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domenica 3 aprile 2016

Pelle, sistema respiratorio e fegato: il Desmodio multitasking

Non ancora ampiamente diffuso in Europa, il desmodio è una pianta dalle straordinarie proprietà curative. Esso infatti ha la proprietà di rigenerare il fegato ( in particolare quando vi sia stata una sofferenza indotta da trattamenti farmacologici o chemioterapici), ma non solo, cura l'asma bronchiale e allergica ed è utile in caso di crisi epilettiche o nei casi di choc anafilattico. Originario dell'Africa equatoriale, il desmodium adscendens è un vero e proprio farmaco.


Uso interno: come  epatoprotettore aumenta la resistenza delle cellule epatiche in caso di infiammazione di origine tossica o infettiva, in particolare in seguito a trattamento farmacologico o chemioterapico. Ma è anche efficace contro le epatiti virali (in associazione con un trattamento farmacologico), in particolare nella cosiddetta fase itterica (lo stadio iniziale della malattia). Come anticipatico è anche antiasmatico, infatti combatte le crisi di asma bronchiale impedendo la contrazione dei muscoli dei polmoni. Inoltre è antiallergico perchè cura le allergie che sopraggiungono in modo improvviso, come l'asma allergica, gli edemi di Quincke o le allergie digestive. Come broncodilatatore agisce con un effetto rilassante sui tessuti polmonari e sui muscoli bronchiali, nei casi di crisi di asma o di choc anafilattico. Infine è decontratturante: si utilizza in caso di contratture muscolari, come indolenzimenti, crampi e spasmi. Efficace per alleviare il mal di schiena.

Uso esterno: come cataplasma, il desmodio svolge un'azione antiallergica sull'orticaria e sull'eczema da contatto.

Questa pianta ha trovato applicazione in diverse parti del mondo fra cui l'Africa occidentale, dove la pianta è originaria (Ghana, Camerun...) e trova applicazione contro l'asma e l'itterizia, ma anche contro le malattie epatiche o digestive. In America Latina, si usa nei trattamenti contro convulsioni, epilessia, diarree, malaria e infezioni genito-urinarie. In Francia fu introdotto negli anni '70 e nel 2006, l'Agenzia nazionale di sicurezza sanitaria e dell'alimentazione francesene ha  riconosciuto le proprietà epatoprotettive e immunostimolanti. In Italia, la Circolare 07 del giugno 2007 ha riammesso il Desmodium adscendens negli integratori alimentari.

Il desmodio si riconosce per la somiglianza che ha con il trifoglio, ed è sia strisicante che rampicante, predilige le aree equatoriale e la si troa ad esempio appoggita ai tronchi delle piante di cacao o delle palme da olio.

In fitoterapia, le parti utilizzate sono quelle aeree, gli steli e le foglie. Contiene flavonoidi, alcaloidi d'isochinolina, acidi grassi, saponosidi, antocianosidi, derivati di triptamina. Dosaggio:
 - In infusione o come decotto, lasciare in infusione 10 g di desmodio per litro di acqua bollente per circa quindici minuti.
- In concentrato di decotto, assumere 3 capsule al giorno per una persona adulta. È preferibile optare per i preparati a base di piante biologiche.
- In soluzione bevibile, assumere da 2 a 4 cucchiai da caffè al giorno di desmodio diluito in un bicchiere di acqua o di succo di frutta.
- In caso di problemi epatici, la dose consigliata è di 8 g al giorno (dose non assumibile attraverso le capsule che ne contengono solo 200 mg). Peraltro, occorre seguire il trattamento per un periodo minimo di otto giorni, che può durare diverse settimane, fino a normalizzare il livello di transaminasi.
- Per prevenire gli effetti collaterali di una chemioterapia, il desmodio va assunto due giorni prima e per almeno dieci giorni dopo la seduta.

Il desmodio va utilizzato con cautela durante la gravidanza e l'allattamento. Nessuna controindicazione nota. Non ha effetti collaterali. Per potenziarne gli effetti, è possibile associare il desmodio, consumato come infuso, al Chrysantellum americanum, al cardo mariano o ad altre piante che stimolano la funzionalità renale, come la pilosella. Non ha interazione con i farmaci.

Comprovati sono ormai i risultati nel trattamento alternativo delle epatiti virali: scomparsa dell'ittero in otto giorni, nausee e mal di testa, inappetenza e stanchezza, quindi normalizzazione delle transaminasi in un arco temporale da dieci a trenta giorni. Ottimo per prevenire le epatotossicità causate, ad esempio, dall'alcolismo o dalle intolleranze ai farmaci (neurolettici, terapia antibiotica, triterapia). I pazienti sottoposti a chemioterapia che hanno assunto del desmodio prima e dopo le sedute, hanno osservato una diminuzione, se non addirittura la scomparsa, di nausea e vomito e hanno potuto quindi mantenere uno stato generale soddisfacente che li ha resi più forti contro il cancro. In caso di epatite conclamata o sospetta è sempre necessario consultare ilmedico sull'uso del desmodio.


IO, ME E MEZZANOTTE

E voi, in che rapporto siete con la mezzanotte? Che emozioni provate? Quali riflessioni fate allo scoccare del nuovo giorno? Io ci ho riflettuto a lungo, un pensiero ad ogni rintocco.....

Spesso mi chiedo che effetto faccia lo scoccare della mezzanotte sulle persone.
I rintocchi di un orologio, forti, sicuri, che annunciano il suo scoccare: DON, DON, DON .
La mezzanotte ci comunica che l'oggi è finito e inizia il nuovo giorno, con le sue aspettative, che la notte fa le ore piccole e noi con lei se siamo ancora svegli, come me, in questo istante, proprio ora che scrivo a ruota libera questo post, ispirato da non so che cosa.

Amo la mezzanotte, l'ora delle streghe e dei fantasmi, delle storie di paura, dei film horror, l'ambiente naturale dei vampiri e dei lupi mannari, dei cavalieri senza testa che galoppano su destrieri dal manto morello.

Ma non solo, la mezzanotte è amica delle principesse, come Cenerentola, che perde la scarpetta che condurrà il principe a lei, e che segnerà la svolta felice nella sua vita.
Per qualcuno è appena appena l'inizio della vita notturna, in giro per locali, in discoteca, a casa di amici a vegetare davanti alla tv, davanti ad un gioco da tavolo, o immerso nella lettura di un libro con un buon bicchiere di cognac sapientemente riscaldato. 
E' l'ora della Corte dei Miracoli.

Per qualcuno scatta il turno di lavoro, la reperibilità, o  si mette a studiare come fanno innumerevoli studenti universitari presi dall'imminenza di un esame da sostenere (a me è capitato spesso, e, a dire la verità, non è che recepissi granché, ma mi illudevo di sfruttare tutto il tempo disponibile....).
Per altri è l'ora della riflessione, del bilancio della giornata appena trascorsa, dei pensieri intimi, dei ricordi, della sofferenza e del pianto (quante volte nel buio e nel silenzio, il cuscino è stato irrigato dalle lacrime!). Credo che più spesso di quanto si pensi, la mezzanotte in un certo senso sincronizzi le anime delle persone. E poi non dimentichiamoci che la mezzanotte è l'ora del collegamento al nostro ormai caro amato computer, per controllare le mail, entrare nei social network, giocare, scrivere i post sui blog..

Mi piace pensare che proprio a mezzanotte anche gli alieni si sentano un po' meno spiati dai nostri telescopi e allegramente si divertano a fare le loro scorribande sulla terra per osservare la nostra strana, ma quanto mai interessante vita; chiedendosi come mai il genere umano, pur dotato di libero arbitrio, viva un vita tanto madida di emozioni, ansie, paure, sbalzi d'umore, scoppi di gioia, cascate di lacrime, fiumi di risate, valanghe di avventure, intrighi internazionali.

La associo alla luna piena, alla sua luce bianca e trasparente, ai suoi mari magnifici per chi non sa nuotare come diceva Rodari,  tanto romantica e fonte inesauribile di ispirazione per scrittori e poeti, per aedi, amanti, avventurieri ed esploratori, ricordate la novella "Ciaula scopre la luna"?
La luna disegna magnifici ponti d'argento sul mare, e nei miei sogni di bambina spesso vi camminavo per giungere nel paese delle Mille e una Notte, dove mi aspettava il califfo Harun-al-Rashid, che su un tappeto volante mi avrebbe scortata a Samarcanda, Aleppo, Baghdad... 

Anch'io a modo mio a mezzanotte lascio una scarpetta virtuale,  la lascio così nell'etere, in attesa che qualcuno la raccolga, che legga ciò che scrivo e che lasci una traccia su questo mio sgangherato diario, dove tento di dare corso agli infiniti pensieri che pesco nel vasto mare delle possibilità.
E chissà perché li pesco sempre a mezzanotte, l'ora del contatto con il cosmo, con gli angeli, i jinn.
Ti amo mezzanotte.


Gestire l'ansia e la dieta con la griffonia

Gestire l'ansia non è facile, e chi ne è prigioniero spesso deve affidarsi a farmaci di sintesi nel tentativo di migliorare una situazione che crea panico e preoccupazione e che non permette di vivere una vita normale. Ma come ben sappiamo i farmaci di sintesi creano una certa dipendenza e hanno anche delle pesanti controindicazioni. A quale alternativa naturale possiamo affidarci? La natura ci ha fatto dono della griffonia.

La griffonia, o  Griffonia simplicifolia, è apprezzata per le sue proprietà ansiolitiche, regolatrici dell'umore e del sonno, oltre che come coadiuvante nel contesto di una dieta dimagrante. Grazie al 5-HTP, un amminoacido che interviene in vivo nella secrezione della serotonina, rende la griffonia una valida alternativa in ambito fitoterapico agli antidepressivi e ad altri neurolettici di sintesi.


Uso interno:   depressione, ansia, angoscia, aggressività, perdita di autostima. E quindi anche insonnia, sonno agitato, difficoltà di addormentamento. Per i distubi alimentari: bulimia, obesità. Inoltre: cefalee, sindrome fibromialgica, mestruazioni dolorose. Stato generale: prevenzione dell'invecchiamento, tonicità (azione antiossidante).

Uso esterno:  dermatosi, ferite della pelle, infiammazione cutanea, bruciature (uso nella medicina tradizionale africana).

Qualsiasi patologia e/o sintomi per i quali si rendono necessari una regolazione o una migliore concentrazione di una carenza di serotonina nel sangue. Trattamento sostitutivo nei casi di dipendenza da alcuni antidepressivi IRS. Trattamento dell'anemia falciforme (presenza di un principio attivo, il lithospermoside). Combatte l'ossidazione e l'invecchiamento cellulare. Costipazione, pigrizia intestinale, impotenza maschile (nella medicina tradizionale africana).

Benchè molto usata nella medicina tradizionale africana, solo  negli anni '80 perché gli studiosi iniziarono a interessarsi alla griffonia. Fu proprio il riscontro della sua efficacia nel trattamento dei disturbi dell'umore che permise alla ricerca di adoperarsi per rivelarne il principio attivo, un amminoacido denominato 5-HTP, ad alta concentrazione, e che è un precursore naturale di serotonina, un neurotrasmettitore essenziale secreto dal cervello e che concorre, tra l'altro, alla regolazione dell'umore. Da quel momento la griffonia ha potuto occupare un posto nella fitoterapia occidentale come pianta officinale, considerata il miglior sostituto dei neurolettici di sintesi.

Tutti gli elementi e le parti (radice, fusto, corteccia, foglie, fiori e semi) sono utilizzabili nella fitoterapia tradizionale e locale, anche se la concentrazione ottimale di 5-HTP è presente nei semi che vengono raccolti ed esportati dopo l'essiccazione.

Questa pianta contiene del 5-idrossitriptofano (5-HTP è il principio attivo precursore della serotonina). Gli altri componenti sono vitamine, antiossidanti e sali minerali: alcaloidi (hyrtioerectina B, 3-carbossi-6-idrossi-β-carboline, hyrtiosulawesina, 5-idrossindole-3-carbaldeide, 5-idrossi-3-(2-idrossietil) indolo, trigonellina, 5-idrossitriptamina, griffonina [1] Lectine (rodamina). Uso e posologia della griffonia

Dosaggio: si acquista in farmacia o presso i distributori specializzati nella vendita di integratori alimentari, sotto forma di capsule o compresse con un dosaggio compreso tra 50 e 100 mg di principio attivo (il 5-HTP). Si consiglia di assumerne da 1 a 4 dosi a seconda della concentrazione del prodotto per le patologie trattate abitualmente, di preferenza alla sera, per evitare la sonnolenza nelle ore diurne. I trattamenti con la griffonia possono durare da uno a tre mesi. In caso di assunzione permanente, è necessario parlarne al proprio medico curante. Poiché in Europa la disponibilità di questa pianta in erboristeria è assai rara, è difficile preparare da soli soluzioni per uso esterno. In compenso, in ambito cosmetico e dermatologico vengono commercializzati prodotti (creme, lozioni, pomate, tinture, ecc.) contenenti estratti di griffonia. Anche in questo caso, è necessario attenersi alle modalità d'uso e ai dosaggi riportati nei foglietti illustrativi dei prodotti.

Non esistono precauzioni d'uso particolari alle dosi terapeutiche indicate. Occorre però prediligere le assunzioni serali per evitare il rischio di sonnolenza diurna e la diminuzione o la perdita del livello di attenzione (attività professionali, conduzione di veicoli e così via). In caso di contraccezione ormonale, le donne dovranno informare il medico riguardo l'assunzione di griffonia e tenerne sotto controllo gli effetti. Gli estratti di griffonia per uso interno non possono essere somministrati in automedicazione ai soggetti epilettici, alle donne in gravidanza o che allattano, e neppure ai bambini.

Non sono stati riferiti effetti indesiderati alle dosi terapeutiche indicate. Possono comunque verificarsi disturbi intestinali di lieve entità. In questi casi, ridurre le dosi di assorbimento. Occorre evitare di assumere estratti di griffonia contemporaneamente all'assunzione di iperico (o erba di San Giovanni), genziana o di kawa kawa.


sabato 2 aprile 2016

Il bialbero di Casorzo: un caso strano

Madre natura non è come noi esseri umani, così prepotenti e intolleranti, alla ricerca di uno spazio nostro di cui siamo gelosi custodi. Noi, nella maggior parte dei casi non riusciamo a vivere in armonia con ciò che ci circonda, ma siamo portati prevaricare l'ambiente circostante per il nostro esclusivo interesse. Ci sono invece degli esempi  da cui dovremmo seriamente imparare e prendere spunto, come il Bialbero di Casorzo.

La natura ci offre esempi davvero particolari di coesistenza pacifica fra specie viventi e del tutto particolari, come il caso del Bialbero di Casorzo, in provincia di Asti. Di che si tratta? I protagonisti sono un ciliegio e un gelso, e in questo caso il ciliegio è pacificamente cresciuto sul gelso, ed entrambi gli alberi sono di dimensioni ragguardevoli.

Si tratta di un caso singolare di albero parassita, proprio per le dimesioni raggiunte dal ciliegio, circa 5 metri di altezza. Benchè noto, questo fenomeno è raro e lo è ancora di più perchè in genere l'albero parassita ha dimensioni estremamente ridotte e solitamente una vita piuttosto breve. Qui invece gli alberi hanno dimesioni normali e stanno benissimo.


Come abbia fatto il ciliegio a crescere in maniera così insolita nessuno lo sa, l'ipotesi è che forse un uccello ha lasciato cadere un seme sul gelso, e le radici devono essere cresciute attraverso cavità nel tronco di quest’ultimo. In ogni caso abbiamo l'esempio di pacifica e salutare convivenza un simbolo e un esempio su cui dovremmo riflettere anche noi.

UNA LETTERA D'AMORE (illusioni di gioventù)

Ogni tanto, mi capita di riordinare libri e vecchi quaderni che riposano placidi sugli scaffali delle mie librerie. Nel tentativo di dare un ordine logico a pagine che sembrano sconclusionate, trovo qualche vecchio pezzo di una vita che mi appare lontana e quasi sognata, come questa lettera d'amore che scrissi tanto tempo fa per qualcuno che nemmeno ne comprese il significato.

01/03/1999
Non chiedermi perché ti sto scrivendo adesso, non chiedermi perché ho ripreso a scrivere, non chiedermi perché ho meccanicamente aperto questo quaderno, dopo averne riempiti tanti e dopo averli abbandonati alla polvere di uno scaffale nascosto in una stanza ancora all'alba dell'infanzia.

Non ti saprei rispondere, ora so solamente una cosa: ti amo.
Ma non dell'amore che ci hanno insegnato, non quello dei romanzi, non quello che si sogna quando ancora non si è capito cosa sia veramente.
Io parlo di un sentimento così forte, che fa male, che fa soffrire e che, come una lama affilata e gelida, affonda proprio lì, in mezzo al cuore.

Niente romanticismo, poche sbavature da film, è la vita di questo poderoso sentimento che ci nutre; ed è come un nettare dolce, quasi un inebriante profumo che porta dentro di sé il peso e il seme di uno strazio lacerante.
Non voglio essere felice se questo porta con sé la superficialità e l'ipocrisia, il canovaccio di una fattispecie inquadrata nei canoni che la società ci rovescia addosso. Non voglio vivere la virtualità di una realtà alla quale appartengo per il solo fatto di esserci caduta.
Se l'amore è sofferenza, è disagio, è rabbia, è pianto, è capriccio, allora per quanto possa essere duro da vivere, è questo che voglio.

E se la lontananza può avere effetti così devastanti dentro me, accetto anche la devastazione, perché trionfi quel sottile dolore misto a felicità che è fiorito in quel piccolo paradiso che io stessa ho creato nel mio cuore.
Ho perso anche questa battaglia verso e contro di me, poiché avevo giurato e spergiurato che non ci sarebbe stato più spazio nella mia vita per il dolore: no, non per il dolore, ma per il vuoto lancinante e profondo che ho e che sento grande, più grande!

Probabilmente stai dormendo, e io invece sono qui, a pensare che non ci sei, che mi manchi, e che quasi non ha senso il trovarmi qui.
Vorrei dividere con qualcuno tutto questo mio arrovellio, un rimuginare continuo, ma non resta altro che scriverlo, non ho altra scelta non credi?
Ho paura che questo incendio mi consumi, ho paura che tu te ne vada con questa storia e sai perché? Lasceresti dietro di te un deserto.

L'amore che c'è in me è così grande che non può essere rinchiuso in ordinati e forti argini, devi essere tu a trovare il modo di sfruttare l'energia che da esso promana; non troverai mai acque calme, ma una laguna che riposa su un vulcano ancora in piena attività.
Riconosco di avere dei lati che sono oscuri anche a me stessa, che sono lunatica, collerica, intollerante, dispettosa; a volte, e sono molte quelle volte, mi fingo indifferente.

Ma io devo nascondermi, devo ripararmi, se non voglio essere soffocata dai miei stessi sentimenti: al centro di tutto ci sei tu.
Guardami, e non fermarti agli occhi, ogni respiro, ogni sguardo, ogni battito di questo cuore ballerino, prima che per me, è per te.


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