Capita che dovendo muoversi nelle paludi del precariato, ci si debba arrangiare a sbarcare il lunario utilizzando le proprie risorse culturali. Ecco appunto che in questi anni ci si cimenti in ripetizioni ai ragazzini delle scuole superiori, ripetizioni di latino, greco, italiano e via dicendo.
Con gli adolescenti delle scuole superiori non ho mai fatto una gran fatica, indipendentemente dalla loro preparazione scolastica e dalla gravità delle lacune che devono colmare. Si trovano "fanciulli" studiosi, che si impegnano, altri meno volenterosi, ma comunque disposti a non far perdere tempo a me e soldi ai genitori. Non ho mai usato metodi di insegnamento convenzionali, poiché catturare l'attenzione del proprio interlocutore è la fase più importante per ottenere validi risultati in seguito, perciò, ho dato vita a piccole rappresentazioni teatrali per descrivere l'Anabasi di Senofonte, ho descritto visi, caratteri, fissazioni, e malattie di personaggi storici per far capire che nonostante tutto anche nel passato, i grandi erano persone con pregi e difetti.
Ho puntato sui fatti più che sulle date per la storia, sulla crudeltà delle battaglie e l'impiego di mezzi e persone, sulle strategie da Risiko, piuttosto che su una sequela anonima di nomi che poi non rimangono mai in mente e che fanno sbadigliare il tuo allievo dalla noia.
Alla fine ho sempre avuto un ottimo ritorno: intanto il miglioramento dei miei studenti a scuola, la relativa promozione e un rinnovato interesse per materie che molti giudicavano inutili cadaveri mummificati e polverosi.
Quest'anno invece, sono stata reclutata per un bambino che frequenta la prima media, obiettivo: fargli fare i compiti. Ora, parliamoci chiaro, far fare i compiti ad un bambino di prima media è di sicuro meno stancante che far tradurre ad un liceale Omero, Senofonte, Euripide, Aristotele, Luciano, Cicerone, Cesare, Tacito, Marziale, Plauto.....
E invece no, voi non avete idea alcuna di quello che vi aspetta. Pensate forse che sia più semplice? Allora sappiate che esiste la categoria dei BAMBINI "RIPOSSEDUTI".
Sì avete capito bene, i bambini riposseduti. Questi bambini, di solito molto belli, sono anche estremamente intelligenti e pronti, ma come spiega l'aggettivo, su di loro non c'è possibilità di controllo, perché quel demonietto di Lucibello li possiede totalmente. Così studiare due paginette di storia, fare un'espressione con le potenze, ripetere scienze, diventa un'operazione da esorcismo, e di quelli complessi.
In questo caso il bambino riposseduto è in preda ad una sorta di agitazione convulsa, saltella in ogni dove, sale e scende dai divani, toglie cuscini, si dondola sulle sedie, e da queste ultime si ribalta. Si rotola sui tappeti, accende e spenge gli elettrodomestici, mangia compulsamente, rimbalza su libri e quaderni, perché in questo caso i libri e i quaderni sono come la croce e l'acqua santa per i "Tre capelli d'oro del Diavolo". Quindi tu, disgraziato esorcista in erba, senza esperienza in un campo così oscuro, da subito capisci che: le parole sono inutili, le imprecazioni aria fritta, le preghiere suoni senza senso. Che fare? I compiti devono essere svolti, ma come convincere l'anima dannata? Giorni e ore di osservazione, notti di riflessione, mentre nel frattempo riesci a stento a fargli fare i compiti scritti.
Hai solo un vantaggio, far parlare il bambino riposseduto di se stesso: a ruota libera. Mentre il bambino riposseduto parla, di giochi virtuali, di film, della sua attività sportiva, ti accorgi che sta tentando di trovare la password che sblocca il tuo cellulare, con la scusa che sicuramente tu, hai delle canzoni interessanti da passare via Bluetooth, e allora ideona: posso batterti sul tuo stesso terreno, lavorando con la mia fantasia.
Mentre il bambino riposseduto recita la sua parte sul palcoscenico casalingo, io mi dedico alla ginnastica antalgica per la schiena, mentre saltella, io leggo le mie dispense di naturopatia, o sfoglio il suo diario scolastico. A questo punto, la mia indifferenza a cotale comportamento attira l'attenzione del piccolo Diavolo, che, deprivato del pubblico, si sente trascurato. Non che questo lo invogli ad impegnarsi, ma di sicuro comincia a farti la fatidica domanda: perché? Con grande stupore e innocenza spiego che cerco di placare l'istinto cannibale che mi si annida dentro, e scoprendo i canini, mostro come ogni giorno li limo accuratamente per renderli appuntiti e affilati per gettarmi sull' infante appena abbassa la guardia. Di fronte alla sua incredulità, acconcio gli occhi a fessura e con voce suadente e semi sibilante (da lingua biforcuta), prometto una dimostrazione.
E così è. Approfittando di una distrazione faccio finta di avventarmi a bocca spalancata su di lui o mi alzo dalla sedia, mi metto la giacca ed esco di casa, lasciandolo solo con se stesso. Bingo! Ora possiamo iniziare la lezione.