"Callide" come solo il ladro di Baghdad sa esserlo, e veloci
come l'Uccello Roq, siamo entrate appunto da Hungry Years, birreria vecchio
stile con tavoli in legno e panche, specchi liberty e pubblicità anni '20. Il titolare, un uomo di mezza età, alto, asciutto e sorridente, ci ha accolto
con entusiasmo (Bravo! Sai stare al pubblico!) e ci ha fatto accomodare presso
un tavolo seminascosto in un angolo (consapevole, forse, che io e Dona avevamo
intenzione di ciacolare in santa pace). Perspicace Businessman!
Per i
menù ha mandato il suo secondo, un ragazzino che non saprei definire
esattamente, ma di cui ho notato gli occhietti piccoli, ravvicinati e furbi, ma
ahimè poco intelligenti. Abbiamo affondato i nostri visi nei menù e di tutte le
allettanti proposte, fra cui un invitante stinco di maiale, e svariati primi
piatti, la mia curiosità, e forse influenzata dallo stile british del locale, è
caduta su un cheeseburger che mi ha fatto ricordare gli antichi fasti di un
soggiorno in Scozia ad Edimburgo e uno a Londra (beati tempi.....). Così
entrambe abbiamo preso il cheeseburger con crauti, patatine e birra consigliata
personalmente dal nostro Businessman: per me un Rossa doppio malto, per Dona
una Bionda triplo.....come se prima da Baffino avessimo scherzato!
(...quisquilie....)
Mentre aspettavamo la nostra ordinazione, i nostri sguardi hanno percorso la
birreria, iperscrutando i presenti: interessante clientela. Dai giovani
studenti in libera uscita (stile febbre del Sabato sera) intenti a scambiarsi
sms, foto, link con gli inseparabili iphones, a coppie più mature e rilassate
in meditazione degustativa di birre o vino, alle conventicole di amici pronti a
"ruzzare fino a ora presta" (così sentii esordire un ragazzo nella
famosa pasticceria "Salza" a Pisa in un lontano giorno della mia vita
goliardica).
Con Dona stavamo parlando proprio di buttar giù un programmino ludico-culturale
e, nella nostra bozza, erano inclusi anche il cinema, da noi disertato lo
scorso anno, cene a casa di Dona con mio accurato programma di assaggio dolci
(quelli prodotti da me medesima ovviamente), forse cinema d'essai, e tours
enogastronomici per le sagre d'autunno.
Ecco i cheeseburger, i crauti e le patatine....FAME! FAME! FAME! (ricordiamo
l'effetto idraulico liquido del cocktail Martini). Mmmm che bontà; io mi sono
sentita trasportata a Camden Town, Dona invece non so perchè, l'ho vista
sparata all'Oktober Fest.... Pancia mia fatti capanna: "Mascelle
all'attaccoooo! Denti, caricaaaa! Stomaco mio placati!
Fra un morso e l'altro tentavo di convincere Dona a vedere qualche fantastico film
gothic horror, mentre lei rimaneva al palo con i thriller, poi abbiamo trovato
un compromesso: ok a vampirelli e lupi mannari e via con qualche action movie
(e questa è la fase uno), in seguito qualcosa di più cerebrale.
Il mio stomaco però non era ancora soddisfatto, che poteva mancare se non un
dolcetto? Conditio sine qua non per concludere la serata? Non ho avuto dubbi:
un Creme Caramel faceva al caso mio (fatto in casa naturalmente). Su di me il
dolce fa lo stesso effetto che su Baffino aveva fatto la richiesta del cocktail
Martini: mi fa dilatare le pupille e mi fa fare le fusa, produco endorfine, il
tutto con l'IMPRIMATUR del cervello. Eccoloooo!
Chiedo a Dona se ne vuole assaggiare un po', ha un aspetto magnifico, ma nulla,
i dolci che Dona assaggia sono quelli che impasto io (meno male che la mia
produzione è discreta). OK, a noi caramello!
"Santo cielo Silvia, ma l'hai ingoiato intero?"
"Ma cosa dici Dona!"
"Ti rendi conto della nanovelocità con cui l'hai mangiato?"
(nanovelocità?)
"Certo che no, l'ho gustato al massimo"
"A volte mi spaventi, te e i tuoi dolci!"
"Sì, la pasticceria, l'arte culinaria per eccellenza...."
Ci siamo avviate alla cassa dal Businessman, mentre Dona ancora rifletteva su
come avessi potuto "sbranare" quel povero creme caramel senza alcun
ritegno, quando improvvisamente, mi tira per un gomito, indicandomi una foto
attaccata vicino alla cassa. Ora era lei ad avere le pupille dilatate. La foto
ritraeva un bel moro dai capelli lunghi e ricci, con fisico mozzafiato (del
resto era in costume da bagno) seduto sul bordo di una piscina. Allarme rosso!
Allarme rosso! Sindrome cinese! Dona non si spiccicava dalla foto, nonostante
le avessi rifilato un calcetto sulla tibia, anche perchè Businessman la
guardava con grande soddisfazione: sì, quella paterna, dato che la foto ritraeva
suo figlio (orgoglio di padre). Altra figura tapina che abbiamo fatto anche
questa volta.
Non paga, Dona prende informazioni, e viene a sapere che il "Divino
Achille" spesso si materializza in birreria e che suona in un gruppo non
ben identificato....Oddio, prevedo altro giro da Businessman!
Con lo stesso garbo usato a Baffino abbiamo salutato e con la pancia piena e
gli occhi pieni della divina visione, siamo tornate a casa.