Simply

mercoledì 11 novembre 2015

Qui fugit patellam cadit in prunas

I nostri vecchi antenati la sapevano lunga, parecchio lunga. Anche questo è un proverbio che poi si è tramandato tale e quale in italiano e che si usa frequentemente anche oggi. Non so voi, ma io lo dico spesso, di occasioni per esibirlo in italiano o in latino ve ne sono a iosa.

Qui fugit patellam cadit in prunas: Chi fugge il vassoio cade sui carboni accesi. Derivato da Lucano (3,687). In Tertulliano De carne Christi, era: De calcaria in carbonariam pervenire (dalla fornace per la calce, finire in quella per il carbone), e che nel tempo è diventanto il nostro "cadere dalla padella nella brace"

Fegato e suoi disturbi: un aiuto dagli oli essenziali

FEGATO

Oli con effetto stimolante per il fegato pigro (persone lente, stanche, poco attivE ): Basilico, Geranio, Ginepro bacche, Menta piperita, Pepe nero, Rosmarino, Verbena odorosa.

Oli con effetto calamante per squilibri di fegato che provocano nervosismo, euforia, tendenza ad arrabbiarsi: Camomilla romana, Mimosa, Neroli, Rosa, Vetiver.

Oli armonizzanti utili in certi disordini epatici: Elicriso, Galbano, Salvia.

Scegliere, secondo il caso, 2 oli diversi della stessa categoria da utilizzare separata mente in inalazione secca e diffusione ambientale (più volte durante la giornata), e da miscelare invece in parti uguali per il massaggio e il bagno.


Miscela stimolante per disturbi di fegato che inducono letargìa, stanchezza, scarso interesse per
il mondo circostante: in inalazione secca e in diffusione ambientale utilizzare in parti uguali Ginepro
bacche, Menta piperita e Rosmarino (sul fazzoletto bastano 2 gocce di ciascuna essenza stillate l'una
sull'altra); in 50 ml di crema base neutra aggiungere 8 gocce di ciascuna delle 3 essenze, mescolare
a lungo con un cucchiaino di vetro, ceramica, legno o plastica (non utilizzare strumenti di metallo:
meglio di tutto è il vetro, ad esempio una pipetta contagocce). Applicare la crema così creata 2 volte
al giorno sulla zona del fegato e massaggiare .

Miscela calmante per disturbi di fegato che inducono agitazione, rabbia, iperattività, eccitazione
sessuale: in inalazione secca e in diffusione ambientale utilizzare in parti uguali Bergamotto, Maggiorana e Nardo (sul fazzoletto bastano 2 gocce di ciascuna essenza stillate l'una sull'altra); in 50
ml di crema base neutra aggiungere 8 gocce di ciascuna delle 3 essenze, mescolare a lungo con un
cucchiaino di vetro, ceramica, legno o plastica (non utilizzare strumenti di metallo: meglio di tutto
è il vetro, ad esempio una pipetta contagocce). Applicare la crema così creata 2 volte al giorno sulla
zona del fegato e massaggiare .

Uso interno con effetto stimolante: Basilico, Ginepro bacche, Menta piperita, Pepe Nero, Rosmarino.

Uso interno con effetto calmante: Camomilla romana, Mimosa, Neroli, Rosa, Vetiver. Se
il profilo della persona rispecchia almeno in parte quello dell'essenza, per uso interno si possono
anche sperimentare: Elicriso, Galbano, Salvia.




Neroli (fiori d'arancio), olio essenziale

Nome botanico: Citrus aurantium ver. amara
Famiglia: Rutacee
Provenienza: Estremo Oriente
Estrazione: dai fiori freschi
Profumo: floreale, caldo, ricco, intenso e delicato
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: antidepressivo, afrodisiaco, digestivo, depurativo, ipnotico blando, tonico cardiaco e circolatorio, antispastico, antisettico, battericida
Principali indicazioni: ansia, depressione, insonnia, tensione nervosa, palpitazioni, stress, agitazione nei bambini, cura della pelle, coliche intestinali, spasmi, disturbi digestivi di origine nervosa


L'essenza di fiori d'arancio deve il suo nome e la sua celebrità alla civetteria di una principessa del XVII secolo, Anna Maria di Nerola, la quale amava cospargersi abbondantemente di questo profumo, tanto da lasciare un'odorosa scia al suo passaggio. Poichè nelle  corti europee dell'epoca si usava regalare e portare guanti profumati, i "guanti di Neroli" divennero di moda per le dame di corte. L'olio di neroli è una delle essenze più pregiate, non solo per l'inimitabile aroma, che entra nella formulazione di pregiati profumi, ma anche per il basso rendimento durante il processo di estrazione: è infatti una delle essenze più costose.

 La sua sfera d'azione principale è il sistema nervoso: esercita un'efficace azione riequilibrante e calmante in caso di turbe emotive, nervosismo, somatizzazioni a carico dell'apparato digerente, come spasmi, cattiva digestione, meteorismo, e a carico dell'apparato cardio-circolatorio, in caso di palpitazioni e ipertensione. Concilia il sonno ed è molto utile per i bambini in caso di sovraeccitazione e di difficoltà di addormentamento. I fiori d'arancio partecipano, secondo la medicina antica, delle peculiarità caratteristiche di altri fiori di colore bianco, quali il ciliegio, il tiglio, il mughetto, il biancospino.

I Cinesi raccomandavano, in caso di stanchezza e di affaticamento, di attendere la fioritura del ciliegio per staccarne una fronda con cui cingersi il capo fino all'appassimento. I medici della storica Scuola Salernitana consigliavano addirittura di non staccare il ramo dall'albero, ma di massaggiarsi con i fiori ancora attaccati all'albero, in modo che le benefiche vibrazioni energetiche della pianta si potessero trasmettere all'uomo. Secondo gli antichi quindi il massaggio floreale con i fiori bianchi è in grado di curare la stanchezza fisica e mentale, di restituire nuove energie e di fugare la tristezza.

Varrebbe la pena quindi di seguire questo consiglio, per combattere le nevrosi, e se non è possibile passeggiare in un boschetto di ciliegi o di zagare, si può più semplicementefare un bagno aromatico usando l'essenza di neroli o utilizzandola per massaggio rilassante o per leggere frizioni alle tempie. A livello della pelle è molto delicata e ben tollerata anche incaso di pelle sensibile e irritata. Ha un'azione rigenerante a livello cellulare, tonifica, previene l'invecchiamento, deodora. Seguendo l'esempio di Anna Maria di Neroli, può essere utilizzata utilmente nella preparazione di principesche maschere di bellezza o in aggiunta a creme nutrienti (nella misura di una goccia per un cucchiaino di olio o crema base).


Sapone fatto in casa senza soda caustica

I prodotti naturali sono la mia passione, e il sapone fatto in casa fa, naturalmente, parte del gruppo. Nelle tradizionali ricette però, per fare il sapone si usa la soda caustica, a cui bisogna prestare particolare attenzione. Questo significa che nel procedimento, non è possibile coinvolgere i bambini data la pericolosità della sostanza. Ma perchè rimanere con il desiderio di provare almeno una volta a fare il sapone in casa senza troppi rischi?


Si può fare a meno della soda caustica seguendo una semplice ricetta che vediamo oggi. Prendete dunque appunti. Vi occorreranno:  5 litri d’acqua, 1 kg di cenere, 750 ml di olio di oliva, 50 gr di amido,  oli essenziali a vostro piacimento, un secchio, 2 pentole capienti

Procedimento:  il primo passo consiste nella la preparazione della lisciva, ovvero si pongono l’acqua e la cenere in una pentola, mescolando bene e facendo cuocere la miscela per due ore a fuoco lento. Passate le due ore, stendere un panno bianco sopra un secchio e filtrarvi il composto di acqua e cenere così da lasciare sul panno tutte le impurità. Nella seconda pentola porre l’olio e portarlo a una temperatura di circa 30°.

Versatevi circa la metà della liscivia, mentre nella metà rimasta nel secchio aggiungete l’amido. Mescolate con cura l'olio e la lascivia e in un secondo momento aggiungere anche la liscivia miscelata all'amido sempre mescolando. A questo punto aggiungete la vostra essenza preferita. Riversare poi il composto nel secchio o se le avete in apposite formine e lasciate riposare per almeno due settimane.


Il rafano, in cucina, in fitoterapia e sua coltivazione

L'Armoracia rusticana, Cochlearia armoracia è il nome scientifico del rafano rusticano, altrimenti conosciuto come rafano tedesco, barbaforte e cren, è una pianta erbacea perenne delle Crucifere.
Possiamo dire che il rafano è una pianta piuttosto rustica con grandi foglie ruvide di un bel color verde intenso, e si coltiva soprattutto per l'uso che si fa della radice.

Lo si può coltivare anche in casa stanto attendi a qualche piccola accortezza, una delle principali ad esempio è che, poichè il rafano non sopporta la siccità, nei mesi poco piovosi sarà necessario irrigarlo con regolarità, inoltre in Italia non è possibile coltivarlo come pianta perenne, bensì come pianta annuale.

COME COLTIVARE: scegliete un terreno ben drenato e fertile. Il periodo migliore per la semina è il mese di febbraio, e si può fare in piena terra o in ambiente controllato. Procedete con la semina del rafano in piena terra solo se il terreno è sufficientemente soffice: per la semina in piena terra dovrete provvedere alla preparazione del terreno alcuni mesi prima.

Scegliete una posizione soleggiata o a mezz’ombra. Le piantine di rafano vanno messe a una distanza di 30 cm l’una dall’altra, mentre tra una fila e l’altra dovranno esserci circa 50 cm. I primi fiori appariranno a inizio estate, si tratta di piccoli fiorellini bianchi con quattro petali disposti in croce.

Ma perchè il rafano è così importante per l'alimentazione? Quali le sue proprietà? Innanzitutto il rafano ha un alto contenuto di Vitamina C e B1 e una modesta quantità di olio essenziale che varia dallo 0,5 all’1%. La radice è ricca di composti glucosinati come la gluconasturtiina, singroside e la glucoclearina, se questi nomi non vi dicono nulla, vi basterà pensare che attraverso la loro idrolisi si possono ottenere sostanze utili nel campo della fitoterapia. Per quanto riguarda l’apporto calorico, si stima che ogni 100 grammi di rafano contenga all’incirca 35 kcal.

Oltre che in cucina il rafano è molto usato in fitoterapia: trova impiego, come rimedio naturale, nel trattamento dei reumatismi, bronchiti e altre difficoltà respiratorie. Nella cosmesi naturale e in ambito della medicina popolare, il rafano è impiegato come rimedio blando contro le macchie della pelle, le dermatosi dell’herpes e l’alopecia. Stimola la diuresi, tratta lievi infezioni a carico delle vie urinarie e favorisce la digestione.

ATTENZIONE:  è controindicato per chi soffre di problemi gastrici, disturbi renali, bruciore di stomaco e ulcere. Inoltre è sconsigliato alle donne in gravidanza.

Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.