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giovedì 19 febbraio 2015

Centaurea, usi e proprietà

La centaurea,  Centaurium erythraea,  si utilizza per diversi disturbi e per le sue molteplici azioni, fra cui la stimolazione dell'appetito e la digestione. È anche impiegata come tonico generale, contro la stanchezza, come diuretico, o in applicazione locale come antisettico.

Uso interno: stimola la digestione, grazie alle proprietà aperitive e febbrifughe. Tonico del fegato e della bile, calmante, diuretico, sedativo dell'apparato digerente, vermifugo, depurativo.

Uso esterno: svolge anche un'azione cicatrizzante. È un antisettico locale.


Si consiglia alle persone convalescenti per la ripresa del peso corporeo. Ottima per contrastare la perdita di appetito temporanea, i problemi digestivi e gastrointestinali lievi. Favorisce le secrezioni del fegato e dello stomaco. Per la presenza di sostanze amare stimola l'attività a carico dello stomaco in modo riflesso, favorendo così la secrezione dei succhi gastrici. Buon un tonico generale contro la stanchezza. Combatte i parassiti intestinali, previene i calcoli biliari, i problemi epatici e le emicranie.

Applicata localmente come antisettico, è utile anche per eliminare i pidocchi o combattere la caduta dei capelli. La genzianina, un composto alcaloide, le conferisce eccellenti proprietà antinfiammatorie. In alcuni casi di diabete, la centaurea viene impiegata come stimolante del pancreas.

Il primo ad utilizzarla fu, secondo il mito, il centauro Chirone per curare una ferita al piede prodotta da una freccia avvelenata scagliata da Ercole. Da quel momento, la pianta venne ritenuta magica. I Galli la utilizzavano come antidoto contro i morsi di serpente e come febbrifugo, ma la usavano anche i discepoli di Ippocrate, tra il V e IV secolo a.C.


In fitoterapia, si utilizzano principalmente le sommità fiorite essiccate. Contiene:  eterosidi amari tra cui l'eritaurina; la sweroside viene trasformata in genzianina nell'organismo e ha proprietà sedative. Polifenoli: acidi fenolici e flavonoidi che svolgono un'azione febbrifuga. Alcaloidi: genzianina. Triperteni. Simile alla genziana, la centaurea minore contiene diversi principi amari, lattoni, acidi organici, derivati fenolici e anche un alcaloide come la genzianina.

Dosaggio

- Infuso: un grammo di fiori secchi in una tazza di acqua bollente. Consumare tre tazze al giorno. Per l'inappetenza, si raccomanda di bere l'infuso da una mezz'ora a un'ora prima del pasto. Per favorire la digestione, bere l'infuso appena dopo il pasto. Il trattamento non deve superare i dieci giorni. Per attenuare il sapore amaro dell'infuso, è possibile zuccherarlo utilizzando del miele.
 - Applicazione locale: decotto da preparare utilizzando da 30 a 50 g di fiori secchi per litro di acqua. Lasciar bollire da due a tre minuti. Eseguire da una a due frizioni al giorno per combattere i pidocchi o contrastare la caduta dei capelli.
- Tintura madre: versare 30 gocce in un bicchiere di acqua, da una a tre volte al giorno. - Come polvere: compressa da 0,25 g da assumere al momento dei pasti, da due a quattro al giorno.
- Lozione: su compresse di garza per curare ulcere su gambe, ferite atone o contrastare la caduta dei capelli.
- Vino di centaurea: contro l'anemia e le convalescenze tardive, versare 60 g di centaurea minore in un litro di vino. Lasciar macerare otto giorni, passare, poi filtrare. Chiudere con un tappo e conservare al fresco. Berne un bicchiere prima dei pasti.

Non deve essere consumata da persone che soffrono di ulcera gastrica o duodenale. Ne è sconsigliato il consumo anche alle donne incinte o che allattano. La centaurea minore è controindicata anche nei casi di infiammazione del tratto intestinale. Non va utilizzata nei bambini e nei ragazzi di età inferiore ai 18 anni (in base alle raccomandazioni dell'Agenzia europea del farmaco).



mercoledì 18 febbraio 2015

La Cataria o Erba Gatta

E' più facile che la conosciate come erba gatta, menta dei gatti, ma il suo nome è cataria, anzi Nepeta cataria impiegata sotto forma di "tè" per abbassare la febbre, combattere l'influenza o il raffreddore. Ha proprietà antidolorifiche e svolge un'azione sedativa.


Uso interno: favorisce la sudorazione, stimola la digestione e l'espulsione dei gas intestinali. Previene aborti spontanei, nascite premature e nausee mattutine. Decontratturante, sedativa, antispasmodica. Analgesico lievemente narcotico. Funzione antinfettiva verso alcuni batteri. Antiossidante.

Uso esterno: reumatismi, artriti.


La cataria è un buon rimedio per la cura di raffreddori, influenze, stati febbrili nel bambino (in associazione con il sambuco). Favorendo la sudorazione, agisce su tutti i tipi di febbre e, in particolare, sulla bronchite acuta. Viene utilizzata per il trattamento di indigestioni, coliche, emicranie di origine digestiva, flatulenze e diarrea. Ottima come preventivo delle nausee mattutine nelle donne gravide. Efficace contro le vampate di calore dovute alla menopausa. In applicazioni locali, può alleviare i sintomi dei reumatismi e dell'artrite. Grazie alle sue proprietà miorilassanti, sedative e antispasmodiche, è impiegata per combattere l'insonnia, lo stress e i crampi intestinali.

L'olio estratto dalla cataria grazie al nepetalattone, è particolarmente efficace contro le zanzare,  ma è anche un ottimo repellente contro termiti e blatte. Sotto forma di cataplasmi, consente di alleviare i gonfiori dolorosi. Il Medioevo le vedeva impiegata nella cura del nervosismo, del raffreddore, della febbre . Era anche prescritta per favorire la digestione o per il trattamento di coliche nei neonati. La si utilizzava anche come stimolante uterino per facilitare il parto o per dare inizio al ciclo mestruale.
In fitoterapia, si utilizzano le parti aeree raccolte al momento della massima fioritura. Principi attivi sono costituiti da nepetalattone, tannini, flavonoidi, acidi fenolici.

Dosaggio

- Come infuso caldo:  raffreddori, stati influenzali e febbre, ma anche per facilitare la digestione, combattere flatulenze, diarree e coliche. Sempre come infuso, la cataria svolge l'azione di decontratturante, sedativo e antispasmodico per combattere l'insonnia, lo stress e i crampi. Si consiglia di versare due cucchiaini da caffè di fiori secchi o due cucchiai della parte fresca di cataria in due decilitri di acqua bollente. Dopo aver lasciato in infusione da cinque a dieci minuti, togliere le piante e bere da una a quattro tazze al giorno, preferibilmente tra i pasti. L'infuso può essere consumato anche dai bambini.

- Come tintura: da 10 a 15 gocce di tintura in un bicchiere d'acqua o in un succo di frutta, da una a quattro volte al giorno. La tintura può essere consumata dai bambini, in dosaggi di una goccia per anno di età.

- Olio essenziale: da una a due gocce mescolate con miele fino a tre volte al giorno. L'olio essenziale è riservato al consumo delle sole persone adulte.

- In applicazioni locali: per combattere i dolori causati da reumatismi e artrite.

ATTENZIONE: benchè non presenti rischi mai assumerne in dosi eccessive, e, dato che  in passato la cataria era impiegata come stimolante uterino, è sconsigliato assumerne durante la gravidanza. Il consumo di cataria è anche sconsigliato in caso di mestruazioni abbondanti. Analogamente, le donne soggette a malattia infiammatoria pelvica non devono assumere la cataria per via orale.

Se assunta in quantità eccessive, la cataria può causare vomito, diarrea o emicrania. In ogni caso, evitare un utilizzo prolungato. Può avere effetti più rilevanti se associata ad altre piante o a integratori anch'essi con azione sedativa o ansiolitica.  Per combattere gli stati febbrili o il raffreddore, si raccomanda l'associazione in parti uguali di "tè" di cataria e zafferano. Può anche essere combinata con la canapa acquatica, il sambuco, l'achillea o il pepe di Cayenna per combattere gli stessi disturbi.




martedì 17 febbraio 2015

Come aiutare il Sistema Immunitario a difenderci

Il sistema immunitario ci difende dagli agenti patogeni con i quali veniamo ogni giorno in contatto. Ogni tanto però anche il sistema immunitario va aiutato a funazionare meglio e questo possiamo farlo con uno stile di vita sano, un’alimentazione equilibrata, un’attività fisica consona alla nostra età. Ma se non basta, posiamo ricorrere a prodotti naturali che ci forniscono aiuto ma senza  effetti collaterali tipici dei farmaci di sintesi.


Avevo parlato della propoli quanche tempo fa, essa può essere uno degli alleati più preziosi per rinforzare le difese immunitarie. La propoli è una resina che le api usano per rivestire le pareti interne dell’alveare, è un prodotto ad alto potere disinfettante, utile ad aumentare le difese dell’organismo. Agisce come scudo difensivo dalle aggressioni dei germi particolarmente attivi nella stagione invernale.

Al cambio di stagione, quando la primavera (come speriamo) si avvicina possono insorgere fenomeni allergici o infiammatori di vario genere, dovuti sia agli sbalzi di temperatura sia all’approssimarsi del risveglio primaverile. Per questo possiamo utilizzare il Ribes Nigrum, uno dei più potenti antistaminici naturali, antinfiammatorio e decongestionante che ha effetti positivi sull’integrità e la funzionalità delle membrane cellulari. L’azione del ribes nigrum viene rafforzata quando viene associato con la perilla, pianta di origine orientale già conosciuta come tonico per le difese dell’organismo.

Come integratori naturali si trovano facilmente anche nei supermercati sotto forma di perle, comode e pratiche da assumere. Insomma, sono il primo alleato di tutti coloro che vogliono ripristinare o mantenere il proprio benessere in modo efficace e in armonia con la natura.

venerdì 30 gennaio 2015

Terzo criterio della Legge Ferrea del Cancro nella Nuova Medicina Germanica- parte

Ciò significa che il decorso di questi programmi speciali è sincrono su tutti e tre i livelli. Se il conflitto è più intenso, allora anche il cosiddetto cancro nell'organo è più grande. Se il conflitto si attenua, ciò accade anche sugli altri livelli.


Se il conflitto si risolve, cioè si arriva ad una soluzione del conflitto, questa avviene anche su tutti e tre i livelli. Se si verifica una recidiva, si manifesta una recidiva su tutti e tre i livelli. Infine, la conflittolisi è un momento molto delicato e decisivo: ogni malattia ha i propri sintomi di riparazione ben definiti che si manifestano solo dopo la soluzione del conflitto. E' una cosa meravigliosa: se interroghiamo un paziente riguardo al suo conflitto, otteniamo il livello psichico. Se eseguiamo una tomografia computerizzata del cervello, abbiamo il livello cerebrale.

E ovviamente possiamo rilevarlo anche a livello organico, ad esempio paralisi, neurodermatite, diabete ecc. La cosa affascinante della Nuova Medicina Germanica è che non solo possiamo stabilire subito anche grazie alla TAC cerebrale, il tipo di conflitto biologico, e più precisamente il contenuto conflittuale e sapere quale organo è interessato, se ha luogo una proliferazione cellulare o una riduzione cellulare ma siamo anche in grado di scoprire analiticamente (parlando col paziente) se i conflitti sono nella fase di conflitto attivo (fase ca) o già nella fase di riparazione (fase pcl).

giovedì 29 gennaio 2015

Secondo criterio della Legge Ferrea del Cancro nella Nuova Medicina Germanica - parte terza

Il conflitto biologico determina sia la localizzazione del SBS nel cervello come cosiddetto Focolaio di Hamer sia la localizzazione nell’'organo come cancro o malattia oncoequivalente. Ciò significa che nell'’istante di questa DHS scatta il programma speciale (SBS), praticamente in modo sincrono: nella psiche, nel cervello e nell’'organo.  In realtà essi costituiscono un'’unità che possiamo registrare su tutti e tre i livelli. Ma ciascun conflitto ha sempre anche un proprio contenuto ben determinato che si definisce nell’istante della DHS. Il contenuto conflittuale si produce per associazione, cioè con una sequenza involontaria di pensieri e per lo più sfuggendo al filtro del nostro intelletto. Si pensa di pensare, in verità il conflitto, nel lasso di un istante, ha già colpito prima che si incominci a pensare.


Questo choc inaspettato lascia inevitabilmente delle tracce nel cervello che si possono fotografare con l'’aiuto della tomografia cerebrale computerizzata (TAC). Il relé interessato viene chiamato Focolaio di Hamer (FH).  Questi focolai si presentano come gli anelli concentrici di un bersaglio ovvero come l'’immagine prodotta da una superficie d’'acqua in cui è stato gettato un sasso. In pratica: ogni contenuto conflittuale ha come conseuenza un evento organico ben preciso correlato ad un suo relé corrispondente nel cervello. Quanto più persistente è il focolaio tanto più grande è anche il tumore o la necrosi nell'’organo ovvero l'’alterazione delle cellule. Quanto più intenso è il conflitto, tanto più velocemente cresce il tumore, tanto più grande diventa la necrosi o ad esempio l’'osteolisi nell’'organo e tanto più intensa l’'alterazione delle cellule nei tipi di cancro che non presentano proliferazione cellulare (“malattie oncoequivalenti”).

In questa fase si produce un temporaneo gonfiore cerebrale, che può pure causare dei problemi, ad esempio se il conflitto è durato a lungo o se l’edema cerebrale del focolaio, è ubicato in un punto delicato. L'’edema diventa particolarmente esteso nell’organo e nel focolaio ad esso collegato a livello del cervello”. Il focolaio è quindi diventato un cosiddetto “processo espansivo” e si procura lo spazio tentando di spingere di lato ciò che ha intorno e comprimendo il tessuto cerebrale circostante. Nel cervello entrambe le fasi (di conflitto attivo e di conflitto risolto) hanno ovviamente il loro focolaio nel medesimo punto, tuttavia presentandosi con un aspetto diverso: nella fase di conflitto attivo i cerchi sono sempre molto nitidi e nella fase di conflitto risolto il focolaio è gonfio, edematizzato e sulla TAC prende una colorazione scura.

In linea di principio il focolaio dopo la riparazione è una innocua cicatrice di un processo, che normalmente consideriamo “ malattia”, con insediamento di tessuto gliale, i cosiddetti anelli gliali, che però purtroppo sono ancora mal interpretati come “tumori cerebrali ” ad esempio gliomi, astrocitomi, oligodendrogliomi, glioblastomi ecc. e vengono quindi tolti chirurgicamente a danno dei pazienti. In verità le cellule cerebrali dopo la nascita non possono più moltiplicarsi.


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