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venerdì 13 maggio 2016

Popoli mesopotamici e le Sfere di Argilla

Popoli mesopotamici e le Sfere di Argilla, quale mistero archeologico? Gli studiosi stanno facendo delle ipotesi, ma non sono ancora giunti a conclusioni certe.


L'antica Mesopotamia continua a stupirci con i ritrovamenti archeologici. La mezza luna fertile, quel pezzetto di terra delimitata dall'Eufrate e dal Tigri oggi suddivisa fra Iraq, una parte del nord  della Siria e un parte della Turchia sud-orientale è da sempre considerata la culla della civiltà. E proprio in questa regione che sono stati ritrovati alcuni misteriosi artefatti che rivelano la presenza di culture perdute. Sto parlando delle sfere di argilla ritrovate alla fine degli anni '60. Sono sfere di dimensioni differenti che variano dalla grandezza di una pallina da golf a quella di una palla da baseball. 


Rimane ignoto il significato e l'utilizzo dei manufatti, benchè alcuni scienziati impegnati a studiarli cominciano cautamente a fare delle ipotesi davvero affascinanti. I ricercatori sono riusciti ad esplorare l'interno delle sfere grazie alla TAC e alla modellazione 3D. La TAC ha rivelato che queste sfere sono cave e all'interno vi sono forme geometriche definite gettoni. Christopher Woods, professore presso l’Oriental Institute di Chicago, è convinto che le sfere siano il primo sistema di archiviazione dati del mondo, infatti spiega: “Queste sfere probabilmente rappresentano il primo sforzo degli esseri umani per archiviare informazioni in modo permanente, almeno secondo le nostre conoscenze attuali”.

Si contano solamente 150 sfere complete e il mondo scientifico, inclusi i musei che le ospitano, non sono persuasi a sezionarle perchè questo significherebbe danneggiarle in maniera permanente. Ve ne sono alcune attraversate da enigmatici canali dal diametro di 1 – 2 millimetri. A tutt'oggi, nonostante le caute ipotesi avanzate, non è chiaro quale fosse l'uso che ne facevano i popoli mesopotamici, ma i ricercatori pensano che tali dispositivi servissero come ricevute per vari adempimenti amministrativi.

Dalle analisi effettuate si è visto che  i gettoni all’interno delle sfere sono disponibili in 14 forme differenti, tra cui sfere, piramidi, ovoidi e coni, e per questo si pensa che  ad ogni tipologia potrebbe corrispondere un valore diverso. Tutte le sfere di argilla presentano una sorta di guarnizione esterna che attraversa il centro. Ai poli, invece, sono presenti due sigilli. Woods crede che i due sigilli rappresentino il venditore e il compratore. Ma si tratta solo di teorie.

Ma per risolvere il mistero i ricercatori dvono necessariamente decifrare il codice nascosto e comprendere a cosa servissero i due sigilli. Il codice, come ogni codice che si rispetti, contiene indizi per comprendere il significato dei gettoni interni e il loro utilizzo. “Abbiamo bisogno ancora di studiare le sfere, sperando di poter esaminare con la TAC i manufatti di altre collezioni”, conclude Woods. Se il ricercatore avesse ragione, allora vorrebbe dire che le antiche civiltà della mezzaluna fertile hanno inventato un sistema di memorizzazione dati, decisamente prima della nostra civiltà moderna.

martedì 26 gennaio 2016

3400 anni fa una canzone mesopotamica

La musica fa parte del mondo e dell'uomo, ne ha da sempre accompagnato l'esistenza, la felicità, la tristezza, le festività. Ma vi siete mai cheisti come poteva essere la musica all'alba della civiltà? Io me lo chiedo spesso. Insomma quali strumenti musicali venivano usati? Che suono producevano? Quali parole? Così quando cerca qui e cerca lì, ho trovato questa interessante informazione, che mi ha particolarmente colpita.

Un gruppo di studiosi dell'Università della Californi, Berkeley, dopo un attento studio su tavolette cuneiformi datate 1400 a.C. ha riportato in vita gli antichissimi suoni che rappresentavano il gusto musicale dei popoli mesopotamici. E il risultato dello studio è stata la creazione di un brano musicale che è rimasto inascoltato e per migliaia di anni. Che fascino!

La scoperta delle tavolette è avvenuta nei primi anni ’50 nell’antica città di Ugarit, e prima di allora si ignorava quale fosse e come fosse la musica sumero-babilonese, a parte gli strumenti musicali illustrati nei bassorilievi e ritrovati nei siti archeologici. Archeologi e scienziati nulla sapevano in merito alla teoria e alla pratica di quella che era considerata un’arte divina, il cui patrono era il dio Enki/Ea, portatore della regalità, della magia, delle arti e dei mestieri. Ma  la straordinaria scoperta ha gettato luce sull’ampia gamma di attività scientifico-sapienziali degli antichi Sumeri e Hurriti.

Sulle tavolette, come riportato su Ancient Origins, sono stati trovai quattro testi cuneiformi singoli, più una tavoletta che riporta la complessa notazione musicale di un inno sacro hurrita suonato più di 3400 anni fa, il canto più antico mai scoperto. Il brano è dedicato a Nikal, la dea hurrita dei frutteti. Nella tavoletta sono state trovate anche le istruzioni per il cantante che doveva essere accompagnato da un sammûm a nove corde, un tipo di arpa o di lira.  A causa delle difficoltà interpretative del linguaggio hurrita, il significato del testo non è del tutto chiaro e, al momento, è stata proposta una sola interpretazione di cui allego il video.


Il testo in italiano è una traduzione da una versone inglese tra l'altro semplificata del testo hurrita:

Verrò sotto il piede destro del trono divino, 
e sarò purificato e cambierò. 
Una volta che i peccati sono perdonati, 
non dovranno più essere modificati, 
mi sento bene dopo aver compiuto il sacrificio. 
Ho fatto amare la dea e lei mi ama nel suo cuore, 
l’offerta che porto può coprire interamente il mio peccato, con timore, 
ti porto olio di sesamo per mio conto. 
La sterile può diventare fertile, 
il grano può essere portato via, lei, la moglie, si farà carico al padre (dei bambini). 
Ella può dare figli a chi ancora non li ha avuti.

sabato 18 luglio 2015

Erbe curative dalla Mesopotamia all'Antico Egitto

Si ritiene che gli Assiro-Babilonesi conoscessero circa 250 piante medicinali, tra cui la belladonna, già all'epoca utilizzata contro gli spasmi, la tosse e l'asma. Le tavolette d'argilla, tutt'ora  conservate, parlano anche della canapa indiana, che si utilizzava per le sue proprietà analgesiche. Fatto considerevole per quel periodo storico, la medicina assira era già considerta una vera scienza, e quindi le proprietà curaive delle piante non venivano affatto collegate alla magia (cioè "Hammu guarisce"- sec.XVIII a.C.), si coltivavano per le proprietà terapeutiche piante che in Europa tutt'ora sono oggetto di ricerca. 

Strumenti medici
Durante il suo regno, Hammurabi emanò il primo codice di responsabilità penale e civile ("Codice di Hammurabi", basato in gran parte sulla cosiddetta legge del taglione, cioè sulla similarità della pena rispetto al reato, "occhio per occhio, dente per dente") nel quale si considera anche la professione medica. Tra l'Egitto e la Mesopotamia si ebbero forti scambi di conoscenze mediche, anche se, al contrario degli Assiri, gli Egiziani erano soliti accompagnare con ritualità magiche la somministrazione dei loro preparati. E' in alcuni papiri, considerati quasi dei prontuari medici, che si ha la codifica delle preaparazioni erboristiche nell'antico Egitto in suo attorno al 1500 a.C. Varie conoscenze ivi riportate risalgono addirittura all'Antico regno (2700-2200 circa a.C.)

Memento: Dai papiri, i primi affascinanti segrrti sulle erbe. Tali segreti sono conosciuti dai sacerdoti e questo li pone in grande considerazione. La facoltà di conoscere le erbe deriva dalle maggiori divinità (Iside, dea della maternità e fertilità; Thot, divinità della Luna, sapienza scrittura e magia).

<<Un giovane medico consigliava ad una signorina piuttosto attempata: "Mi creda, a lei farebbe molto bene il matrimonio..." "Dottore, mi sposi lei!", "Ma signorina, io faccio il medico, non il farmacista!">>
"Non c'è erba rivolta all'insù che non abbia la sua virtù"


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