Simply

venerdì 30 ottobre 2015

Stat sua cuique dies

Certo, qualcuno potrebbe obiettare che ad inizio anno questo adagio non è un augurio felice, ma sinceramente non vi ho fatto caso, il latino per l'uomo di mondo non fa caso a queste cose. In verità è la costruzione matematicamente logica che colpisce. Verbo, aggettivo possessivo, pronome indefinito, soggetto. 

Stat sua cuique dies: a ciascuno è destinato il suo giorno (Virgilio, Eneide, X, 467). Così Giove consola Ercole per la morte prossima di Pallante, compagno di Enea nella guerra contro Turno.
Ciò che amo della lingua latina è la totale mancanza di fronzoli retorici, caratteristica questa che molto si confà al mio ermetismo, e forse alla mia eccessiva capacità di sintesi

Troppa descrittiva e voli pindarici mi danno ai nervi. Riconosco che il mio essere molto stringata, a volte mi fa apparire enigmatica persino presso i miei familiari, o forse con loro lo sono ancor di più facendo affidamento sul fatto che mi conoscono bene. In ogni caso quale che sia il contenuto, cari latini, grazie, grazie: poche, semplici, chiare parole.


Le tisane miste: infuso di melissa e biancospino

Le erbe contengono principi attivi che, una volta introdotti e liberati nell'organismo, aiutano a eliminare le cause delle malattie di cui soffriamo. Sovente i loro effetti si verificano in un modo abbastanza misterioso e talvolta vanno al di là di quelli che la scienza medica e farmacologica possa prevedere, tenuto conto delle proprietà e dell'efficacia dei principi stessi. Ciò a volte avviene a causa di fenomeni di sinergismo, ossia di un potenziamento dovuto all'azione combinata di varie sostanze presenti nella stessa pianta.


A maggior ragione, un effetto potenziato si può quindi attendere quando si uniscono diverse erbe officinali. Ecco lacune ricette di tisane miste, delle quali sifa garante la tradizione.

Infuso di melissa e biancospino

Negli attacchi di angoscia o d'ansia, aumentare il raggio d'azione della melissa associandola al biancospino. Unire a 1 cucchiaino di fiori e frutti di biancospino alcune foglie fresche di melissa per ogni tazza d'acqua in ebollizione. Aumenterà l'effetto rilassante una bagno caldo dove si sia versato infuso di biancospino.








Il meraviglioso mondo delle sfere Temari

Le forme della natura, schemi talmente perfetti e particolari che suscitano il nostro interesse e il nostro stupore, pensiamo al carapace delle tartarughe, alla geometrica perfezione dei loro disegni, non solo, fate mente locale alle conchiglie, ai cristalli......E l'uomo? L'uomo nel suo piccolo cerca di imitarle, come accade per le sfere Temari giapponesi.

Le forme ripetute in modo ritmico sono uno dei segreti della natura e uno dei modi visibili con cui essa si manifesta. Possiamo essere tanto bravi da ricrearle? Un'artista giapponese si è messa all'opera per dare vita a delle sfere perfette. Si tratta di sfere ricamate a mano da una signora giapponese di 88 anni. Aveva avviato il proprio progetto già a 60 anni e nel corso del tempo ha potuto dare vita a una vera e propria collezione di sfere colorate. La tecnica impiegata per la loro creazione ha avuto origine in Cina, prima di essere importata in Giappone. 

Si tratta di un'affascinante forma d'arte folkloristica. Nella creazione delle sfere non manca una componente legata al riciclo. In passato le sfere venivano realizzate da genitori e nonni, come regalo per figli e nipoti, a partire dal filato ricavato dai vecchi kimono. Le sfere erano un dono di buon auspicio in occasione del Capodanno. All'interno delle sfere venivano posizionati dei biglietti con dei messaggi di buon augurio dedicati a chi le riceveva, oppure dei piccoli oggetti in grado di produrre suoni gradevoli, ad esempio dei campanellini.  Ognuna di esse rappresenta un ottimo esempio della creatività della natura, che noi possiamo imitare impegnandoci al meglio.


Parietaria, come fare un cataplasma, infusi, un vino per il fegato e un miele per i polmoni

Parietaria sta a significare che sta volentieri sui muri e sulle pareti; officinalis perché usata nelle antiche farmacie. Questa pianta, dalla lunga e valorosa tradizione medicinale, ha una caratteristica che si desume da alcuni dei nomi con cui viene chiamata: erba vedriola, lavagoti, vedraggina, erba da bottiglie ecc. Infatti, se dovete pulire una bottiglia particolarmente sporca e unta, nulla c'è di meglio che le foglie di questa pianta miste ad un po' d'acqua. Alcune vigorose sbattute e, dopo aver estratto i frammenti di foglie, il vetro brillerà per l'azione pulente dei peli setolosi della parietaria, particolarmente detergenti.


Caratteristiche e proprietà 

Si tratta di una pianta erbacea, perenne, appartenente alla famiglia delle Orticacee. Possiede un fusto eretto, ruvido e legnoso, abbondantemente peloso, di colore rossiccio e della lunghezza di 20-70 cm. Le foglie sono sparse sul fusto, hanno un lungo gambo, forma ovale con punta acuta e base a forma di cuneo, margine intero, lucide nella parte superiore, pelose sotto. I fiori di colore verdastro, sono piccoli e raccolti in globi. Il polline può provocare allergia. E molto comune sui muri, nei ruderi e nei boschi, fino a circa 1000 m. La parietaria fiorisce in primavera e ogni parte di essa è utilizzabile. Fresca è più efficace, ma se si desidera, occorre che l'essiccazione avvenga al sole, e molto rapidamente: le pianticelle devono essere rivoltate spesso perché asciughino bene da ogni parte. La si conserva in vasi di vetro da riporre in luogo asciutto onde evitare dannose fermentazioni. La parietaria è ricca di sostanze amare, sali minerali e composti chimici. Possiede proprietà diuretiche, sudorifere, depurative, emollienti e antireumatiche.

Utilizzo 

Le foglie della parietaria diventano morbide e dolci una volta cotte e si usano in minestre, ripieni, praticamente con tutti gli usi dell'ortica. Per l'uso commestibile è meglio però raccogliere le foglie della parte superiore più succose. La sua diffusione nella medicina popolare è dovuta principalmente alla sua attività depurativa e diuretica. Per rendere più accettabile il sapore di infusi e decotti si consiglia di aggiungere qualche goccia di succo di limone.
Cataplasma contro ascessi, foruncoli e piaghe: raccogliere una manciata di foglie e steli di parietaria fresca, lavarli, asciugarli, stenderli sopra una falda di garza e batterli con la costa di un coltello per fame uscire tutto il succo possibile. Applicare quindi sulla parte malata.
Infuso contro il catarro bronchiale: versare 10 g di pianta secca di parietaria in un litro d'acqua bollente e attendere 10 minuti prima di filtrare. Bere con miele l'infuso a tazzine in mezza giornata. Infuso diuretico: far bollire un litro d'acqua e versarvi 30 g di pianta secca. Attendere che sia tiepido e berne tre o quattro tazzine al giorno.
Vino di parietaria contro le disfunzioni di fegato: scaldare un litro di vino rosso di buona qualità con un pezzetto di scorza d'arancia. Quando comincia a bollire allontanarlo dal fuoco e versarvi 30 g di foglie fresche. Far raffreddare, filtrarlo e berne un bicchierino al termine dei pasti.
Miele contro le affezioni polmonari: ridurre in polvere 10g di foglie secche. Amalgamarvi 10 g di miele e prenderne un cucchiaino ogni due o tre ore.
Succo fresco: raccogliere parecchie piantine di parietaria fresca, lavarle in molta acqua corrente, sgocciolarle e farle asciugare distese per 10 minuti, poi raccoglierle in un tovagliolo. Torcere il fagottino di foglie da spremere il succo e raccoglierlo in un recipiente. Prenderne da 30 a 100 g al giorno ed è utile per i calcoli renali.

giovedì 29 ottobre 2015

Vulpes pilum mutat, non mores

Bene, eccoci nuovamente qui, tutti intorno alla lingua latina. Questo adagio ha subito una trasformazione nel suo passaggio all'italiano, infatti, come tutti di certo saprete, è in uso il proverbio "il lupo perde il pelo, non il vizio". Mi riprometto comunque di scoprire perchè la volpe....

Vulpes pilum mutat, non mores: la volpe cambia il pelo, non i costumi. Proverbio attestato per la prima volta da Svetonio, Vita di vespasiano, contenuto nel De Vita Caesarum. In questo passo l'imperatore viene rimproverato da un bovaro, di conservare immutabile la sua avarizia. Vespasiano è stato spesso descritto come un imperatore gretto ed avaro, sempre pronto a caricare di nuovi tributi il popolo. 

In realtà, come molti suoi predecessori (e come sarebbe accaduto anche ad altri suoi successori), aveva da confrontarsi - a detta degli storici - con una dura realtà: quella di far quadrare i conti delle casse dell'impero. Per estensione - e nella morale comune - ugualmente i membri del consesso umano possono cambiare i loro atteggiamenti ma difficilmente cambieranno gli obiettivi che si sono preposti di raggiungere.

Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.