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venerdì 22 gennaio 2016

Il doppio eterico

La parte più densa del corpo eterico è ancora connessa al corpo fisico morto, perchè ogni singola cellula di quel corpo ha una sua vita eterica indipendente, e continuerà a vivere in modo puramente vegetativo fino a che le condizioni saranno tali da impedirle assolutamente di funzionare. C'è molto da imparare circa le funzioni del doppio eterico; e nei nostri tempi, in cui sono ormai comuni i trapianti degli organi e alcuni scienziati hanno prospattato la macabra possibilità di matenere in vita corpi privi di funzioni cerebrali al fine di nutrire i "trapianti" fino a quando vengano richiesti "tali pezzi di ricambio", si tratta d'una linea di ricerca che potrebbe essere utile all'umanità.

L'intero fenomeno del "rigetto", il meccanismo con cui il corpo rifiuta un organo estraneo, può risultate assai più complesso di quanto si creda attualmente, poichè forse comporta altri fattori oltre a quelli biochimici. In effetti, tutta la ricerca medica potrebbe venire migliorata, se questo doppio eterico fosse riconosciuto e se si prendessero misure per osservarne il funzionamento. In tali condizioni forse risulterebbe possibile evitare le ricerche vivisezionistiche, spesso fuorvianti.


Inoltre, l'indipendenza da certi tipi discutibili di sperimentazione sarebbe una benedizione morale per quegli scienziati che ritengono di dover compiere tali ricerche nell'interesse dei pazienti, ma che tuttavia condannano moralmente i metodi usati.

Naturalmente non si può supporre neppure per un momento che la possibilità di usare tale visione eterica come strumento della ricerca biologica possa venire presa in considerazione dalla maggioranza dei medici di oggi. Tuttavia, se i risultati della "ricerca eterica" dovessero rivelarsi più soddisfacenti e di più facile applicazione, allora sarebbero spinti ad allinearsi con i loro colleghi più illuminati.

Naturalmente, è una prospettiva a lungo termine, ma la situazione si evolve così rapidamente, in questi nostri tempi, che sarebbe imprudente fissare limiti a ciò che potrebbe o non potrebbe venire fatto nel prossimo futuro.


lunedì 17 agosto 2015

Erbe e cure, la medicina nell'epoca moderna

In questi ultimi quattro secoli la medicina passa da una visione fondamentalmente galenica ad una strettamente scientifica. Sotto lo l'influsso delle scienze si capillarizza la sperimentazione e vengono fondate accademie per la conservazione e trasmissione dei dati. Si precisa l'anatomia e la funzione specifica dei vari organi. Si cominciano a diversificare le varie branche della medicina; dapprima la iatromeccanica (la circolazione sanguigna, sistema scheletrico muscolare), la semeiotica (descrizione dei sintomi diagnostici), la fisiologia, l'igiene, l'epidemiologia...; più tardi la genetica, la psichiatria, la neurologia, la farmacologia, la biochimica, la micorbiologia.

 Le altre scienze forniscono una strumentazione sempre più puntuale: dal microscopio al termometro chimico, allo stetoscopio che soppianterà il tradizonale "colpo d'occhio", all'oftalmoscopio, allo sfigmomanometro, al microscopio elettronico, dai raggi X all'ecografia, alla TAC, alla risonanza magnetica, al laser.... Insomma, nel giro di quattro secoli, si opera il passaggio irreversibile da una medicina "artigianale" ad una medicina scientifica. Ma a fianco di questa medicina ufficiale, ha continuato a camminare una medicina più antica e più povera, meno eclatante, meno rapida ma anche meno invasiva che, utilizzata alla luce delle moderne acquisizione scientifiche, può svolgere una funzione importante nella cura di tante fastidiose malattie e soprattutto nella loro prevenzione.

 E' la fitoterapia, la medicina derivata dalle piante e da tante erbe ricche di elementi curativi. Gli stessi utilizzati spessissimo dalla medicina ufficiale per la preparazione dei suoi prodotti farmaceutici.
MEMENTO: con l'aiuto della chimica e della biologia si sono isolati i principi attivi delle piante medicinali. Dagli inizi del XIX sec. si sono introdotti nuovi farmaci con larielaborazione chimica di detti principi. Nel XX sec. il medicinale chimico prende il sopravvento. Negli ultimi decenni  rivalutazione dei rimedi  naturali  e nuovi studi di settore.


martedì 13 maggio 2014

Traete sempre insegnamento dalle vostre esperienze | Psicopittografia

Non avete mai considerato la differanza tra la conoscenza  e il  sapere? Essa è spesso trascurata.
La conoscenza si acquisisce con lo studio, i libri, le conferenze, l'osservazione attenta. Il sapere è la sperimentazione interiore della conoscenza acquisita. E' ciò che noi vogliamo sapere delle cose attraverso l'esperienza personale. E' ciò che produce miracoli.


"La conoscenza è l'osservazione di un fatto"
"Il sapere è l'esperienza interiore di questo fatto"

Immaginiamo uno straniero sperduto in una città alla ricerca della staxione ferroviaria. Un agente di polizia gli dice di andare alla quarta strada, girare a sinistra, proseguire a sinistra, proseguire per due isolati e poi girare a destra. Lo straniero ora ha l'informazione ma egli deve trasformarla in azione personale. E' anche possibile compiere errori durante il tragitto. Ma ecco che alla fine giunge alla stazione. Egli trasforma la conoscenza acquisita in una esperienza interna [Immagine mentale 68]

Supponiamo che ci venga detto che non si deve temere nessuno al mondo. Non c'è nulla di eccezionale; è la verità. Ma supponiamo di aver paura di qualcuno. La nostra attuale condizione non sopprime questo fatto. Ciò significa che dobbiamo sviluppare la nostra comprensione fino a provarlo personalmente. Dobbiamo partire dalla conoscenza di questo fatto, che nessuno al mondo ha il potere di spaventarci. Ciò ci basta per cominciare. In seguito dobbiamo sperimentare il fatto. Dobbiamo trasformarlo in una esperienza precisa. Possiamo farlo. Noi progrediremo quando ci accorgeremo che la nostra timidezza, non è uno stato acquisito e che non fa parte del nostro vero Io.
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