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lunedì 29 giugno 2015

Pietre e cristalli, Apatite

La pietra Apatite prende il nome dalla divinità greca "Apate" Dea dell'inganno, (lei era uno degli spiriti nel vaso di Pandora). L' Apatite ha assunto tale nome perché inganna, confondendosi per caratteristiche esterne, con altri minerali. Tra l'altro l'Apatite possiede l'elemento costitutivo di base della struttura ossea umana.

APATITE
Caratteristiche: fosfato di calcio; sistema esagonale; si presenta in cristalli prismatici, sia allungati sia tozzi terminati da bipiramidi; alto contenuto di fosforo; i colori possono essre molto vari: giallo, verde, bruno, blu, viola, rosso e incolore.

Proprietà: aumenta la forza di volontà e infonde energia. Può  essere facilmente confusa con la tormalina e l'acquamarina, anche se queste sono più dure.Simile è pure la calcite, che risulta tuttavia più tenera. Per la sua scarsa durezza raramente viene sfaccettata a gemma.
Disturbi: combatte la balbuzie e le malattie legate ai muscoli; agisce sul sistema immunitario.
Associazione con i chakra: terzo con la varietà gialla e quinto con quella blu.


Ad ogni segno la sua pietra, Ariete

Ogni segno zodiacale ha sue proprie caratteristiche e pianeti che lo governano. Quello che intendo fare è dare in sintesi le caratteristiche principali. Potrebbe essere un'idea carina regalare una pietra o un cristallo portafortuna o semplicemente farsi un'allegra idea della personalità a grandi linee e giocherellando. 

ARIETE
Pianeti: Marte, Plutone, Sole
Pregi: Vitalità, calore, velocità, energia, fiducia in sè, entusiasmo, fascino, ardore, virilità
Difetti: Immaturità, aggressività, egocentrismo, permalosità, impulsività, irrazionalità, avidità, vistosità
Colore: rosso vivo
Cristalli: rubino e tuttele pietre rosso vivo

Energia disponibile e parti delcorpo abbinate: possiede molte energie ma ha anche un temperamento impulsivo e tende a sprecarle; si ricarica dormendo; il suo punto debole è la testa, la fronte in particolare, oltre alla muscolatura; soffre di febbri alte improvvise e di breve durata, crampi e spasmi, mal di testa, nevralgie.
Per potenziare i pregi e combattere i difetti: cristalli rossi, arancioni, cristalli verdi, azzurri, indaco



Gli oli essenziali, la volatilità delle essenze

La volatilità è la velocità con cui le essenze evaporano una volta esposte all'aria. Le essenze hanno tassi di evaporazione diversi: ve ne sono alcune più leggere e volatili (per esempio eucalipto, arancio), altre più pesanti  e più lente (patchouli, sandalo). Dagli esperti nella composizione dei profumi è stata stilata una classificazione delle essenze in base alla velocità di dispersione nell'aria. 

Questa scala di evaporazione comprende tre classi: la classe superiore, costituita dagli oli più leggeri, che evaporano più in fretta (tono superiore), la classe media (tono medio) e la classe inferiore, costituita dalle essenze che evaporano più lentamente (tono base). Gli aromi della classe superiore, sono quelli che si avvertono maggiormente quando si annusa un profumo, mentre quelli della classe inferiore vengono impiegati come fissativi, per trattenere quelli più volatili e far durare il profumo più a lungo.

Applicando queste conoscenze in aromaterapia, si è visto che esiste un legame tra la velocità di evaporazione e l'effetto che le essenze hanno sulla mente e sul corpo: le essenze superiori, che evaporano velocemente, agiscono più in fretta e in genere stimolano e rinfrancano la mente (per esempio rosmarino, salvia); gli oli inferiori, che si volatilizzano molto più lentamente, sono fondamentalmente sedativi e rilassanti. Fanno parte di questa classe la maggior parte dei legni e delle resine, che sono efficaci negli stati cronici. Gli oli di tono medio, che hanno una velocità di evaporazione intermedia, sono in rapporto soprattutto con le funzioni dei vari organi e con il metabolismo e hanno un effetto riequilibrante (lavanda, menta, cardamomo, pepe, basilico, issopo).

Estate e lavoro: rimanere idratati è fondamentale

Il caldo si fa sentire e per chi ancora non può concedersi le ferie è dura sopravvivere alla fatica del lavoro. Proprio per questo motivo è di fondamentale importanza mantenere un corretto livello di idratazione affinchè la nostra produttività rimanga costante, come la salute e anche l'umore. Su questo tema è stato condotto uno studio, dallo European Hydratation Institute che evidenzia le conseguenze della disidratazione, la quale mina le capacità lavorative fisiche e cognitive.


La disidratazione comporta:  l’innalzamento della temperatura corporea e l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione osmotica. Ciò può avere effetti sulle capacità cognitive e far comparire mal di testa, stanchezza, minore capacità di concentrazione e riduzione della memoria a breve termine. Un cattivo stato di idratazione in ufficio compromette dunque la performance lavorativa, a causa di un calo di attenzione. Quindi ecco come fare per rimanere idratati anche al lavoro e rendere al meglio anche in estate.

1) Controllare il proprio stato di idratazione attraverso il colore delle urine. Questo è infatti una pratica semplice e veloce attuabile durante le proprie attività lavorative di tutti i giorni.
2) Adottare pratiche che incoraggino l’assunzione di liquidi: la presenza di distributori di bottigliette d’acqua o possono incoraggiare i lavoratori a bere più spesso.
3) Migliorare anche l’accesso ai bagni può anche incentivare a bere di più, soprattutto le donne.
4) Informare gli individui del ruolo essenziale che l’idratazione svolge per il benessere dell’organismo. E’ quindi fondamentale sensibilizzare i lavoratori sul tema, informandoli dei rischi e delle conseguenze legate alla disidratazione e alle strategie per mantenersi correttamente idratati.
5) Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per una migliore idratazione. Se infatti l’80% di acqua che apportiamo al nostro corpo deriva da liquidi, il 20% è invece proveniente da cibi. E’ utile quindi consumare alimenti ricchi di acqua come ad esempio frutta e verdura.


domenica 28 giugno 2015

Charlie e famiglia seconda parte - Scene dal precariato lavorativo

La questione Charlie e famiglia non si era conclusa. Il giorno successivo, Zoe faceva il turno mattutino. Charlie come al solito aveva avuto delle grane da risolvere, doveva partire e si era chiuso nella sua Bat caverna con Bosley, che, per l'occasione, aveva indossato la maschera dell'uomo che non deve chiedere.....MAI!

Gli sbuffi e i rimproveri di Charlie riempivano l'aere dell'headquarter, e per contro un silenzio di tomba regnava nella struttura, solo muti lai in qualche corridoio.
Zoe subodorava corrente elettrica in ogni dove, Charlie era una generatore di corrente continua, Bosley la sua pila.
Gli ospiti nel loro andare e venire si mettevano in punta di piedi, insaccavano la testa nelle spalle e guardavano Zoe con aria interrogativa, uno di essi addirittura di arrischiò a chiedere: ”Ma come fai Zoe a resistere a tutto questo?” Per tutta risposta Zoe mise un dito davanti alle labbra, intimando il silenzio più assoluto, non tanto per paura, quanto piuttosto perché sentire la conversazione era un vero spasso. Quel giorno infatti Charlie sarebbe dovuto partire per la sua consueta crociera nel Mediterraneo, e tutto lo Uaisipiei era in festa, si sa, quando il gatto non c'è, i topi ballano.

Purtroppo però la “Sfortuna”, regina delle rotture di scatole, imperatrice degli intoppi, feudataria delle perdite di tempo, quel giorno prese di mira Charlie che invece non ammetteva l'esistenza di queste situazioni.
A metà mattina nell'headquarter si consumava un festino per la partenza di Charlie, Bosley si preparava a uscire per farsi gli affari suoi, lo staff di Re Sugo preparava prosecchi e salatini per darsi alla pazza gioia, quando d'improvviso, Charlie comparve in sede, nero come solo un uomo posseduto da Lucibello può esserlo, un fumo denso gli usciva dalle nari e anche dalle orecchie, a Zoe sembrò che fosse un reattore nucleare in procinto di esplodere, praticamente in preda alla cosiddetta Sindrome Cinese....

Entrò grugnendo, a testa bassa, e si infilò nel suo ufficio. Zoe vide dal proprio telefono al desk che il suo interno era occupato: stava facendo una telefonata. Nel contempo urlò a Bosley di recarsi da lui. Ci furono alcuni istanti di silenzio, poi un feroce ruggito: “Il boma in titanio è cadutooooooo! Mandate qualcuno a rimontarloooooooo! Maledetti, incompetenti, vi distruggooooo!”
Zoe per qualche inesplicabile ragione finì sotto il desk, mentre quelli che passavano di lì per caso si bloccarono pietrificati. Bosley borbottava parole incomprensibili, e Charlie gli urlava contro che non era in grado di risolvere la situazione. Furono momenti di vero panico, sembrava che tutti dovessero giocare alla roulette russa tagliando una torta con la dinamite dentro.

Fortuna che “l'udì Febo, e al comando obbedì”, mandando tecnici riparatori a rimontar l'indemoniato boma, ma ci volle del tempo, così Charlie decise di consumare un frugale pranzo al ristorante. Ovviamente lo raggiunse lo Smilzo. Nel primo pomeriggio Zoe si trovava incollata al pc, a rispondere ad alcune mail, quando si presentò il maresciallo dei Carabinieri per un caffè. Stava salendo al piano superiore, ma in quella, Charlie e lo Smilzo stavano scendendo per andare a controllare i lavori. Il maresciallo si proferì in gran saluti allo Smilzo, chiedendogli, dato che era un bel po' di tempo che non lo vedeva, cosa facesse. Ma lo Smilzo non fece in tempo nemmeno a prendere fiato perchè rispose Charlie al posto suo: “Sta in Spagna, il paese d'Europa dove si lavora meno!” Il maresciallo tossì, Zoe fece finta di non aver sentito, lo Smilzo guardò in aria.
Zoe si chiese cosa avrebbe potuto accadere e accidenti a lei, era meglio se bloccava il flusso del pensiero perché Charlie si fermò al desk e le disse: “Bambina rossa, lei non ha riferito il messaggio completo a mio figlio ieri sera, le avevo detto di dirgli che era un FESSO! Se glielo dico io, lei deve dirglielo, come faccio adesso!” e senza por tempo in mezzo, si rivolse allo Smilzo con la più grande naturalezza di questo mondo e a voce alta esclamò: “Sei un FESSO, FESSO e FESSO!” Poi guardò Zoe con dolcezza e: “Visto com'è semplice?”

Ma anche Zoe parlò: “ Ma caro Charlie, le vostre questioni di famiglia non sono di mia competenza, la prego di non coinvolgermi in questi dialoghi fra voi, volenti non fit iniuria!”
“Ho sempre saputo che lei era la mia figlia mancata Bambina rossa, ci vediamo al mio ritorno, andiamo FESSO!”


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