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venerdì 12 febbraio 2016

Ber mi tato, bevareccia, biancone, bica, bietta

BèR MI TATO: frase di tono ironico- canzonatorio molto frequente a Livorno. Tato è notoriamente una voce del linguaggio infantile per indicare un amico, un parente o una persona di conoscenza.

BEVARéCCIA: a Siena è l'accordo segreto fra Contrade nell'imminenza della corsa del Palio. Da non confondersi, sempre a Siena, con BEVERECCIA, che è invece la mancia che si dà a qualcuno perchè beva alla nostra salute

BIANCONE: così è comunemente chiamato a Firenze il Nettuno di marmo bianco, la grossa statua dell'Ammannati, che sovrasta la fontana di Piazza dell Signoria. Non si può dire se lìepiteto sia più affettuoso o più ironico. "Ammannato, Ammannato, cje bel marmo hai rovinato" commentarono i fiorentini quando l'opera fu compiuta

BICA: definizione sarcastica per una persona grassa e di bassa statura. E' chiara la similitudine con la bica di grano, o grande mucchio di covoni ammassati nell'aia dei contadini per la battitura. "Se tu séguiti a mangiare tanta pastasciutta tu doventi un bica". Per estensione significa, ma scherzosamente, anche grande quantità: "Una bica di pastasciutta", cioè un piatto ricolmo. Anche BIGùTTA.

BIéTTA: mento smisurato, o soltanto pronunciato. Il fiorentino si diverte sempre a esagerare

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