Simply

mercoledì 4 maggio 2016

Lavativo, lecchino, l'è maghera, lerfia, le su cose

Lavativo, lecchino, l'è maghera, lerfia, ha le su cose. I primi due modi di dire li avrete già sentiti o usati per gli altri non vi resta che leggere e poi riciclarli al momento opportuno


LAVATIVO: non sempre è una purga salutare, ma in senso metaforico è un cattivo affare. "m'ha dato una lavativo" dice chi è stato truffato; e naturalmente s'ingenga di contraccambiare alla prima occasione. Da qui l'altro modo di dire, sempre rimanendo in chiave intestinale metaforica, "Lavativo preso e reso", usato anche quando si ricambia una visita poco gradita o una pseudo cortesia.

LECCHINO: sciocco, lezioso. Lo dicono a Pisa e in Lucchesia. Termine dialettale conosciutissimo, se non altro per quel famoso sonetto di renato Fucini in cui Nèri e Cecco si scambiano le impressioni, disastrose, sulla Divina Commedia. E' intitolato "Dante", e finisce così:

O che 'un s'è messo a dì, questo lecchìno
che Pisa è 'r vitueprio della gente!


L'E' MAGHERA: esclamazione fiorentina che alla lettera significa: "E' magra!". Si usa per definire una cosa misera o un affare che non offre utili. "Quest'anno l'è maghera con le pesche", cioè un'annata poco propizia alle pesche

LERFIA: è la bocca scontenta, a Pisa e a Lucca, e anche la donna dall'espressione "di traverso", "a bucoscontento". A Livorno LERFIE sono le labbra, specialmente quelle piuttosto grosse

LE SU COSE: le mestruazioni. "Ha le su cose". Però si  dice anche, scherzosamente, di chi è di cattivo umore, uomo o donna


La Puya Chilensis, terrore delle pecore

La Puya Chilensis, terrore delle pecore e dei pastori. Una pianta interessante ma altrettanto pericolosa e molto temuta dagli allevatori a causa delle sue temibili spine. Scopriamola insieme.


Avreste mai pensato che una pianta non carnivora potesse essere il terrore delle greggi di pecore? Eppure esiste, si chiama Puya chilensis, di origine sudamericana che può raggiungere i 3 metri di altezza. Attualmente un esemplare di questa pianta si trova in una serra britannica e viene amorevolmente nutrita con fertilizzante, ma se potesse dire la sua sceglierebbe un'innocua pecorella inglese.


Eppure non è una pianta carnivora,  appartiene alla famiglia delle Bromeliacee, parente dell'ananas. Ma a differenza dei cactus, che utilizzano le proprie punte a scopo difensivo, la Puya chilensis le usa per attaccare animali lanosi da pascolo, come le pecore.

I poveri ovini feriti dalle propaggini aguzze di questa pianta, rimangono poi nei paraggi e finiscono per morire di fame. A questo punto il terreno su cui si trova la Puya, lentamente, inizia ad arricchirsi dei prodotti della decomposizione dell'animale, facendo incetta di nutrienti. Per la pianta, una vera manna.

Nelle Ande cilene, dove sono diffusi, questi vegetali si nutrono così. Alla Royal Horticultural Society (RHS) di Wisley (UK) dove la Puya è stata seminata, la pianta viene nutrita con fertilizzanti liquidi. Rispettare la sua dieta naturale potrebbe costituire un problema.

Il cavolo cinese contro cistite e stipsi

Il cavolo cinese contro cistite e stipsi è un toccasana. Le sue proprietà antinfiammatorie, il contenuto di fibre, vitamine e sali minerali ne fanno un alimento che vale la pena introdurre sulle nostre tavole. 


Recentemente è arrivato nei nostri mercati il Cavolo Cinese, o Pak Choi, usato moltissimo sia nella cucina cinese che in quella giapponese. Il sapore delle sue foglie è simile a quello del cavolo nostrano mentre gli steli hanno uno consistenza succosa e un sapore dolce e rinfrescante, leggermente amarognolo. In Cina viene ancor oggi considerato un ottimo rimedio per la febbre, le infiammazioni e il mal di gola.


Le sue proprietà sono davvero molte: favorisce una buona peristalsi perché ricco di fibra, soprattutto a crudo, in insalata. Contiene calcio e precursori di vitamina A che lo rendono un ortaggio da privilegiare in gravidanza, in questo caso cotto al vapore. Alto anche il contenuto di potassio e di glucosinolato, inibitore delle cellule tumorali. Oltre ad usarlo nella preparazione di svariati piatti in Cina si usa sbollentarne le foglie e lasciarle seccare. Così possono essere consumate per tutto l'inverno come integratore di minerali.

Provate ad aggiungerlo alle insalate che vi preparate di solito affettandolo finemente: contribuirà ad essere un contorno fresco e rimineralizzante e ripulisce l'intestino, contrastando naturalmente la stitichezza.

Se volete un buon tonico per la pelle grassa potete ottenere un frullato da un'infusione raffreddata di foglie di menta, timo, prezzemolo e salvia, con due fusti di cavolo cinese, foglie incluse, sei cucchiai di acqua di amamelide e un cucchiaio di succo di limone: una volta filtrato, il tonico si applica sera e mattina su fronte, naso e mento, dove c’è una maggiore concentrazione di sebo. Si conserva in frigo, in un flacone di vetro scuro.

I Rimedi naturali alla vitiligine

I Rimedi naturali alla vitiligine ci sono, e, se anche non risolvono il problema possono essere di grande aiuto per chi soffre di questa malattia. Oggi ci proponiamo di elencarli e spiegarli, sperando che possano essere utili a molti. 


La vitiligine è una malattia delle pelle caratterizzata dalla comparsa di chiazze non pigmentate, cioè di zone in cui manca del tutto la colorazione dovuta alla melanina. Queste macchie possono comparire in qualsiasi zona del corpo, ma sono molto più comuni sul viso e sulle mani.Attualmente non esiste una cura contro questa malattia, ma è possibile limitare in qualche modo la comparsa di queste macchie. La natura offre diversi rimedi in proposito che è bene tenere presenti e se possibile approfondire.




Alimentazione: siamo quello che mangiamo, perciò uno stile alimentare sano è alla base adella salute anche della pelle. E' bene in questo caso specifico evitare qualsivoglia prodotto chimico e orentarsi su alimenti biodinamici e biologici.

 Olio essenziale di pepe nero: avevo parlato dell'olio essenziale di pepe nero qualche tempo fa. Nel caso della vitiligine si può procedere così: riscaldare per cinque minuti una tazza di olio di oliva con dei granelli di pepe nero tritato. Una volta fatto raffreddare, il composto verrà filtrato e posto in un contenitore di vetro. Applicare la miscela sulla pelle tutti i giorni.

Estratto di curcuma ed olio di senape: sono note le proprietà della curcuma che inquesto caso dovrà essere miscelata all'olio di senape.  Bisognerà far sciogliere l’estratto di curcuma (500 mg) in 8 litri d’acqua. Anche in questo caso, dopo aver portato ad ebollizione, bisognerà filtrare il composto al quale verranno aggiunti 500 ml di olio di senape. Applicare sulla pelle 2 volte al giorno.

Crema di semi di ravanello con aceto di mele: applicare una crema di semi di ravanello con aceto di mele. Mischiare gli ingredienti e spalmare la crema nelle zone interessate più volte al giorno.

Foglie di basilico e succo di lime: creare un composto con foglie di basilico e succo di lime, da applicare almeno tre volte al giorno, si otterrà un grande rimedio naturale per curare la vitiligine.

Composto con Argilla Rossa e zenzero: l’argilla rossa è ricca di rame ed aiuta la ri-pigmentazione. Mescolandola insieme al succo di zenzero e spalmandola sulla cute almeno una volta al giorno, si otterrà un rimedio naturale contro la vitiligine incredibilmente potente.

Gingko Biloba: sembra che il Gingko Biloba sia in grado di promuovere la ripigmentazione.

martedì 3 maggio 2016

Lascivo, la si rigiri, lassa fa perse la moglie, latta, lausdeo

Lascivo, la si rigiri l'ha perso i'fiocco, lassa fa' perse la moglie...altri divertenti e allusivi detti toscani tutti da scoprire


LASCIVO: in dialetto si può essere lascivi senza essere impudichi: infatti è un modo di dire usato per corrivo, uno che lascia correre, e anche generoso.

LA SI RIGIRI, L'HA PERSO I' FIOCCO: espressione canzonatoria paesana che i giovanotti gridano qualche volta dietro alle ragazze che passano eleganti e sculettanti

LASSA FA' PERSE LA MOGLIE: modi di dire pisano adatto a chi ha troppa indulgenza

Capannori

LA TOPA DI CAPANNORI: era l'orologio del campanile di Capannori, paese a sette chilometri da Lucca, che aveva il quadrante con un'allusiva forma ovale. E' un vecchio detto del quale si ha testimonianza anche nell'epistolario di Giacomo Puccini. Ora l'orologio è rotondo, castigatamente derattizzato

LATTA: è una manata sul cappello. Ha come derivato "LATTONE" e può considerarsi sinonimo di ZUPPA



LAUSDEO: esclamazione soddisfatta, finalmente!


Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.