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giovedì 10 settembre 2015

Ononide Spinosa, per l'apparato urinario

Ononide Spinosa è un nome botanico alquanto particolare, certo spinosa è ben chiaro a tutti, ma ononide può certo suscitare qualche dubbio. In realtà deriva dal greco "onos" che significa asino, poichè di questo arbusto gli asini si dice siano golosi. E' questa una pianticella spontanea molto resistente con dei deliziosi fiori rosa. Ma perchè dovrebbe interessarci? Perchè è assai benefica per il nostro organismo. La fitoterapia infatti ne usa le radici in cui sono presenti sostanze come glucosidi isoflavonici, olio essenziale, triterpeni e sitosteroli.


Ma quali proprietà ha questa pianta? Principalmente proprietà diuretiche, spamolitiche e antinfiammatorie dell'apparato urinario. Ben la conoscevano i nostri antenati Greci e Romani che la usavano per aumentare la produzione di urina al fine di espellere i calcoli renali. Oggi in particolare la sue proprietà diuretiche aiutano coloro la cui funzionalità renale diminuisce e quindi nel sangue si ha un accumulo di sostanze azotate che possono seriamente intossicare l'organismo.  Inoltre l'Ononide è un decongestionante del fegato. La si può usare in forma di decotto o infuso (benefico per la gola arrossata o le gengive tendenti al sanguinamento).

Questa sua doppia valenza, diuretica e depurativa può migliorare i reumatismi e alcuni tipi di dermatiti. Infatti è possibile utilizzarla anche per uso esterno per calmare il fastidioso prurito delle forme eczematose. Bisogna però prestare attenzione se si fa uso a lungo degli estratti di questa pianta in quanto son possibili interazioni con i diuretici causando squilibri elettrolitici. Ma non è tutto le sue foglioline appena nate possono essere aggiunte in modica quantità anche alle insalate (non esagerate, perchè sono lievemente tossiche). Prima però di farne uso è sempre bene chiedere consiglio ad un esperto o al proprio medico.




mercoledì 9 settembre 2015

Parce sepulto

I latini avevano senza dubbio il dono della sintesi, due parole e si apre un mondo. Anche questo adagio di raro utilizzato, rivela la profondità del pensiero filosofico dell'epoca, un profondità che non ha perso la sua modernità e contemporaneità.

Parce sepulto: risparmia chi è sepolto (Virgilio, Eneide 3, 41). Ciò che si sente rispondere Enea tagliando dei ramoscelli per un sacrificio. Gli alberi erano nati dai giavellotti che avevano ucciso Polidoro, figlio di Priamo.

Si usa con riferimento a chi, pur avendo causato danni, è già stato punito dalle circostanze e, comunque, non è più in condizione di nuocere.

Psicopittografia, Come sapere ciò che ci occorre

Qual'è la nostra più grande preoccupazione? Possono esserci varie risposte. Evitare di fare errori. Sentire un eccessivo senso di colpa. Trovare più tempo per il piacere. Non so cosa mi aspetto dalla vita. Guadagnare più denaro. Il desiderio della solitudine.  Ma, di certo,  "non so cosa mi aspetto dalla vita"  è il tema che più ci mette ansia.

 Come possiamo sapere ciò che ci occorre?  I bisogni, i desideri, le ambizioni sono basati sul modo di pensare. Ma il modo di pensare cambia e di conseguenza cambiano anche i vostri desideri. Essi diventano più maturi e più realistici, ma ciò non vuol dire che vi diano meno soddisfazioni; anzi, spesso sono più piacevoli perché si mettono ora al servizio dei vostri migliori interessi e non degli interessi egocentrici

Immaginate di essere circondati da una moltitudine di persone. Una dozzina di voci insieme, enunciano i vostri desideri. Dicono che volete la celebrità, la fortuna, la potenza ecc. Voi siete frastornati, disorientati, e vi allontanate lentamente. Le voci si fanno sempre più deboli. Alla fine per la prima volta nella vita ascoltate voi stessi. Questa voce interiore vi dice ciò che attendete veramente dalla vita. Vi faccio ora una domanda: "Ora che potete sentire la voce interiore, che cosa vi dice che vi occorre?" [Immagine mentale 13]

Cipresso, olio essenziale

Nome botanico: Cupressus sempervirens
Famiglia: Conifere
Provenienza: bacino del Mediterraneo
Estrazione: dai frutti
Profumo: balsamico, dolce
Azione energetica: yin
Pianeta governatore: Saturno, Plutone
Proprietà: vasocostrittore,antispastico, deodorante, astringente, antisudorifero, diuretico, epatico, riequilibratore, antireumatico
Principali applicazioni: edemi, insufficienza circolatoria, emorroidi, cellulite, ipersudorazione, seborrea, reumatismi, squilibri ovarici, tensione nervosa, bronchite, tosse


Per gli antichi il cipresso era considerato un albero sacro, il suo legno profumato era ritenuto incorruttibile; pianta magica, assolveva a una doppia funzione: custode di vita, sacro a Zeus, a Venere e ad Apollo, ma anche pianta sacra a Plutone, dio del mondo sotterraneo dell'Ade, pertanto simbolo di vita e di morte. Con il suo protendersi verso il cielo e lo sviluppo prevalentemente ascensionale, rappresenta la tensione spirituale, è la pianta del silenzio, del raccoglimento e la si ritrova nei chiostri, nei luoghi di preghiera, presso i cimiteri, come simbolo di immortalità.

Ma il cipresso è tutt'altro che una pianta che rattrista: i medici antichi consigliavano a coloro che erano ammalati nell'anima o nel corpo, di passeggiare e di sostare vicino ai cipressi, toccandoli e accarezzandone la chioma, per liberarsi delle proprie angosce e per sopportare meglio i dolori della vita. Il cipresso aiuta l'uomo a riprendere il contatto con se stesso, invita alla calma e alla riflessione e fa buona guardia alla salute. Albero amico dell'uomo, si pensava potesse "dialogare" e trasmettere la propria forza alle persone provate dalla vita e in cerca di serenità. Il suo profumo eleva lo spirito: le porte delle basiliche erano costruite in cipresso.

Come tutte le piante sotto l'influenza di Saturno, limite di demarcazione tra l'immateriale e il materiale, il cipresso ha un potere profondo, di coagulazione, di purificazione e di trasformazione che agisce anche sulla psiche, a un livello superiore di coscienza. Dal punto di vista delle proprietà, l'essenza di cipresso ha un forte potere emostatico e astringente che si esplica bene nei disturbi della circolazione venosa quali varici, emorroidi, mestruazioni abbondanti. In questi casi sarà utile utilizzarne qualche goccia unita a olio di germe di grano o a una crema lenitiva alla calendula o in una crema da massaggio per la cellulite. Significativa è la somiglianza tra i coni del cipresso e le ovaie (la "segnatura" degli antichi, cioè la somiglianza di una pianta con specifici organi del corpo umano dava una preziosa indicazione per la sua azione terapeutica su quella parte a cui somigliava).

In effetti è dimostrata l'azione di questa essenza nei disturbi mestruali specie con mestruazioni abbondanti e dolorose e nei disturbi della menopausa. Per la sua azione astringente è indicato anche nell'enuresi notturna dei bambini, applicandone qualche goccia per un lieve massaggio a livello della vescica, nella parte bassa dell'addome. Qualche goccia sul cuscino calma la tosse spasmodica, per fumigazioni è indicata nella bronchite. Nell'eccesso di sudorazione utilizzarla nell'acqua del bagno o per maniluvi e pediluvi. Per il suo potere antiparassitario può essere applicata anche sul pelo di animali domestici. L'essenza di cipresso è molto potente e va usata in piccole quantità.


Barba di meliga: il mais che depura

Il mais o granturco è parte integrante della nostra alimentazione, le sue belle pannocchie, dalle tante varietà e i suoi chicchi, vengono usati in cucina in tantissimi modi. Meno conosciute invece sono le proprietà della sua "barba", utilizzata invece nella fitoterapia. Le barbe di meliga non sono altro che quei sottili filamenti che fuoriescono dall'involucro che protegge la pannocchia, scientificamente parlando essi sono gli stigmi dei fiori.

Quando son freschi, tali filamenti sono di colore giallino, colore che va via scurendosi mentre si essiccano fino a diventare rosso-bruni, ed è proprio a questo punto che essi diventano un potente diuretico. Proprio questa sua caratteristica rende le barbe di meliga utili nella cura delle affezioni genitali e urinarie, in particolare si rivelano ottime per la cistite e la prostatite nelle loro manifestazioni croniche.Un' altra delle sue proprietà è che le barbe sono un buon antispastico efficace contro i crampi alla vescica e all'utero, ed in generale sono un depurativo dell'organismo.

Come si usano le barbe di meliga? In fitoterapia si usano sottoforma di infuso o decotto entrambi utili in caso di coliche ed edemi renali e per la ritenzione idrica, nemica giurata delle donne. Bisogna però prestare attenzione e farsi consigliare sempre da un esperto, poichè in soggetti predisposti possono provocare reazioni allergiche. Ecco dunque come preparare un infuso e un decotto.

Infuso:  porre una bella manciata di barbe in un litro abbondante di acqua e  consumare da 5 a 6 tazze al giorno.

Decotto: per uso esterno,sulle parti doloranti, si prepara con una buona manciata e mezzo di barbe in un litro d’acqua. Con le stesse proporzioni di barbe e di acqua si possono preparare anche bagni e pediluvi.


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