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martedì 5 gennaio 2016

Psicopittografia, Perchè la gente ci tratta in un certo modo

Quando incontriamo un'altra persona, il nostro comportamento le suggerisce come trattarci. Per comportamento intendiamo tutto ciò che di noi può esser osservato da parte di un'altra persona. L'espressione del viso emette segnali che indicano la forza e la debolezza che noi abbiamo. 

I gesti e l'andatura sono segni rivelatori del carattere e della personalità. Ciò che diciamo e come lo diciamo sono dati importanti per chi ci osserva. Sono centinaia le impressioni che emanano da noi, e grazie ad esse l'interlocutore ci giudica. La gente osserva più di quanto non crediamo, e si chiede che tipo di persone siamo, e come deve trattarci. 

Ed eccoci al punto essenziale: l'insieme del nostro comportamento può dare un'impressione di forza o di debolezza. Se l'impressione è di debolezza negativa gli altri non saranno calorosi nei nostri confronti. Nessuno ammira la debolezza negli altri, perchè ciò richiama la propria debolezza. Quindi non possiamo permetterci di dare un'impressione di debolezza o di negatività. Sviluppando il vero Io, innalzando il livello della conoscenza, noi appariremo diversamente agli altri. 

Non è necessario forzare questo mutamento esteriore: in realtà non possiamo nulla lavorando dall'esterno. La forza procede dall'interno all'esterno. Mano a mano che l'Io interiore guadagna in potenza, esso si esprime automaticamente in tutte le forme del comportamento esteriore. La gente ci vede allora come individui diversi e ci tratterà con un rispetto nuovo. Costruiamo dunque un Io interiore che si esprimerà esteriormente e saremo trattati e considerati nel modo migliore dagli altri.

venerdì 12 dicembre 2014

A NATALE PUOI, E GLI ALTRI GIORNI? ABBIAMO TUTTI LA GIUSTIFICAZIONE A NON FARE?

Sono già alcuni giorni che mi frulla in testa il jingle di una nota pubblicità natalizia che i media ci propinano già da qualche anno e che dice pressappoco così: "A Natale puoi, fare quello che non puoi fare mai, a Natale si può fare di più...". Io non guardo quasi mai la televisione e le informazioni le reperisco benissimo da altre fonti che non siano i cristalli liquidi. In ogni caso le note di questo jingle si sono insinuate nella mia testa e da esse è scaturita una riflessione preceduta da una domanda.

Ma che tipo di messaggio si cela dietro queste parole? Complimenti vivissimi al team che le ha composte, abili manipolatori di menti poco inclini alla riflessione. Dunque fatemi capire, il Natale sarebbe occasione gradita per fare delle buone azioni e gli altri 364 giorni dell'anno abbiamo l'esonero e la giustificazione? Che significa? Che a Natale togliamo la polvere all'indifferenza, al menefreghismo, all'egoismo, all'interesse personale e apriamo per un giorno gli occhi sul mondo che è oltre la cortina di sudiciume che ci ricopre l'anima?


Ma qual'è il concetto vero del tanto decantato spirito natalizio? Quale il vero significato? Non certo il messaggio che arriva dal suddetto jingle, spirito natalizio è qualcosa di molto più grande, nel senso lato del termine, una disciplina interiore da praticare con costanza ogni giorno della nostra vita. Non ci sono esoneri nè giustificazioni, non esiste un giorno dedicato, nè con un giorno a tema si paga un obolo e poi ci ritiriamo nel nostro castello tirando su il ponte levatoio, lasciando fuori tutto il resto. Per lo meno non lo è per me.

Sono cresciuta con un concetto diverso, di sicuro non quello del "a Natale puoi, a Natale si può fare di più", si fa e basta, ogni giorno senza necessità di capitali in banca, o cospicue donazioni, si tratta di piccoli gesti. Penso ad esempio al fatto che ogni mattina al risveglio possiamo accogliere i nostri cari con un sorriso, invece che con il viso lungo e quegli imbarazzanti silenzi che molti deifniscono "l'ora di comporto". Non ci vuole molto a muovere la muscolatura facciale.

Durante il giorno sono tante le occasioni che possiamo cogliere, al supermercato cedere il posto in fila alla casa a chi ha solo due o tre cose nel carrello, su un mezzo pubblico lasciare il posto ad una persona anziana che fa fatica a mantenersi in equilibrio, perchè magari già si appoggia ad un bastone. Offrirsi di andare a prendere un amico perchè è rimasto senza macchina, dare un passaggio sotto l'ombrello a chi è stato colto dalla pioggia senza riparo alcuno per un piccolo tratto di strada.

Andare a fare la spesa senza che ci venga chiesto, accompagnare un conoscente ad una visita specialistica perchè non ha nessuno, portare un fiore ad un convalescente, dedicare un po' del nostro tempo a chi è solo, portare una scatola di croccantini alla comunità felina, una vecchia coperta al canile, conservare le briciole di pane per gli uccellini. Sedersi ed ascoltare per dare la possibilità agli altri di esprimere se stessi, essere sinceri. Questo per me è lo spirito natalizio, non certo ritrovarsi tutti sotto uno stesso tetto per una giornata fra falsi sorrisi e qualche pettegolezzo nei confronti di chi poi per tutto il resto dell'anno ignoriamo dimenticando che esiste.

Spirito natalizio non significa fare buon viso a cattivo gioco, tanto è solo per poche ore, che razza di immagine diamo di noi stessi? Non è meglio mettere le carte in tavola? Anzi forse dovremmo approfittare una buona volta di questo giorno di riunione e ringraziare di aver la possibilità di trovarsi di fronte tutti per far chiarezza e far della chiarezza un pilastro della nostra vita. Non è con un jingle che si cambiano le cose, nè con un jinlge si dà una svolta alla nostra esistenza, è con un costante lavoro quotidiano che si apportano dei cambiamenti, non basta un giorno, ci vuole una vita intera.

domenica 29 giugno 2014

L'unzione nell'aromomassaggio energetico | Salute

Cospargete il corpo del vostro paziente, o meglio la sua parte posteriore, dal collo fino alla pianta dei piedi, con l'olio scelto per il massaggio. I gesti per distribuire l'olio sulla superficie del corpo sono liberi, non esistono regole particolari. Tuttavia è bene che siano fatti leggermente, senza pressione (un gesto di questo tipo si chiama sfioramento).

E' anche bene che siano scorrevoli e dove è possibile, come sulle ampie zone del dorso e sui glutei, che siano rotondi. Quando descriverete dei cerchi il senso del movimento sarà quello delle lancette dell'orologio. Descrivendo dei cerchi in senso orario, date alla persona un senso di sicurezza e armonia.

Provate per esempio a risalire dal bacino fino alla spalla, sulla metà della schiena opposta al alto dove voi vi trovate. Attraverso la ripetizione dei cerchi, che però si spostano, voi potrete conseguiredue obiettivi: da un lato rassicurare la persona con una sensazione già percepita e quindi nota; dall'altro stimolarla con la gradevole sorpresa del contatto che avvolge una parte del corpo ignota (e quindi l'ignoto diventa noto): ciò è molto rassicurante.

I gesti circolari, sia nel distribuire l'olio nel massaggio vero e proprio, si compongono in una spirale. Ciò è vero soprattutto per il dorso. L'idea del cerchio rimane, ma è un cerchio che si sposta dalle spalle fino ai glutei e viceversa. Per il resto la distribuzione dell'olio può benissimo seguire l'anatomia del corpo.

Sul retro delle gambe, per esempio, i movimenti potranno essere lunghi, con una prevalenza di "discese" sull'esterno della gamba e di "risalite" sul lato interno dell'arto.
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