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domenica 17 aprile 2016

VIVERE AL QUARZO

A volte non ci rendiamo conto di come le nostre radicate abitudini condizionino la nostra vita secolare. Eppure è così, solo che non ce ne rendiamo conto, e solo talvolta ci vediamo compiere quelle stesse metodiche azioni giorno dopo giorno. Ci ho riflettuto spesso e ho concluso che....

Mi sono resa conto che la metodicità con cui svolgo le mie azioni quotidiane è paradossale. Le mie azioni sono dettate da una innata logica organizzativa a cui non vengo mai meno, se non in casi di forza maggiore ovviamente.

Fin dal momento del risveglio, i miei gesti sono sempre gli stessi, probabilmente da secoli, tanto sono precisi. Mi alzo, e la prima cosa che faccio è scoprire il letto per fargli prendere aria, poi tiro su le tapparelle dedicando sempre uno sguardo al mio mare. Filo dritta in cucina e bevo 250 ml di acqua con linfa di betulla, poi vado in bagno dove effettuo, sempre nella stessa sequenza, le abluzioni mattutine, seguite dalla rituale vestizione (in questo caso cambio i vestiti, maligni che non siete altro!).


Torno in camera, apro la porta finestra, spazzo il balcone e vi passo il cencio, indi ritorno in cucina dove bevo un altro bicchiere da 250 ml di acqua con il succo di un limone spremuto. Metto a bollire l'acqua del tè e nel frattempo vado a rifare il letto. Finalmente siedo per fare colazione, con il mio amato tè, lo yogurt e una brioscina Londi (quella non la cambio per nulla al mondo, il tè e lo yogurt sì).

Ovviamente prima di uscire di casa, faccio la mia raccolta differenziata, plastica, carta, vetro, altrimenti non sto bene. La porta di casa non si chiude senza aver lavato i denti, ma una volta fuori, sono alla mercè degli eventi.....

Comincio a credere che in una vita precedente sia stata un militare, e che la disciplina marziale mi sia rimasta apiccicata addosso, visto che sono l'unica in famiglia ad avere il tipico comportamento militaresco. Non faccio mai però le cose con la fretta tipica dei soldati in addestramento, seguo solo uno schema strategico personale, che mi permette di ottimizzare i tempi e mantenere il mio inquieto animo calmo a proposito del tempo che scorre (tanto per citare...).

Attenzione, questo stile di vita così apparentemente rigido lo conduco solo all'interno del mio accampamento, se sono ospite di accampamenti altrui mi uniformo alle regole di chi mi ospita con una flessibilità di cui mi stupisco anche io. Se sono io ad ospitare membri di altri accampamenti, non impongo le mie regole, lascio che seguano il loro stile per non turbare la loro armonia interiore.

In pratica sono come il meccanismo di un orologio al quarzo, nel quale il quarzo stesso è inserito come componente in un circuito oscillatore, che mantiene il cristallo in perenne vibrazione alla sua frequenza caratteristica: dunque vivo al quarzo.




lunedì 4 aprile 2016

Da Pisa e Viareggio: E' grassa, è la su mangia, entrante, en vespri e messe dette

Pisa e Viareggio sono famose per alcune espressioni particolari che tutt'ora vengono usate nel gergo parlato. Ascoltarle, capirle e farle proprie è un lusso che dovremmo concederci per rinfrescare la nostra lingua così bella e variegata.

E' GRASSA: è più di quanto ci si poteva aspettare; meglio che nulla: un'espressione fra il contento e il rassegnato. Il Guadagnoli scriveva in una delle sue Poesie giocose:

Quando non v'eran medici e speziali,
si campava perfin novecet'anni;
ed or che di tal gente ce n'è tanta,
è grassa se si toccani i sessanta!

E' LA SU MàNGIA: è il suo tempo. Si dice, a Pisa, della stagione o del momento propizio per un determinato cibo. Per il maiale, per esempio, è "la su màngia" per Carnevale; per il cocomero, Ferragosto

ENTRANTE: ficcanaso; chi s'impiccia dei fatti altrui; sfacciato

EN VESPRI E MESSE DETTE: son tutte cose passate. E' dialetto viareggino

domenica 13 marzo 2016

TEMPUS EDAX RERUM

Le feste non mi sono mai piaciute molto, ho amato e amo solo le riunioni di famiglia. Era il giorno del mio nono compleanno e avevamo semplicemente festeggiato con un pranzo di famiglia, insieme a zii, cugini e nonni. Una di quelle giornate in armonia, felicemente insieme, con qualche chiacchiera, i giochi, e un brindisi accompagnato da una fetta di torta.

Ma arrivò la sera e con la sera i saluti, ognuno doveva tornare a casa. Fu allora che per la prima volta un'angoscia lancinante mi strinse il cuore. Ebbi come un fremito interno, una sensazione di strappo che mi percorse come una scarica elettrica. Mi controllai a fatica, per non piangere, deglutendo più volte per ricacciare in fondo allo stomaco quella dolorosa palla che mi stringeva la gola.
Quando tutti se ne furono andati, rivolsi a mamma una riflessione: "Il tempo scorre troppo velocemente, si porta via tutto come una valanga, e io non riesco ad afferrare gli attimi importanti della nostra vita. Sto male per questo".

"Tempus edax rerum", mi rispose mamma, "il tempo divora ogni cosa, purtroppo Silvia è così, il tempo scorre e non possiamo fermarlo".
Per me fu come una condanna a morte, ebbi la certezza che quell'angoscia non mi avrebbe più lasciata in pace. E così fu. Ritrovarmi ad oggi è stato un lampo, e io lo sapevo, l'ho sempre saputo, dalla consapevolezza di quel giorno, che mi sarei sentita addosso l'alito del tempo, alito pesante come uno schiacciasassi. Da quel lontano istante, ho sempre cercato di trattenere ogni singolo momento di ogni giorno, di tutte le settimane, di tutti i mesi, di tutti gli anni della mia vita, ma con quella straziante sensazione che tutto stia per finire, con la quasi certezza di non riuscire ad assimilare il presente perchè è pesante come il piombo  solo l'angoscia della fuggevolezza e della fine, il termine di tutto, e non vi sono appigli per rallentare questa corsa.

E così  alla verde età di nove anni seppi che tutto ciò che amavo prima o poi  sarebbe scivolato dalle mie dita, come granelli di sabbia che si vogliono trattenere fra le mani.  Quella frattura non si poteva riparare, non esisteva mastice, nè punti. Potevo solo cercare di abituarmi, concentrarmi sul momento presente, sull'oggi, ora, adesso, ma con una dolorosa spina: tutto ciò che mi appartiene oggi potrebbe trasformarsi domani, nel ricordo di qualcosa che ho perduto per sempre.
Sono ancora qui, a guardare le mie mani, fra le cui dita sono scivolati via i momenti, gli animali e le persone amate.


domenica 6 marzo 2016

ERO UNA BAMBINA DISAPPETENTE

Sono stata una bambina disappetente, così diceva il pediatra. Per me lo stimolo della fame non esisteva affatto, fame non ne avevo mai. A dire il vero, a chi mi aveva intorno, apparivo come un derviscio (benchè fossi paffutella, nessuno a vedermi avrebbe detto che ero una che non mangiava) in continua meditazione, capace di digiuni prolungati per giorni. A mangiare naturalmente venivo forzata, con mio grande disappunto. Ovviamente crescendo le cose sono cambiate, sono diventata una buona forchetta e una grande buongustaia, adoro la buona cucina e i piatti ben cucinati che apprezzo con tutto il mio essere. Nonostante tutto però, non sopporto di stare a lungo a tavola, mangio volentieri, con gusto, ma il tempo deve essere limitato, questo suggerisce il mio istinto.


Una riflessione la mia, che è maturata recentemente, forse perchè mi è stato fatto più volte notare e soprattutto in famiglia, che ho la tendenza a togliere, con fulminea velocità, i piatti da tavola, talvolta mentre i malcapitati familiari stanno ingoiando l'ultimo boccone. Così, mi son messa a pensare a questa sorta di mania. Perchè mi comporto così?  Ripensando ai miei trascorsi infantili, a quando per me il verbo "aver fame, essere affamati" non aveva alcun significato, mi sono riaffiorati alla mente dai vecchi cassetti della memoria, i pensieri di un tempo: mangiare uguale perdita di tempo prezioso.

Tempo tolto ai miei pensieri, ai giochi, alla lettura, alla mia voglia di stare da sola nella mia cameretta senza essere disturbata da nessuno, quindi gli orari dei pasti (oltre al fatto che la fame non si faceva mai sentire), sottraevano tempo. Ripensando a ciò, ho rivisto anche il mio modo di essere adesso, ancora legato a quegli istinti. Mangiare mi piace, ma nella mia mente continua ad essere una perdita di tempo, tempo sottratto, tempo mancante, pericolo forse? Se sono sola, per me diventa inutile persino sedermi a tavola, mangio in piedi, comodo e veloce; se sono con i miei familiari, sosto a tavola solo il tempo necessario a masticare, deglutire, complimentarmi per la bontà delle pietanze (siano esse cucinate da me o da loro) e poi via, prepararsi a sparecchiare, fare la cucina e togliere tutto di mezzo, andare in altra stanza. 

Per me è una totale assurdità che si stia a tavola una volta finito il pasto semplicemente per chiacchierare, con la tavola ancora da sparecchiare e i piatti da lavare, il mio solito atavico istinto mi dice che si deve sbarazzare tutto e poi dedicarsi alla conversazione in un luogo più consono ad essa. Mi chiedo se non vi sia una sordida sensazione di paura, il pasto come sosta, come pausa, il fermarsi chissà, in un luogo pericoloso, sotto il tiro dei cecchini, con il pericolo di un agguato, quindi, sbrigarsi e marciare per andare in un luogo sicuro. L'unico pasto che per me vale la pena godersi è la colazione, illuminante momento di delizia. Sola o in compagnia, per colazione siedo, e sosto (mai troppo), ma sosto; respiro l'inizio della giornata come fosse una sorta di nascita, un nuovo affacciarsi al mondo, giorno, metafora della vita, tutto da vivere.


lunedì 29 febbraio 2016

Il tempo: passato, presente e futuro coesistono, è una nuova teoria

Il tempo una dimensione che è contemporaneamente un rompicapo per gli studiosi, i filosofi antichi e moderni. Chi sarebbe capace di dare unadefinizione precisa del tempo? Sant'Agostino diceva così:  «Io so che cosa è il tempo, ma quando me lo chiedono non so spiegarlo», diceva Sant’Agostino nel 4° secolo. Circa mille anni prima di lui,  Eraclito aveva coniato l’aforisma “Panta Rei”, tradotto in “Tutto Scorre”, volendo sottolineare che l’uomo non potrà mai fare la stessa esperienza due volte, dato che ogni ente è soggetto alla legge del mutamento.


Il dottor Bradford Skow, professore di filosofia presso il Massachusetts Institute of Technology, sostiene che  questa immagine del tempo potrebbe essere sbagliata. Secondo lui infatti, il tempo non si muove in avanti, ma è sempre presente. Siamo noi, con la precesione dhe abbiamo di esso che abbiamol’impressione del “trascorrere del tempo”. In realtà, il tempo non scorre, il tempo “è”. Stando a questo, tutti gli eventi possibili sono già presenti nel cosmo. Noi non dobbiamo fare altro che scoprirli vivendoli.

Da qui viene una domanda: dunque non esiste il libero arbitrio,  tutto è già scritto? Secondo Skow no, in quanto anche le scelte che faremo in quello che percepiamo come futuro, in realtà le abbiamo già fatte. Skow spiega la sua teoria in un libro:  “Objective Becoming”, dove esamina alcune delle teorie che sono state avanzate per spiegare il tempo. «Quando si chiede alle persone di spiegare il tempo, solitamente utilizzano una metafora», spiega Skow. «Dicono che il tempo è come un fiume, o che navighiamo attraverso il tempo come una nave sul mare».

Secondo lui, gli eventi “passati” non svaniscono per sempre, ma esistono in diverse parti dello spazio-tempo. «La teoria dell’universo-blocco afferma che siamo estesi nel tempo in modo simile a come siamo estesi nello spazio», dice Skow. «Il nostro passaggio attraverso lo spazio-tempo non è come la semplice successione di singoli fotogrammi: tutte le esperienze che avete avuto ieri, la settimana scorsa, o anche anni fa, sono tutte reali», conservate in qualche punto dello spazio-tempo. Come dice il generale Massimo Decimo Meridio, protagonista de Il Gladiatore, «ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità!».

giovedì 14 gennaio 2016

La nostra "giornata dei miracoli"

Le nostre guide spirituali ci dedicano tempo ed energia allo scopo di realizzare il nostro bene. Veniamo guidati costantemente da queste creature spirituali ma per quale motivo? Perchè siamo esseri spirituali che vivono un'esperienza umana, e abbiamo bisogno di aiuto.


  • Poichè siamo creature mortali ed imperfette, ci serve tutto il sostegno possibile, e abbiamo bisogno di tanti miracoli, piccoli e grandi. Per questo motivo abbiamo vicino le guide spirituali. In cambio esse non si aspettano nulla da noi, se non che ci impegniamo a nutrire la nostra anima. Ci sono molti modi per farlo.
  • Il tempo è prezioso, anzi è un vero miracolo, ma raramente ce ne rendiamo conto. Correre contro il tempo, esaurire il tempo, cercare di trovare un attimo di tempo.....ecco come ci rapportiamo a questo dono, siamo stati abituati così. Le nostre guide spirituali ci osservano e il loro unico desiderio è che prendiamo coscienza del tempo, ne apprezziano il valore e, attraverso il loro esempio, impariamo a non sprecarlo.
  • L'obiettivo della settimana è prenderci un giorno, rinunciando ai nostri impegni, per metterci al servizio di qualcuno che ha bisogno d'aiuto e che di solito non frequentiamo molto. 
  • Le nostre guide sapranno guidarci verso la persona che ha più bisogno di noi, verso il luogo dove la nostra azione è più indispensabile: un vicino di casa costretto a letto, un collega oberato di lavoro a cui serva una pausa, una casa di riposo, una chiesa o un centro ricreativo.
  • Questa azione ci terrà impegnati per un intero giorno, che dovremo trasformare in una "giornata dei miracoli" dedicata a qualcuno che magari non conosciamo nemmeno.
  • Possiamo realizzare piccoli miracoli "umani" per gli altri. E in questo modo riceveremo in cambio altrettanti prodigi celesti.
  • Proviamo dunque! Condividiamo un giorno della settimana con qualcuno che ha bisogno di noi e realizziamo anche noi i piccoli miracoli umani che sono sempre graditi a chi ci sorveglia da lassù

domenica 27 dicembre 2015

Non ho mai portato l'orologio

Una sorta di frenesia ancestrale scorre dentro le mie vene, l'assillo che manca sempre il tempo, che mi costringe a ritmi serrati, a velocità improprie. Sono lenta, la  calma contemplativa una necessità. Non ho mai potuto soffrire quel continuo pungolìo cui ero sottoposta: sbrigarsi, sbrigarsi. Ma sbrigarsi a far che? Il tempo mi ha dichiarato guerra da sempre e io l'ho avvertito appena l'ossigeno è entrato nei miei polmoni. Subdolo ha iniziato ad avvelenare la mia infanzia iniettando gocce della sua cicuta nella mia mente, gelando le mie membra lentamente, affichè io fossi consapevole del suo orrido cannibalismo.

Esso è perenne tortura, che mi sussurra la sua superiorità e nella mia più profonda e primitiva memoria, ha smosso sfocate immagini di tempi privi della sua tirannia,  momenti di contemplazione e di gesti misurati solo da antiche albe e tramonti, dell'infinito percorso dell'infuocato carro del sole.
Ma come un infestante parassita egli si attorciglia al mio corpo etereo crocifiggendolo, nel tentativo di alimentare l'angoscia, la sua fedele arpia, sozzo strumento della mia cosciente consapevolezza delle sue razzie.
 
Non ho mai portato l'orologio, sul mio polso esso è una camicia di pece, l'insostenibile peso che piega la mia testa alla sua schiavitù. Hanno tentato invano in famiglia, mascherando il suo velenoso ticchettio dietro la lusinga di un'apparente bellezza ornamentale, ma non ho mai ceduto i polsi ai ceppi di quelle manette.

Le ore scorrono precise nel mio corpo come linfa vitale, senza bisogno di nulla. Di ogni giorno conosco l'ora esatta e i minuti, siano giorni di sole o di nera pioggia. Non sono mai arrivata in ritardo ad un appuntamento, e non ho mai avuto bisogno della sveglia perchè i miei occhi si aprono esattamente all'ora in cui devono aprirsi, nè un minuto prima nè un minuto dopo.
E' la mia lotta intestina contro gli strali del tempo, contro le sue soffocanti spire infinite, una lotta la mia, che si perde nei nebbiosi, quasi ignoti percorsi di antiche, strane vite, di tanto tempo fa.


domenica 6 dicembre 2015

La nebbia dell'ignoto

 Apro gli occhi, sono in mezzo ad un mare di nebbia spessa, senza punti di riferimento, senza luce, immersa in un grigiore tutto uguale, dove anche il respiro si fa affannoso. 
Il passo è incerto, non v'è percezione di ciò che mi circonda. Giro su me stessa ma tutto intorno a me è uguale. Cerco disperatamente di guardarmi i piedi, per capire dove poggiano, ma non li vedo, sento solo qualcosa di gelatinoso e globoso che mina la mia stabilità. Provo a camminare, lentamente, portando le mani avanti, per proteggermi, ma sembra che mi trovi in uno sterminato spazio aperto dove non c'è suono, solo nebbia. 

Sembra un muro gigantesco, impenetrabile, che il mio tatto percepisce, ma che non è consistente. E' una cataratta che mi avvolge, e io cerco di camminare.
Ad ogni passo mi pare di sprofondare, come su trucioli di gomma, barcollo. Non riesco ad articolare parole, vorrei urlare, ma non ci riesco, sono sola con i miei pensieri e un intento che non controllo.
La nebbia preme sul mio corpo, ne avverto la pesantezza, so che non devo fermarmi per nessun motivo, mi sento braccata, ma non so da cosa o chi.

Vado avanti a tentoni, incespicando, camminando in quella che mi pare essere una eternità caotica e senza forma. Non ho percezione del tempo che passa, senza riferimenti visivi è come non esistere. 
Mi struggo, nella paura e nella disperazione e quando il mio io cede alla rassegnazione, mi accascio a terra e allora sento, come foglie di sottobosco umide, il fruscio di un terreno reale, e la nebbia comincia a lasciare qualche sprazzo di confuso panorama.

Di fronte a me un ponte. Ma dove porta? Su cosa è sospeso? Cosa c'è al di là? Mi siedo al suo limitare, sotto il ponte nebbia, intorno nebbia, la mia vista scorge solo pochi metri avanti, un tratto del ponte che penetra dentro questo grigio muro. Mi par di percepire una voce, una voce che viene da dentro, che mi istiga ad andare avanti, guardo il ponte, forse c'è qualcuno, una sembianza che si confonde con il lattiginoso essere di questo velo nebbioso che copre ogni cosa. 

Comincio a percorrere il ponte, scossa dal terrore del vuoto, strizzo gli occhi per mettere a fuoco l'incerta forma che sembra attendermi in quella che credo essere la metà del ponte. Dentro la mia testa risuona sempre più forte quella voce che mi incita, quasi mi frustasse, ad andare avanti, ma cos'è quella voce? 

Mi prendo la testa fra le mani, forse sto impazzendo, ma non la  posso  arginare, ripete continuamente di andare avanti. Voglio gettarmi nel vuoto, e farla finita, ma non riesco a staccare i piedi da terra se non per proseguire.
Cedo, non ho più la forza di contrastare quella voce, chiudo gli occhi e disarmata, lascio che quella voce sia la mia guida. 
All'improvviso un lieve tepore,  socchiudo le palpebre, mi ritrovo nel mio mondo, niente più nebbia, solo in lontananza quella voce: "Sono la voce del "vedere", hai assaggiato l'ignoto!"


domenica 15 novembre 2015

Tempus edax rerum

Quante volte ci lamentiamo del fatto che il tempo ci manca, e corriamo e corriamo, trafelati da tutto, perchè non ci basta mai. Questo maledetto, che nessuno vede, falcia tutto, inesorabile, senza nessuna pietà

Troveremo mai il modo di ingannarlo? Sono dell'idea che la fretta alimenta la crudeltà del tempo, è la lentezza che è sua nemica e con essa plachiamo in un certo senso la sua voracità.

Tempus edax rerum: il tempo tutto divora  (Ovidio, Metamorfosi, XV, 234). Il poeta con questa espressione evidenzia il trascorrere inesorabile del tempo, indipendentemente dalle vicende umane.

mercoledì 23 settembre 2015

Psicopittografia, Come spiegare la magia mentale

Quando sarete in grado di capire la vostra mente, VOI capirete tutto. 

Immaginatevi di dare a un bambino un canocchiale da marina senza spiegargli a cosa serve. Non saprà cosa fame. Pertanto il canocchiale è in grado di produrre una magia visiva. Ma solo quando lo si usa convenientemente. Se il bambino non ne conosce l'uso, non può godere di .questa magia visiva. Ma se qualcuno gli spiega il funzionamento del canocchiale, il bambino l'avvicina agli occhi e scopre un mondo nuovo e meraviglioso. [Immagine mentale 16] 

La stessa cosa avviene per la mente umana. Non v'è, nei casi della vita, nulla di erroneo che non possa esser corretto dalla comprensione mentale. Ma la gente non lo crede, non lo vede. L'uomo pensa di cambiare il mondo esterno; non sa che deve utilizzare nel modo giusto la sua mente per guardare il mondo diversamente. Quando guardiamo il mondo attraverso questa magica visione mentale, esso cambia ai nostri occhi. Ogni lato della vita assume un aspetto nuovo. Essendo voi mutati, tutto il resto è mutato. A titolo d'esempio ecco ciò che potete fare: 

1. Prendere decisioni ponderate. 
2. Esser vigili
3. Trattate la gente con accortezza
4. Non sprecare le energie emotive
5. Utilizzare bene il tempo
7. Avere un entusiasmo naturale. 
8. Prendere gusto al proprio lavoro. 
9. Non esser mai melanconici. 

lO. Essere efficaci. Ogni uomo è un mago mentale. Cambiando la mente, cambia anche il mondo esterno. Non è necessario per voi credere che ciò sia vero, ma è necessario che voi la facciate.


giovedì 3 settembre 2015

Raccogliamo i frutti del nostro lavoro, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Nel corso della nostra vita e di questo viaggio che stiamo facendo, ogni volta che compiamo un'azione piantiamo un seme, buono o cattivo. Questa settimana rifletteremo sul modo in cui "seminiamo" e poi "raccogliamo" tutti quei piccoli frutti che possono fare la differenza nella nostra vita e in quella degli altri.
  • Nei prossimi sette giorni stendiamo una lista ogni sera, indicando cinque occasioni in cui abbiamo donato e cinque in cui abbiamo ricevuto
  • Accanto a ogni voce annotiamo il nome del destinatario del nostro gesto o quello della persona che ce l'ha rivolto, e ringraziamoli. Rileggiamo l'elenco e chiediamoci se alla fine della giornata abbiamo raccolto più di quanto abbiamo seminato. Siamo sinceri.
  • Prendiamoci un po' di tempo per capire se il gesto di generosità che ci ha suggerito il cuore ci sia stato restituito da qualcuno con altrettanto affetto.
  • Ogni pensiero che formuliamo viene "catturato" dall'universo. Tutte le azioni che compiamo, le frasi che pronunciamo, i gesti che facciamo...insomma, tutti i semi, anche i più piccoli, che piantiamo nel terreno della vita hanno una conseguenza. Tutto ciò che siamo e che realizziamo tocca noi e gli altri, in modo positivo o negativo. 
  • Quello che seminiamo nella mente del prossimo o nella nostra ha il potenziale per crescere. In un certo senso siamo tutti dei giardinieri e la strada che percorriamo sulla Terra è come un lungo orto: potrà essere ricco di frutti e di piante magnifiche oppure arido e marcescente.
  • Questa settimana, quando compileremo la nostra lista, teniamo a mente che dovremmo essere generosi con gli altri tanto quanto lo siamo con noi stessi. La nostra anima ha bisogno di tutto l'amore e la luce che può ottenere, non dimentichiamocelo.
  • La vita è un delicato gioco di scambio: dare e ricevere. Ricordiamoci che un pensiero cattivo ha lo stesso peso di un gesto sgarbato. Un pensiero gentile ed affettuoso, al contrario, ci rende migliori. Un proverbio afferma che "Ognuno raccoglie quello che semina". Niente di più vero. Nello stendere la lista facciamo in modo di rendere il nostro giardino un luogo dove tutti trascorrerebbero volentieri qualche ora felice.

giovedì 27 agosto 2015

Dedicate del tempo agli animali domestici, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Questa settimana proponiamoci di dimostrare il nostro afffetto e dedicare qualche attenzione in più agli animali che ci tengono compagnia ogni giorno e aiutare tutte bestiole che non hanno una voce per esprimersi. 

DEDICHIAMO DEL TEMPO AGLI ANIMALI DOMESTICI
  • Molti di noi hanno una cane, un gatto o un altro animale domstico. Gli vogliamo bene, certo, ma quante volte gli dedichiamo un po' di tempo per dmostrargli quanto teniamo a lui, per parlargli e sopratutto per ascoltarlo?
  • Dare affetto al nostro beniamino non è solo una meravigliosa ricompensa: studi scientifici dimostrano infatti che interagire con i nsotri animali fa bene alla salute
  • Gli animali possono insegnarci fondamentali lezioni di vita. Non importa se li trascuriamo e li lasciamo soli per ore: loro ci ripagano sempre con una dose infinita di amore e affetto, e  ci perdonano qualsiasi cattiveria. 
  • Spesso dietro un cane , un gatto, un canarino si nasconde una missione: insegnarci a donare al mondo amore incondizionato. Se abbiamo un animaletto, questa settimana dedichiamogli un momento speciale: ascoltiamolo, preatiamo particolare attenzione quando ci guarda, cerchiamo di capire cosa ci sta dicendo, prendiamo nota dei suoi pensieri e dei nostri a trarne ispirazione
  • Anche se non abbiamo una bestiola tutta nostra, cogliamo l'occasione per andare a visitare un ricovero per animali o qualcuno che non può accudire il proprio animaletto perchè è malato. Offriremo un sostegno prezioso a una creatura che non può esprimersi a parole e che non viene udita per chè nessuno l'ascolta
  • Ricordiamo alcune azioni hanno tanto più valore quanto più richiedono impegno. Ai gesti d'amore che rivolgiamo al prossimo seguono sempre grandi ricompense
  • Prendiamoci dunque un po' di tempo per considerare e apprezzare la gioia e l'affetto che gli animali portano nella nostra vita. lasciamo che ci insegnino a donarci a loro e a tutte le creature indifese.

venerdì 14 agosto 2015

Evitare di stirare con alcuni accorgimenti


Ricordo che alcune amiche di mia nonna definivano le faccende di casa "mestieri", ed era una parola che mi piaceva molto. Al contrario, le faccende di casa non piacciono alle donne, e  stirare è un'operazione diabolica. A me personalmente stirare non piace affatto, perciò credo che ogni donna o uomo single o mammo o Cenerentolo,  accetti con entusiasmo suggerimenti per stirare quanti meno capi possibile. In generale, meglio non esagerare con la centrifuga, evitare di accumulare e accatastare capi già asciutti ma non ancora piegati e stendere gli abiti al meglio, possono evitarci fatiche non inddifferenti: risparmieremo  tempo, denaro ed energia elettrica . E ora veniamo ai consigli pratici.

1) Lenzuola: potrete evitare di stirare le lenzuola se in lavatrice abbasserete i giri della centrifuga (con 600-800 giri si ottengono buoni risultati). Stendete subito le lenzuola appena tolte dalla lavatrice, tendendole bene. Se avete poco spazio, piegatele seguendo i bordi. Quando saranno asciutte, chiedete aiuto per tenderle bene e piegarle con precisione. Se saranno ancora un po' stropicciate e se non sarete soddisfatti del risultato, basterà una passata di ferro da stiro sulle lenzuola già piegate o soltanto sul risvolto che si noterà sul letto.

2) Tappetini di spugna: non dovrete stirare i tappetini di spugna o di cotone del bagno e della cucina se eviterete di stenderli con le mollette. Piuttosto, posizionateli ben aperti sui lati dello stendibiancheria. Se dovesse comunque formarsi una piega evidente, arrotolateli ben stretti quando saranno asciutti e attendete almeno un giorno prima di rimetterli al loro posto, in modo che le pieghe scompaiano. 

3) Tovaglie e tovaglioli: anche per le tovaglie e per i tovaglioli, se avete la possibilità di stendere in casa o comunque lontano da zone ventose, evitate di utilizzare le mollette. Così non dovrete occuparvi di eliminare i fastidiosi segni che lasceranno sulla stoffa. Se piegherete bene tovaglie e tovaglioli e se li riporrete uno sopra all'altro, la forza di gravità agirà al posto vostro. Se proprio occorre, passate il ferro da stiro soltanto su tovaglioli e tovaglie già ben piegate prima di utilizzarle o di riporle nei cassetti. 

4) Biancheria intima: non è assolutamente necessario stirare la biancheria intima. Ricordate che alcuni capi sintetici a contatto con il calore del ferro da stiro rischiano di rovinarsi. Quando stendete la vostra biancheria, fate in modo che le mollette non stringano troppo i tessuti, così che non si formino dei segni difficili da eliminare. Piegate subito tutto, non appena i capi saranno asciutti. 

5) Calze:  Stendetele soltanto dopo averle rigirate al rovescio e posizionate la molletta sulla punta. In questo modo, anche se dovessero rimanere dei segni, scompariranno subito non appena le indosserete. Sarebbe invece molto più difficile rimuovere i segni delle mollette dai gambali senza ricorrere al ferro da stiro. 

6) Felpe e T-shirt: le felpe invernali di solito non si stropicciano granché, nemmeno dopo il lavaggio in lavatrice. Ricordate sempre di non esagerare con i giri della centrifuga e di lavare e stendere le vostre felpe al rovescio, per non rovinare eventuali stampe. Il trucco per non stirare le felpe è molto semplice: appendetele ad una gruccia da assicurare con una molletta ai lati dello stendibiancheria. Se stenderete e piegherete bene le t-shirt, potrete evitare di stirarle senza problemi. 

7) Jeans: i jeans elasticizzati che ora vanno molto di moda potrebbero rovinarsi per via del calore del ferro da stiro. Meglio non rischiare e evitare di stirarli. Di solito, se vengono stesi subito, magari senza utilizzare le mollette, e se vengono piegati correttamente, sulla loro superficie non si formano pieghe particolari. Lo stesso discorso vale anche per i normali jeans. Per stenderli al meglio utilizzate le grucce adatte per appendere i pantaloni e fissatele allo stendibiancheria il loro uncino con una molletta. 

8) Canovacci da cucina: se dovrete utilizzarli subito o comunque dopo poche ore, non perdete tempo a stirare i canovacci da cucina. Vi basterà stenderli bene, senza esagerare con mollette dalla chiusura troppo stretta. Una volta asciutti, li piegherete su se stessi, come d'abitudine, stirandoli direttamente con le mani, prima di riporli nei cassetti, oppure li potrete appendere in cucina senza problemi. 

9) Asciugamani e accappatoi: asciugamani e accappatoi, in spugna o in microfibra, di solito riprendono naturalmente la propria forma senza la necessità di stirarli. Se avete spazio a sufficienza, stendete gli accappatoi appendendoli a delle grucce. Potrete stendere gli asciugamani anche senza mollette, per evitare segni, bilanciandoli bene sui fili dello stendibiancheria. Quando saranno asciutti, appendete accappatoi e asciugamani al proprio posto, oppure piegateli bene e tendeteli con pazienza, stirandoli un po' con le mani per eliminare eventuali pieghe. 

10) Camicie: davvero è possibile evitare di stirare le camicie? Vi confidiamo un segreto: possiamo evitare di stirare proprio tutto, ma non le camicie, a meno che non siano state fabbricate con uno speciale tessuto che non si stropiccia nemmeno in lavatrice e che si mantiene sempre in forma, senza l'aiuto del ferro da stiro. Leggete sempre le etichette per conoscere le caratteristiche del tessuto delle camicie da acquistare. E per le normali camicie di cotone? Stenderle su una gruccia vi aiuterà a stirarle molto più rapidamente, senza perdere troppo tempo.


giovedì 13 agosto 2015

E tu come fai la doccia?

La doccia è un momento di relax, una sorta di rito quotidiano, una tappa, che segna la nostra giornata, che la si faccia al mattino o alla sera.  E' una coccola per il nostro corpo cui dobbiamo il nostro massimo rispetto, un rito, ma poichè siamo anche attenti agli sprechi, possiamo evitare comuni errori, regalandoci un momento di relax nel pieno rispetto della natura.

 1) Tempo: Possiamo risparmiare molti litri d'acqua se la durata della nostra doccia e piuttosto breve. Sotto la doccia si consumato circa 6 litri d'acqua al minuto.   Una doccia di 15 minuti porta a consumare oltre 100 litri d'acqua, gli stessi che servono per riempire la vasca. Facciamo docce brevi e chiudiamo l'acqua corrente quando non serve (per esempio per insaponarsi)

2) Depilazione: Depilarsi sotto la doccia con il rasoio è una comodità. E' un sicuro risparmio di tempo, ma se mentre ci depiliamo lasciamo scorrere l'acqua.....  Cerchiamo di non farlo, semplicemente inumidiamo e insaponiamo la pelle prima di passare il rasoio, tenendo accanto un bicchierino d'acqua in cui immergerlo per risciacquarlo.

3) Spugna: I guanti di spugna, realizzati con lo stesso tessuto degli asciugamani, sono da preferirsi, non si rovinano, asciugano in fretta e durano davvero per molti anni. Le spugne sintetiche non solo hanno una durata limitata, ma al momento dell'eliminazione finiscono nei rifiuti indifferenziati. Le spugne naturali possono essere di origine animale,  controlliamo bene le confezioni prima dell'acquisto.

4) Acqua troppo calda: anche qui attenzione, io sono una freddolosissima, e amo l'acqua bollente, ma siamo lungimiranti, pensiamo che l'acqua troppo calda non va bene per la circolazione e coloro che hanno la pelle sensibile possono irritarla; non solo, ma l'eccessivo calore può causare abbassamenti di pressione.  Meglio una doccia tiepida, e per abituarsi, possiamo diminuire la temperatura gradatamente. 

5) Docciaschiuma: Scegliete sempre con attenzione il vostro docciaschiuma. Optiamo per quelli ecologici, che non contengano parabeni e solfati, ne avranno beneficio la nostra pelle e l'ambiente.  Utilizzate soltanto la quantità di prodotto davvero necessaria.

6) Shampoo: Basta una noce di shampoo sui capelli inumiditi, non mezza boccia di prodotto. Chiudiamo l'acqua della doccia mentre ci insaponate il corpo e quando applichiamo lo shampoo. In questo modo eviteremo degli inutili sprechi idrici e potremo risparmiare sulla bolletta.

7) Risciacquo: Risciacquiamo sempre bene sia la pelle che i capelli.  Molto utile per chi ha la pelle sensibile e per chi soffre di allergie o intolleranze ai componenti presenti negli shampoo e nei docciaschiuma. Risciacquando bene i detergenti e la loro schiuma, la pelle risulta pulita e protetta. Se non avrete lasciato scorrere l'acqua inutilmente mentre vi stavate insaponando, potrete dedicarvi con cura al risciacquo, senza temere sprechi eccessivi.

8) Scrub Qual è il momento ideale per applicare sulla pelle lo scrub e i prodotti esfolianti? Sempre meglio prima della doccia,  non dopo o durante. L'applicazione dello scrub può avvenire non appena siamo entrati nella doccia, prima di iniziare a lavarci. Inumidiamo leggermente la pelle del viso e del corpo e applichiamo lo scrub. Infine, massaggiamo e risciacquiamo. In sostituzione dello scrub, possiamo massaggiare la pelle con dell'olio di sesamo prima della doccia, per facilitare l'eliminazione delle tossine, come suggerisce l'Ayurveda.

9) Asciugamano Quando ci asciugate, procedete sempre in modo delicato, tamponiamo, non strofiniamo. Al momento dell'asciugatura possiamo dedicare tutto il tempo necessario e  asciugare con cura la pelle. Massaggiate e ricordate di trattare il vostro corpo sempre con la massima dolcezza. Vi sentirete molto più rilassati.

10) Phon Una volta terminata la doccia, non possiamo che pensare al risparmio energetico. Proviamo a scegliere un phon con opzione eco, a non utilizzarlo mai alla massima temperatura, sia per risparmiare energia che per non rovinare i capelli, ed a tamponare ed asciugare la nostra chioma molto bene con l'asciugamano, così da minimizzare l'utilizzo dell'asciugacapelli.
Un ultimo romantico suggerimento: per risparmiare acqua sotto la doccia fatela in compagnia della vostra dolce metà, potrete fare la doccia insieme.


Trascorriamo un po' di tempo con noi stessi, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Spesso abbiamo una vita così piena e frenetica che ci dimentichiamo quanto sia importante ritagliarsi uno spazio tutto per sè. Trascorrere un po' di tempo da soli per dedicarsi a qualcosa di positivo e costruttivo può essere un'esperienza molto gratificante e profondamente terapeutica. Questa settimana "ruberemo" alla routine quotidiana almeno dieci minuti da destinare solo a noi stessi. Saranno dieci minuti molto ben spesi!
  • Molti di noi sono soli, e si sentono così persino quando sono in compagnia. Chiudersi in se stessi o isolarsi non ha nulla a che vedere con il proposito di questa settimana
  • Ritagliarsi del tempo da dedicare a se stessi è un po' come saltare la scuola o rubare un attimo alla vita e assaporarla. Sfuggire per una volta il solito tran tran e trovare un momento per risalire in superficie a prendere fiato
  • Dobbiamo imparare a conoscerci più a fondo, in questo modo aiuteremo noi stessi al meglio
  • Prendiamoci dunque un momento  per sondare la nostra anima.  Dedichiamoci alla lettura, alla scrittura, facciamo una passeggiata o guardiamo un film: scegliamo qualunque attività ci possa aiutare a diventare più simili a ciò che veramente siamo
  • Individuare una cosa che per noi è importante e che cosa non lo è ci consentirà di avere una prospettiva migliore sulla vita
  • Imponiamoci una disciplina: questa settimana concediamo a noi stessi almeno dieci minuti al giorno. Stabiliamo un programma, decidiamo cosa fare di questo tempo prezioso e non permettiamo a niente e nessuno di intromettersi nella nostra agenda

mercoledì 15 ottobre 2014

Impatiens, il fiore di Bach per gli "accelerati"

Ecco l'Impatiens (Impatiens Glandulifera), il fiore di Bach  conosciuto anche come “Non mi toccare” o Balsamina. Come suggerisce il suo nome la sua parola chiave è “l’impazienza” e ben descrive una certa tipologia di carattere : “… E' il rimedio adatto per coloro che sono veloci sia nel pensiero che nell’azione, e che desiderano che ogni cosa avvenga senza esitazioni né ritardo. Quando sono malati sono ansiosi di ristabilirsi al più presto.

Per costoro è molto difficile essere pazienti con chi è lento perché ritengono che ciò non sia giusto e sia inoltre una perdita di tempo. E' facile che  preferiscano pensare e lavorare in solitudine, per poter fare le cose secondo i loro ritmi… ”. Adatto a chi  un problema con il tempo. Costoro non sopportano le file, il traffico, hanno paura di sprecare il tempo, infatti sono sempre di corsa, il loro ritmo è in eccesso e non è conciliabile con quello degli altri. Quindi, questa fretta provoca frequentemente rigidità dettata dall’impossibilità di rilassarsi e dalla mancanza di flessibilità nell’adeguarsi al ritmo armonico del proprio essere legato con l’esterno.

Gli Impatiens hanno un carattere incostante, non riescono ad aspettare, ma i benefici che il rimedio apporta sono prodigiosi, poiché possono essere dal portare pazienza nell’affrontare i problemi anche con diplomazia, al creare calma e buon umore nei confronti degli altri; allora, accettando il normale fluire della vita, arriva anche la comprensione per chi è meno “efficiente” di lui.
 • Emozioni iniziali-inibite (prima di prendere il fiore): Impazienza, frenesia del tempo, ansia di anticipare.
 • Emozioni evolutive-sciolte (dopo aver assunto il fiore): Pazienza, la calma e la comprensione. mpatiens è un concentrato indicato per chi è facilmente irritabile ed indipendente.

Spesso queste persone soffrono di disturbi nevrotici, preferiscono lavorare da sole, considerando gli altri come un intralcio, capita anche interrompano l’interlocutore mentre parla. Sono dei caratteri sempre in ansia e sono soggetti a tachicardia, hanno spasmi digestivi, disturbi psicoemotivi, cervicalgia, crampi e acidità. Si nota altresì come questo fiore funzioni anche nei bambini ipercinetici, donando loro calma e sollievo. Impatiens è prezioso per coloro che vogliono guarire subito, affrettare le cose, che sono rapidi, che bruscamente vogliono tutto e subito.

sabato 23 agosto 2014

Metti da parte qualcosa | Seneca, Lettere a Lucilio | Varie

Ecco un'altra perla di saggezza di Lucio Anneo Seneca. Quale sia la vera ricchezza, e non si tratta di beni materiali, se non quelli sufficienti al vivere quotidiano, bensì ricchezza d'animo e sua tranquillità. Sapersi accontentare, saper stare con se stessi, conservare nella propria mente la ricchezza che ci proviene dalle nostre letture. Una saggezza la sua che è universalmente valida per tutti, per tutti i tempi, da cui prendere esempio per far sì che la nostra vita non si fondi su meri principi materialistici.

"Caro Lucilio,
mi scrivi e mi riferiscono cose che mi fanno ben sperare per te: non sei irrequieto e non ti agiti in continui spostamenti. Chi si agita sempre vuol dire che è malato nell'anima: per me il primo segno di un temperamento equilibrato è la capacità distare tranquilli in compagnia di se stessi. Però stai attento perchè anche leggere molti scrittori e molti libri di genere diverso può essere segno di volubilità. Bisogna approfondire gli scrittori che valgono davvero e nutrirsi di loro, se vuoi ottenerne qualcosa che ti rimanga.

Chi è dovunque, finisce per non essere da nessuna parte. Chi passa la vita a girare senza mai fermarsi conosce molte persone ma non avrà un vero amico. La stessa cosa succede a chi sfoglia tanti libri ma non si sofferma mai su nessuno. Non giova e non si assimila il cibo che viene vomitato subito dopo averlo ingoiato. Niente impedisce la guarigione quanto cambiare continuamente medicina: non si cicatrizza la ferita quando si cambia continuamente la pomata, non cresce bene l'albero che viene continuamente trapiantato.

Niente può dare giovamento se non gli si concede il tempo necessario perchè abbia effetto. Troppi libri sono inutili: se non hai tempo per leggere tutti quelli che puoi avere, tieni solo quelli che puoi leggere. Ma a me piace sfogliare ora questo ora quel libro, dirai. Ora è proprio di uno stomaco malato degustare tanti cibi, e così essi invece di far bene fanno male. Leggi sempre, allora, buoni libri, e se a volte ti piacerà di conoscerne di nuovi, non dimenticarti di quelli vecchi.

Ogni giorno metti da parte qualcosa che ti serva contro la miseria e contro la morte e dei tanti libri che leggi conserva una frase o un pensiero sul quale riflettere ogni giorno. Anche io faccio così, di tante cose che leggo salvo sempre qualcosa. Oggi ho fatto un incursione in un accampamento nemico, non da disertore, ma da esploratore, era l'accampamento di Epicuro e sono tornato con questo pensiero: "La povertà accettata con gioia è buona cosa".

Ma se l'accetti con gioia non è più povertà. Non è povero chi ha poco, ma chi desidera avere di più. Che cosa importa quanto uno ha in cassaforte o nel granaio, quanti capi di bestiame possieda e quanti soldi da prestare a usura, se non riesce a staccare gli occhi dalle altrui proprietà facendo sempre i conti non di quello che ha ma di quello che vorrebbe avere? Mi domandi quale sia la misura giusta della ricchezza? Primo avere quanto è necessario, poi quanto è sufficiente".


venerdì 22 agosto 2014

La vita corre via | Seneca, Lettere a Lucilio | Varie


Ciò che Seneca scriveva è di una modernità disarmante. Nelle sue "Lettere a Lucilio" sottlinea la necessità che gli uomini trovino in se stessi il bene e la felicità, una felicità austera, sobria, quasi dolente.
Ecco ciò che scrive, che dovrebbe essere spunto per tutti noi:

"Caro Lucilio,
...rivendica la proprietà di te stesso e raccogli e conserva il tempo che finora ti veniva portato via o andava perduto. Convinciti che è così come ti scrivo: il tempo ci viene portato via, a volte con la forza a volte con abilità, altre volte se ne va senza che noi nemmeno ce ne accorgiamo.
Ma la vergona peggiore è perdere tempo per la nostra negligenza. Se ci pensi bene: gran parte della nostra vita se va nel fare male, ancora di più nel non fare niente e tutta quanta la perdiamo nel fare cose che non vorremmo fare. Puoi indicarmi qualcuno che impieghi giustamente il suo tempo e la sua giornata, che capisca di morire giorno dopo giorno?

Questo è il nostro sbaglio, che consideriamo la morte come un avvenimento futuro, mentre per gran parte essa è già alle nostre spalle ed è padrona del nostro passato. Fai dunque, Lucilio mio, quello che mi scrivi, e sfrutta ogni ora. Se sarai padrone del presente, sarai meno schiavo del futuro. Tra tanti rinvii la vita corre via. Solo il tempo è nostro, nient'altro.

Solo di questa cosa, fuggente e incerta, la natura ci ha fatto padroni, e chiunque se vuole ce ne può privare. La stupidità degli uomini è tale che accettano venga loro messo in conto l'acquisto di cose insignificanti e senza valore, sempre compensabili, e nessuno invece si sente in debito per il tempo che prende agli altri, proprio il tempo, l'unica cosa che anche le persone più riconoscenti non possono restituire.

Ti chiederai forse come mi comporto io che ti do questi consigli. Sarò sincero: amo spendere ma senza esagerare, so fare i miei conti. Non posso dire di non perdere niente, ma tengo sempre il conto di quello che perdo, di perchè e di come lo perdo. So perchè sono povero. Mi succede quello che succede a quelli caduti in miseria senza averne colpa: tutti sono pronti a giustificarli, ma nessuno li aiuta.

E allora? Non considero povera una persona che ha quello che le basta, però penso che tu devi in tempo utile cominciare a mettere da parte le tue cose. Perchè, come dicevano i nostri antenati, non serve chiudere la stalla quando i buoi sono ormai scappati."

sabato 28 giugno 2014

Visione dell'aura: la pazienza è essenziale | Varie

E' necessario accennare al fattore tempo per la visione dell'aura. Nessuno può dirvi quanto tempo passerà prima che sviluppiate la facoltà, perchè questo dipende da molti fattori. Perciò è meglio armarsi di grande pazienza, a meno che siate fra quelli la cui facoltà è molto vicina alla superficie della coscienza. Ricordate comunque che il vero sviluppo deve produrre un carattere equilibrato.

E' molto meglio aver cinque sensi e la sanità mentale, piuttosto che acquisire un sesto senso che ci renda squilibrati nella vita personale e sociale. Quindi, se decidete di sviluppare questa facoltà psichica, o qualunque altra, è opportuno che consideriate attentamente la vostra personalità attuale e cerchiate di scoprire se siete pronti a tale sviluppo psichico.


Poichè di solito noi siamo i peggiori giudici della nostra personalità, è consigliabile chiedere l'opinione di coloro con cui siamo in stretto contatto; e questo non significa che dovete scegliere come critici solo coloro con cui siete in rapporti amichevoli. Potete imparare molto da qualcuno che vi detesta e che non esita a dirvelo in faccia.

Può darsi, naturalmente, che alcuni dei suoi giudizi siano errati, poichè egli può non essere in grado di conoscere tutti gli aspetti della vostra vita che vi fanno apparire così ai suoi occhi. Tenendo conto di questo, può essere comunque vero che la sua critica sia per voi più utile delle valutazioni generose dei vostri amici.

In ogni caso, è sempre una buona disciplina mentale e morale essere abbastanza forti da considerare queste critiche avverse senza reagire in modo emotivamente squilibrato. Ricordate che chiedete una critica su quello che è il tempio incompiuto della vostra personalità. Ogni difetto che vi inserite può mettere in pericolo l'intera struttura quando, in seguito, verrà assoggettata a una maggiore tensione.

Quindi è vera saggezza prendere in considerazione il critico che indica i difetti e le deficienze e poi osservare con freddezza queste deficienze e questi difetti. Può darsi che alcuni siano stati posti in eccessivo risalto, ma può essere egualmente vero che in una certa misura vadano considerati come cose che si vedono  nella vostra personalità, e che debbano essere sistemate prima che possiate continuare a costruire un nuovo aspetto del vostro tempio personale.

mercoledì 14 maggio 2014

Come conservarsi giovani e in buona salute | Psicopittografia

Nell'America del Sud c'è un fiore raro che ha bisogno di acqua piovana nel suo calice per rinvigorire e rinfrescare la pianta intera. ma il fiore deve offrirsi alla pioggia. Se si piega troppo l'acqua non può entrare nel calice. Se il fiore resta in una posizione ricettiva, la sua salvezza è assicurata [Immagine mentale 69]

Questa breve illustrazione mette in luce uno dei principi essenziali di una sana esistenza. Il fatto è che noi dobbiamo essere ricettivi alle idee e alle impressioni sane. Tali idee e verità vengono a noi ogni giorno e noi dobbiamo aprir loro il nostro cuore e la nostra mente.

Vi sono persone che non sono aperte a nessun tipo di queste idee, e sono sempre affaticate, ma se smettessero di agitarsi starebbero decisamente meglio. Perchè disperdere le proprie forze in tante attività? Perchè avvertire il desiderio di lanciarsi senza scopo nei più svariati interessi? In realtà queste persone non si dirigono verso queste attività. Sono loro che vogliono allontanarsi da qualcosa: da loro stesse.

Queste persone non amano il loro Io, che non comprendono e di cui non hanno fiducia, allora soffriranno. Le loro attività frenetiche sono tentativi di sfuggire a questo Io indesiderabile. Gli obiettivi che inseguono non significano in realtà nulla per loro. Sono come bambini che vogliono ogni giorno un giocattolo nuovo. Così si stancano ad inseguire vani desideri nel tentativo di sfuggire alla loro sofferenza interiore.

Devono cercare invece, di capire chiaramente e cessare di agitarsi. Il loro tempo e la loro energia si indirizzeranno ad attività salutari, quali la scoperta dell'Io. E non saranno più stanche.
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