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giovedì 28 aprile 2016

Psicopittografia: bandire la noia

La noia,  uno stato penoso: uno stato che svuota la vita della sua ricchezza. 


Si narra la storia di un uomo eternamente seduto al piano a suonare lo stesso tasto. Ogni giorno si sedeva al piano e suonava unicamente quella nota. Ciò l'annoiava a morte. Quando i parenti gli chiesero perché suonasse sempre quella nota noiosa rispose: "Non so perché lo faccio, ecco tutto".

Quando i vicini si lamentavano, diceva: "Sono dolente, ma è così. Mi auguro che qualcuno mi dica come suonare un'altra nota": Fu chiamato alla fine un noto insegnante di pianoforte. Egli esaminò il problema e decretò: "La ragione per cui suona unicamente quella nota sta nel fatto che non si accorge che vi sono altre note da suonare. Egli è ipnotizzato da quell'unica nota". L'uomo che era presente replicò: "Ma è sciocco. Io posso vedere tutte le altre note. Le vedo chiaramente".

"No", spiegò il professore, "se lei vedesse realmente quelle note, cercherebbe di suonarle. Lei suona un'unica nota perché pensa che non ne esistano altre. Lei deve scoprire le altre note. Non deve spaventarsi per i suoni strani che produrranno. Più suonerà e più diverranno familiari. In seguito questa familiarità si trasformerà in armonia. Ed allora non sarà più spaventato ed avrà la chiave per suonare".

La noia è indice di mancanza di penetrazione nel vasto campo della vita. Noi suoniamo ipocritamente l'unica nota che vediamo, quella della preoccupazione e della depressione, e non ci accorgiamo che tali note non possono dare l'armonia. Il nostro primo scopo è quello di divenire individui liberi. Impariamo allora le nuove note che producono varietà ed armonia. Chi si entusiasma per la verità nei confronti della vita, non ha mai bisogno di preoccuparsi per il proprio entusiasmo, nei confronti della vita.

venerdì 18 settembre 2015

Psicopittografia, Nulla vi obbliga ad agitarvi

Il barone Manfred Von Richthofen, l'asso dell'aviazione tedesca nella Prima Guerra Mondiale, era comandante del famoso Circo Volante ed ai suoi piloti parlava in questo modo: « Girate la testa e gli occhi intorno a voi. Fate attenzione a tutto ciò che vedete. Non fatevi mai cogliere alla sprovvista. Ciò non significa che dovete aver paura, ma che dovete essere vigilanti. In questo modo volerete sicuri. [Immagine mentale 15] 

Allo stesso modo noi non dobbiamo aver paura di nulla, ma dobbiamo esser vigili. Ma su che cosa dobbiamo vigilare? Dobbiamo, per esempio, vigilare sulle nostre reazioni. Prendiamo ad esempio una situazione tipo, quella di una persona che lavora in un ufficio : vi sarà chi vi chiede con urgenza un rapporto, un altro vi rimprovera di esservi occupati di un problema nel modo sbagliato. Oltre tutto ciò, nel locale presso cui fate la pausa pranzo non c'è più il vostro piatto preferito! E cosi via ... 

Sono tutte cose che ci infastidiscono e ci chiediamo soltanto perché dobbiamo adattarci a questi eccessivi fastidi. In effetti non dovremmo farlo  assolutamente . Dobbiamo smettere di reagire come facciamo ora. Non sono gli avvenimenti esterni a infastidirci, ma è la nostra maniera di reagire. Consideriamo che la noia è dentro di noi, non all'esterno. È un segreto importante per ristabilire definitivamente la pace nello spirito.

sabato 20 giugno 2015

ll solito delirio, ZOE parte settima

Quella sera la camera di Zoe era molto silenziosa; Zoe guardò il quadro con i cavalli, nella loro prateria tirava vento, e le criniere si alzavano, invece le canne di bambù della sua tappezzeria non le parlavano. Non sibilavano, non cantavano.

Il cavallo di fuoco che aveva dipinto sulla porta della sua stanza appariva più caldo a guardarlo nella penombra, le tapparelle si scuotevano leggermente, tirava un po' di vento e lei era avvolta dal buio e dal silenzio, per compagna solo la solitudine

Era forse annoiata? La NOIA, santi numi che parola odiosa! Non poteva definirla sentimento, piuttosto quella sensazione che si annida dentro di noi quando perdiamo interesse per ciò che stiamo facendo, niente, o perché non stiamo facendo niente che ci distolga dal rimuginare sui nostri problemi, problemini, problemetti.

Lo ammetteva, era in questa situazione. Avrebbe voluto dare in escandescenze, dire cose senza senso, esser presa per pazza......Sarebbe stato un ottimo movente per dedicarsi in seguito alla profonda meditazione, per cercare cosa? In quel momento proprio non lo sapeva, ma avrebbe volentieri parlato con un vecchissimo saggio, di quelli che stanno su qualche inaccessibile montagna, lungi dalla vita frenetica del mondo, che guardano con distacco, senza lasciarsi trascinare nel turbinio delle emozioni.
Forse qualche risposta l'avrebbe ottenuta, o semplicemente avrebbe ascoltato le sue parole, avrebbe tratto delle conclusioni, e chissà, sarebbe stata in grado di ricominciare con una nuova filosofia di vita. Si sarebbe convertita? Avrebbe potuto fare un pellegrinaggio alla Mecca, a Gerusalemme, a dare delle sonore capocciate al "muro del pianto", una capocciata et voilà nuovi orizzonti!

Magari avrebbe potuto far finta di diruparsi dalla rupe di Leucade come aveva fatto Saffo (o come si raccontava...fuerunt). Era il caso che Zoe portasse le sue gambine, il suo cervello e relativi neuroni fuori controllo, a letto, a dormire e interrompere la fiumana di baggianate che stava non solo pensando, ma anche scrivendo.  Saggia risoluzione Zoe.


domenica 28 ottobre 2012

Domenica


Sono di nuovo in ufficio, sarà una domenica lunga, anzi lunghissima, divisa tra gli ospiti, la contabilità e anche la noia. Prima di salire in ufficio sono passata da Lifar, che, nel suo paddock, circondato dalle querce e dai nespoli, odorava beato una margheritina stenta. 

Gli ho dato il buongiorno offrendogli tre mele sugose e ho controllato che il box fosse a posto, mentre Khali, il suo grande amico, un asinello dalle orecchie lunghe e morbide, piagnucolava per un pezzetto di pane. Mi sono fatta coraggio e sono salita per lo stradello che mi porta in ufficio, tanto da qualche parte si deve pur cominciare e ho trovato Camilla ad attendermi sulla soglia. 

Come un lampo è entrata con me e si è sdraiata accanto alla mia scrivania in attesa che compissi i gesti rituali che accompagnano le mie mattine: l'accensione dei pc, il caffè, il controllo della posta, del booking, degli eventuali arrivi e partenze dei clienti. Amo questo posto, ma a volte i miei turni di dodici ore della domenica mi vanno veramente stretti, e mi ritrovo a sognare di poltrire nel letto dopo "aver ruzzato fino ad ora presta" la sera del sabato.
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