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giovedì 4 febbraio 2016

Lanciamo un S.O.S., un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

C'è chi non ha problemi ad ammettere di aver bisogno d'aiuto, mentre qualcuno altro si sente inadeguato o in colpa, oppure è troppo orgoglioso, timido o imbarazzato per farlo. Per chi ha un'alta opinione di sè è difficile lanciare al mondo una richiesta di soccorso; altri hanno paura di essere inopportuni o di fare brutte figure. Impariamo a lanciare un S.O.S a nome di tutti loro.


  • Questa settimana dovremo allenarci a chiedere aiuto a nome di qualcuno che non vuole o non può farlo. Le nostre guide spirituali ci spronano a impegnarci per ottenere ciò che desideriamo e, incoraggiati dalla loro presenza, alcuni di noi riescono ad arrivare al traguardo. Ma tutti gli altri?
  • Quante volte vediamo qualcuno in difficoltà, e non facciamo niente per aiutarlo perchè pensiamo che non siano affari nostri? Un anziano costretto a viaggiare in piedi sull'autobus perchè un ragazzo ha occupato l'ultimo posto libero; un asignora che non riesce a sistemare la spesa nelle buste perchè deve badare a un bimbo piccolo mentre la cassiera indifferente chiacchiera con la collega
  • Siamo abituati a credere  che i problemi degli altri non di riguardino e che intervenire significa essere inopportuni. In questi giorni proviamo a chiederci come ci sentiremmo se le nostre guide spirituali ingnorassero le nostre richieste d'aiuto e non si preoccupassero per noi: apprezzeremmo la loro discrezione o avremmo una gran paura?
  • A volte c'è un confine molto labile tra il compiere un'azione che rientra nel nostro dovere e lo spingerci oltre, interferendo senza motivo nella vita di qualcun altro. Dobbiamo imparare a capire la differenza, rispettando sempre il nostro ruolo
  • Quando ci vedono indifferenti al dolore altrui, quando preferiamo girarci dall'altra parte e non invocare aiuto per chi non ha voce per farlo, le nostre guide spirituali si rattristano. In quei momenti tradiamo loro e la nostra anima
  • Nei prossimi giorni impegniamoci a lanciare un S.O.S. a nome di tutti coloro che non possono farlo: siamo la voce di chi non può parlare, la forza di chi è troppo debole e troppo stanco per agire. Aiutiamo le nostre guide spirituali ad aiutare chi ha bisogno di loro

mercoledì 14 maggio 2014

Bianco, il colore scelto e il colore rifiutato | Cristalloterapia

Contiene tutti i colori dello spettro della luce e, come il nero, simboleggia un confine: quello iniziale della vita. E' abbinato al settimo chakra. I cristalli bianchi esprimono speranza nel futuro e in ciò che di imprevisto può riservare, fiducia negli altri e nel mondo, desiderio di purezza e di sentimenti nobili, voglia di girare pagina, di iniziare una nuova vita che contiene tutte le possibilità; esprimono una certa tendenza al fatalismo; stimolano la fantasia, la creatività e l'immaginazione aiutando a vedere la realtà con il filtro della sensibilità e dell'intuizione.


Chi sceglie il bianco: desidera cambiare la propria vita e impostarne una nuova oppure desidera apportare nella vita quotidiana un ventaglio di nuove possibilità, tutti i colori dello spettro appunto, per rinnovarla in modo sostanziale; ha fiducia in ciò che riserva il futuro e si aspetta cose belle dal mondo, di conseguenza può peccare di ingenuità.

Chi rifiuta il bianco: non sifida molto degli altri e ritiene che il futuro vada sì scritto, ma tenendo ben salda in mano la penna, senza lasciare nulla al caso; non desidera cambiare vita e nemmeno modificare quella che conduce; prosegue lungo la via che ha fin qui persorso senza lasciare spazio all'immaginazione e alla sensibilità

martedì 13 maggio 2014

Nero, il colore scelto e il colore rifiutato | Cristalloterapia

E' la negazione del colore per antonomasia e simboleggia, come il colore bianco, un confine netto: il confine che segna la fine della vita. I cristalli neri esprimono negazione: negazione del futuro con conseguenti ribellioni, aggressività, drasticità. Conferiscono abnegazione, senso del sacrificio, tenacia, pessimismo, determinazione nel perseguire le proprie mete, esclusione del sentimento, razionalità a volte un po' disumana.


Chi sceglie il nero: ritiene al tempo stesso che il futuro gli riservi poche opportunità positive e che il mondo in cui vive sia il responsabile diciò; ne deriva un atteggiamento in apparenza rinunciatario che può celare rancori profondi ed esplodere in ribellioni violente; può anche trattarsi di una persona disposta a rinunciare a tutto per realizzare i suoi desideri più profondi.

Chi rifiuta il nero: esprime il desiderio di non farsi controllare dagli altri, di non subire nulla, di non dover rinunciare a nulla; manca di altruismo, di abengazione e di senso del sacrificio e può nutrire pretese eccessive nei confronti degli altri.
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