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domenica 23 agosto 2015

Vinum dolce gloriosum

Un buon bicchiere di vino se saputo degustare è un ottimo modo di rilassarsi, magari accanto ad un libro  con i cibi giusti per esaltarne il sapore e creare armonia fra bevanda e buona cucina. Sono cresciuta in una famiglia di buoni intenditori, e ogni tanto ci piace stare insieme intorno ad una bottiglia e perderci in commenti sul "succo d'uva".

Vinum
A questo proposito non è solo importante per me saper degustare, nei limiti delle mie poche conoscenze, ma associare anche quella parte di cultura che ne parla, e che in un certo senso ha contribuito alla fama del prodotto in questione, in questo caso il vino.

Così ho trovato un vecchissimo canto goliardico medioevale, che riassume in pochi versi le qualità straordinarie del vino e che voglio condividere con voi. Magari troverete l'occasione di recitarlo durante una cena o in compagnia degli amici. Stupirete ospiti e commensali.

"Vinum dolce gloriosum, pingue facit et carnosum
atque pectus aperit.
Vinum dolce, vinum purum reddit hominem securum et depellit frigora".
"Vino dolce glorioso, ti fa ricco e carnoso,
e apre il cuore.
Vino forte, vino puro, rende l'uomo sicuro e scaccia il freddo".

Non credo sia necessario aggiungere altro non credete?

Pietre e cristalli, Labradorite

Narra una leggenda eschimese che l'aurora boreale fosse imprigionata nella roccia lungo la costa del Labrador in Canada. Un guerriero errante eschimese, con dei colpi di lancia, liberò la maggior parte delle luci intrappolate nella roccia, e quelle che vi rimasero formarono la labradorite.

LABRADORITE
Caratteristiche: sicoalluminio di sodio e calcio; sistema triclino grandi mase compatte e granulri, rari i cristalli tabulari; è spesso molto iridescente, con riflessi metallici (labradorescenza).

Proprietà: combatte la gelosia e assorbe le negatività
Disturbi: rafforza il corpo e porta beneficio ai dolori di stomaco
Associazione con i chakra: sesto



Il torneo di burraco, parte prima, Scene dal precariato lavorativo

Allo Uaisipiei non mancavano certo le attività ludiche, atte a tenere allenate le menti degli ospiti di Charlie e a far loro passare serenamente il tempo all'interno dell'headquarter, durante gli interminabili pomeriggi d'Agosto caldi e torridi. A questo scopo uno dei più fidi consiglieri di Charlie, il Sig. Cinquemani (del resto aveva le mani in pasta ovunque come altro poteva chiamarsi?), si era incaricato di stilare una lista di possibili attività che coinvolgessero soprattutto le signore, mentre i mariti erano impegnati in prolisse discussioni politico-filosofiche.

Fra le tante proposte fu accolta con entusiasmo quella di dar vita ad un torneo di burraco, gioco di carte simile al bridge
Anche Zoe fu coinvolta nell'organizzazione, a lei spettò il compito di preparare un modulo per le iscrizioni delle coppie giocatrici, decidere con la rappresentante del team burraco le date e i premi da mettere in palio, riscuotere le quote di partecipazione e riuscire a convincere lo staff di Re Sugo a preparare per l'occasione un coffee break, all'uopo predisposto nei pressi della sala da gioco. Fu subito tensione tra lo chef de rang Ciucciovino e quella che Zoe definì senza ombra di dubbio la regina del burraco, altrimenti nomata Boccadifuoco. Boccadifuoco era alta, magra, dall'aria austera, con passo simile a quello di un guerriero spartano (passava lei e si incrinavano i muri....), ma ciò che le valse il comando del nutrito gruppetto di giocatrici incallite fu la sua voce. Di femminile quella voce non aveva nulla, forse non era nemmeno una voce umana, poteva definirsi un misto fra la voce di un soggetto posseduto da esseri satanici e quella di un coro di corvi gracchianti: AGGHIACCIANTE! In effetti Boccadifuoco fumava come una turca.

Volarono parole grosse fra Ciucciovino e Boccadifuoco, entrambi tiravano sul prezzo, cosa che non aveva senso considerando le possibilità economiche di quelle allegre sottane, ma arrivarono ad un entente cordiale.
Ovviamente Boccadifuoco si occupò anche del reclutamento delle giocatrici, imponendo a Zoe di fare al pc dei colorati volantini da distribuire all'interno dell'headquarter, e per di più senza chiedere il permesso a Charlie, che per reazione gridò all'attentato.

Fu come assistere alla battaglia delle Termopili, il peggio era per Zoe che stava in mezzo ai combattenti, e il cui compito era di fare da tramite diplomatico, diplomazia che avrebbe volentieri impiccato alla polena di una imbarcazione se avesse avuto un corpo solido.
Comunque sia, l'organizzazione riuscì, e le giocatrici arrivarono numerose, ma più che giocatrici, Zoe si trovò di fronte un esercito di bellicose femmine pronte a tutto per accaparrarsi premi e vettovaglie.
Iniziò il torneo, e le nostre comari dopo un breve e silenzioso inizio di partita, si scatenarono in una guerra verbale senza confini, i cui strali arrivarono fino al desk di Zoe, le cui orecchie, prive di tappi di cera, furono torturate dai peggiori insulti e dalle più basse offese che lingua umana potesse pronunciare.


sabato 22 agosto 2015

Come ebbe inizio il precariato lavorativo, Zoe parte quindicesima

Zoe si ritirò per riflettere, si prese un paio di giorni di totale meditazione con se stessa.
Quali erano le sue priorità? Che cosa voleva? E soprattutto, come assecondare, ma non troppo, el rebelde?

Era sdraiata sul letto, e guardava il soffitto, dove vedeva passare immagini confuse della sua esistenza, ogni tanto una battito di ciglia.
Cominciò a pensare che gli ingranaggi del suo cervello fossero inceppati, doveva lubrificare, e quindi se ne andò in facoltà per sbirciare nella bacheca alla ricerca di qualche annuncio di lavoro o di qualche corso specialistico.

Spulcia e sbircia, le cadde l'occhio su un bando di selezione per un Master in Gestione delle Risorse Umane, prese il numero della scuola, l'indirizzo mail e si informò.
Si presentò alla selezione, la superò e entrò alla scuola.
Fu così che scoprì che le riusciva molto naturale empatizzare con le persone, creare quel feeling che le permetteva di capire e cogliere le qualità caratteriali della gente.
Alla fine del Master venne scelta da una piccola agenzia che selezionava personale informatico e le fu data carta bianca.

Zoe era soddisfatta, si trovava benissimo,viveva in una città piena d'arte e musei.
Cominciava davvero a pensare al proprio futuro, a come avrebbe voluto impostare la propria vita a grandi linee, con qualche sogno in mezzo.
Non durò a lungo questa sua illusione, Zoe si sarebbe resa conto che le sue non erano altro che illusioni perdute, perdute prima ancora di trovare un posto nel quale adagiarsi.
El rebelde premeva, la sua catena si stava spezzando, e lo spazio che fino a quel momento si era creato non gli bastava più, voleva uscire fuori, ma Zoe non si sentiva ancora pronta ad affrontare una sortita tanto turbolenta, anzi violenta come quella del rebelde.
Una mattina al lavoro, vide arrivare un consulente aziendale ed ebbe la certezza che la sua avventura lavorativa sarebbe finita di lì a poco, si sentì affogare nelle sabbie mobili, una sensazione di angoscia si impadronì delle sue viscere, la bocca del suo stomaco si contorse in un doloroso spasmo, el rebelde ruggiva, in maniera ossessiva.

Ricominciò così a cercare, a mandare il suo curriculum, a rivolgersi lei stessa alle agenzie per il lavoro interinale e body rental, cercando di dare maggior continuità possibile ai contratti a tempo determinato che continuavano a susseguirsi, ben presto si rese conto che la stabilità che aveva sempre desiderato non l'avrebbe avuta mai, che non aveva raccomandazioni, come una volta si sentì chiedere ad un colloquio.

Il suo bagaglio di esperienze lavorative, le più svariate, cominciò ad essere piuttosto lungo, se non altro una gran virtù Zoe ce l'aveva, sapeva adattarsi a tutto, era capace di ricominciare ogni volta qualcosa di nuovo, e la sua flessibilità caratteriale la aiutava.
Ma quell'angoscia non l'abbandonava mai, si sentiva quasi un'emarginata, si guardava intorno e non vedeva futuro, le sembrava di correre sul posto. Allora era proprio questo il "fiume di merda" di cui la responsabile del Master aveva parlato, che diceva si doveva per forza attraversare a nuoto per giungere sulla riva sicura? Larghino questo fiume! Le pareva di dover attraversare il Rio delle Amazzoni a nuoto con i piranha alle calcagna.

Il tempo passava e la situazione non cambiava, un'empasse da cui non riusciva a schiodarsi.
Si pentì di aver studiato per anni, anni che avrebbe potuto sfruttare per lavorare; che se ne faceva della sua cultura, delle sue esperienze, se tanto non aveva possibilità alcuna di dimostrare le sue capacità in un qualsivoglia settore perchè non gli si forniva l'opportunità di farlo?
Le tempistiche dei contratti erano brevi, giusto il tempo per memorizzare in fretta e furia le mansioni e il contratto era scaduto.

A questa paradossale ed iperbolica situazione si aggiunse anche un madornale errore sentimentale che quasi uccise el rebelde e la devastò. Riuscì a rialzarsi, ma non fu più la stessa e non lo sarebbe stata mai più, si foderò di una corazza potente per mascherare quella deturpante cicatrice che l'aveva sfregiata, con un'unica certezza: sarebbe sopravvissuta a tutto. 
Preparò il suo bagaglio, un bagaglio bastante per lei sola, adatto alle sue necessità, se lo caricò in spalla e ricominciò a percorrere il suo cammino: tutto era cominciato con il precariato lavorativo.





Pietre e cristalli, Kunzite

E' la pietra del " qui e ora ": invita a vivere con scioltezza, partecipazione ed intensità il momento presente.

KUNZITE
Caratteristiche: silicato di litio e alluminio; famiglia dei pirosseni; sistema monoclino con cristallizzazione prismatica e tabulare; colori dal rosa al violetto. Può essere confusa con la tormalina rosa.

Proprietà: aumenta l'autostima e assorbe le negatività; apporta chiarezza alla mente; dato il suo alto numero di litio, crea elettricità e aiuta nella depressione
Disturbi: regola il ciclo mestruale e agisce sul sistema cardiovascolare; combatte i dolori alla nuca e alle spalle; protegge il cuore
Associazione con i chakra: quarto


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