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mercoledì 11 novembre 2015

Qui fugit patellam cadit in prunas

I nostri vecchi antenati la sapevano lunga, parecchio lunga. Anche questo è un proverbio che poi si è tramandato tale e quale in italiano e che si usa frequentemente anche oggi. Non so voi, ma io lo dico spesso, di occasioni per esibirlo in italiano o in latino ve ne sono a iosa.

Qui fugit patellam cadit in prunas: Chi fugge il vassoio cade sui carboni accesi. Derivato da Lucano (3,687). In Tertulliano De carne Christi, era: De calcaria in carbonariam pervenire (dalla fornace per la calce, finire in quella per il carbone), e che nel tempo è diventanto il nostro "cadere dalla padella nella brace"

giovedì 29 ottobre 2015

Vulpes pilum mutat, non mores

Bene, eccoci nuovamente qui, tutti intorno alla lingua latina. Questo adagio ha subito una trasformazione nel suo passaggio all'italiano, infatti, come tutti di certo saprete, è in uso il proverbio "il lupo perde il pelo, non il vizio". Mi riprometto comunque di scoprire perchè la volpe....

Vulpes pilum mutat, non mores: la volpe cambia il pelo, non i costumi. Proverbio attestato per la prima volta da Svetonio, Vita di vespasiano, contenuto nel De Vita Caesarum. In questo passo l'imperatore viene rimproverato da un bovaro, di conservare immutabile la sua avarizia. Vespasiano è stato spesso descritto come un imperatore gretto ed avaro, sempre pronto a caricare di nuovi tributi il popolo. 

In realtà, come molti suoi predecessori (e come sarebbe accaduto anche ad altri suoi successori), aveva da confrontarsi - a detta degli storici - con una dura realtà: quella di far quadrare i conti delle casse dell'impero. Per estensione - e nella morale comune - ugualmente i membri del consesso umano possono cambiare i loro atteggiamenti ma difficilmente cambieranno gli obiettivi che si sono preposti di raggiungere.

venerdì 9 ottobre 2015

Barba non facit philosophum

Dunque dunque, questo adagio o proverbio o definitelo voi, si traduce da solo, ed è uno di quegli assiomi che pesano quanto un macigno. Magari mi ripeto, ma gli adagi latini sono come i teoremi di geometria, si dimostrano anche per assurdo (cosa che odiavo al tempo del liceo, con quelle frasi "se A è.....allora anche B...", con l'ipotesi, la tesi e la dimostrazione, che altro non mi facevano pensare se non a far del libro un caldo fuocherello).

Barba non facit philosophum: la barba non fa il filosofo. Questa è la versione latina di un proverbio greco che rimprovera  chi identifica come sapienti, tutti gli uomini con la barba. 
In pratica è lo stesso che dire l'abito non fa il monaco, il che fa nascere una domandina: cosa mai si nasconde dunque sotto il saio di un monachello?

venerdì 4 settembre 2015

Amicus Plato sed magis amica veritas

Socrate e Platone, due pilastri della terra della filosofia, su cui tutti gli studenti dei licei si sono dovuti soffermare, volenti o nolenti, a riflettere. Oserei dire che sono fra i più studiati, per lo meno a scuola, e continuo ad affermare che la loro attualità nei millenni non conosce pensionamento.

Amicus Plato sed magis amica veritas: mi è caro Platone ma più cara la verità, nella forma originaria, Amicus Socrates sed magis amica veritas, la frase fu tradizionalmente attribuita a Platone. Con il tempo al nome di Socrate fu sostiuito quello di Platone e la sentenza fu attribuita ad Aristotele; un concetto simile si può infatti trovare espresso nell'Etica nicomachea. Passata in proverbio, sembra che la frase sia citata per la prima volta nel Don Chisciotte.

In ogni caso più importante di tutto è la ricerca della verità, intesa come conoscenza stessa della natura umana, e l'applicazione di essa, in tutte le sue molteplici forme, all'esistenza stessa dell'uomo, ai suoi sentimenti ed alla sua morale di vita, e questo può significare dover criticare le dottrine altrui per il rispetto maggiore verso di essa.


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