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domenica 20 luglio 2014

Barchetto | Parole e verbi in disuso


BARCHETTO: al maschile, si badi bene, apparitene alla terminologia fluviale della Toscana: è un'imbarcazione tipica dell'Arno, ha fondo piatto o quasi ed è usato sia per traghettare una o più persone sia per la pésca. Non lo si confonda col BARCHINO, monoposto e tipico del padule di Fucecchio. La terminologia non è nè approssimativa nè capricciosa: le stesse parti che compongono e caratterizzano il BARCHETTO hanno nomi precisi che in genere non si ripetono per altri natanti.

Registrati nel Pisano dove il BARCHETTO è particolarmente usato, questi nomi sono: MATILE, cioè il fondo e anche ciascuno dei legni ricurvi che fanno da costole allo scafo (a Lucca, invece, MATILE, è il palco in genere); PALAARNE, cioè la fiancata; PARCHETTE sono i ripiani delle bande sui quali si appoggiano i piedi o si cammina; DIA'CIO, il legno che serve per manovrare il timone; GRILLONE, la punta che sporge dalla prua; MONAELLE, le grucce di legno, fatte a croce, che servono per i remi.

E' come l'esclusiva lessicale delle BECOLINE (o navicelli) fabbricate a Limite sull'Arno, a monte di Empoli, da dove, per via fluviale, un tempo arrivavano a PIsa e al mare. Barche da carico di dimensioni rispettabili chiamate BECOLINE dal loro inventore Domenico Picchiotti detto "Beco".

BECOLINE (meglio ancora beolìne) al plurale e BECOLINO(beolìno) al singolare, per cambiamento di sessi tacitamente codificato nell'uso.

Sempre al gergo fluviale, soprattutto dell'Arno, appartiene PìLLORO, ciottolo liscio, ovale o tondo, e PILLORàTA, sassata. In Lucchesia, invece, i sassi si chiamano CòTANI: 2Tu hai tante ragioni quanti sono i còtani della pescia" scriveva nel 1914 Giacomi Puccini alla nipote Albina Franceschini, appunto, di Pescia.



venerdì 18 luglio 2014

Calcoli, cambiamenti, candida: quali oli essenziali usare | Salute

Calcoli

Per i calcoli biliari gli oli più adatti sono: Ginepro bacche, Pino silvestre e Rosmarino. Si possono
utilizzare con tutte le modalità descritte nel capitolo 2, ma per l'uso interno si raccomanda solo il
Rosmarino.
Per i calcoli renali: Issopo e Limone.
Solo il Limone per uso interno, mentre l'lssopo anche con gli altri sistemi.


Cambiamenti

Per armonizzare l'organismo durante i periodi di cambiamento di qualunque tipo, che investono
il livello fisico (ad esempio: menopausa) come quello emotivo-mentale (ad esempio: cambiamento
di lavoro), ricorrere ai seguenti oli in inalazione secca, diffusione ambientale, massaggio, bagno,
maniluvio e pediluvio: Achillea, Cedro, Cipresso, Lemongrass, Mandarino, Niaouli, Pepe nero, Ra-.
vensara, Zenzero.
Uso interno: Achillea, Lemongrass, Mandarino, Pepe nero, Zenzero.

Candida

Inalazione secca: Albero del Tè, Elicriso, Geranio, Lavanda, Niaouli, Salvia.
Lavande vaginali: stemperare almeno uno degli oli essenziali citati per l'inalazione secca in mezzo
bicchiere di alcool alimentare a 90° (circa 20 gocce di essenza) e aggiungere la miscela nel bidè, con
acqua tiepida o a temperatura ambiente. Oppure nel mezzo bicchiere di alcool provare questi 3 oli
in miscela: 10 gocce di Albero del Tè, 5 di Lavanda e 6 di Salvia.
Uso interno: Albero del Tè, Lavanda, Salvia.

Dolci da forno, consigli casalinghi | Varie

Ecco a voi alcuni consigli pratici per una buona riuscita dei vostri dolci fatti in casa, risparmio e qualità.

Infilate la mano in un sacchetto di plastica per ungere o imburrare uno stampo o una teglia: le mani resteranno pulite.

Per controllare la cottura di una torta, infilate uno stecchino al centro. Se lo estraete pulito, la torta è pronta per essre sfornata. Oppure fate una leggera pressione con il pollice nel centro: se la superficie è elastica, e il dito non ha lasciato nessuna impronta, la torta è cotta.


I dolci fatti con albumi montati a neve, pan di spagna, soufflé ed altri, tendono ad abbassarsi quando si raffreddano. Per ovviare a questo inconveniente, rovesciate lo stampo non appena esce dal forno e lasciate raffreddare così il dolce. Non preoccupatevi, non scivolerà giù dallo stampo: tutti i dolci a base di albumi aderiscono allo stampo e occorre staccarli con lalama del coltello. Megli oancora se usate uno stampo con il buco centrale: capovolgetelo sul collo di una bottiglia per lasciarlo raffreddare.

I dolci cotti nel forno a microonde sono spesso ataccaticci, non lievitano in maniera uniforma e non si dorano: sarà perciò opportuno cuocere i nquesto tipo di forno solo i dolci da ricoprire con glassa, creme o altre guarnizioni

Per decorare un dolce, trasformate un sacchetto di plastica del congelatore in uan tasca da pasticceria, versateci la glassa, richiudete, fate raffreddare in frigo finchè il dolce non è pronto. Poi tagliate un angolino del fondo e spremete. Per decorazioni più raffinate inserite nell'apertura un beccuccio da pasticceria.

Usate un centrino di carta traforato come stampino per decorare il dolce: appoggiatelo sul dolce e spolveratelo con lo zucchero a velo. Sollevate poi delicatamente il centrino.

Torte, ciambelle e biscotti si conservano bene per due settimane se mantenuti al fresco, avvolti nella carta stagnola. Se contengono frutta secca, consumateli più in fretta per chè rischiano di irrancidire.



Baccalà | Parole e verbi in disuso

BACCALA': come sia potuto succedere che dal primitivo significato di merluzzo essiccato e conservato sotto sale si sia arrivati, in Toscana, a chiamare BACCALA' un miscredente, un ateo, è un po' misterioso. Secondo qualcuno, l'etimologia sarebbe da attribuirsi al "baccalaureato o baccelliere, "licenziato in legge che già coronavasi con alloro fornito di bàcchere. Questi baccellieri filosofavano a lor posta, e il volgo gli teneva come saggi sì ma alquanto miscredenti" (così il Pirro Giacchi).

Il conte Fossombroni
E' abbastanza logico, invece, l'accostamento scherzoso che i vecchi Pisani facevano fra il baccalà secco e inteccherito con la giubba a coda delle guardie municipali di un tempo.
Baccalà a Siena, è il rimprovero, la ramanzina. In Versilia si usa dire, sempre col significato di indifferente in materia di fede, baccalàre. "E' un baccalàare che non crede gnanco nel pan che mangia".

La "baccalaràta", ossia un pranzo fatto esclusivamentedi baccalà, usava una volta specialmente nel Pisano dopo una cerimonia funebre. A questo proposito, e a proposito del baccalà cibo plebeo e snob al tempo stesso, è noto in Toscana il sonetto che il conte Vittorio Fossombroni, primo ministro dle Granducato nel 1815 e grande estimatore della buona tavola, scrisse quattro ore appena prima di morire:
Lodi chi vuole il dentice, l'ombrina,
lo storion, l'aligusta, il tonno, il ragno;
e quanti pesci son nel fiume, o stagno,
e quanti vengon mai dalla marina.
Io dico che è vivanda peregrina
il pesce baccalà ch'èstato in bagno,
perchè del buon nasello egli è compagno
e molto nel sapor gli s'avvicina.
o ch'egli a lento fuoco sia lasciato
perchè lesso divenga, io nol condanno,
o che sia fritto, avver d'erbetta ornato,
solo posso asserir, lungi da inganno,
che fatto in cento guise è sempre grato
e buono è il baccalà per tutto l'anno.
E di lì a poco l'ineffabile conte rimaneva secco come un baccalà.

mercoledì 16 luglio 2014

Avere i Francescani, avere la bottega aperta, avere la voglia dell'anguilla


AVERE I FRANCESCANI: essere affetto da una malattia venerea. E' un curioso modo di dire pisano.

AVERE LA BOTTEGA APERTA: eufemismo, o quasi, per "avere i pantaloni sbottonati davanti". "Tu hai la bottega aperta" dice uno. "Bah", fa l'altro, abbottonandosi senza fretta "tanto i' padron gli è un bischero". Inutile sottolineare il doppiosenso di BOTTEGA e di BISCHERO.

AVERE LA VOGLIA DELL'ANGUILLA: a Pisa si dice così di chi non sta mai fermo. E' un modo di dire scherzoso che trae origine da una malattia nervosa volgarmente chiamata "male dell'anguilla": chi ne è affetto si contorce e si agita continuamente; secondo la credenza popolare questi ammalati cercano la vicinanza dell'acqua perchè è l'unico rimedio che dà loro tregua.


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