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domenica 17 maggio 2015

La Metamorfosi - Scene dal precariato lavorativo

Allo Uaisipiei era anche necessario fare un turno serale, per il controllo degli ospiti di Charlie che frequentavano il ristorante. Il controllo era molto rigido, c'era un apposito registro delle prenotazioni su cui venivano scritti i nomi e il numero dei partecipanti. Il controllo consisteva nel riconoscimento dell'ospite, nel verificare che il numero dei partecipanti fosse corretto, nell'obbligo di registrare su un apposito libro gli ospiti, in un rigoroso check dell'abbigliamento.

Charlie non ammetteva bermuda e infradito, jeans strappati (per quanto di moda, anche se provenienti direttamente da un atelier). Inoltre, vigevano ferree regole per i bambini, poco graditi nell'headquarter, tanto che Charlie aveva emanato una circolare nella quale erano specificate alcune semplici condizioni da rispettare (gli schiamazzi non erano tollerati in alcun modo) e perchè gli ospiti di Charlie le tenessero bene a mente, erano in ogni caso costretti a firmare un foglio su cui in grassetto, si assumevano la totale responsabilità delle azioni dei figli indisciplinati.

Zoe era appunto alle prese con il suo solito turno serale, che terminava alle 23:00 con la chiusura del desk, era stata come al solito rigida e irremovibile, aveva scrutato abiti e scarpe, fatto firmare circolari e libro ospiti. Passata la prima ondata di special guests, Zoe stava dedicandosi alle scartoffie burocratiche e alla sistemazione delle vetrine nelle quali facevano bella mostra polo, cinture, orologi con ben in evidenza il logo dell'headquarter,  che gli ospiti di Charlie acquistavano con grande cupidigia, pur di avere qualcosa di esclusivo da mostrare.
Mentre era intenta in queste sue attività, Zoe si sentì osservata, una sensazione la sua, più che una certezza dettata da qualche rumore o voce di sottofondo. Si voltò e alle sue spalle, uno degli ospiti di Charlie la fissava con grande interesse. Educatamente e con il sorriso (conditio sine qua non, era impossibile lavorare nell'headquarter), Zoe diede la buonasera e chiese all'ospite se aveva una qualche necessità. Il furbo individuo si finse interessato ad alcuni articoli della vetrina, chiese di vederli, si informò sul prezzo (prezzi lunari, ovviamente...), cercò di contrattare e in questo strano mercanteggiare, manco si fosse trovato all'interno di un suk, si mise a fare domande personali a Zoe, prima fra tutte il perchè dei suoi capelli rossi.

Zoe agendo sul rebelde, che soffiava come un muflone inferocito, cercò di contenere il nervosismo che le saliva al cervello, e con non chalance rispose che il colore dei suoi capelli aveva che vedere con la criniera del suo cavallo, poi continuò a fare il suo lavoro. Ma nulla, l'ospite di Charlie non si schiodava, la fissava con occhietti cupidi, e facendo un monologo, le vomitò addosso una valanga di domande, tutte attinenti alla vita privata di Zoe: gli studi che aveva fatto, dove aveva lavorato prima, domande alle quali Zoe rispose molto evasivamente.

Fu così che dettero vita al seguente dialoghino: "Senti Zoe, ma dove abiti?" - "Nella casa con la porta" rispose lei; " E da dove vieni?" - "Dalla vanedda del polverone"; " E come stai stasera?" - "Come estate così inverno" La situazione era veramente ridicola soprattutto per il ficcanaso che, paonazzo in viso e trasudante, aveva finito gli argomenti.

Fra una domanda e l'altra per Zoe era giunta l'ora di chiudere la segreteria e il desk, quindi mandò un allegro sms alle sue amiche che l'aspettavano per una fresca biretta nel loro localino preferito. Salì ad avvertire il team di Re Sugo che giù era tutto a posto e uscì. Svoltò l'angolo dell'headquarter e si diresse al parcheggio, che era poco illuminato se non dalle luci provenienti dalla veranda del ristorante, e, allegramente si infilò in macchina. Ma all'imprvviso vide un'ombra nera a fianco dello sportello che la fece sobbalzare e le procurò una violenta tachicardia..... Era il ficcanaso!

Zoe ebbe una violenta reazione: "Ma che diavolo ci fa qui? Mi ha spaventata a morte!". Per tutta risposta il ficcanaso le disse: "Non volevo spaventarti ragazza dai capelli rossi, ti volevo solo dire che l'ho visto sai come ti trasformi da segretaria in teenager, quel cellulare deve essere bollente!"
Il motore della macchina era già acceso, Zoe ingranò la retromarcia e sgommò via, lontano dal ficcanaso, verso la birreria, aveva proprio bisogno di una morbida birretta che le rinfrescasse la gola.


mercoledì 30 ottobre 2013

ALLA RICERCA DEL PERDUTO AMORE














Appartengo a te,
invisibile principe
che conobbi,
in altro tempo a me destinato,
ma perduto e sepolto,
sotto macerie di millenni di memoria antica.
Inconsapevole il mio cercarti
in questa vita, su una terra senza
riferimenti cardinali.
Vagai,
anelandoti,
alla ricerca di un segno,
in occhi vuoti,
in mani insensibili,
in braccia straniere.
Mi fermai,
in un luogo senza tempo,
riarsa dalla sete,
all'ombra di un palmizio,
e chiusi gli occhi aridi di pianto.
Volsi lo sguardo al verde,
ti trovai,
tu fermo,
statua di sale ormai.
Sul tuo sguardo spento
due lacrime caddero.
E fu metamorfosi,
di due anime,
perdute e ritrovate.
Sovrani invisibili noi,
legati,
immuni alla separazione,
nel regno  invisibile
dell'appartenenza totale.


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