10 g d'erba cipollina in una tazza d'acqua bollente, filtrare il liquido, zuccherarlo e berlo dopo il pasto.

mercoledì 4 novembre 2015

Detersione con gli oli essenziali

 DETERSIONE

Detergente antisettico per uso generico: può servire' per lavarsi le mani, come bagnodoccia, per
l'igiene intima o della pelle in presenza di infezioni e anche per pulire superfici trattabili con sostanze
schiumogene (ad esempio un water o un lavabo). Gli oli più indicati e a buon mercato sono: Albero
del Tè, Garofano chiodi, Lavanda, Manuka e Mirto .

Detergente intimo femminile: da creare con un sapone liquido neutro e 3 oli diversi in miscela:
per un effetto lenitivo Arancio amaro, Lavanda e Mimosa; per un effetto antibatterico Manuka,
Mirra e Mirto .


Detergente intimo maschile: da creare con un sapone liquido neutro e 3 oli diversi in miscela:
per un effetto lenitivo Benzoino, Incenso e Pino silvestre; per effetto antibatterico Albero del Tè,
Cajeput e Niaouli.

Bagnodoccia rilassante (almeno 2 oli diversi in miscela): Arancio amaro, Finocchio dolce, Lavanda,
Maggiorana, Mandarino, Vetiver,

Bagno doccia energizzante (almeno 2 oli diversi in miscela): Cedro legno, Ginepro bacche, Limone,
Menta piperita, Pompelmo, Zenzero.

Bagnodoccia stimolante per la sessualità femminile (almeno uno degli oli seguenti): Anice, Salvia,
Patchouli, Ylang- Ylang.

Bagnodoccia stimolante per la sessualità maschile (almeno uno degli oli seguenti): Cannella foglie,
Patchouli, Pino silvestre, Sandalo.

Crema dopobagno emolliente e levigante: a una crema base neutra si possono aggiungere, per
una fragranza più femminile Lavanda, Legno di Rosa, Melissa, Palmarosa, Ylang-Ylang (uno o più oli); per una fragranza più maschile Geranio, Incenso, Lemongrass, Nardo, Patchouli (uno o più oli)



giovedì 22 ottobre 2015

Menta, olio essenziale

Nome botanico: Mentha piperita
Famiglia: Labiate
Provenienza: Europa, Asia
Estrazione: dalla pianta fiorita
Profumo: fresco, forte, dolce-amaro, penetrante
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Giove, Venere, Mercurio
Proprietà: antispastica, analgesica, antisettica, epatica, digestiva, astringente, cefalica, epsettorante, antinfiammatoria, tonica del sistema nervoso, febbrifuga, insetto-repellente
Principali indicazioni: affaticamento mentale, depressione, stanchezza, cefalea di origine digestiva, coliche epatiche, nausea, disturbi digestivi, aerofagia, nevralgie, dolori muscolari, febbre, influenza, bronchite, tosse spasmodica, dermatiti, dismenorrea, mestruazioni scarse
Precauzioni: non applicare direttamente  sulla pelle perchè pura può essere irritante, per cui utilizzarla diluita in olio vettore; usare poche gocce di essenza per volta


La leggenda riportata da Ovidio narra che Mente era una giovane ninfa amata da Ade-Plutone, il dio degli inferi. Persefone, la moglie di questi, per gelosia la uccise. Plutone allora la trasformò in una graziosa pianta, la menta appunto, che a ricordo di questo grande sentimento di amore sprigiona il suo intenso, balsamico profumo. Essendo stata sottratta al dio degli Inferi, la menta veniva considerata capace di vincere il male e le tenebre e di portare la salvezza. Nella tradizione cristiana è una delle piante associate alla festa di S. Giovanni Battista, nel solstizio estivo: fa dimenticare i mali, riconcilia con la vita, allontana il pensiero della morte.

Per analogia con S. Giovanni " voce di uno che grida nel deserto", veniva considerata un rimedio contro la perdita della voce. E' usanza popolare, quando la si incontra nei prati, di schiacciarne sempre con le dita una foglia e di sentirne il profumo, perchè la menta è "erba di Nostra Signora, erba buona e santa". Accompagna il Natale e si dice che a mezzanotte, così come nella notte di S. Giovanni, rifiorisca. Nella magia amorosa, questa pianta che contiene le lacrime di Plutone per la ninfa divenuta vegetale (e le lacrime di un dio sono la rugiada della felicità) è sempre presente: nei giardini romani "l'angolo amoroso"aveva una statua di Venere, la dea dell'amore, circondata da piantine di menta e si consigliava di portarvi la donna del cuore affinchè, grazie al profumo della menta, si risvegliassero e rinvigorissero i sentimenti d'amore.

Le corone delle spose, Corone Veneris, erano intrecciate da fiori d'arancio e foglie di menta; il pavimento della camera nuziale veniva cosparso con ramoscelli di menta per conciliare una dolce notte agli sposi. Dello stesso senso è l'usanza di far usare agli sposi, per lavarsi, acqua profumata di menta. Oltre che pianta dell'amore, la menta è pianta asociata alla salute: sacchettini contenenti foglie di menta venivano attaccati al colo dei malati, così come vasi di menta erano messi ai piedi del letto per poter respirare giorno e notte il suo aroma medicamentoso. Pianta sotto il dominio di Giove, che governa il fegato, gli organi digestivi, la conservazione dell'energia, la menta ha notevoli virtù fortificanti, corroboranti e stimolanti dei processi digestivi.

Depura il sangue, stimola la funzione epatobiliare e dinamizza la circolazione negli organi addominali. Questa si esplica a livello dello stomaco e dell'intestino dove combatte gli spasmi, le coliche e il gonfiore specie su base ansiosa. E' utile per la nausea e il mal di mare, in caso di indigestione e di atonia gastrica. E' leggermente afrodisiaca e si può usare in caso di impotenza. Sulla pelle dà una sensazione di fresco; in realtà l'essenza viene considerata riscaldante perchè, come per la canfora, allo stimolo freddo l'organismo risponde prima con una vasocostrizione e poi con una vasodilatazione.

La menta è anche pianta dalle proprietà mercuriane e Mercurio è il pianeta della mente, della logica, governa il sistema nervoso, è il principio della comunicazione: la menta perciò esprime l'energia della chiarezza e della vivacità mentale. Per massaggi, frizioni o bagni combatte la stanchezza, tonifica il sistema nervoso; il profumo della menta mantiene sveglia la mente, restituisce la concentrazione e la memoria in caso di surmenage intellettuale, apatia e pigrizia. E' indicata sia per chi esercita un lavoro prevalentemente intellettuale, sia per chi mangia disordinatamente o troppo e poi ha difficoltà a concentrarsi per la lentezza della digestione.

E' un eccellente analgesico in caso di cefalea, nevralgie, per compresse, calma il prurito cutaneo in caso di dermatiti (in questo caso va opportunamente diluita per non creare irritazioni). Per sciacqui cura le infiammazioni delle gengive e attenua il mal di denti; per inalazioni di vapore è espettorante e calma la tosse in caso di bronchite e asma, grazie anche alla sua azione antispastica sulle vie respiratorie. Poche gocce aggiunte al bagno o per la doccia arrecano una piacevole e persistente sensazione di fresco, utile ella stagione calda. Foglie di menta, strofinate sulla pelle tengono lontani gli insetti.

lunedì 19 ottobre 2015

Melissa, olio essenziale

Nome botanico: Melissa officinalis
Famiglia: Labiate
Provenienza: bacino del Mediterraneo
Estrazione: dalla pianta fiorita
Azione energetica: yin-yang
Pianeta governatore: Venere, Giove
Proprietà: antidepressiva, antispastica, tonica, sedativa, digestiva, febbrifuga, sudorifera, repellente degli insetti, stimolante delle mestruazioni, antisettica
Principali indicazioni: depressione, ansia, insonnia, palpitazioni, tensione addominale, coliche, problemi mestruali, emicrania, ipertensione, eczemi, allergie, punture di insetti, nausea, vomito, febbre


L'origine del nome melissa deriva dalla radice indoeuropea mel che significa miele e infatti la melissa è la pianta prediletta dalle api, usata appunto per attirarle (in greco melissophyllon letteralmente significa foglie per api); nell'antichità le api erano considerate sacre agli dei di origine solare e il miele era utilizzato in molte cerimonie religiose, come un concentrato di energia solare.

La melissa partecipa a questo tipo do energia di trasformazione del sole in miele operato dalle api e infatti da sempre è una pianta considerata capace di sostenere il cuore, allontanare la malinconia, ridare la gioia di vivere. Secondo i medici antichi  "rimuove il batticuore, le false sollecitazioni, immaginazioni e fantasie che causano gli umori melanconici...fa il cuor contento e accresce lo spirito vitale, manda via i cattivi pensieri ed equilibra gli eccessi di bile", poichè un'eccessiva produzione di bile, collegata psicologicamente a emozioni troppo forti, provoca malinconia. Tradotto in linguaggio più moderno, la melissa esercita una decisa azione tonica e rilassante sul sistema nervoso: è sedativa sugli stati nervosi e sull'ansia, con le relative somatizzazioni quali palpitazioni, cefalea, cattiva digestione, insonnia, problemi mestruali ecc., anche grazie alla sua potente azione antispasmodica.

Utilizzata per bagni, impacchi, inalazioni, massaggi, ristabilisce l'equilibrio a livello degli organi turbati da problemi emotivi. Ha un'azione elettiva sull'apparato digerente ed è indicata anche nell'ipereccitabilità con nausea che insorge in gravidanza. Come pianta di Venere, e quindi tipicamente femminile (veniva usata per le fanciulle svenevoli che avevano attacchi isterici) è utile nei disturbi ginecologici quali la sindrome premestruale, che si accompagna a ritenzione idrica, iperemotività o nervosismo, vampate di calore in menopausa, cistite, frigidità. Non è un caso che la melissa contenga molto rame, metallo analogo all'essenza del pianeta Venere. Grazie alle energie solari di cui è fortemente compenetrata, ha un'azione specifica sul cuore e sul plesso solare, centro della vita vegetativa.

E' indicata nei disturbi cardiaci di origine nervosa, nelle tachicardie, per bilanciare la vita emozionale in caso di eccessivo stress, traumi, depressione, problemi della vita affettiva legati a un eccesso di emotività e apprensione. Si dice che la melissa abbia la forza di quindici piante, che vivifichi e rinforzi il cuore. A livello della pelle, diluita in un olio vettore, trova impiego nelle punture di insetti, e come insetto repellente. Ha un'azione stimolante e tonificante utile per i trattamenti estetici, è cicatrizzante, antimicrobica, decongestionante, possiede caratteristiche antivirali verso il virus dell'herpes simplex. 

Pianta riequilibrante, nel suo impiego magico salvaguarda dalle illusioni d'amore e dalle passioni fugaci, finalizzando la passione amorosa a fini superiori. Questa segnatura nella pianta la si ritrova nel fatto che i fiori hanno la caratteristica di guardare dallo stesso lato, segno di fedeltà al partner che si è scelto. come profumo magico indurrebbe maggiore attenzione al proprio aspetto, e aiuterebbe a captare l'interesse e l'amore degli altri attraverso l'arma di melissa che è, appunto, la dolcezza.


lunedì 28 settembre 2015

Issopo, olio essenziale

Nome botanico: Hyssopus officinalis
Famiglia: Labiate
Provenienza: bacino del Mediterraneo
Estrazione: dalle sommità fiorite
Profumo: dolce, speziato, erbaceo
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Giove
Proprietà: espettorante, antisettico, tonico del cuore e del respiro, sudorifero, febbrifugo, cicatrizzante, digestivo, antireumatico
Principali indicazioni: bronchite, tosse, asma, influenza, reumatismi, scottature, eritemi, contusioni, traumi, affaticamento, convalescenza
Precauzioni: non usare in gravidanza e in soggetti epilettici

L'issopo è menzionato frequentemente nella Bibbia come una pianta purificatrice: "Aspergimi, Signore, con l'issopo e sarò purificato"; per gli Ebrei era una pianta sacra. La tintura di issopo, per la sua azione depurativa, è consigliata a primavera come cura disintossicante. Come le piante sotto il dominio di Giove, è antispasmodica, balsamica, emolliente, espansiva e confortativa, restitutiva di energia. Per gli antichi "scioglie la flemma nel petto e nel polmone e fortifica". Stimola infatti il riassorbimento degli umori corporei, quali linfa, plasma, mucosità in genere, quando diventano eccessivi e vischiosi.

L'essenza trova quindi indicazione nelle affezioni dell'apparato respiratorio, dove ha un'azione tonica e stimolante sul respiro e fluidificante delle secrezioni sotto forma di inalazioni o per frizioni sul petto. Agisce sulla mente con un effetto tonico, rendendola più chiara e lucida, con un'azione simile all'essenza di basilico ma meno incisiva e penetrante. Molti popoli antichi profumavano il pane con issopo per assicurarsi longevità, perchè esso purifica il sangue e la mente.

E' tonica anche sul circolo, dove tende ad innalzare la pressione arteriosa; per questo è indicata nelle astenie postinfluenzali, nelle anemie, nei soggetti linfatici, mentre è sconsigliata in caso di ipertensione arteriosa. Sulla pelle, per compresse fredde, aiuta il riassorbimento di ematomi e accelera la guarigione di ferite. L'acqua di issopo, derivata dal processo di distillazione dell'olio essenziale, è di carattere prettamente maschile e rappresenta un ottimo tonico dopobarba per la toelette dell'uomo.


giovedì 17 settembre 2015

Cumino, olio essenziale

Nome botanico: Cuminum cyminum
Famiglia: Ombrellifere
Provenienza: Egitto
Estrazione: dai semi
Profumo: caldo, speziato, aromatico
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Mercurio
Proprietà: antisettico, antispastico, depurativo, digestivo, antifermentativo, stimolante, tonico, afrodisiaco, battericida, antitossico
Principali indicazioni: disturbi digestivi, coliche addominali, intossicazioni, stnachezza, debolezza
Precauzioni: può causare irritazioni su pelli sensibili


Il cumino era una spezie tra le più usate nell'antichità e veniva impiegato per aromatizzare i cibi e il vino. Rispetto alle altre piante appartenenti alla famiglia delle Ombrellifere (coriandolo, finocchio, anice) ha proprietà digestive anche più spiccate: stimola l'appetito, aiuta la peristalsi, previene gli spasmi e le fermentazioni intestinali; un infuso di semi di cumino veniva servito dopo i pasti per facilitare la digestione.

E' un componente fondamentale della miscela del curry. Per gli Arabi esso stimola il desiderio sessuale, mentre per gli Indiani lo inibisce. E' tonico e stimolante ed è indicato in caso di debolezza, cefalea, esaurimento.
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