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martedì 8 dicembre 2015

Poche semplici mosse per avere la pancia piatta

Avere una pancia perfettamente piatta è uno dei tanti desideri di noi donne. Un addome piatto, tonico in cui non vengano messi in mostra quei maledetti rotolini che sgusciano fuori da ogni contenimento. 
Per ottenere una pancia piatta non servono chissà quali sacrifici, è necessario adottare delle semplici e sane abitudini da perseguire con costanza, tutto qui.

Basta riuscire ad equilibrare l'alimentazione e l'attività fisica e su questo credo che ci troviamo tutti d'accordo. Inutile fare orecchie da mercante, una dieta studiata appositamente per il dimagrimento potrebbe non bastare per eliminare pancia e gonfiori addominali causati, spesso, da errori alimentari, soprattutto per quanto riguarda l'abbinamento dei cibi (come carni e formaggi, frutta a fine pasto ecc.) o l’eventuale presenza di intolleranze a determinati alimenti (soprattutto lieviti, latte e derivati e grano). E ricordate tensioni e stress fanno diventare la pancia come un palloncino.

Per la mission pancia piatta bisogna agire cosi:
- verificare con un test le eventuali intolleranze alimentari. Il gonfiore può essere dovuto proprio a un alimento che viene consumato quotidianamente, e di cui si prova spesso anche desiderio;
- più pasti al giorno e senza fretta sono la soluzione migliore per non affaticare l'intestino e digerire bene;
- tentare, nei limiti del possibile, di evitare o ridurre le situazioni stressanti, cercando di avere rispetto per il proprio corpo e la propria mente;
- fare attività aerobica, un dovere necessario per supportare il processo di dimagrimento e rendere l'addome piatto.

Cosa non fare: -bere  bevande alcoliche e gassate;
-assumere molta acqua mangiando (affatica la digestione e gonfia l’addome, meglio berla lontano dai pasti);
-consumare frutta a fine pasto;
-combinare cibi sbagliati come carne con formaggi, legumi o pomodori;
-abboffarsi a cena di carboidrati, formaggi o legumi, che provocano fermentazioni intestinali, facendo lievitare la pancia;
-saltare i pasti: anzi, non dovrebbero mai essere inferiori a 5/6 e sono indispensabili per garantire il giusto apporto energetico all'organismo e tenere sempre alto il metabolismo.

Staccatevi una volta per sempre da pigrizia e sedentarietà sono  nemiche giurate della linea e della salute: evitate di passare troppe ore consecutive seduti in ufficio davanti al computer, nonché vedere un film sdraiati a letto o sul divano; questi comportamenti contribuiscono sicuramente al rilassamento della pancia.

E ora gli esercizi da fare a casa con un ritmo di tre volte a settimana ( a digiuno):

Flessioni
-a terra, distesa sulla pancia, con le mani piegate a terra. Le braccia devono essere appena più larghe rispetto alla linea delle spalle.
-tendete le braccia ed espirando tiratevi su, mantenendo il busto e le gambe strette tra loro e allineate al corpo. Piegale lentamente fino ad arrivare a sfiorare il suolo con il petto.
Addominali
-a terra supine, con gambe allungate e strette tra di loro, le punte dei piedi proiettate in avanti e le braccia larghe appoggiate al pavimento.
-sollevate lentamente le gambe verso l'alto senza spostare il bacino da terra e ripeti il movimento su e giù fino a quando resistete.
Camminata
Per concludere, una bella camminata a passo veloce per 20 minuti.

Trattamento occhi con il tè verde

Le proprietà del tè non possono che stupirci. Nell'Ottocento l'infuso di tè verde era conosciuto tra le dame come innocua tintura per i capelli, mentre l'infuso di tè nero per alleviare il bruciore agli occhi (come consigliava la baronessa Staffe).


Nella tradizione cinese, un leggero infuso di tè verde è considerato il rimedio ideale per lavare gli occhi stanchi e renderli luminosi. Ecco come fare.

1) Versate qualche goccia di infuso tiepido su compresse di cotone idrofilo, quindi applicatele sulle palpebre per almeno 10 minuti, ma non più di mezz'ora.

2) Alternate compresse di tè caldo a compresse di tè freddo per un risultato più efficace.





lunedì 7 dicembre 2015

Pietre e cristalli, Zolfo nativo

L'alta percentuale di zolfo presente in alcune acque termali fasì che vengano consigliate per i disturbi respiratori come asma, riniti, sinusiti; forme reumatiche ed infiammazioni articolari ne risultano alleviate.


ZOLFO NATIVO
Caratteristiche: elemento; sistema rombico; aggregati granulari, incrostazioni e impregnazioni, o anche bei cristalli bipiramidali; colore giallo-citrino e giallo-bruno. Si carica di elettricità per sfregamento. Lo zolfo è conosciuto, fina dall'epoca più antica dello sviluppo della civiltà: Lo si è sempre trovato come minerale nativo in vicinanza di vulcani attivi o spenti.

Proprietà: dà vitalità al corpo
Disturbi: rafforza i polmoni; combatte i reumatismi e rafforza il sistema immunitario; è di aiuto nei disturbi dermatologici in generale
Associazione con i chakra: terzo


Herpes e oli essenziali

HERPES

In aree ristrette, ad esempio nell'herpes labiale, si possono applicare direttamente 2 gocce di essenza
pura: Albero del Tè, Garofano chiodi, Lavanda, Manuka, Niaouli, Ravensara.

In aree più ampie, ad esempio nel fuoco di S. Antonio, bisogna ricorrere a massaggi, impacchi
e bagni con almeno uno degli stessi oli citati sopra. Oltre alla crema base neutra i vettori oleosi
più indicati sono: Aloe vera, Armellina, Avocado, Enotera, Iperico, Mandorle dolci. Provare anche
a emulsionare gli oli essenziali nel fango del Mar Morto, oppure nell'argilla, in modo da realizzare
impiastri da applicare sulle zone affette.

Inalazione secca e diffusione ambientale: Albero del Tè, Bergamotto, Camomilla blu, Cisto, 15-
sopo, Limone, Ravensara .

Uso interno: Berqarnotto. Camomilla blu, Cisto, Limone, Melissa, Rosa, Salvia.

Sambuco, per acido urico, flusso del latte, depurativo, di un vino per l'artrite e di uno diuretico

Sambucus deriva dal greco sambyke, nome di una specie di flauto fabbricato con i rami cavi dell' arbusto: nigra per il colore dei frutti. È pianta comune di tutto il Mediterraneo, già nota nell' antichità per usi medicinali, tra i quali la preparazione dell'akté, descritto dal filosofo e naturalista greco Teofrasto. Secondo la leggenda, parte della croce di Cristo fu fatta col suo legno e ad un sambuco andò a impiccarsi Giuda. I Romani usarono le sue bacche come alimento e Apicio ne trasmise la ricetta. E solo più tardi che i suoi fiori diventano condimento e si fanno aromatizzanii dell'aceto e del vino ·moscatello. Col trascorrere dei secoli, il suo impiego cade però in disuso e resta limitato all' ambito contadino, tanto che oggi è difficile trovarlo nel tradizionale pan de mej, pane milanese che veniva confezionato il giorno di S. Giorgio, protettore dei lattai, perché andava mangiato dopo essere stato intinto in una scodella di panna.


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Caprifogliacee. Raggiunge altezze di tre o quattro metri e si incontra frequentemente nei boschi e nelle siepi di tutta Italia. La corteccia dell' albero è di colore grigiastro; le foglie opposte, a forma di penne composte da 5 o 7 foglioline ovali, appuntite e con i margini seghettati, sono di un bel verde intenso. I fiori, che sbocciano da aprile a maggio raccolti in larghi grappoli terminali, sono piccoli, bianchi, con gambo rossastro e hanno un caratteristico poco gradevole odore: essiccati i fiori, l'odore sgradevole si trasforma in lieve e piacevole aroma. In estate-autunno maturano i frutti, carnosi, di color nero violaceo o bianco verdastro. Si usano foglie, fiori, frutti e seconda corteccia. Foglie e fiori devono essere raccolti quando la fioritura non ha ancora raggiunto il suo culmine. I frutti e . la seconda corteccia si raccolgono in primavera. Per la conservazione si consiglia di suddividere i vari elementi in scatole di latta o barattoli di vetro ben distinti. Non racchiudere mai foglie o fiori o corteccia se non si è ben sicuri che l'essiccazione è perfetta, e riporre i recipienti in luogo asciutto. Tra i principi attivi che contiene il sambuco, i più importanti sono: olio essenziale, resina, acidi volatili, acido malico, acido tartarico e tannico. E efficace sudorifero, lassativo, diuretico e rinfrescante.

Utilizzo 

In cucina, il sambuco viene utilizzato per minestre, frittate, pasticcini, marmellate, gelatine e per aromatizzare aceto, vino e liquori. Molteplici gli usi nella medicina popolare.
Decotto contro l'acido urico: far bollire per due minuti in due litri d'acqua 150 g di seconda corteccia di sambuco. Filtrare il liquido e berne due bicchierini il giorno.
Il sambuco si è rivelato ottimo per aumentare il flusso latteo delle nutrici: in 2 dl d'acqua calda, mettere in infusione per un quarto d'ora 5 g di fiori di sambuco essiccati. Filtrare e bere subito fino a 3 tazze al giorno.
Vino medicinale per l'artrite: mettere a macerare per tre giorni in un litro di vino bianco 150 g di seconda corteccia di sambuco. Filtrare e berne 4 bicchierini al giorno.
Contro i foruncoli, applicare sulla parte malata ogni 2 ore un cataplasma di foglie fresche di sambuco, lavate e contuse.
Decotto depurativo: tritare 7 g di foglie fresche di sambuco e farle bollire per 10 minuti in mezzo litro d'acqua. Ogni mattina a digiuno bere mezza tazza di decotto addolcito con miele.
Vino diuretico: versare, in un litro di vino bianco di buona qualità, 200 g di seconda corteccia di sambuco e lasciare macerare per 48 ore. Filtrare e consumare dal secondo giorno. La dose giornaliera è di 1 d.
In caso di emorragia dal naso, ridurre in polvere alcune foglie secche di sambuco e aspirarle.
Infuso sudorifero: in una tazza d'acqua calda versare due cucchiaini di fiori di sambuco, filtrare spremendo e bere il liquido ben caldo e zuccherato.

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