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sabato 22 agosto 2015

Come ebbe inizio il precariato lavorativo, Zoe parte quindicesima

Zoe si ritirò per riflettere, si prese un paio di giorni di totale meditazione con se stessa.
Quali erano le sue priorità? Che cosa voleva? E soprattutto, come assecondare, ma non troppo, el rebelde?

Era sdraiata sul letto, e guardava il soffitto, dove vedeva passare immagini confuse della sua esistenza, ogni tanto una battito di ciglia.
Cominciò a pensare che gli ingranaggi del suo cervello fossero inceppati, doveva lubrificare, e quindi se ne andò in facoltà per sbirciare nella bacheca alla ricerca di qualche annuncio di lavoro o di qualche corso specialistico.

Spulcia e sbircia, le cadde l'occhio su un bando di selezione per un Master in Gestione delle Risorse Umane, prese il numero della scuola, l'indirizzo mail e si informò.
Si presentò alla selezione, la superò e entrò alla scuola.
Fu così che scoprì che le riusciva molto naturale empatizzare con le persone, creare quel feeling che le permetteva di capire e cogliere le qualità caratteriali della gente.
Alla fine del Master venne scelta da una piccola agenzia che selezionava personale informatico e le fu data carta bianca.

Zoe era soddisfatta, si trovava benissimo,viveva in una città piena d'arte e musei.
Cominciava davvero a pensare al proprio futuro, a come avrebbe voluto impostare la propria vita a grandi linee, con qualche sogno in mezzo.
Non durò a lungo questa sua illusione, Zoe si sarebbe resa conto che le sue non erano altro che illusioni perdute, perdute prima ancora di trovare un posto nel quale adagiarsi.
El rebelde premeva, la sua catena si stava spezzando, e lo spazio che fino a quel momento si era creato non gli bastava più, voleva uscire fuori, ma Zoe non si sentiva ancora pronta ad affrontare una sortita tanto turbolenta, anzi violenta come quella del rebelde.
Una mattina al lavoro, vide arrivare un consulente aziendale ed ebbe la certezza che la sua avventura lavorativa sarebbe finita di lì a poco, si sentì affogare nelle sabbie mobili, una sensazione di angoscia si impadronì delle sue viscere, la bocca del suo stomaco si contorse in un doloroso spasmo, el rebelde ruggiva, in maniera ossessiva.

Ricominciò così a cercare, a mandare il suo curriculum, a rivolgersi lei stessa alle agenzie per il lavoro interinale e body rental, cercando di dare maggior continuità possibile ai contratti a tempo determinato che continuavano a susseguirsi, ben presto si rese conto che la stabilità che aveva sempre desiderato non l'avrebbe avuta mai, che non aveva raccomandazioni, come una volta si sentì chiedere ad un colloquio.

Il suo bagaglio di esperienze lavorative, le più svariate, cominciò ad essere piuttosto lungo, se non altro una gran virtù Zoe ce l'aveva, sapeva adattarsi a tutto, era capace di ricominciare ogni volta qualcosa di nuovo, e la sua flessibilità caratteriale la aiutava.
Ma quell'angoscia non l'abbandonava mai, si sentiva quasi un'emarginata, si guardava intorno e non vedeva futuro, le sembrava di correre sul posto. Allora era proprio questo il "fiume di merda" di cui la responsabile del Master aveva parlato, che diceva si doveva per forza attraversare a nuoto per giungere sulla riva sicura? Larghino questo fiume! Le pareva di dover attraversare il Rio delle Amazzoni a nuoto con i piranha alle calcagna.

Il tempo passava e la situazione non cambiava, un'empasse da cui non riusciva a schiodarsi.
Si pentì di aver studiato per anni, anni che avrebbe potuto sfruttare per lavorare; che se ne faceva della sua cultura, delle sue esperienze, se tanto non aveva possibilità alcuna di dimostrare le sue capacità in un qualsivoglia settore perchè non gli si forniva l'opportunità di farlo?
Le tempistiche dei contratti erano brevi, giusto il tempo per memorizzare in fretta e furia le mansioni e il contratto era scaduto.

A questa paradossale ed iperbolica situazione si aggiunse anche un madornale errore sentimentale che quasi uccise el rebelde e la devastò. Riuscì a rialzarsi, ma non fu più la stessa e non lo sarebbe stata mai più, si foderò di una corazza potente per mascherare quella deturpante cicatrice che l'aveva sfregiata, con un'unica certezza: sarebbe sopravvissuta a tutto. 
Preparò il suo bagaglio, un bagaglio bastante per lei sola, adatto alle sue necessità, se lo caricò in spalla e ricominciò a percorrere il suo cammino: tutto era cominciato con il precariato lavorativo.





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