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venerdì 28 agosto 2015

Curriculum vitae

Simbolo del corso della vita

Questa espressione la conoscono tutti, ma proprio tutti, e a maggior ragione in questo disgraziato periodo. Per noi curriculum vitae, non è altro che l'elenco delle nostre esperienze formative e lavorative, i punti salienti della nostra carriera.

Letteralmente Curriculum vitae significa il corso della vita. Ma il curriculum era in realtà la circonferenza dello stadio da percorrere nelle gare: metafora della vita.
I più importanti autori latini hanno usato questa espressione: Cicerone (Pro Rabirio), Frontone (Epistulae ad amicos), Apuleio (Metamorfosi), San Girolamo (Commento ai Salmi)



Usi cosmetici della farina di ceci


La tradizione indiana associata alla creatività femminile, ci tramanda alcuni semplici e quantomai efficaci ricette per mantenersi belle con una spesa piuttosto irrisoria. Prima fra tutte questa maschera la cui esecuzione è semplicissima, e che, se usata con costanza vi donerà una pelle luminosa e ringiovanita.


Maschera alla farina di ceci: mescolate 2 cucchiai di farina di ceci con un po' d'acqua, fino ad ottenere un composto cremoso. Quindi aggiungete un pizzico di curcuma. Applicate la maschera sulla pelle e lasciate agire per 5-10 minuti. Infine risciacquate abbondantemente.

 Shampoo alla farina di ceci: la farina di ceci, a contatto con l'acqua, sprigiona delle saponine naturali, che permettono la formazione di un composto detergente molto delicato e completamente ecologico. Lo shampoo alla farina di ceci deve essere preparato al momento, semplicemente aggiungendo a due o più cucchiai di farina, a seconda della lunghezza dei capelli, la quantità d'acqua necessaria ad ottenere un composto piuttosto liquido, della stessa consistenza di un normale shampoo. E' necessario mescolare evitando la formazione di grumi. Esso deve essere massaggiato sulla cute e sui capelli umidi e lasciato agire alcuni minuti prima di risciacquare con acqua tiepida e molto accuratamente.

Detergente per il corpo alla farina di ceci: seguendo il medesimo procedimento impiegato per la preparazione dello shampoo alla farina di ceci, è possibile preparare un composto, che verrà lasciato leggermente più denso rispetto al caso dello shampoo, adatto ad essere massaggiato sul corpo. Mescolate farina di ceci e acqua tiepida fino ad ottenere una pastella densa. Il detergente per il corpo deve essere preparato al momento e può essere arricchito aggiungendo poche gocce di olio essenziale diluite in mezzo cucchiaino di un olio vegetale a scelta, in modo da ottenere un effetto profumato.

Detergente per le mani alla farina di ceci:una maniera semplice per avere a propria disposizione un detergente per le mani completamente ecologico e naturale consiste nel tenere accanto al lavello un barattolino contenente della farina di ceci, accompagnato da un cucchiaino. Basterà versarne una piccola quantità sulle mani umide, strofinare e sciacquare per ottenere l'effetto desiderato.

 Scrub Esfoliante naturale: per ottenere un esfoliante naturale è possibile mescolare tre cucchiai di farina di ceci, tre cucchiai di zucchero di canna e tre cucchiai di mandorle appositamente tritate o di farina di mandorle. A questo punto è possibile aggiungere un cucchiaio di olio vegetale a scelta e la quantità d'acqua necessaria ad ottenere un composto che sia possibile strofinare sulla pelle del corpo con le mani.

Maschera purificante per il viso: Una maschera purificante per il viso a base di farina di ceci può essere ottenuta seguendo il medesimo processo di lavorazione utilizzato per la preparazione del detergente per il corpo. Ciò significa che a due o tre cucchiai di farina di ceci dovrà essere aggiunta la quantità di acqua tiepida necessaria ad ottenere un composto cremoso. Ad esso andrà unito in seguito un cucchiaino di succo di limone. La maschera deve essere applicata sul viso e lasciata agire per dieci minuti prima di risciacquare. 

Trattamento per la pelle arrossata:i n caso di pelle arrossata, è possibile ottenere un composto cremoso da applicare sulle zone interessate mescolando alcuni cucchiai di farina di ceci con del succo di cetriolo, che sostituirà la semplice acqua tiepida nella formazione di un composto cremoso e facilmente spalmabile, da applicare, lasciare agire per una decina di minuti e risciacquare con acqua tiepida.   

Maschera per il viso all'acqua di rose e farina di ceci: la maschera per il viso all'acqua di rose è adatta ad ogni tipo di pelle, con particolare riferimento alla pelle sensibile. E' necessario utilizzare acqua di rose completamente naturale, priva di ingredienti industriali aggiunti.  L'acqua di rose deve essere mescolata alla farina di ceci fino ad ottenere un composto cremoso facilmente applicabile sul viso, da lasciare agire per una decina di minuti prima di risciacquare con acqua tiepida.

Maschera per il viso alla farina di ceci e camomilla: nella preparazione di una maschera per il viso alla farina di ceci dall'effetto lenitivo, è possibile sostituire all'acqua utilizzata per la consueta preparazione del composto un po' di infuso di camomilla lasciato intiepidire o raffreddare. La camomilla aiuta ad eliminare e distendere la pelle del viso e svolge un effetto lenitivo in caso di piccoli arrossamenti o imperfezioni. E' importante che nella maschera non rimangano grumi o granelli di farina, in modo da non graffiare la pelle del viso.   

Scrub rinfrescante all'eucalipto: Per ottenere uno scrub rinfrescante a base di farina di ceci, particolarmente adatto ad essere impiegato sulla zona dei talloni e sulla pianta del piede, mescolate una parte di farina di ceci ed una parte di sale grosso, aggiungendo dell'olio vegetale a filo, fino ad ottenere un composto dalla consistenza che lo renda facilmente afferrabile e lavorabile con le mani. Unite due o tre gocce di olio essenziale di eucalipto e massaggiate sulla zona interessata, mantenendo sempre la pelle umida.


Pietre e cristalli, Magnetite

Riguarda la sfera della stabilità e del benessere


MAGNETITE
Caratteristiche: ossido di ferro; famiglia degli spinelli; sistema cubico; cristalli ottaedrici e rombododecaedricio masse granulari e compatte; colore nero con lucentezza metallica e facce striate, oppure nero ferro. Presenta elevato magnetismo

Proprietà: dissolve i litigi e aumenta la forza di volontà
Disturbi: combatte i reumatismi, in particolare alla testa e alle spalle; incrementa la formazione delle cellule. Si trova in farmacia in piastrine
Associazione con i chakra: tutti


Dicevano che sognavo ad occhi aperti

Dicevano che ero una bambina dalla fantasia viva e fervida, lo dicevano perchè erano convinti che sognassi ad occhi aperti e per loro vedere una bambina che se ne stava ferma con lo sguardo perso nel vuoto e totalmente estraniata da ciò che la circondava, significava sognare ad occhi aperti. Di ciò che dicevano a me non importava nulla, credessero ciò che per loro era più comodo credere, purchè non mi disturbassero.

Una delle mie assenzeSebbene avessi tanta fantasia, quello che facevo io non era sognare ad occhi aperti, non mi perdevo certo in mondi colorati e ricchi di personaggi usciti dalle favole che mi venivano raccontate, anche se mi piacevano molto e alimentavano i miei giochi. No, quello che per loro era il mio sognare ad occhi aperti era invece per me quello che un occhio più acuto avrebbe definito "stato di consapevolezza intensa". Potrei definirlo un modo di meditare, di trascendere la realtà che mi circondava per raggiungere una dimensione che ritenevo molto più adatta a me e in cui stavo benissimo.

Potevo estraniarmi in qualunque momento, in ogni luogo e a qualunque ora, senza difficoltà alcuna, perchè per me era un'operazione del tutto naturale, non avevo bisogno di concentrazione, mi bastava semplicemente mettermi seduta e fissare un punto qualunque di fronte a me. Nei momenti di massima assenza, di quello che succedeva intorno io non percepivo nulla. Ma non sempre era così, molto spesso infatti riuscivo ad essere presente e assente nello stesso tempo: potevo seguire quello che accadeva intorno a me e contemporaneamente essere nella mia altra dimensione e questa operazione la mettevo in atto a scuola.

Fu la maestra ad accorgersi di tutto ciò e lo riferì a mia mamma, spiegandole che durante le ore di lezione io spesso non ero affatto in classe con la testa, ma se interrogata sulla lezione in corso rispondevo senza problemi in merito alla tematica trattata. Ed era vero, ma dato che il vociare della classe mi dava non poco fastidio, io cercavo rifugio dall'altra parte, in cui trovavo pace e tranquillità, pur non perdendomi mai una lezione.

Una precisazione: con i miei compagni di classe stavo bene e socializzavo con una gran facilità, partecipavo con entusiasmo alle attività di classe e ai lavori di gruppo, ma tutto doveva terminare al suono della campanella, poi io volevo stare per i fatti miei. Dei dopo scuola, del frequentarsi il pomeriggio non mi interessava affatto, a me interessava terminare i compiti il prima possibile e dedicarmi ai miei disegni, ai miei giochi, e alla mia dimensione.

In pratica stavo in equilibrio, con un piede nel mondo che noi tutti definiamo reale, quello che in questo momento mi vede scrivere questo post e un'altra dimensione, a questo mondo parallela, di cui però ho perso ogni ricordo, o meglio, anche a quei tempi se qualcuno incuriosito mi chiedeva dove mai ero stata, non ero in grado di rispondere perchè il rientro alla normalità, se così vogliamo chiamarla, era sempre troppo repentino.

Ho coltivato questa mia capacità fino ai primi anni del liceo, ma con il tempo essa è andata svanendo perchè la vita secolare bussava troppo spesso a quella porta della mente che avrei voluto tenere costantemente aperta. Così ad un certo punto, quella porta si è chiusa ed io oggi, non riesco che a vedere solo un piccolo spiraglio di luce che debole passa da una piccolissima fessura.



giovedì 27 agosto 2015

Ibis redibis non morieris in bello

A volte basta spostare una virgola e il senso di una frase cambia. Lo sapevano bene i latini, cari cari latini, che mi avete fatto perdere il cervello nelle traduzioni, lo sapeva bene "Monna Vanna", la mia professoressa, che si divertiva a farci tradurre quelle che, secondo noi, al tempo erano delle assurdità.

Infatti, quella che sto per spiegarvi, è stata una frase molto dibattuta in classe, ci dividemmo in fazioni, pro e contro il segno d'interpunzione chiamato virgola.

Ibis redibis non morieris in bello: Andrai ritornerai non morirai in guerra, usato da Alberico delle Tre Fontane nel Chronicon come esempio dell'ambiguità degli oracoli: mettendo le virgole nel modo seguente Ibis, redibis non, morieris in bello il senso diventa: Andrai, non tornerai, morirai in guerra.

In verità la furba "Monna Vanna" questa frase ce l'aveva propinata anche in greco, poichè fu la vaticinante Pizia dell'oracolo di Delfi a pronunciarla, il povero Alberico come al solito era arrivato in ritardo.
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