Cosa sono gli atti illegali? Sono azioni proibite dalla legge o da regolamenti emessi dai corpi legislativi dei governi e sottoscritti in forma di codici legali. Ogni membro della società ha la responsabilità di sapere che cosa si intende per atto illegale. Ma sappiamo tutti che atto illegale non è disobbedire ad un ordine qualsiasi come ad esempio: "Fai i compiti" o "Vai a letto".
Per atto illegale di solito si intende un'azione che, se commessa, può provocare una punizione da parte degli organi preposti a questo, cioè i tribunali o addirittura dello stato. Quando si commette qualcosa di illegale, piccolo o grande che sia, si indebolisce il nostro modo di essere, perchè tutte le le cose di valore che cerchiamo di realizzare possono essere fatte in modi perfettamente legali.
Il percorso illegale è una scorciatoia, comoda, ma pericolosa, a fronte di vantaggi che sappiamo possono poi ritorcersi contro di noi. Questo in teoria e in uno stato dove l'illegalità viene punita, oggi come oggi di fronte alla realtà che viviamo, sembra che le cose si siano ribaltate. Ma la riflessione di oggi è a favore della legalità e non dell'illegalità.
Stato e governo potremmo dire che sono macchine non pensanti, il loro lavoro si svolge su codici e leggi e il loro scopo è quello, sempre in teoria, di annientare, attraverso i propri canali, l'illegalità e quindi possono rivelarsi nemici implacabili e inflessibili in materia di atti illegali. Il fatto che una cosa sia giusta o ingiusta di fronte a codici e leggi non conta molto, contano le leggi. Quando ci rendiamo conto che le persone intorno a noi commettono atti illegali, sarebbe nostro dovere fare del nostro meglio per farle desistere. Anche perchè in alcuni casi, il loro operare potrebbe indirettamente coinvolgere anche noi. Ma spesso questo non induce ad essere onesti bensì ad imitare chi persevera nell'illegalità per ottenere quei vantaggi o presunti meriti, che l'onestà non paga.
Sarebbe invece nostro dovere assicurarsi che tutti, a partire dai bambini, acquisissero la conoscenza di ciò che è legale e di quello che non lo è. Coloro che commettono "reati" anche quando la fanno franca, si pongono in una ben misera condizione morale ma ad oggi la fanno da padrone, e vengono presi ad esempio invece che biasimati. Quanto sarebbe bello che tutti aderissimo al principio che si è uguali di fronte alla legge, un principio che, anche in nel lontano momento stodico dell'epoca tirannica dell'aristocrazia, fu uno dei più grandi avanzamenti sociali nella storia umana e non dovrebbe essere dimenticato.
Per atto illegale di solito si intende un'azione che, se commessa, può provocare una punizione da parte degli organi preposti a questo, cioè i tribunali o addirittura dello stato. Quando si commette qualcosa di illegale, piccolo o grande che sia, si indebolisce il nostro modo di essere, perchè tutte le le cose di valore che cerchiamo di realizzare possono essere fatte in modi perfettamente legali.
Il percorso illegale è una scorciatoia, comoda, ma pericolosa, a fronte di vantaggi che sappiamo possono poi ritorcersi contro di noi. Questo in teoria e in uno stato dove l'illegalità viene punita, oggi come oggi di fronte alla realtà che viviamo, sembra che le cose si siano ribaltate. Ma la riflessione di oggi è a favore della legalità e non dell'illegalità.
Stato e governo potremmo dire che sono macchine non pensanti, il loro lavoro si svolge su codici e leggi e il loro scopo è quello, sempre in teoria, di annientare, attraverso i propri canali, l'illegalità e quindi possono rivelarsi nemici implacabili e inflessibili in materia di atti illegali. Il fatto che una cosa sia giusta o ingiusta di fronte a codici e leggi non conta molto, contano le leggi. Quando ci rendiamo conto che le persone intorno a noi commettono atti illegali, sarebbe nostro dovere fare del nostro meglio per farle desistere. Anche perchè in alcuni casi, il loro operare potrebbe indirettamente coinvolgere anche noi. Ma spesso questo non induce ad essere onesti bensì ad imitare chi persevera nell'illegalità per ottenere quei vantaggi o presunti meriti, che l'onestà non paga.
Sarebbe invece nostro dovere assicurarsi che tutti, a partire dai bambini, acquisissero la conoscenza di ciò che è legale e di quello che non lo è. Coloro che commettono "reati" anche quando la fanno franca, si pongono in una ben misera condizione morale ma ad oggi la fanno da padrone, e vengono presi ad esempio invece che biasimati. Quanto sarebbe bello che tutti aderissimo al principio che si è uguali di fronte alla legge, un principio che, anche in nel lontano momento stodico dell'epoca tirannica dell'aristocrazia, fu uno dei più grandi avanzamenti sociali nella storia umana e non dovrebbe essere dimenticato.