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giovedì 11 febbraio 2016

Alimentazione errata e abuso di farmaci peggiorano la situazione delle intolleranze alimentari nei bambini

Importante per la costruzione della barriera filtrante intestinale e, quindi, per la protezione dallo sviluppo di intolleranze alimentari, è il tipo di alimentazione che viene seguita dallo svezzamento in poi. L'introduzione del latte vaccino (sia come tale, sia sottoforma di formaggi, yogurt ecc.) peggiora la permeabilità dell'intestino.

La caseina, infatti, di cui il latte vaccino è ricchissimo, è di difficile digestione per l'intestino umano ed ha la tendenza ad incollarsi alla mucosa intestinale, causandone l'infiammazione ad il peggioramento della permeabilità (intestino "colabrodo"); come se ciò non bastasse, gli stessi peptidi indigeriti di caseina, entrando nell'organismo attraverso l'intestino "colabrodo", si comportano da antigeni, innescando quel sovraccarico immunitario che è all'origine delle intolleranze alimentari e della predisposizione ad ammalarsi di tantissimi bambini.


L'assunzione di carne, altro alimento di cui si abusa, sin dall'inizio dello svezzamento, è anch'essa implicata nella formazione di intestino "colabrodo". I residui dell'alimentazione carnea favoriscono infatti la crescita della flora microbica putrefattiva che danneggia direttamente l'intestino, senza contare inoltre che, come accade per il latte, le macromolecole proteiche indigerite diventano esse stesse causa di intolleranze.

L'altro grande gruppo di alimenti, di cui purtroppo è ricca l'alimentazione dei nostri bambini, è quella degli zuccheri e dei carboidrati raffinati, a scapito invece di frutta, verdura e carboidrati integrali. Gli zuccheri favoriscono la crescita di microrganismi fermentativi, come la candida, tra i principali responsabili della formazione di intestino "colabrodo". A tutto ciò siaggiunge l'abuso di antibiotici cui sono esposti moltissimi bambini.

Gli antibiotici distruggono quelle poche colonie di lattobacilli e bifidobatteri che, nonostante l'allattamento artificiale e l'alimentazione errata, erano riuscite a popolare in modo benefico l'intestino. L'azione distruttiva degli antibiotici non lascia scampo: l'intestino diventa sempre più un "colabrodo" lasciando libero allo sviluppo di intolleranze alimentari.

mercoledì 10 febbraio 2016

Il sistema immunitario e le intolleranze alimentari

Per capire come mai le intolleranze alimentari possono essere all'origine della facilità ad ammalarsi dei nostri bambini, cerchiamo innanzitutto di comprendere cos'è un'intolleranza alimentare e quali fattori ne inducono la comparsa. Per intolleranza alimentare si intende un risposta infiammatoria, più o meno sintomatica, innescata da specifici elementi del sistema immunitario venuti a contatto con macromolecole alimentari, non completamente digerite, che sono riuscite ad attraversare la mucosa intestinale.


Il sistema immunitario identifica queste macromolecole come sostanze estranee e innesca, di conseguenza, una risposta difensiva di tipo infiammatorio che, giorno dopo giorno, si evidenzia nella comparsa di sintomi e rende l'organismo sempre più vulnerabile e propenso ad ammalarsi. La partita delle intolleranze alimentari si gioca, quindi prima di tutto, a livello intestinale. Le mucose dell'intestino sia nell'adulto che nel bambino, sono, o dovrebbero essere, ricoperte da un tappetino di miscorganismi amici; questo strato, se in ottime condizioni, è una vera e propria barriera fisica che rappresenta il primo muro difensivo in grado di proteggere dalle aggressioni microbiche e impedire il  passaggio di macromolecole e tossine.

Ma se questa barriera, anzichè essre costituita principalmente da microrganismi patogeni amici, è popolata da numerosi microrganismi patogeni nemici, ecco che si creano i presupposti per innescare il meccanismo delle intolleranze alimentari. Infatti in tali condizioni, il proliferare di microrganismi patogeni e/o opportunistici, come ad esempio la diffusissima candida, ma non solo, determina la formazione di perforazioni (varchi) nella mucosa intestinale, attraverso cui possono entrare nell'organismo tossine, antigeni, e macromolecole alimentari non completamente digerite.

Queste macromolecole vengono a contatto con gli elementi del sistema immunitario presenti sotto la mucosa intestinale, i quali rispondono "marcandole" come "nemici da combattere" ed innescando il processo infiammatorio che è all'origine delle intolleranze alimentari. Questa continua sollecitazione del sistema immunitario rappresenta un costante e continuo impegno che rende il sistema meno pronto ed efficace verso le aggressioni microbiche; si spiega così la maggiore predisposizione alle malattie micorbiche ad alle loro complicanze.

In definitiva, soffrire di intolleranze alimentari significa avere un intestino che non è in buone condizioni, con ripercussioni sull'intero stato di salute dell'individuo. Ma cosa innesca questo meccanismo soprattutto nei bambini? Lo vedremo domani con una analisi della loro mucosa intestinale.

venerdì 18 dicembre 2015

Estratto di semi di pompelmo per la salute dei bambini con intolleranze

Come abbiamo potuto capire, l'estratto di semi di pompelmo grazie alle sue proprietà, coadiuvato da specifici componenti naturali, rappresenta il fulcro di un approccio di grande utilità per il trattamento delle intolleranze alimentari in età pediatrica. Un approccio che, come abbiamo visto, affronta la problematica sia dalle sue cause, favorendo in particolar modo, la costruzione di quella barriera filtrante intestinale che è così importante per la salute presente e futura dei nostri bambini.


In commercio si possono reperire i singoli componenti e composti che  associano alcuni di essi o, meglio ancora, prodotti che li comprendono tutti (che è anche la soluzione più economica).

Prodotti costituiti da tre integratori alimentari differenziati (da somministrare al bambino rispettivamente al mattino, a mezzogiorno e alla sera, prima di ogni pasto) e da un'importantissima guida all'alimentazione che risolve, scritta con il preciso intento di far comprendere alle mamme l'importanza del corretto approccio dietetico ai fini di risolvere le intolleranze alimentari (e i disturbi ad esse collegati) e di costruire la salute a lungo termine.

I tre integratori, specifici per bambini, sono in gradevoli bustine solubili, in confezioni da 15 bustine ciascuna, e si possono reperire in un unico kit. Se ne consiglia l'uso per un periodo continuativo di almeno 4 mesi. Risolvere le intolleranze alimentari significa non solo porre fine alle sintomatologie  che affliggono i nostri bambini ma, soprattutto, gettare finalmente le basi per costruire la loro salute di oggi e di domani.

giovedì 17 dicembre 2015

Intolleranze alimentari nei bambini: quattro mosse per arrivare alla soluzione

Una volta comprese quali sono le cause che portano sempre più bambini a soffrire di intolleranze alimentari, e quali possono essere le conseguenze per la salute, è possibile delineare un approccio per aiutare concretamente i bambini ad uscire da questo circolo vizioso e costruire la loro salute. Tale approccio si basa su quattro precisi interventi, ad attuare in contemporanea. Vediamo quali.


1) Ripristinare l'integrità della barriera intestinale: risultati straordinari sono garantiti dall'associazione di Estratto di semi di pompelmo (GSE), Agar Agar e Centella. Il GSE esercita sulla mucosa danneggiata un'attività protettiva e riparatrice, favorendo la guarigione dell'intestino "colabrodo". L'Agar Agar, ricchissimo di mucillagini, ha spiccate proprietà antinfiammatorie e lenitive sulla mucosa. Completa l'opera la Centella, la cui attività cicatrizzante cosituisce una garanzia in più alraggiungimento dell'obiettivo

2) Ottimizzare il terreno intestinale e migliorare il metabolismo: di fondamentale importanza l'apporto del GSE, noto pulitore selettivo intestinale (agisce contro i patogeni che aggrediscono la mucosa intestinale senza intaccare la microflora fisiologica), Maltodestrine fermentate ( enzimi digestivi) e di Curcuma, nota per le proprietà antimicrobiche e digestive

3) Favorire il drenaggio delle tossine e migliorare la funzionalità degli organi a ciò preposti: ciò si realizza associando il Cardo mariano, la Curcuma, efficaci epatorpotettori ed epatodepuratori (la Curcuma esplica inoltre un'importante attività antinfiammatoria sistemica), e la Solidagine, favorente la depurazione renale.

4) Evitare le categorie di alimenti che alterano la permeabilità intestinale, favorire ed il giusto apporto di nutrienti: ciò si realizza eliminando innanzitutto cibi quali latte e derivati, carne e zuccheri, responsabili di innescare la problematica, e privilegiando invece alimenti benefici per la salute dell'intestino e dell'intero organismo. In particolare si consiglia di alimentare il bambino con: a) frutta e ortaggi di stagione biologici; b) proteine vegetali (legumi, se tollerati, tofu, tempeth); c) cereali integrali (riso, mais, kamut, farro, etc., senza eccedere con i cereali contenenti glutine) e pseudocereali (quinoa, amaranto, grano saraceno, miglio); d) semi oleaginosi (madorle, noci, semi di lino), preziose fonti di acidi grassi polinsaturi. Per quanto riguarda il pesce, il consiglio è di somministrarlo non più di 2 volte a settimana, scegliendo sempre pesce di piccola taglia, per evitare la contaminzione da mercurio, e di mare aperto, per non assumere, indirettamente, tutti gli antibiotici che vengono somministrati ai pesci d'allevamento

martedì 8 dicembre 2015

Poche semplici mosse per avere la pancia piatta

Avere una pancia perfettamente piatta è uno dei tanti desideri di noi donne. Un addome piatto, tonico in cui non vengano messi in mostra quei maledetti rotolini che sgusciano fuori da ogni contenimento. 
Per ottenere una pancia piatta non servono chissà quali sacrifici, è necessario adottare delle semplici e sane abitudini da perseguire con costanza, tutto qui.

Basta riuscire ad equilibrare l'alimentazione e l'attività fisica e su questo credo che ci troviamo tutti d'accordo. Inutile fare orecchie da mercante, una dieta studiata appositamente per il dimagrimento potrebbe non bastare per eliminare pancia e gonfiori addominali causati, spesso, da errori alimentari, soprattutto per quanto riguarda l'abbinamento dei cibi (come carni e formaggi, frutta a fine pasto ecc.) o l’eventuale presenza di intolleranze a determinati alimenti (soprattutto lieviti, latte e derivati e grano). E ricordate tensioni e stress fanno diventare la pancia come un palloncino.

Per la mission pancia piatta bisogna agire cosi:
- verificare con un test le eventuali intolleranze alimentari. Il gonfiore può essere dovuto proprio a un alimento che viene consumato quotidianamente, e di cui si prova spesso anche desiderio;
- più pasti al giorno e senza fretta sono la soluzione migliore per non affaticare l'intestino e digerire bene;
- tentare, nei limiti del possibile, di evitare o ridurre le situazioni stressanti, cercando di avere rispetto per il proprio corpo e la propria mente;
- fare attività aerobica, un dovere necessario per supportare il processo di dimagrimento e rendere l'addome piatto.

Cosa non fare: -bere  bevande alcoliche e gassate;
-assumere molta acqua mangiando (affatica la digestione e gonfia l’addome, meglio berla lontano dai pasti);
-consumare frutta a fine pasto;
-combinare cibi sbagliati come carne con formaggi, legumi o pomodori;
-abboffarsi a cena di carboidrati, formaggi o legumi, che provocano fermentazioni intestinali, facendo lievitare la pancia;
-saltare i pasti: anzi, non dovrebbero mai essere inferiori a 5/6 e sono indispensabili per garantire il giusto apporto energetico all'organismo e tenere sempre alto il metabolismo.

Staccatevi una volta per sempre da pigrizia e sedentarietà sono  nemiche giurate della linea e della salute: evitate di passare troppe ore consecutive seduti in ufficio davanti al computer, nonché vedere un film sdraiati a letto o sul divano; questi comportamenti contribuiscono sicuramente al rilassamento della pancia.

E ora gli esercizi da fare a casa con un ritmo di tre volte a settimana ( a digiuno):

Flessioni
-a terra, distesa sulla pancia, con le mani piegate a terra. Le braccia devono essere appena più larghe rispetto alla linea delle spalle.
-tendete le braccia ed espirando tiratevi su, mantenendo il busto e le gambe strette tra loro e allineate al corpo. Piegale lentamente fino ad arrivare a sfiorare il suolo con il petto.
Addominali
-a terra supine, con gambe allungate e strette tra di loro, le punte dei piedi proiettate in avanti e le braccia larghe appoggiate al pavimento.
-sollevate lentamente le gambe verso l'alto senza spostare il bacino da terra e ripeti il movimento su e giù fino a quando resistete.
Camminata
Per concludere, una bella camminata a passo veloce per 20 minuti.

venerdì 16 ottobre 2015

Pancia piatta? Occhio alle intolleranze alimentari, l'intestino colabrodo e la disbiosi

Quando la flora batterica buona scarseggia, sono i microrganismi patogeni ad approfittarne aggredendo la mucosa intestinale. L'integrità della mucosa è necessaria all'assorbimento corretto dei nutrienti e fa sì che siano selezionate le sostanze utili da quelle dannose che vengono eliminate con le feci. Se la mucosa intestinale non è integra si creano dei "varchi" fra le cellule e la mucosa diventa permeabile alle macromolecole indigerite e alle sostanze di scarto che altrimenti sarebbero state respinte: l'intestino diventa un "colabrodo". 

Alimenti indigeriti e tossine fanno il loro indesiderato ingresso nell'organismo  causando stress nella risposta immunitaria, infiammazione e accumulo di tossine: questo è il terreno su cui si sviluppano le intolleranze alimentari. Tale situazione fa sì che il nostro sistema immunitario identifichi le macromolecole indigerite passate attraverso la mucosa danneggiata come nemiche, attivando così una risposta difensiva. Si liberano così una gran quantità di mediatori chimici e di cellule immunitarie (linfociti) che innescano una reazione di tipo infiammatorio. All'inizio però questa aggressione da parte delle macromolecole alimentari non viene riconosciuta dal nostro sistema immunitario come un pericolo immediato e rimane a lungo silente. 

Questo spiega perchè le intolleranze alimentari si sviluppano verso alimenti assunti più frequentemente e che non hanno mai dato problemi. Ad un certo punto però, superato un certo limite, l'intestino non tollera più nulla e produce gas, flatulenza, meteorismo..... In questa fase l'intestino non riesce più a regolare il riassorbimento del gas che produce, non solo, ma la sofferenza si trasla anche ad altri organi, come fegato e reni, deputati alla depurazione dell'organismo. Scoprire qua li siano gli alimenti che causano lo stato di intolleranza può sembrare la risoluzione del problema, ma in realtà il vero problema è la disbiosi

Quattro sono le mosse da fare per la risoluzione del problema: 1) ripristinare l'integrità della barriera intestinale; 2) "ottimizzare" il terreno intestinale e migliorare il metabolismo; 3) favorire il drenaggio delle tossine e migliorare la funzionalità degli organi a ciò preposti; 4) evitare le categorie di alimenti che alterano la permeabilità intestinale, favorire l'eubiosi ed il giusto apporto di nutrienti. 
Vedremo domani quali sono i principi naturali e gli alimenti salutari.


giovedì 6 agosto 2015

Fermenti lattici probiotici, la loro azione


Come accennato ieri, è importante sapere che i "batteri amici" intestinali interagiscono con il sitema immunitario localizzato nella mucosa, favorendone l'efficienza e l'equilibrio. La salute del sistema immunitario locale influenza la funzionalità del sistema di difesa dell'intero organismo: ecco spiegato perchè l'alterazione della flora batterica dell'intestino può portare non solo a infezioni intestinali, diarrea, ma anche raffreddori, otiti, probelmatiche che spesso, erroneamente, non sono messe in relazione con la salute intestinale.

E' quinid evidente l'importanza di assumere fermenti lattici probiotici (durante la malattia, in convalescenza o, a cicli, per la prevenzione): essi, infatti, oltre a favorire il riequilibrio del sistema immunitario, riordinano la flora batterica, ostacolando lo sviluppo di molti microrganismi dannosi, prevengono infezioni e ricostituiscono il riequilibrio dopo eventuali assunzioni obbligate di antibiotici. 

Non solo, ma aiutano la scomposizione degli alimenti favorendo l'assorbimento delle proteine, dei carboidrati e dei grassi, prevenendo le intolleranze alimentari e tutte le problematiche di un processo digestivo non corretto (alitosi, diarrea, stipsi, meteorismo, dolori addominali); inoltre, favoriscono la sintesi di vitamine e di fattori di crescita utili per lo svilippo del bambino, prevengono intossicazioni alimentari. E un ruolo di primaria importanza va dato anche alla azione di prevenzione delle allergie. Ecco quindi che si forma una linea di difesa indispensabile per la salute dell'intero organismo.


venerdì 26 dicembre 2014

Intolleranze: sintomi tipici nei bambini

Come già evidenziato, i sintomi con cui si manifestano le intolleranze alimentari nei bambini possono essere tra i più vari. Oltre ad una maggiore tendenza ad ammalarsi, i sintomi possono coinvolgere l'intestino (pancia gonfia, diarrea e stitichezza), ma anche l'apparato respiratorio (bronchiti, otiti, tonsilliti ricorrenti...), la cute (dermatiti, eczemi), persino il sistema nervoso (irritabilità, disturbi del sonno, scarsa attenzione a scuola..).

Ciò che si evidenzia è che, se nella primissima infanzia i bambini con intolleranze tendono a manifestare un sintomo prevalente (alcuni bambini soffrono più di didisturbi intestinali, altri respiratori, altri cutanei..), crescendo le problematiche possono diventare più complese, evidenziando l'aggravarsi della situazione.


Le intolleranze alimentari rappresentano quindi una sorta di "campanello d'allarme"; se la problematica non viene risolta, le conseguenze tenderanno ad essere necessariamente più serie. Possiamo scoprire con un test quale probabilità nostro figlio/figlia ha di soffrire di intolleranze alimentari. Con il test che segue potete determinare il punteggio sommando le cifre a destra di ogni risposta.
Probabilità BASSA ( meno di 10 punti)
Probabilità MEDIA (fra 11 e 20 punti)
Probabilità ALTA (fra 21 e 40 punti)
Probabilità MOLTO ALTA (oltre 41 punti)

1) Tipologia di parto
-naturale 0
-cesareo 4
2) Allattamento al seno
-breve (meno di due mesi) 2
-da 2 a 4 mesi 0
-oltre 6 mesi -3
-no 5
3) Assunzione di latte vaccino e derivati (formaggi, yogurt ecc., anche tramite latti ricostituiti per infanzia)
-prima dei 6 mesi 10
-prima dell'anno 8
-dopo l'anno 5
-non ne assume -5
4) Assunzione di carne (rossa o bianca), prosciutto ecc.
-2 volte al giorno 10
-1 volta al giorno 8
-2-3 volte a settimana 6
-meno di una volta a settimana 4
-no 0
5) Terapie antibiotiche ripetute
-sì più di 2 all'anno 5
-sì più di 4 all'anno 0
6) Terapie cortisoniche prolungate
-sì 5
-no 0
7) Episodi di gastroenterite infantile
-sì 4
-no 0
8) Problemi intestinali
-stitichezza 4
-frequenti episodi di diarrea 6
-meteorismo 4
-vermi intestinali 10
9) Infiammazioni o infezioni ricorrenti
-dermatiti 10
-otiti, tonsilliti, bronchiti ricorrenti 10
-pruriti frequenti& 10
-febbricola persistente 10
-nessuno 0
10) Altri sintomi
iper-attività 5
dsturbi del sonno 5
scarsa attenzione 5
11) Altre abitudini alimentari 
-dieta varia (frutta, verdura, cereali integrali) -10
-dieta ripetitiva 5
-irregolarità negli orari dei pasti 5
-alimentazione ricca di prodotti confezionati 15
-dieta con assunzione quotidiana di farine bianche e derivati 10



lunedì 22 dicembre 2014

Il bambino si ammala spesso? Attenzione alle intolleranze alimentari - prima parte

E' noto che i bambini, a causa del loro sistema immunitario in formazione (che sta  cercando di "imparare" a riconoscere i suoi "nemici", soprattutto virus e batteri), tendono ad ammalarsi spesso; si tratta di una specie di "palestra" attraverso la quale il sistema immunitario apprende come reagire nel caso riceva un attacco davirus, bateri e antigeni.

In condizioni di buona salute generale, queste aggressioni si risolvono nel giro di  due o tre giorni al massimo, cioè il tempo necessario per un'efficace e pronta risposta immunitaria. Il problema sorge, invece, nel caso  incui i bambini, in seguito ad una semplice infezione virale, sviluppino delle complicanze. Facciamo un esempio.


L. ha 5 anni ed ha avuto la sua prima febbre a 14 mesi. La febbre, oscillante tra i 38 e i 39 grazi , è durata 8 giorni, risolvendosi al secondo giorno di assunzione di antibiotico poichè L. ha svilupppato brinchite e otite. Successivamente, nello stesso anno, L. ha avuto altri 3 episodi di otite e 2 bronchiti, risolte sempre con l'antibiotico; da allora L. si ammala almeno una volta al mese. La mamma è molto preoccupaa perchè teme che al minimo attacco influenzale, L. non sarà in grado di sconfiggerlo ed avrà complicazioni tali da dover ricorrere nuovamente all'antibiotico.

Casi come quello di L. sono molto frequenti, ma non sono e non dovrebbero essere la normalità; in realtà, sono l'espressione di un disequilibrio immunitario e di una profonda infiammazione cronica che impedisce al bambino di rispondere con prontezza all'infezione in atto. La causa nascosta (e spesso sottovalutata) di questa predisposizione alle malattie può essere un'intolleranza alimentare. Domani vedremo precisamente cosa è l'intolleranza alimentare.

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