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lunedì 16 novembre 2015

Patate al forno, consigli casalinghi

Se avete cotto in forno le patate al cartoccio, mettete da parte le bucce: fatele rosolare sotto la griglia e avrete uno spuntino croccante e salutare. Provate a farcire le barchette di bucce di patate con un composto di formaggio, oppure carne, pesce o verdure: volendo, si potrà mescolare al composto un po' di patata.


Giocate d'astuzia: prima di passare in forno le patate, bucherellate la buccia con i rebbi della forchetta solo là dove avete intenzione di tagliarla per ottenerne striscioline o barchette da farcire. Così il ripieno non uscirà da fori inutili.

Quando estraete con un cucchiaio la polpa cotta della patata, lasciatene un po' accanto alla buccia, in modo che questa non si laceri o bruci quando la riutilizzerete con il ripieno.

Per conservare le barchette di patate, farcite o no, lasciatele congelare allineate su una teglia d'alluminio. Quando saranno congelate, raccoglietele e riponetele in un sacchetto di plastica nel congelatore fino al momento dell'uso.

martedì 13 ottobre 2015

Castagnaccio, la ricetta di Pilade da Lucca

CASTAGNACCIO: torta di farina di castagne, spesso con uva passa e pinoli. Così i dizionari di lingua. Ma il castagnaccio è una torta per modo di dire: tanto per cominciare la cercheremmo invano nelle pasticcerie. E' un po' la protopizza, anzi, l'antipizza toscana; merenda-spuntino-dessert; popolàno tappabuchi dello stomaco e ghiottoneria da veglia montananra attorno al focolare.


Nel Commentario delle più notabili et mostruose cose d'Italia e altri luoghi dell'agostiniano Ortensio Lando (in Venetia 1553) troviamo:
"Pilade da Lucca fu il primo che facesse castagnazzi e di questo ne riportò loda". Quel Pilade il castagnaccio lo faceva sicuramente con la farina delle castagne della vicina Garfagnana, la cui fama si è mantenuta intatta fino ad oggi, e si regolava cosi:

Stacciava un mezzo chilo di farina dolce (per una dose-famiglia) e la metteva in una zuppiera. Aggiungeva un paio di cucchiaiate d'olio d'oliva, un pizzico di sale e ci versava quasi un litro d'acqua fredda rimescolando sempre, fino ad ottenere una farinata piuttosto liquida. Prendeva una teglia, l'ungeva d'olio, ci versava la farinata. Generosa dose di zibibbo, pinoli e noci spezzettate e quindi inforno bel caldo. Quando il colore rea diventato un bel "marrone castagnaccio" e la crosta corccante con ammiccanti crettature, il castagnaccio di PIlade era cotto.

A Livorno si chiama anche TOPPòNE, esattamente come il coltroncino impuntito che si mette nel letto dei bambini perchè non bagnino la "materassa".


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