Simply

Visualizzazione post con etichetta purezza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta purezza. Mostra tutti i post

sabato 30 agosto 2014

L e cinquecento ninfe, come diventare saggi | Varie

Ecco un esempio di come i desideri effimeri della materialità possono inquinare un percorso di purificazione spirituale. Se vogliamo elevarci spiritualmente, dobbiamo liberarci dalla spina del desiderio e per farlo dobbiamo capire profondamente quanto il mero materialismo sia evanescente. Ciò che rimane è la purezza dello spirito, il solo che possa elevarci verso una totale comprensione del mistero della vita. Il percorso è disseminato di trappole, per questo il nostro intento deve essere fermo e risoluto, staccarsi significa annientare l'illusione.


<<Un tempo il Beato si trovava presso Savatthi, nel bosco Jeta, nel parco Anathipindika. E il venerabile Ananda, cugino del Beato, figlio di sua zia, disse ad un gruppo di monaci: "Cari signori, io pratico la castità con sofferenza. Non sopporto la vita di asceta. Voglio abbandonare la disciplina per tornare nel mondo".

Un certo monaco avvicinò il Beato e gli ripetè le parole del venerabile Ananda. Allora il Beato chiamò un monaco e gli disse: "Convoca il monaco Ananda, digli: Ananda, amico mio, il Maestro ti convoca". "Sì Signore" rispose il monaco. "D'accordo" disse Ananda, e venne dal Beato. Ed egli disse: "E' vero Ananda, che tu hai parlato a dei monaci dicendo loro: io pratico la castità con sofferenza, e così via?". " E' vero Signore".

"E perchè la vita di asceta non ti piace affatto, vuoi tornare al mondo?". " Quando ho lasciato la casa una ragazza dei Sakya, la più bella ragazza della regione, mi ha rivolto uno sguardo pieno di promesse e mi ha detto: che tu possa tornare presto, giovane signore. E io ci penso continuamente, soffro per la castità, non sopporto la vita da asceta e voglio tornare nel mondo". Allora il Beato lo prese per un braccio e sparì in un batter d'occhio dal bosco Jeta per ricomparire in mezzo a trentatrè dei. Ed ecco apparire anche cinquecento Ninfe leggiadre, dette "Piè di colomba".

Allora il Beato disse: "Vedi queste cinquecento Ninfe?". " Sì Signore". "Dimmi, cosa ne pensi Ananda: chi è la più bella e piena di fascino, la ragazza dei Sakya, la più bella della regione, o queste ninfe?". " O Signore, di fronte a queste ninfe dette Piè di colomba la ragazza dei Sakya non vale nulla. Non può esservi paragonata, come se fosse una scimmia con il naso e le orecchie mozzati. Queste cinquecento Ninfe sono di gran lunga più belle e affascinanti".

Ciò detto, il Beato prese per il braccio il venerabile Ananda e in un batter d'occhio si dileguò dal paradiso dei trentatrè dei per ricomparire nel bosco Jeta. E fra i monaci cominciò a girare la voce: " Si dice che il venerabile Ananda conduca una vita di ascesi in compagnia delle Ninfe. Si dice che il Beato gli ha assicurato che potrà avere tutte per sè cinquecento Ninfe dette Piè di colomba. Allora i compagni di Ananda cominciarono a dire di lui che era un mercenario, e un domestico: " Il venerabile Ananda è un mercenario e un domestico. Egli pratica la carità stando accanto alle Ninfe. Il Beato gli ha garantito la conquista di cinquecento Ninfe Piè di colomba".

Perciò il venerabile Ananda, infastidito e umiliato dalle dicerie sul suo conto, mentre invece viveva solitario, pieno di fermezza, concentrato e distaccato, avedo rafforzato se stesso, comprese fino in fondo le ragioni per cui è giusto che un giovane nobiluomo abbandoni la sua casa per la vita errabonda, e capì anche qual è lo scopo estremo dell'ascesi: "Distrutta è la nascita, vissuta è la vita, compiuto è ciò che si doveva compiere, non è più necessario essere qui". Così il venerabile Ananda divenne un Arhat, un meritevole.

Allora uno spirito celeste, illuminando con il suo splendore tutto il bosco Jeta, sul finire della notte andò a far visita al Beato e gli disse: "Beato, il venerabile Ananda, pur stando in questo mondo ma comprendendo pienamente grazie alla visione interiore, ha ottenuto il non attaccamento e la liberazione dello spirito". E il Beato seppe che era così. E quando, prima dell'alba, Ananda venne da lui e gli disse: "Signore, ti sciolgo dalla promessa che hai fatto di farmi possedere le cinquecento Ninfe Piè di colomba", il Beato rispose: " So quello che vuoi dire. Uno spirito celeste mi ha informato. E poichè il tuo spirito è libero da vincoli, Ananda, anch'io mi sento sciolto dalla promessa". E intuendo il significato di tutto ciò disse questo verso ispirato:

"Il monaco che ha attraversato la palude, cha ha distrutto la spina del desiderio, che ha saputo annientare l'illusione, non è più scosso dalla felicità nè dal dolore".

domenica 22 giugno 2014

Significati dei colori e purezza | Varie

Vi sono molti libri che danno ai colori dell'aura i significati convenzionali, ma in verità coloro che sviluppano la vista psichica ha un significato individuale da attribuire ai colori che vede, e per loro  tali significati sono esatti. Il guaio incomincia quando si cerca di imporre un sistema valido per tutti. A volte lo si fa in certe scuole occulte: ma richiede un lavoro duro e impegnativo, e finchè il chiaroveggente constata che le sue interpretazioni dei colori che vede sono esatte, tanto vale che lasci agli altri psichici l'uso dei loro sistemi.

Un punto su cui concordano tutti i chiaroveggenti è la purezza  dei colori visti, e con questo non  si intendono le sfumature chiare, pastello, che solitamente indicano una vitalità repressa o esaurita. Un colore può essere forte e chiaro; ciò che conta è che non sia contaminato da altri colori. Ora, le immagini e i pensieri derivati dalle esperienze terrene sono tutti contaminati in una certa misura, benchè questa sia diversa, e allo stesso modo le immagini e i pensieri influenzati dai regni della mente superiore e dello spirito sono solitamente irradiati da una luminosità stellare, ben diversa da ciò che s'incontra al livello materiale.


Quindi il modo in cui i colori sono sfumati da tinte terrene o illuminati dallo splendore stellare del regno della vera mente e dello spirito daranno al chiaroveggente alcune indicazioni sul carattere generale della persona in questione; ma soltanto quando l'aura viene osservata in un momento in cui il suo proprietario subisce prove e tentazioni è possibile valutare il vero  carattere.

L'aura veramente spirituale appare come uno splendore che informa l'aura eterica e quella emotivo-mentale, e si irradia oltre queste; e in un individuo avanzato sulla via spirituale è una delle cose più meravigliose che il veggente possa scorgere. Nel contempo si deve osservare che, come regola generale, un chiaroveggente vede soltanto ciò cui egli stesso può reagire, e di conseguenza gli aspetti più elevati di quella che è stata chiamata recentemente "la Veste Meulticolore" stanno oltre la portata del chiaroveggente medio.

Vi sono molti dettagli affascinanti, a proposito dell'aura astro-mentale e delle forme e delle forze che vi si scorgono.

martedì 10 giugno 2014

Il potere della purezza | Varie

Questo significato deriva dal senso originario della parola, perché anticamente era credenza diffusa che la purezza di vita, in particolare della vita sessuale, conferisse poteri a una persona. Si riteneva persino che una vergine non potesse venire aggredita da una bestia feroce, grazie alla sua castità.

Questa idea, nella magia medievale, portò ad usare di preferenza come veggente un ragazzo o una ragazza ancora impuberi. In realtà, per ragioni di purezza « magnetica» o eterica, c'è qualcosa di vero in questa idea. Inoltre, si sa che uomini e donne di eminenti virtù spirituali e morali passarono indenni in zone popolate da bestie feroci, sebbene queste li spiassero e li seguissero.

Il co-fondatore della Società Teosofica, il colonnello Henry Steele Olcott, operò moltissime guarigioni magnetiche durante il soggiorno in India, e si esauri al punto che, su consiglio di un esperto in materia, abbandonò l'attività terapeutica e per qualche tempo badò a recuperare le energie. Sempre su consiglio dell'amico occulto, lo fece soprattutto mettendosi seduto con la schiena contro il tronco di un pino, e facendosi ricaricare dalle energie dell'albero.

mercoledì 14 maggio 2014

Bianco, il colore scelto e il colore rifiutato | Cristalloterapia

Contiene tutti i colori dello spettro della luce e, come il nero, simboleggia un confine: quello iniziale della vita. E' abbinato al settimo chakra. I cristalli bianchi esprimono speranza nel futuro e in ciò che di imprevisto può riservare, fiducia negli altri e nel mondo, desiderio di purezza e di sentimenti nobili, voglia di girare pagina, di iniziare una nuova vita che contiene tutte le possibilità; esprimono una certa tendenza al fatalismo; stimolano la fantasia, la creatività e l'immaginazione aiutando a vedere la realtà con il filtro della sensibilità e dell'intuizione.


Chi sceglie il bianco: desidera cambiare la propria vita e impostarne una nuova oppure desidera apportare nella vita quotidiana un ventaglio di nuove possibilità, tutti i colori dello spettro appunto, per rinnovarla in modo sostanziale; ha fiducia in ciò che riserva il futuro e si aspetta cose belle dal mondo, di conseguenza può peccare di ingenuità.

Chi rifiuta il bianco: non sifida molto degli altri e ritiene che il futuro vada sì scritto, ma tenendo ben salda in mano la penna, senza lasciare nulla al caso; non desidera cambiare vita e nemmeno modificare quella che conduce; prosegue lungo la via che ha fin qui persorso senza lasciare spazio all'immaginazione e alla sensibilità
Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.