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martedì 21 giugno 2016

Ridossino, ridursi alla porta co sassi

Ridossino, ridursi alla porta co' sassi, ridursi sulle cinghie, rimetter le dotte, detti toscani per descrivere alcuni modi di trovarsi a mal partito


RIDOSSINO: concorrenza. Chi apre un negozio accanto, o vicino (a ridosso) a un altro dello stesso genere, "fa un ridossino" al primo.

RIDURSI ALLA PORTA CO' SASSI: ridursi all'ultimo momento per far qualcosa. A Firenze, in altri tempi, coloro che abitavano vicino alle porte della città avevano l'abitudine di uscire le sere d'estate a godersi l'aria e il fresco della campagna. A una certa ora le porte venivano chiuse; ma prima, per avvertire quelli che ancora non erano rientrati, il gabellotto di guardia picchiava un sasso su un battente: a quel sengale i ritardatari si affrettavano. Da qui il detto, che è rimasto aggiornando il significato.


RIDURSI SULLE CINGHIE: ridursi al mal partito, in miseria, o i ncattiva condizioni di salute. L'origine è dal linguaggio di scuderia: quando il cavallo, per malattia o per vecchiaia, non si regge più sulle gambe, viene sorretto con le cinghie. Ma non sembra estraneo neppure il riferimento alla lettiga sulla quale i Fratelli della Misericordia assicurano con le cinghie l'ammalato durante il traasporto all'ospedale. Il modo di dire fiorentino non ha nulla a che vedere con il "tirare le cigne", apparentemente analogo, diffuso nell'alta Versilia e a Massa. "Tirare le cigne" significa darsi da fare, agitarsi per arrivare a qualcosa.

RIMETTER LE DOTTE: riprendere il tempo perso; o, anche, rimettersi in salute. E' un modo di dire antico: da "dotta" e "otta" che significava "ora" (locuzione in disuso: ad otta, a tempo convenuto). Spesso, nel linguaggio comune, si dice, ovviamente sbagliando, "rimettere le rotte".

sabato 25 luglio 2015

Gli stivali rossi, Zoe parte undicesima

Zoe amava il rosso più di ogni altro colore, il rosso per lei era simbolo di vita, di passione, del fuoco interiore, del sangue, dei moti di ribellione della sua parte selvaggia, che ancora teneva accuratamente velata, perché a volte ne era intimorita. 

Timore il suo di non riuscire a controllare quella forza che le provocava dei violenti terremoti interni, che le ruggiva dentro, fino a farle sentire l'eco assordante di tale ruggito. Era un ruggito che le attraversava tutto il corpo e che le esplodeva in testa e quando ciò accadeva, Zoe doveva fermarsi, chiudere gli occhi e aspettare.
Fu così che per amore di  quel ruggito e di quella parte selvaggia che abitava dentro di lei, e che ancora le era in parte sconosciuta, decise di cominciare a manifestare fuori, ciò che lottava dentro di lei.

Manifestare quella parte non era facile, non poteva certo presentarla all'improvviso, tutti quelli che la conoscevano pensavano che Zoe fosse  calma, riflessiva, controllata nelle sue manifestazioni, educata, poco propensa agli scatti d'ira, che non parlava mai a sproposito: quanto si sbagliavano!
Dei suoi terremoti interni nessuno si era accorto mai, ma del resto Zoe doveva pur cercare di armonizzare due parti così dicotomiche e contrastanti, non poteva più reprimere quel ruggito, doveva stappare delicatamente il vaso di Pandora che in quel momento il suo io interiore rappresentava.
Pensò e ripensò, si arrovellò, meditò.....poi un giorno mentre camminava per strada intenta a pensare a come fare, si fermò davanti ad una vetrina. In primo piano troneggiavano un paio di stivali rossi, in pelle scamosciata, alti fin sopra il ginocchio. Non ebbe nemmeno il tempo di pensare, entrò nel negozio, li provò e li comprò. 

Fu per lei come indossare una seconda pelle, e la parte leonina che si agitava dentro di lei cominciò ad uscire allo scoperto, ad ogni passo fatto con gli stivali rossi, scaricava tutta la carica atomica che le albergava dentro. Quegli stivali diventarono il simbolo di una porta interiore che si apriva e che lasciava che esterno ed interno si miscelassero, si amalgamassero, si armonizzassero. Questa operazione chimica non sempre andava a buon fine, come tutti gli esperimenti, spesso c'erano scintille, seguite da esplosioni, e Zoe si trovava sbruciacchiata. Ma gli stivali rossi erano la tessera, la chiave che aveva dato il via alla missione, lunga, difficile, dilaniante, che nel corso degli anni avrebbe fatto conciliare le due anime opposte.


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