Simply

domenica 17 gennaio 2016

Vasi di vetro: tre idee per il riciclo creativo

Non buttate i vasi di vetro, qualunque cosa abbiano contenuto potete riciclarli, il vetro è ottimo per la conservazione degli alimenti, ma anche utile per cucinare, per riporvi le conserve e le marmellate ed anche oltre i confini della cucina, i vasi in vetro possono diventare degli utili complementi. Riciclare non è solo una pratica importante per non sprecare, per quanto riguarda il vetro è uno dei materiali migliori da usare per molte cose, basti pensare ai medicinali, ai cosmetici, non puzza, si lava facilmente, non patisce alte temperature, e se proprio non volete riutilizzarlo ricordatevi di togliere etichetta e tappo e gettarlo negli appositi contenitori della differenziata.

1. Un giardino appeso: procuratevi un asse di legno e delle fascette stringitubi in metallo che avvitaterete all’asse a debita distanza l'una dall'altra. Poi fissate alle fascette un vasetto di vetro. A questo punto non vi resta che riempirlo di terra ed avrete creato un giardino in casa per le spezie o per i fiori; ricordatevi solo di non bagnarli molto visto che i vasi di vetro non hanno il foro sul fondo per lo scarico dell’acqua in eccesso. Sul fondo potrete mettere dei sassolini bianchi per creare un contrasto e drenare l’acqua in eccesso dalla terra. Potete anche mettere solo acqua e i vostri fiorellini preferiti!

 2. Vasi per i fiori:  se decorati opportunamente i vasi di vetro diventano veri e prorpi vasi di tendenza e design per contente i fiori recisi. No nvi resta che dare sfogo alla vostra fantasia, utilizzando colla a caldo, nastri, bottoni, perline, oppure potete dipingerli e unirli insieme con la colla formando un multivaso per diverse tipologie di fiori.  Le mini orchidee possono crescere perfettamente in un grande vaso tipo quello delle olive, servirà un buon fondo di corteccia e muschio e pochissime annaffiature.

3. Il vaso da lavoro: semplice realizzarlo, basta un po’ di ovatta o anche una spugna vecchia, un pezzo di stoffa, panno bottoni e fiocchetti per decorare ed ecco fatto. Fissate la spugna o l’ovatta sul tappo con un punto di colla a caldo. poi sempre con la pistola fate un giro di colla intorno al tappo e coprite la spugna con un pezzo di stoffa che andrete a fissare sulla colla del tappo, finite con un nastrino e ritagliate la stoffa in eccesso, il puntaspilli è pronto. Ora non dovete far altro che decorare con l’aiuto della colla a caldo e riempire i vasi con i fili, i bottoni, le spille da balia, gli aghi….

L'acqua, la soluzione migliore per l'idratazione dei bambini che fanno sport

Se ne potrebbe parlare all'infinito, ma tutti ormai abbiamo ben chiaro che l’idratazione è un aspetto fondamentale per il benessere del corpo specie se si tratta di bambini e anziani. Ma soprattutto per i bambini l'American Academy Pediatrics (AAP) dà alcuni consigli in merito all'idratazione di bambini ed adolescenti che praticano attività fisica.


I giovani atleti bevendo mota acqua prima, durante e dopo l'allenamento e mangiando cibi sani hanno tutti i nutrienti di cui hanno bisogno senza aggiunta d'altro.  Durante le partite e gli eventi competitivi, le bevande devono essere prontamente disponibili in ogni momento. Interruzioni di acqua regolari dovrebbero essere offerti ogni 20 minuti circa.

Le bevande sportive, o integratori di sali minerali contengono calorie e zuccheri in eccesso che possono aumentare il rischio di aumento di peso e carie. L'AAP raccomanda per i piccoli una diminuzione o eliminazione di questa tipologia di bevande.  E’ meglio per i bambini a bere acqua durante e dopo l'esercizio . Le bibite energetiche dovrebbero essere evitate e alcune, come la soda, non sono raccomandate per l’idratazione durante l’attività sportiva. Tali bevande spesso contengono caffeina, che dovrebbe essere limitate per i più piccoli.

sabato 16 gennaio 2016

Ciabare, ciaccio, ciardo, ciccia e ciliegie, ci dice, ci farei la scritta, ci ha caato al mosca

CIABARE: da ciabattino, detto anche, per sincope, ciàba. Parlare con insistenza e petulanza, forse dice il Calmaiti "i ciabattini chiacchierano molto fra loro, mentre lavorano, non abbisognando di alcun raccoglimento"

CIACCIO: in Versili è il neccio (ocastagnaccio) fatto con la farina dolce di castagne, disciolta a freddo in acqua, con poco sale, e cotta fra due testi riscaldati a fiamma viva.

CIARDO: in Valdichiana si dice in senso disperegiativo di chi è sazio, pieno di cibo o d'altro; anche in senso figurato

CICCIA E CILIEGE: si dice, specialmente e Pisa, quando le ciliegie hanno il baco. Per estensione, a "ciccia e ciliegia" significa "alla disperata", senza limitazioni: forse un avanzo del modo di dire ormai in disuso "fare ciccia e ciliegie" per indicare scontri cruenti

CI DICE:  ci sta bene insieme; è bene intonato.

CI FAREI LA SCRITTA: accetterei fin d'ora; ci farei la firma perchè fosse così

CI HA CAATO LA MOSCA: è un modo di dire pisano quando un tranello viene scoperto o quando qualche cosa nonriesce nonostante le aspettative

La bioenergetica

Il corpo è impregnato di energia. Questa energia dentro di noi tende a espandersi e a fluire liberamente, se noi non la blocchiamo irrigendoci. Quando l'energia fluisce dentro di noi il nostro corpo è caldo, pulsante, forte e vitale.

Quando invece è bloccata o trattenuta, quando ristagna, l'energia da positiva diventa distruttiva e può provocare disfunzioni e malattie. Anche uno sbadiglio o un grido non trattenuto possono permettere all'energia di scorrere, evitando blocchi, tensioni, malessere.


La bioenergetica è una tecnica psicocorporea che si basa sulla "lettura del corpo", cioè sull'analisi delle posizioni, dei movimenti degli atteggiamenti corporei, che possono rivelare eventuali punti di blocco e di ristagno di energia.

Nell'organismo ci sono sette punti fondamentali in cui l'energia ristagna più facilmente.
  • Il blocco oculare, che impedisce il flusso dell'energia, dando al nostro sguardo un'espressione spenta e dubbiosa, diffidente e cinica, che in ogni caso esprime in modo somatizzato un'espressione emozionale bloccata. Lo scioglimento del segmento oculare avviene quando gli occhi esprimono le emozioni
  • Il blocco orale, che comprende tutta la muscolatura della bocca, del mento, della gola
  • Il blocco cervicale, che coinvolge la bassa muscolatura del collo. E' in questo segmento che tendiamo a soffocare il pianto, le grida e l'ira
  • Il blocco del torace, attraverso il quale tratteniamo la respiarazione e, con essa, abbassiamo e tratteniamo il flusso delle nostre emozioni
  • Il blocco del diaframma, che include il diaframma e gli organi sottostanti, è una specie di valico che divide nettamente il corpo in due parti: quella superiore e quella inferiore
  • Il blocco dell'addome, dove tratteniamo le emozioni più profonde, quelle viscerali. E' da queste zone che prorompe il piacere o il riso più empatico
  • Il blocco pelvico, quando il bacino è contratto e rigido e impedisce il fluire dell'energia sessuale, impoverendo il piacere dell'organismo e che di solito si accompagna a impotenza e frigidità
Il corpo si può considerare il depositario di tutta la nostra esperienza: con un'attenta analisi è possibile leggere e conoscere la storia di un individuo dall'espressione del suo corpo. Per leggere meglio il corpo la bioenergetica ha individuato cinque caratteri principali: carattere cerebrale, dipendente, dominante, sottomesso e rigido.

Il terapeuta bioenergetico utilizza nella sua terapia l'analisi psicologica, la lettura del corpo basata sui tipi caratteriali, l'esecuzione di specifici esercizi di movimento, le pressioni controllate e il massaggio.

La rugiada sotto i piedi

Volevo assaporare il meglio dell'alba e così uscii, quando il cielo appena cominciava a tingersi di quei toni di rosarancio che le eterne dita di Eos dipingono nello sbiadire delle stelle mattutine. Pedalai per un po', nell'assoluto silenzio di quel giorno neonato, lungo una stradina fiancheggiante frutteti nel pieno lussureggiare del loro essere. Lontano il gracidare di uno stagno.

Lasciai la bici lungo uno sterratino laterale, mentre il verde incantatore profumo dell'erba e l'abbondante ossigeno di quell'ora, intorpidivano lentamente la mia lucidità mentale. Non v'era suono, se non le impercettibili note che le gocce di rugiada suonano sull'erba fresca; di fronte a me si stendeva un immenso prato di trifoglio sul quale, in ordinate file, alberi di kaki indugiavano ancora al sonno.


Tolsi scarpe e calzini e i miei piedi nudi affondarono nei trifogli inondati di milioni di goccioline, luccicanti monadi di un'ora amata da pochi. Fu un incerto incedere quello dei primi passi,  corpo e mente dimentichi da milioni di anni che quelli erano stati i primi passi dell'uomo, simbiotico contatto fra l'anima della terra e la pianta dei piedi. Fu come mettere radici ad ogni passo, il freddo fresco che saliva come linfa verso la mente ormai vuota di ragionamenti, appagata solo da quel contatto primitivo e intimo con la grande Madre.

Ebbi un fremito, una sorta di scossa elettrica che aveva rimesso in moto gli antichi ingranaggi di un DNA sepolto da se stesso e ora risvegliato da un sonno millenario. Mi sentii non più facente parte del genere umano, ma creatura, figlia stessa della Terra su cui camminavo.

Quando il sole comparve all'orizzonte, allungando i suoi raggi a cancellare le pennellate di Eos, tornai sui miei passi, rinnovata nel corpo, pulita nell'anima, con la consapevolezza di aver ritrovato il punto di unione perduto.




Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.