Un punto comune a tutte le religioni è il concetto che chiunque abbia creato l’universo ha pensato che tutte le forme di vita, possano essere in grado di comunicare tra loro. Magari ci appare come un banale concetto, ma se ci fermiamo a riflettere sul nostro corpo esso è rappresentato da miliardi di cellule presenti in tutti gli organi.
Le cellule stanno in armonico equilibrio tra loro e comunicano continuamente attraverso un contatto vibrazionale, cioè a livello d’energia sottile (mentale) che a livello fisico (somatico), e non sono mai in contrasto tra loro, ciò avviene solamente quando c’è in corso una malattia degenerativa psicosomatica o tumorale, oppure per ragioni naturali legate all’invecchiamento. Quando stiamo bene tutto è in armonia e in relazione.
Ciò significa che sono l’unità e la cooperazione continua ed ininterrotta del nostro “sistema” che ci permettono di vivere. Partendo da questo concetto possiamo immaginare che l’universo che ospita il nostro corpo ha le medesime leggi: esso infatti non è disposto in maniera casuale e non presenta l’apparente dissociazione dei corpi stellari e planetari. Tutti i sistemi planetari esistenti, galassie e quasar non sono “mai” dissociati tra loro. La nostra galassia subisce “costantemente” gli influssi della vicina galassia d’Andromeda, così come Marte e la Terra si condizionano a vicenda per effetto dei rispettivi campi gravitazionali.
Come la Terra fa parte di un sistema infinito di corpi planetari, così il corpo fa parte di un sistema quasi infinito di cellule. La creazione e tutte le leggi che la presiedono, è dentro e fuori di noi. Ogni tipo di limitazione che tende a chiuderci, a ridimensionarci ed a farci vivere in un preciso schema, dovrebbe essere respinta per lasciare spazio al proprio ragionamento.
Non dovremmo mai limitarci e sentirci parte escusivamente di un partito politico piuttosto che di un altro, esclusivamente di una religione piuttosto che di un’altra, esclusivamente di una squadra di calcio piuttosto che di un’altra, ma sentire di appartenere al “tutto”.
Se vogliamo che l’universo comunichi con noi, noi dobbiamo essere in grado di comunicare con l’universo con la convinzione assoluta e costante di farne parte in maniere integrante. Un cammino che se vogliamo intraprendere deve necessariamente partire dalla coscienza individuale. dice un’antica frase tibetana: l’uno è nell’universo e l’universo è nell’uno.
Le cellule stanno in armonico equilibrio tra loro e comunicano continuamente attraverso un contatto vibrazionale, cioè a livello d’energia sottile (mentale) che a livello fisico (somatico), e non sono mai in contrasto tra loro, ciò avviene solamente quando c’è in corso una malattia degenerativa psicosomatica o tumorale, oppure per ragioni naturali legate all’invecchiamento. Quando stiamo bene tutto è in armonia e in relazione.
Ciò significa che sono l’unità e la cooperazione continua ed ininterrotta del nostro “sistema” che ci permettono di vivere. Partendo da questo concetto possiamo immaginare che l’universo che ospita il nostro corpo ha le medesime leggi: esso infatti non è disposto in maniera casuale e non presenta l’apparente dissociazione dei corpi stellari e planetari. Tutti i sistemi planetari esistenti, galassie e quasar non sono “mai” dissociati tra loro. La nostra galassia subisce “costantemente” gli influssi della vicina galassia d’Andromeda, così come Marte e la Terra si condizionano a vicenda per effetto dei rispettivi campi gravitazionali.
Come la Terra fa parte di un sistema infinito di corpi planetari, così il corpo fa parte di un sistema quasi infinito di cellule. La creazione e tutte le leggi che la presiedono, è dentro e fuori di noi. Ogni tipo di limitazione che tende a chiuderci, a ridimensionarci ed a farci vivere in un preciso schema, dovrebbe essere respinta per lasciare spazio al proprio ragionamento.
Non dovremmo mai limitarci e sentirci parte escusivamente di un partito politico piuttosto che di un altro, esclusivamente di una religione piuttosto che di un’altra, esclusivamente di una squadra di calcio piuttosto che di un’altra, ma sentire di appartenere al “tutto”.
Se vogliamo che l’universo comunichi con noi, noi dobbiamo essere in grado di comunicare con l’universo con la convinzione assoluta e costante di farne parte in maniere integrante. Un cammino che se vogliamo intraprendere deve necessariamente partire dalla coscienza individuale. dice un’antica frase tibetana: l’uno è nell’universo e l’universo è nell’uno.