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domenica 13 luglio 2014

A sian al baccalà, a sterto, a strasciconi, a tiro | Varie


A SIAN AL BACCALA': lo dicono a Massa quando non c'è più speranza. Deriva dalla vecchia consuetudine del banchetto funebre: banchetto per modo di dire, perchè in genere ai parenti e amici convenuti per la veglia veniva offerto baccalà, cibo povero e campagnolo ma che invita a bere, sia pure non "alla salute", data la circostanza; semmai per dimenticare.

A STERTO: Sparso, in disordine. Si dice in Valdichiana

A STRASCICONI: ciondolare con indolenza e senza scopo. "I giovani d'oggi gli stanno tutt'i' giorno a strasciconi senza compicciare nulla"

A TIRO: oltre che "essere alla portata" come l'uccello a tiro di fucile, significa "a giusta cottura"

venerdì 11 luglio 2014

Caffè, consigli casalinghi | Varie

Amo il caffè, il suo profumo e il suo aroma, ad ogni ora del giorno. Anche se ormai in tutte le case si trovano le macchine da caffè e relative cialde, da cui si ottiene un ottimo caffè dagli aromi più svariati ed esotici, io sono ancora affezzionata alla moka, il cui rumore è per me sinonimo di relax.

Ma veniamo ad alcuni consigli caserecci. Il caffè solubile e liofilizzato conserva tutto l'aroma e il sapore del caffè fresco: il segreto sta nel coprire la tazzina con un piattino, dopo aver aggiunto l'acqua bollente, e nel lasciar riposare per un minuto.


Per conservare il suo aroma, riponete sempre il caffè macinato in frigorifero.

Congelate gli avanzi di caffè nella vaschetta dei cubetti di ghiaccio. Volete un caffè? Mettete un paio di cubetti in una tazza, aggiungete un goccio d'acqua e passate nel forno a microonde.

Se siete grandi consumatori di caffè ma temete gli effetti di un'assunzione eccessiva di caffeina, provate a preparare una bevanda ottenuta aggiungendo alla miscela di caffè del surrogato a base di cicoria.

Anzichè usare il deka, provate uno dei tanti surrogati di caffè a base di cereali, noci, cicoria o radice di tarassaco. Addolcite il gusto conservando una stecca di vaniglia nel barattolo del macinato.

A quer mo', arancino, ar contadino gli fa male le 'arze di seta | Varie


A QUER MO': Pisano, livornese, viareggino, sta per: in quella maniera

ARANCINO: si dice a Firenze di chi è intrattabile, poco disposto a fare concessioni e anche piuttosto tirato, quanto a generosità. "Come gli arancini sono aranci non venuti a perfetta maturità, così per significare che uno è tuttora acerbo e poco pratico in un'arte o disciplina suol dirsi familiarmente che è arancino". afferma il Vocabolario della Lingua Parlata del Rigutini e Fanfani; ma secondo il Camaiti (Dizionario etimologico del linguaggio fiorentino) questa non è che una supposizione: l'unica affinità fra l'arancino e la persona è che l'uno è aspro di sapore e l'altra di carattere.

AR CONTADINO GLI FA MALE LE 'ARZE DI SETA: è una vecchia idea che i contadini non sappiano apprezzare e godere le cose migliori. Comunque, in questo modo di dire livornese è l'uomo rozzo in genere quello che non merita nulla.

giovedì 10 luglio 2014

Sostanze vettori per oli essenziali parte terza | Salute


ACETO di VINO o di MELE: Un buon vettore per emulsionare gli oli essenziali soprattutto quando si vogliano aggiungere questi ultimi all'acqua: nel bagno, nel rnaniluvio e pediluvio, per effettuare impacchi, nel nebulizzatore allo scopo spruzzare le essenze nell'ambiente. Aiuta la disintossicazione della pelle e dell'organismo.

ALCOOL ALIMENTARE o BRANDY: Una dose di alcool alimentare a 90° (usato per la preparazione di liquori) può essere diluita in una pari quantità d'acqua (utilizzare sempre acqua di buona qualità contenuta in bottiglia di vetro) e a tale miscela si aggiungono gli oli essenziali. Oppure si può ricorrere al brandy o a un altro liquore sui 40° (senza aggiungere acqua). Si usano questi vettori nei casi sopra citati riguardo all'aceto, specialmente quando si voglia evitare l'odore di quest'ultimo.


ARGILLE di vario tipo: per le loro proprietà assorbenti, purificanti, stimolanti dei processi di guarigione e cicatrizzanti, le argille possono essere impiegate per maschere, impacchi e cataplasmi. Una dose di argilla viene messa in acqua tiepida in modo da ricavare una miscela fluida, si aggiungono gli oli essenziali e si mescola con un cucchiaino di vetro, ceramica, legno o plastica (non usare strumenti di metallo); quindi si procede all'applicazione sul corpo, mantenendo la miscela in posizione finché non si è asciugata. A quel punto si rimuove lo strato con acqua. Anche in questo caso conviene ricorrere a un'acqua di buona qualità contenuta in bottiglia di vetro.

BURRO di KARITE': Butyrospermum parkii. Indicato per ogni tipo di pelle, anche grassa o con couperose. Attenua la formazione delle rughe, protegge dal sole e dagli agenti atmosferici, nutre l'epidermide rendendola elastica. Può essere utilizzato come doposole in estate e come protettore contro il freddo in inverno; è un coadiuvante nella cura di patologie quali eczemi e psonasi. Ottimo anche per bambini e anziani, è inoltre indicato come dopobarba e dopo lo shampoo per rivitalizzare i capelli (lo si applica senza risciacquo). Emulsionandolo e riscaldandolo nella mano diviene cremoso, permettendo così di aggiungere gli oli essenziali.

CREME BASE NEUTRE: in commercio se ne trovano di vario tipo, più o meno fluide o consistenti. Sono creme prive di principi attivi, che si prestano egregiamente per l'aggiunta degli oli essenziali, soprattutto quando si voglia evitare l'untuosità degli oli vettori.

DETERGENTI LIQUIDI  NEUTRI (sapone, bagnoschiuma e shampoo): procurandosi prodotti del genere e scegliendo le essenze più adatte è possibile creare il proprio rimedio personalizzato per l'igiene e la cura delle mani, del corpo e dei capelli.

FANGO del MAR MORTO: si tratta di un concentrato di principi nutritivi capace di decongestionare e riparare la pelle. Inoltre stimola la circolazione linfatica e sanguigna, modula il sistema immunitario, agisce come antidolorifico (su ossa, muscoli e articolazioni) e può avere effetti antistress. Lo si applica anche sul cuoio capelluto contro forfora e altri problemi dermatologici. Il fango puç essere riscaldato a bagnomaria fino a circa 37°, oppure usato a temperatura ambiente: poiché è fluido come una crema è facile aggiungere gli oli essenziali per ottenere una miscela personalizzata. Non deve tuttavia essere utilizzato nei casi seguenti: subito dopo un pasto (attendere almeno 3 ore, specialmente se lo si stende sull'addome); su tagli e ferite aperte; su bambini al di sotto dei 12 mesi; in presenza di patologie neoplastiche; in gravidanza bisogna evitare l'applicazione su pancia e addome.

MIELE LIQUIDO: oltre che per stemperare gli oli essenziali nell'acqua, il miele liquido può essere utilizzato anche direttamente sulla pelle, per maschere o impacchi che verranno rimossi dopo alcuni minuti.

PANNA: viene impiegata allo stesso modo del miele. Naturalmente sarebbe opportuno procurarsi panna di alta qualità, derivante da latte ottenuto nel rispetto degli animali: le piccole aziende di campagna, spesso a conduzione familiare, sono le migliori produttrici.

SALE del MAR MORTO: è ricco di elementi naturali come magnesio, potassio, calcio e bromo. Promuove l'eliminazione delle tossine ed è consigliabile in numerosi disturbi, tra cui: asma, cellulite, dermatiti e psoriasi, invecchiamento precoce, dolori muscolo-scheletrici, stress, vitiligine. Per un bagno in vasca si utilizza la dose minima di 250 grammi di sale, a cui possono essere aggiunte 20-25 gocce di oli essenziali. Il bagno deve durare almeno 20 minuti, ed è bene immergere anche la testa a più riprese. Di solito si consigliano almeno 2 bagni alla settimana, ma il numero può variare in relazione alle esigenze personali.

Appalto, appalugarsi, a quelloddio | Parole e verbi in disuso


APPALTO: solo in Toscana è la bottega che vende i prodotti del Monopolio di Stato. Il bottegaio è l'APPALTINO e quando va a rifornirsi ai magazzini del Monopolio si dice che FA LA LEVATA.
"Sono stata all'appalto e prender sale, m'han domandato con chi fo all'amore, io glio ho risposto: lo fo con chi mi pare!" (Canti del Mugello).

APPALUGàARSI o APPALUGàSSI: modo di dire fiorentino per addormentarsi piano piano; appisolarsi; perdersi; come dicono i Veneti.

A QUELLODDìO: in abbondanza. E' probabile che in origine avesse una certa intonazione blasfema; ora è solo un rafforzativo enfatico. "Piove a quelloddìo", "piove e a dirotto". E' modo di dire più frequente a Firenze e a Siena. A Viareggio si dice "da vello Dio", col significato di "straordinario".

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