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giovedì 28 gennaio 2016

Brindellone

BRINDELLONE: in lingua e anche nei dialetti della Toscana significa bighellone, perditempo. A Firenze, in particolare, è il nome affettuoso col quale il popolo chiama il carro ornato di fiocchi e mortaretti che è al centro delle cerimonie pasquali.

Questo carro, è una macchina lignea enorme e traballante, viene lentamente trainato dalla sua rimessa presso la Porta al Prato attraverso la città fino alla Piazza del duomo davanti alla chiesa di Santa Maria del Fiore, dove al "Gloria" della Messa di Pasqua un razzo partito dall'altar maggiore arriva lungo un filo, attraverso tutta la navata, a dar fuoco ai mortaretti.

Proprio quel pigro viaggio attraverso la città fra due ali di folla, con il traffico ovviamente bloccato, delizia dei turisti e bestemmie pasquali di chi ha da fare, ha suggerito ai fiorentini il sprannome di BRINDELLONE, alto grosso e perditempo.

Candele, cera e lucido per mobili, alcuni consigli

CANDELE

Per fare in modo che la candela bruci più a lungo senza sgocciolare troppo, passatele sopra una mano di vernice trasparente.

Per fissare la candela al suo sostegno, versate prima qualche goccia di cera liquida nella cavità. Un metodo ancor più rapido è quello di avvolgere la base della candela con un giro di cordicella o una strisciolina di carta da cucina, assicurandosi però che non si veda.

Per staccare facilmente la cera sgocciolata sul portacandela, mettetelo nel congelatore per un paio d'ore: la cerà si staccherà facilmente.


CERA E LUCIDO PER MOBILI

Evitate le incrostazioni di cera: applicate gli appositi prodotti per il legno o la cera non più 3-4 volte l'anno. Per evitare che si formino grumi o accumuli soprattutto  negli interstizi dei rilievi e delle decorazioni del legno, applicate il prodotto prima su un panno, mai direttamente sul mobile. Se vi sono incrostazioni, asportatele passandovi un panno inumidito con un po' di solvente; stendete poi un nuovo strato di lucido.

Se volete un lucido per mobili fai da te, usate l'olio minerale. Se preferite la fragranza al limone, aggiungete un cucchiaino di essenza di limone a due tazze d'olio minerale.
Mescolate un litro d'olio di lino cotto con due tazze di trementina (se vi avanza del prodotto, conservatelo inun barattolo a chiusura ermetica).
Mescolate essenza di limone e olio di oliva in proporzione di uno a tre.

Gennaio: una miscela di oli essenziali per rinnovare la pelle

L'inverno e in particolare il mese di Gennaio mettono a dura prova la nostra pelle, questo infatti è il periodo in cui può manifestarsi una maggiore sensibilità cutanea e perciò la pelle può essere soggetta ad irritabilità.  I forti sbalzi termici e le temperature che in determinati periodi vanno sottozero, contribuiscono a creare problemi, in più se l’alimentazione è stata sbilanciata soprattutto durante il periodio natalizio con grassi, alcolici, e se uniamo il fumo, magari la sedentarietà, la pelle ne risente e in maniera evidente. Ce ne accorgiamo perchè:

- si manifesta un’intensa disidratazione su viso, gambe e decolleté;
- vi possono essere eruzioni cutanee, come eczemi e dermatiti;
- è facile che si riacutizzi dell’acne e l’eccesso di sebo su viso e schiena.


Ma possiamo porre rimedio a questo stato di cose, usando i provvidi oli essenziali che mai dovrebbero mancare in casa. Con la giusta miscela possiamo risolvere le diverse problematiche. INtanto dobbiamo dire che l'effetto antiage consiste nel riequilibrare il film idrolipidico del derma, purificare il tessuto dalle tossine accumulate e stimolare la produzione di nuove cellule.Ecco come fare:

Olio di jojoba: ricco di cere e di sostanze nutrienti, questo rimedio naturale ha un potere estremamente elasticizzante e ringiovanente. Ottima capacità di penetrazione ed è adatto a tutti i tipi di pelle, specialmente per quella atonica e stanca.

Essenza di Camomilla: come già descritto si intende qui “camomilla blu” per il colore dell’olio essenziale, è tra le più delicate e può quindi essere utilizzata tranquillamente da tutti. Sarà l'essenza base della miscela grazie al suo potere analgesico, in quanto calma immediatamente le irritazioni della pelle, che si tratti di prurito, di dolore o di bruciore.

Essenza di Carota: che si ottiene dai semi dell’ortaggio,  è particolarmente adatta nei problemi di secchezza e ipersensibilità cutanea, grazie alle proprietà rigeneranti. Rivitalizza i tessuti, rende la pelle più elastica. Ricca di provitamina A, migliora l’idratazione della pelle e previene le rughe.

Essenza di Cipresso: per chi ha problemi di dermatiti significa che vi è l’accumulo sulla pelle delle tossine che non riescono a essere eliminate dal corpo. Il cipresso, con la sua azione sudorifera, drenante e depurativa, stimola questa funzione penetrando in profondità nel sistema venoso e linfatico. Aiuta a risolvere anche edemi e ritenzione.

Essenza di Timo: un antimicrobico ad ampio spettro, esercita un’efficacissima azione dermopurificante. Orientatevi su un olio essenziale contenente una bassa quantità di fenoli (chiedete all’erborista) che lo rende più “dolce” e delicato. Perfetto sull’acne per cicatrizzare le lesioni.

I piccoli piaceri della vita, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Il mondo è pieno di cose straordinarie. La maggior parte di noi possiede un televisore, un lettore DVD, una lavatrice, un computer, un cellulare. E poi ci sono i nostri piatti preferiti, di cui ogni tanto ci  facciamo scorpacciate, e una varietà infinita di passatempi che amiamo praticare e coltivare. Tutti siamo sensibili ai piccoli piaceri della vita.


  • L'azione che dobbiamo compiere consiste nel fare a meno della cosa che più amiamo per i prossimi sette giorni
  • Ci sono tante persone più sfortunate di noi.... Tante non hanno scelta: devono rinunciare a molto perchè non possono fare altrimenti. Anche loro hanno delle guide spirituali al proprio fianco, ma per ragioni note solo al mondo spirituale, vivono in povertà, senza un abito con cui coprirsi, soffrendo la fame e la sete
  • Chi è più fortunato, spesso, dà per scontato ciò che possiede e nel migliore dei casi dedica un'occhiata distratta alla povertà che lo circonda. Questa settimana la nostra azione rammenterà a tutti noi che non dobbiamo mai pensare che la fortuna che abbiamo ci spetti di diritto
  • Perchè qualcuno ha troppo e qualcun altro troppo poco? Perchè c'è chi patisce la fame mentre dall'altra parte del mondo si lotta contro l'obesità? Per quale motivo un ragazzo deve morire prima di un anziano? Quante domande senza risposta. Molto spesso le rivolgiamo alle nostre guide spirituali. Ma anche se loro potessero soddisfare la nostra curiosità, noi non saremmo in grado di comprendere il disegno divino.
  • Quando Dio, o chi per lui, ci invia le guide spirituali in soccorso, loro non si chiedono il perchè. Se arrivano guide spirituali a salvare qualcuno, quest'ultima non si chiede il motivo o la ragione. Invece, mentre noi realizziamo queste azioni, vorremmo sapere tutto. Eppure ci sono momenti in cui dobbiamo semplicemente avere fede
  • Per i prossimi giorni lasciamoci ispirare dalle nostre guide spirituali e rinunciamo ad una delle cose che preferiamo: il bicchiere divino dopo cena, l'indispensabile cioccolatino che ci fa arrivare a fine giornata, il reality di cui non abbiamo perso una puntata, la partita di calcio con gli amici, il caffè a metà mattina. Qualsiasi cosa sia, impariamo a farne a meno e ricordiamo a noi stessi quanto siamo fortunati ad avere avuto la possibilità di goderne fino ad oggi
  • Tutte le volte che realizziamo una di queste azioni cresciamo. Quando abbiamo fede diventiamo migliori. Impariamo ad avere fiducia anche in te stesso, e vedremo come riusciremo a dare il massimo

mercoledì 27 gennaio 2016

Dacci o darci, da' dda di', dai picchiae mena

DACCI O DARCI: immaginarlo; indovinarlo: "Tu ci hai dato", l'hai azzeccata. "'Un ci avrei dato", non l'avrei indovinato. Anche dar di fuori, sbagliare. E' naturale che l'etimologia vada ricercata nel tiro al bersaglio. "Dassi", invece, vuol dire picchiarsi.

DA' DDA DI': sembra un oscioglilingua, e forse lo è per chi non ha l'abitudine al vernacolo versiliese. IN realtà si tratta di una locuzione avverbiale che singifica infastidire, dar noia. "T'ha dato da di' 'l bimbo?"

DAI (o DAGLI) PICCHIA E MENA: modo di dire peresprimere ostinata insistenza. "Dai, picchia em ena si poteron mettere d'accordo". Dai è usato anche come sostantivo, I' DAI, per indicare una persona manesca, prepotente, uno smargiasso. Nel PIsano e nel LIvornese: Esse' der dai.
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