Mi sono resa conto che la metodicità con cui svolgo le mie azioni quotidiane è paradossale. Le mie azioni sono dettate da una innata logica organizzativa a cui non vengo mai meno, se non in casi di forza maggiore ovviamente.
Fin dal momento del risveglio, i miei gesti sono sempre gli stessi, probabilmente da secoli, tanto sono precisi. Mi alzo, e la prima cosa che faccio è scoprire il letto per fargli prendere aria, poi tiro su le tapparelle dedicando sempre uno sguardo al mio mare. Filo dritta in cucina e bevo 250 ml di acqua con linfa di betulla, poi vado in bagno dove effettuo, sempre nella stessa sequenza, le abluzioni mattutine, seguite dalla rituale vestizione (in questo caso cambio i vestiti, maligni che non siete altro!).
Torno in camera, apro la porta finestra, spazzo il balcone e vi passo il cencio, indi ritorno in cucina dove bevo un altro bicchiere da 250 ml di acqua con il succo di un limone spremuto. Metto a bollire l'acqua del tè e nel frattempo vado a rifare il letto. Finalmente siedo per fare colazione, con il mio amato tè, lo yogurt e una brioscina Londi (quella non la cambio per nulla al mondo, il tè e lo yogurt sì).
Ovviamente prima di uscire di casa, faccio la mia raccolta differenziata, plastica, carta, vetro, altrimenti non sto bene. La porta di casa non si chiude senza aver lavato i denti, ma una volta fuori, sono alla mercè degli eventi.....
Comincio a credere che in una vita precedente sia stata un militare, e che la disciplina marziale mi sia rimasta apiccicata addosso, visto che sono l'unica in famiglia ad avere il tipico comportamento militaresco. Non faccio mai però le cose con la fretta tipica dei soldati in addestramento, seguo solo uno schema strategico personale, che mi permette di ottimizzare i tempi e mantenere il mio inquieto animo calmo a proposito del tempo che scorre (tanto per citare...).
Attenzione, questo stile di vita così apparentemente rigido lo conduco solo all'interno del mio accampamento, se sono ospite di accampamenti altrui mi uniformo alle regole di chi mi ospita con una flessibilità di cui mi stupisco anche io. Se sono io ad ospitare membri di altri accampamenti, non impongo le mie regole, lascio che seguano il loro stile per non turbare la loro armonia interiore.
In pratica sono come il meccanismo di un orologio al quarzo, nel quale il quarzo stesso è inserito come componente in un circuito oscillatore, che mantiene il cristallo in perenne vibrazione alla sua frequenza caratteristica: dunque vivo al quarzo.
ciao Silvia, ho letto attentamente il tuo racconto. E' la prima volta, credo, che scrivo in un blog. Anch'io mi sto rendendo conto che dopo una vita lavorativa, molto intensa e variegata, pensavo di riprendere la mia quotidianità delle cose. All'inizio mi sembrava tutto bello ma poi mi sono reso conto che sbagliavo ma purtroppo nel frattempo ci si è messo il male di mia moglie, da oltre 4 anni immobilizzata a letto, che per forza di cose ho dovuto cambiare stile di vita e questo sinceramente è stata una scelta obbligata. Mi è mancata molto la sessualità, elemento che in una persona anche di una certa età ci vuole di tanto in tanto, mi è mancata l libertà di agire, perchè legato agli improvvisi mutamenti del male. Come passo il tempo? leggendo, internet, volontariato ed incazzandomi, ogni tanto! Scusa lo sfogo
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