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sabato 17 gennaio 2015

Essere degni di fiducia

Se non si può aver fiducia in coloro che ci circondano la nostra vita può risentirne. La fiducia reciproca è alla base delle relazioni umane e senza di essa crolla tutta la struttura. Essere degni di fiducia è una gran virtù da tenere in grande considerazione, e chi la possiede può essere considerato una persona di valore.


Si dovrebbe dimostrarla e guadagnarla. Così ad esempio quando si fa una promessa o un giuramento si ha il dovere di mantenerli. Se si dice che si farà qualcosa, lo si deve fare, se si dice che non la si farà non la si deve fare. La stima che si ha di una persona è basata, in gran parte, sul fatto che mantenga o meno la parola, sulla sua coerenza. Anche i genitori perdono il loro valore di fronte agli occhi de i figli quando non mantengono una promessa.

A coloro che mantengono la parola spesa si concede fiducia e ammirazione. Per quanto mi riguarda,  a chi viene meno alla propria parola io non concedo un'altra possibilità. Del resto chi tiene questo tipo di comportamento può spesso trovarsi invischiato in "garanzie" e "limitazioni" a cui non può poi far fronte, ed è questa la strada per per esiliarsi dal prossimo.

Non si dovrebbe permettere ad una qualunque persona di spendere la propria parola alla leggera, ma insistere affinchè mantenga ciò che ha promesso. La vita può diventare facilmente molto confusa se cerchiamo di unirci a persone che mantengono le loro promesse.  La strada della vita è molto più bella da percorrere con persone fidate.

venerdì 16 gennaio 2015

Umminculo, una ovata di chioccia, un bel bollo | Parole e verbi indisuso


UMMINCULO: quando a Firenze qualcuno, interrogato, risponde con dei monosillabi, "hom, hum", rispchia di sentirsi dire: "Umminculo lo disse i'Pitti a i' Granduca". La sotira è questa: la costruzione del Palazzo Pitti, cominciata nel 1440 su disegno di Filippo Brunelleschi, mandò in rovina il proprietario Luca Pitti il quale, pur essendo ricchissimo, vi profuse tutti i suoi beni. Agli eredi di Luca non rimase che vendere il palazzo: lo comprò Cosimo I de' MEdici per la modica somma di novemila fiorini d'oro, una miseria in confronto a quanto era costato. In seguito, un altro Pitti chiese a un successore di Cosimo di rivendergli il palazzo per lo stesso prezzo di novemila fiorini: se avesse rifiutato avrebbe dovuto pagare una indennità ai discendenti di Luca chesi ritenevano in un certo senso danneggiati dal primo contratto. Ma il Granduca non era evidentemente d'accordo e stando ad ascoltare il Pitti rispondeva ad ogni richiesta: "hum, hum". Finalmente il PItti, spazientito sbottò: "Umminculo, il palazzo è mio!" e se ne andò. Volendo dire, naturalmente, che il palazzo portava il suo nome e così si sarebbe comunque sempre chiamato.

UNA 'OVATA DI CHIOCCIA: una covata di chioccia, dicono nelle campagne pisane per indicare lo spazio di tempo di una ventina di giorni, quanto cioè impiega la chioccia a covare le uova

UN BEL BOLLO: non ci mancherebbe altro! Si dice a siena

Prendersi cura di se stessi e dell'ambiente

A volte non ci rendiamo conto di quanto la cura del proprio aspetto sia importante, perchè nonostante tutto sono moltissime le persone che ci giudicano proprio da questo. Sebbene molti abiti possano essere costosi, il sapone e altri prodotti per la cura personale non sono poi inarrivabili.

Sarebbe opportuno avere un minimo di rispetto per se stessi. Ci si può sporcare facendo esercizio fisico o lavorando, ma questo non esclude il fatto che poi ci si rimetta in ordine. Eppure ci sono persone che pur grondanti di sudore mantengono un buon aspetto senza apparire trasandate. Insomma parliamoci chiaro. un ambiente deturpato da persone in disordine può avere un effetto leggermente deprimente sul morale. Guardiamoci più spesso allo specchio e cerchiamo sempre di mantenere il nostro aspetto in ordine e pulito anche il nostro morale ringrazierà.


Allo stesso modo ordine e pulizia dovrebbero appartenere anche all'ambiente in cui viviamo o lavoriamo, essere particolarmente disordinati fa apparire l'ambiente intorno a noi come un luogo a cui non apparteniamo o in cui non ci troviamo bene: le stanze, i luoghi di lavoro, i veicoli dovrebbero essere almeno decenti, altrimenti potremmo comunicare il messaggio che disprezziamo ciò che abbiamo.

Il disordine provoca disagio anche agli altri, e a molto vale l'educazione ad organizzare i propri spazi, se lo si insegna ad un bambino, costui diventerà un adulto che ha cura delle proprie cose e ne terrà di conto. Personalmente sono infastidita da coloro che dopo aver preso un oggetto ed averlo usato non lo rimettono a posto, è una mancanza di rispetto nei confronti di chi invece si preoccupa di riporlo là dove lo ha preso, affinchè esso sia fruibile anche ad altri. Un po' di tempo investito nell'organizzarsi può dare come risultato un lavoro accelerato e non è uno spreco di tempo.

Se si vuole proteggere le proprie cose e i propri spazi facciamo in modo che gli altri abbiano cura delle loro. Questo concetto vale nel piccolo ma possiamo traslarlo anche alla cura che dovremmo avere nei confronti del nostro pianeta: in realtà ognuno di noi ne possiede una parte e come tale dovremmo prendercene cura. Il risultato infatti è che la nostra Terra si sta deteriorando per quell'indiscriminato sfruttamento a cui l'abbiamo sottoposta senza rispetto alcuno del luogo che ci ha dato la vita e che ci fornisce gli elementi per vivere.

La cura del pianeta comincia con il cortile di casa nostra, si estende alla zona che si percorre per andare a scuola e al lavoro, comprende i posti dove si va a fare un pic nic o dove si va in vacanza. Magari invece di contribuire ad aumentare la sporcizia e l'inquinamento potremmo piantare un albero. E in questo senso la tecnologia non manca, le iniziative sono tante e con l'impegno personale si può fare molto, anche solo coinvolgere altri a diventare più consapevoli.  Si tratta del posto in cui viviamo.

giovedì 15 gennaio 2015

Tremotare, trentun per forza, trulli trulli chi li ha fatti li trastulli, tu crudele io tiranno | Parole e verbi in disuso

TREMOTARE: sta per terremotare, nel senso di fare gran confusione, baccano, agitazione. Il sostantivo è "tremotìo, tremòto" è ormai usato quasi esclusivamente in senso traslato nelle locuzioni come "gli è un tremòto", riferito a un bambino irrequieto, fastidiosamente vivace.

TRENTUN PER FORZA: a qualsiasi costo. Modo ellittico di "fare trentun per forza", indica cocciutaggine e anche rassegnazione, come "fare di necessità virtù". Viene dal gioco delle carte, detto appunto "trentuno"


TRULLI TRULLI, CHI LI HA FATTI LI TRASTULLI: magra consolazione per le mamme che devono allevare e tenere a bada i loro bambini

TU CRUDELE IO TIRANNO: sembra un brano d'opera: si dice quando si è alle prese con una bostecca o un pezzo di carne troppo dura, difficile da tagliare e da masticare. Crudele per l'analogia con crudo (non solo poco cotto ma duro), tiranno per l'analogia con tirare






Il regno dell'illegalità

Cosa sono gli atti illegali? Sono azioni proibite dalla legge o da regolamenti emessi dai corpi legislativi dei governi e sottoscritti in forma di codici legali. Ogni membro della società ha la responsabilità di sapere che cosa si intende per atto illegale. Ma sappiamo tutti che atto illegale non è disobbedire ad un ordine qualsiasi come ad esempio: "Fai i compiti" o "Vai a letto".

Per atto illegale di solito si intende un'azione che, se commessa, può provocare una punizione da parte degli organi preposti a questo, cioè i tribunali o addirittura dello stato. Quando si commette qualcosa di illegale, piccolo o grande che sia, si indebolisce il nostro modo di essere, perchè tutte le le cose di valore che cerchiamo di realizzare possono essere fatte in modi perfettamente legali.


Il percorso illegale è una scorciatoia, comoda, ma pericolosa, a fronte  di vantaggi che sappiamo possono poi ritorcersi contro di noi. Questo in teoria e in uno stato dove l'illegalità viene punita, oggi come oggi di fronte alla realtà che viviamo, sembra che le cose si siano ribaltate. Ma la riflessione di oggi è a favore della legalità e non dell'illegalità.

Stato e governo potremmo dire che sono macchine non pensanti, il loro lavoro si svolge su codici e leggi e il loro scopo è quello, sempre in teoria, di annientare, attraverso i propri canali, l'illegalità e quindi possono rivelarsi nemici implacabili e inflessibili in materia di atti illegali.  Il fatto che una cosa sia giusta o ingiusta di fronte a codici e leggi non conta molto, contano le leggi. Quando ci rendiamo conto che le persone intorno a noi commettono atti illegali, sarebbe nostro dovere fare del nostro meglio per farle desistere. Anche perchè in alcuni casi, il loro operare potrebbe indirettamente coinvolgere anche noi. Ma spesso questo non induce ad essere onesti bensì ad imitare chi persevera nell'illegalità per ottenere quei vantaggi o presunti meriti, che l'onestà non paga.

Sarebbe invece nostro dovere assicurarsi che tutti, a partire dai bambini, acquisissero la conoscenza di ciò che è legale e di quello che non lo è. Coloro che commettono "reati" anche quando la fanno franca, si pongono in una ben misera condizione morale ma ad oggi la fanno da padrone, e vengono presi ad esempio invece che biasimati. Quanto sarebbe bello che tutti aderissimo al principio che si è uguali di fronte alla legge, un principio che, anche in nel lontano momento stodico dell'epoca tirannica dell'aristocrazia, fu uno dei più grandi avanzamenti sociali nella storia umana e non dovrebbe essere dimenticato.

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