L’escolzia, il cui nome botanico è eschscholtzia californica, viene altresì detta papavero della California, ed è una pianta erbacea perenne originaria appunto degli stati nordamericani. Già gli Indiani d’America e i primi coloni americani ne utilizzavano le foglie sia come alimento, dopo averle bollite, sia a scopi terapeutici e per il trattamento interno in caso di coliche intestinali, biliari e mal di denti.
Nello stelo e nel fiore dell’escolzia vi sono sostanze alcaloidi, fitosteroli, carotenoidi e flavonoidi che danno a questa pianta le sue carattersitiche sedative; infatti è consigliata per favorire il rilassamento muscolare e per combattere l’insonnia. Inoltre per la presenza della chelidonia, l’escolzia ha notevoli proprietà antispasmodiche ed analgesiche che la rendono consigliabile per affrontare soprattutto disturbi a livello gastroenterico, come crampi notturni, ma anche mal di testa e tosse.
Un'altra delle sue caratteristiche è quella di essere adatta all’igiene orale (sciacqui e tinture orali) grazie alla presenza dell’alcaloide sanguinarina. Per i suoi effetti sedativi, ben si confà a chi stenta ad addormentarsi senza indurre sonnolenza durante il giorno, può essere usato in età pediatrica anche per enuresi notturna e come calmante della tosse.
L’escolzia è controindicata a donne in stato di gravidanza e durante l’allattamento; è da evitare anche se si è affetti da disturbi cardiocircolatori o se si assumono contemporaneamente psicofarmaci (come tranquillanti o sedativi) o antistaminici di sintesi. Può essere assunta sotto forma di infuso (50-100 gr in acqua bollente), di estratto secco (50-100 gr in capsule) e di tintura madre (30- 40 gocce la sera).
Con melissa, biancospino, valeriana, tiglio e passiflora, l’escolzia costituisce il gruppo di erbe rilassanti che favoriscono la distensione, per combattere l’ansia e aiutare il sonno. Per uso interno si consiglia di versare un cucchiaio raso delle sommità dell’escolzia in una tazza d’acqua bollente e lasciare in infusione per una decina di minuti. Quindi, filtrare l’infuso per poterlo consumare. Dolcificare a piacere e bere poco prima di coricarsi.
Nello stelo e nel fiore dell’escolzia vi sono sostanze alcaloidi, fitosteroli, carotenoidi e flavonoidi che danno a questa pianta le sue carattersitiche sedative; infatti è consigliata per favorire il rilassamento muscolare e per combattere l’insonnia. Inoltre per la presenza della chelidonia, l’escolzia ha notevoli proprietà antispasmodiche ed analgesiche che la rendono consigliabile per affrontare soprattutto disturbi a livello gastroenterico, come crampi notturni, ma anche mal di testa e tosse.
Un'altra delle sue caratteristiche è quella di essere adatta all’igiene orale (sciacqui e tinture orali) grazie alla presenza dell’alcaloide sanguinarina. Per i suoi effetti sedativi, ben si confà a chi stenta ad addormentarsi senza indurre sonnolenza durante il giorno, può essere usato in età pediatrica anche per enuresi notturna e come calmante della tosse.
L’escolzia è controindicata a donne in stato di gravidanza e durante l’allattamento; è da evitare anche se si è affetti da disturbi cardiocircolatori o se si assumono contemporaneamente psicofarmaci (come tranquillanti o sedativi) o antistaminici di sintesi. Può essere assunta sotto forma di infuso (50-100 gr in acqua bollente), di estratto secco (50-100 gr in capsule) e di tintura madre (30- 40 gocce la sera).
Con melissa, biancospino, valeriana, tiglio e passiflora, l’escolzia costituisce il gruppo di erbe rilassanti che favoriscono la distensione, per combattere l’ansia e aiutare il sonno. Per uso interno si consiglia di versare un cucchiaio raso delle sommità dell’escolzia in una tazza d’acqua bollente e lasciare in infusione per una decina di minuti. Quindi, filtrare l’infuso per poterlo consumare. Dolcificare a piacere e bere poco prima di coricarsi.