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mercoledì 10 febbraio 2016

Sull'esistenza passata di giganti sulla terra

Ogni tanto la mia mente torna a pensare ai giganti, questi "omoni" di corporatura fuor dal comune che popolano la fantasia di molti ma che non sono solo il parto dell'immaginario collettivo. Di loro e della loro esistenza si ha notizia fin da epoche  antidiluviane, tempi bui e oscuri in cui essi  popolarono la Terra. La mitologia greca è una fonte inesauribile di racconti sui giganti. Chi erano, quale il loro ruolo sulla terra e soprattutto, perchè sono scomparsi? Nel giugno del 2011, sulla Pravda online si leggeva una notizia incredibile: un team di archeologi aveva rinvenuto una sepoltura misteriosa nella giungla dell’Africa Centrale, nei pressi della città di Kigali, Ruanda.

Il ritrovamento era a dir poco strabilinate, poichè all’interno del sepolcro furono trovati gli scheletri di creature umanoidi gigantesche. Erano circa 40 fosse comuni che contenevano  200 corpi, tutti perfettamente conservati. Tali creature misuravano circa 7 metri di altezza e le loro teste sembravano essere decisamente grandi e sproporzionate rispetto al resto del corpo.Il team pensò nell'immediato a visitatori di un altro pianeta, ma nessun elemento supportò tale ipotesi.

Ma il continente africano aveva già restituito agli archeologi anomalie particolari, infatti nel 1936,  due archeologi e antropologi francesi, Marcel Griaule e Jean Paul Lebeuf, rimasero stupiti al vedere i risultati dei loro scavi  nell’attuale Ciad. All’interno di alcuni tumuli funerari trovarono resti umani di dimensioni assai più grandi di quelle comuni. Marcel Graule (1898-1956), fra l’altro, è lo stesso che ci ha fatto conoscere, per primo, qualcosa in più circa i Dogon: infatti, fu a capo di diverse spedizioni nel continente africano, dal 1931 al 1946, tra cui quella (che è ricordata come Missione Dakar-Gibuti) nella quale studiò l’incredibile cosmologia di quel popolo.

Persino l’antico Egitto ha registrato alcune anomalie che sarebbero l'indizio dell’esistenza dei giganti. In una delle tombe egizie ritrovate nel sito di Saqqara, uno dei luoghi più antichi e più importanti della civiltà egizia, venne ritrovata la mummia di un uomo alto 2,5 metri. Si sarebbe potuto ipotizzare che fosse un uomo affetto da gigantismo, una rara malattia come tutti sanno, ma la mummia non aveva il naso, nè le orecchie, la sua bocca era molto ampia e non aveva lingua. In base alla datazione fatta dall’archeologo Gaston de Villars, l’età della mummia era pari a circa 4 mila anni.

Questo strano e molto emigmatico personaggio era stato sepolto alla stesso modo e maniera di un nobile egiziano, circondato da oggetti domestici, cibo, opere d’arte, che avrebbero accompagnato il defunto nel viaggio verso l’aldilà. Ma, e c'è sempre un ma, come si appurò in seguito ad una più approfondita analisi del'oggettistica ritrovata, non tutti gli oggetti presenti  nel sepolcro appartenevano  alla cultura egizia o a una qualcunque altra delle culture umane conosciute. Ad esempio, tra i reperti fu trovato un disco rotondo di metallo lucido, ricoperto di strani personaggi, un costume di colore metallico con i resti di qualcosa di simile a calzature di plastica e alcune tavolette di pietra piene di immagini di stelle, pianeti e strani macchinari.

 In verità tutto ciò che circondava la strana mummia era particolare: il santuario stesso nel quale era stata sepolta presentava delle caratteristiche strane. Il sepolcro, infatti, era stato realizzato utilizzando un materiale sconosciuto nell’antichità. La pietra infatti, era stata letteralmente scavata nella roccia, in modo tale che le pareti risultassero lisce come marmo lucido. A vederla dava l'impressione che  fosse stata realizzata con una tecnologia laser di altissima precisione. In più, la superficie della pietra sembrava come fusa. La tomba è stata poi decorata con una sostanza simile al piombo.

 Ma avvicinandoci ai nostri giorni altre scoperte sono state fatte. Nel 1992, un sacerdote cattolico,  Carlos Vaca, aprì al pubblico il suo armadio pieno di ossa raccolte in Ecuador, ossa che per gli scienziati che le analizzarono diventarono un vero rompicapo. Gli studiosi vi trovarono frammenti di un teschio e di una tibia che portarono a pensare a qualcosa di inimmaginabile: erano sì, identiche a quelle umane, ma con delle proporzioni decisamente diverse. Fra i resti conservati da Carlos Vaca c’era anche  un molare. Gli studiosi confermarono che si trattava di un dente umano.

Ovviamente si trattava di un molare enorme: quale bocca avrebbe potuto contenerlo se non quella di un gigante? Nel 2009 è stata, inoltre, pubblicata la scoperta di un’equipe di ricercatori della Oxford University. Nel bacino prosciugato del lago Makgadikgadi, nel Deserto del Kalahari in Botswana, fra centinaia di reperti più convenzionali, sono venute alla luce quattro asce di pietra di una grandezza tale da far  supporre che sarebbero dovute appartenere a uomini di almeno 3 metri.

venerdì 25 dicembre 2015

Quinto chakra

Quinto chakra

Posizione: gola e vertebre cervicali
Colore: azzurro
Organi interessati: tiroide; collo; trachea; orecchie; polmoni
Significato: è collegato con la capacità di esprimere pensieri e sentimenti; è associato all'udito e alla voce. Se è aperto e ben funzionante siamo in grado di dialogare con noi stessi e con il mondo, di nutrire correttamente il corpo e lo spirito, valutiamo in modo corretto il nostro ruolo e siamo capaci di trarne soddisfazione.

 In caso contrario, ci aspettiamo il peggio, temiamo di venire respinti e ci chiudiamo verso il mondo assumendo un atteggiamento difensivo aggressivo, temiamo fallimenti sociali e lavorativi e possiamo diventare vittimisti
Come equilibrarlo: attraverso l'osservazione del cielo o dell'acqua; con musiche classiche e corali; usando il colore azzurro; indossando come pietre dei turchesi


giovedì 12 novembre 2015

Orecchie, consigli casalinghi |

Le orecchie sono delicate perciò ecco alcuni consigli utili da tener presenti sempre

CORPO ESTRANEO

Resistete all'impulso di togliere un corpo estraneo dall'orecchio: rischiate di farlo penetrare ancora più profondamente e di provocare danni al timpano. Rivolgetevi sempre al medico perchè estragga il corpo estraneo con un getto di acqua tiepida introdotto mediante siringa.

Se un insetto è penetrato nell'orecchio, accendete una torcia elettrica per attrarlo. Oppure riportatelo a galla versando nell'orecchio qualche goccia di olio tiepido (minerale, di oliva o per il corpo).


ACQUA NELLE ORECCHIE

Per sbarazzarvi dell'acqua dalle orecchie, piecchiettate delicatamente il palmo della mano contro le tempie a più riprese oppure oppure inseriteun contagocce pieno di alcol denaturato nel canale uditivo

CERUME

Se vi  è un accumulo di cerume, sdraiatevi sul fianco e chiedete a una familiare di versarvi qualche goccia di acqua tiepida nell'orecchio: dopo 10 minuti, fate uscire l'acqua. Ripetete l'operazione con acqua ossigenata: lasciate agire 10 minuti, poi con una siringa senza ago, sciacquate con acqua. Fate seguire qualche goccia di olio tiepico, minerale o per il corpo: sgocciolate l'orecchio  dopo 15 minuti. Il cerume, così ammorbidito, si sarà senz'altro staccato.

FORO PER GLI ORECCHINI

Per prevenire l'infezione, disinfettate i nuovi fori con un batuffolo imbevuto di alcool. Alla sera applicate una pomata antibiotica. Per evitare una reazione allergica assicuratevi che i primi orecchini siano dotati di perno d'oro o di acciaio inossidabile.

MAL D'ORECCHIO

Per un sollievo immediato, prendete aspirina o paracetamolo e sdraiatevi con la testa sollevata e l'orecchio appoggiato a una borsa d'acqua calda o a una compressa calda.

RONZIO NELLE ORECCHIE

Controllate che non si sia accumulato cerume

Eliminate la caffeina e non prendete più aspirina

Evitate i rumori molto forti

Se il disturbo persiste per più di un paio di giorni, rivolgetevi al medico




mercoledì 1 luglio 2015

Ad ogni segno la sua pietra, Gemelli

 Ed eccoci ad uno dei segni d'aria per eccellenza: i Gemelli

GEMELLI
Pianeti: Mercurio e Plutone
Pregi: intelligenza, vivacità mentale, fascino, temperamento adolescenziale, astuzia, ironia, capacità di analisi, facilità di rapporti.

Difetti: mutevolezza, esibizionismo, narcisismo, protagonismo, immaturità, nervosismo, infedeltà, superficialità, sarcasmo.
Colore: giallo

Cristalli: corniola, agata, e tutte le pietre gialle e giallo- arancione
Energia disponibile e parti del corpo abbinate: ha un'energia di tipo nervoso, ma la disperde facilmente e questo, a fronte di non abbondanti energie fisiche, comporta esaurimenti e necessità di riposo e di relax. Le parti del corpo sono le orecchie, con possibili otiti, l'apparato respiratorio con febbricole, bronchiti, asma, allergie respiratorie; le braccia e le spalle.
Per potenziare i pregi: cristalli azzurri, rosa, rosso scuro
Per combattere i difetti: cristalli verdi, indaco, bianchi


sabato 19 ottobre 2013

A SPASSO CON LEONETTO

Leonetto



Ieri è arrivato Leonetto, per un weekend fuori porta con mamma Simona.
Così stamani mi sono trascinata a casa sua, giacchè oggi festeggiava il suo secondo mese in questo strano mondo. Leonetto sa bene come funzionano le cose con noi, quindi sa anche che stare in braccio è molto più comodo che stare in culla, infatti l'ho trovato comodamente sistemato in collo alla sua mamma, con i suoi occhioni azzurri spalancati e la bocca fatta cuore in atteggiamento compunto (compunzione dovuta all'intuizione che di lì a poco sarebbe stato sistemato in altro loco).
Dato che tanto in piedi non ci sto, mi sono anche beccata una lavata di testa da Simona, che, da bravo medico, mi ha fatto pelo e contropelo, minacciando che, se non vado ad operarmi, non recupererò la gamba, e come notizia di primo mattino ha fatto il suo effetto. Poi, con la stessa semplicità con cui mi ha ruggito ( e poi ci si chiede a chi somigli Leonetto), mi ha messo il reuccio in collo, per fare colazione con un po' di pace. Ovviamente il potere magnetico di Leonetto mi ha ipnotizzata, e mi sono messa al suo servizio come solo una schiava sottomessa al suo padrone può fare.
Leonetto non aveva alcuna intenzione di addormentarsi, il sonno lo avrebbe fregato e si sarebbe svegliato nella carrozzina.....Giammai!
Così mi ha guardata a lungo, socchiudendo di tanto in tanto la bocca fatta a cuore, mentre io, completamente rimbambita dal suo sguardo azzurro, gli raccontavo la filastrocca del Cantastorie, tentando di addormentarlo, ma il furbo Leonetto, scafato bimbetto, pedalava a più non posso.
Per cercare di incantarlo, ho cominciato a massaggiargli una guancina e poi le orecchie a bottoncino,  l'incantesimo ha cominciato a fare effetto e le palpebre di Leonetto, click, si sono chiuse, ma per poco, perchè appena ho provato a metterlo nella carrozzina, clack, eccolo con gli occhi aperti.
Che fare? Ho ripreso Leonetto, mentre Simona preparava un'endovena di toradol da farmi, e gli ho cantato una canzoncina in inglese (giusto per l'imprinting), e le palpebre del mio pupillo si sono lievemente chiuse......solo lievemente. Alla fine mammà l'ha ripreso e lo ha parcheggiato un secondino nella carrozzina giusto il tempo di farmi l'endovena, nel frattempo  ruggitini di ribellione si spandevano nella stanza.
Non si poteva fare altrimenti, Simona doveva andare dal dentista e lui doveva rimanere con la nonna.....una tragedia!
Alla fine si è dovuto adattare, nonostante la rabbia lo avesse fatto diventare rosso e stizzito come non mai. Per farlo star buonino, abbiamo deciso di portarlo sul lungomare, per vedere se con il movimento del suo fantamega mezzo di trasporto si lasciava andare nelle braccia di Morfeo, mentre io claudicando, usavo il suo mezzo a quattro ruote come stampella. Una scena memorabile.
Leonetto però non voleva proprio chiudere gli occhi, così gli ho canticchiato questo motivetto:
"Leonetto bello, dì, che fai, sveglio sei tu? O forse nel sonno scivoli giù?"
Alla fine, e solo sulla via del ritorno, Leonetto, il bambino azzurro, si è placidamente addormentato, mentre Simona mi tirava la gamba per sciogliere i muscoli e distedere il maledetto nervo compresso.




lunedì 7 gennaio 2013

4 GENNAIO 2009










Filo sottile legame delle nostre vite,                                                     
binomio,
gemelli siamesi,
nel cuore,
nell'anima,
nella mente,
nel corpo.
Mi hai aspettato quel freddo mattino,
eri lì, fermo, immobile,
guardavi lontano,
sguardo su un altro mondo mi parve.
Al suono della mia voce si mossero le orecchie,
trasalisti,
e io con te.
Mi guardasti, ma eri già lontano,
non avevi più equilibrio,
mi venisti incontro lo stesso,
corsi verso di te,
cadesti esausto ai miei piedi,
caddi in ginocchio,
presi la tua bella testa e
piansi.
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