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domenica 2 agosto 2015

Capelli lucidissimi con l'aceto di mele

Non cominciate a far strani pensieri, a borbottare, siate aperte ai rimedi naturali, più economici e molto meno invasivi.

Se i vostri capelli appaiono opachi, e stanchi, potete sempre dargli una bella botta di vitalità con semplicissimo rimedio, tanto caro alle nostre nonne, che senza tanti ammennicoli ottenevano dei risultati stupendi senza tanti fronzoli e a zero spese . 

Ecco dunque come fare: procuratevi dell'aceto di mele (reperibile in tutti i supermercati) e prima di lavarvi i capelli, mescolate un cucchiaio da minestra in mezzo litro d'acqua (regolatevi in base alla lunghezza dei capelli), se possibile acqua non troppo calcarea. Procedete come di consueto al lavaggio con shampoo e balsamo. 

Una volta che avete ben risciacquato i capelli dal balsamo, versate la miscela di acqua e aceto sui capelli partendo dalla cute per tutta la loro lunghezza. Poi tamponateli con un asciugamano e quindi asciugateli come di consueto. 
Non rimarrà alcun odore di aceto e i vostri capelli risplenderanno!

sabato 1 agosto 2015

Abituarsi ad usare e scegliere il filo interdentale

L'igiene orale per me è importantissima, aver la possibilità di lavare i denti con un buon dentifricio e lo spazzolino giusto è una delle mie priorità. Anche quando mi trovo fuori casa, nella mia borsa tengo sempre un kit da viaggio per la pulizia dei denti. Ma siamo sicuri di pulirli al meglio? A volte se pur il nostro dentista ci  suggerisca l'uso quotidiano del filo interdentale, facciamo orecchie da mercante, perchè spesso abbiamo fretta e riteniamo che sia un'ulteriore perdita di tempo. Ma la sera prima di andare a letto il tempo lo abbiamo, e avere una bocca sana, ci fa risparmiare parecchi soldini.

Il filo interdentale permette di rimuovere placca e residui di cibo dove lo spazzolino non arriva, ovvero sotto il margine gengivale e tra i denti.  Va usato tutti i giorni così da evitare formazione di carie e disturbi gengivali, specialmente prima di andare a letto.
Esistono in commercio due tipologie di filo tra cui scegliere: Filo di Nylon (multifilamentare) e Filo PTFE (monofilamentare).Entrambi risultano essere efficaci se usati nel modo corretto.
Il filo di Nylon è composto da più filamenti e proprio per questo è più facile che si spezzi o che si sfaldi, specialmente tra denti molto stretti. Tale filo è disponibile con o senza cera e in vari gusti. Il filo PTFE è composto da un solo filamento, ha una resistenza maggiore e risulta perciò più costoso.
Esiste anche il filo interdentale fatto di seta ed è del tipo multifilamentare, poichè è fatto di seta naturale è biodegradabile ed ecologico.
Il filo interdentale cerato scivola più facilemente anche tra gli spazi interdentali stretti, però non riesce a rimuovere la placca quanto quello non cerato.
Come usarlo:
Prendere circa 45 cm di filo, arrotolarlo alle dita medie e lasciare qualche centimetro con cui lavorare;
Afferrare la parte con cui lavorare con il pollice e l'indice, iniziare a inserirlo tra i denti con un movimento avanti-indietro;
Curvare il filo contro il lato del dente cosi da formare una "C";
Iniziare a pulire partendo dalla gengiva verso la punta,
per due o tre volte;
Fare attenzione a non forzare per non danneggiare le gengive;
Riperterlo per l'altro dente formando sempre una "C";
Per rimuovere il filo, usare il movimento avanti-indietro;
Per pulire un'altra zona, usate una nuova sezione di filo.


Il primo ruggito, Zoe parte dodicesima

Gli stivali rossi avevano socchiuso la porta, e Zoe cominciò a stare meglio. Continuò a cercare gli strumenti attraverso i quali poter fondere le sue due anime, gli stivali rossi da soli non bastavano. Erano stati il primo passo, aveva varcato la soglia, ma il cammino era lungo, la strada piena di insidie.

Quella parte leonina doveva venir fuori in maniera delicata, altrimenti avrebbe bruciato anche lei stessa. Sapeva di essere troppo silenziosa, ascoltava troppo e troppo poco esprimeva se stessa, il suo pensiero, le sue opinioni. Se ne era accorta improvvisamente un giorno, durante uno dei suoi interminabili allenamenti a cavallo.

Ricordava perfettamente  il suo istruttore, uomo poco incline alla pazienza, men che meno alla gentilezza, fanatico portavoce della disciplina militare da cui proveniva e di cui metteva in pratica le infinite sfumature. Era un gigante, alto e ben piazzato, dagli occhi penetranti, così penetranti che bucavano, dai quali Zoe si sentiva sempre trafitta. Il suo sguardo era vigile, attento e scrutatore, come quello di un agente del KGB, nulla gli sfuggiva, nemmeno la sfumatura di una smorfia di disappunto sul volto dei suoi allievi. Zoe ingoiava tutto, e ingoiare le urla e le critiche del suo istruttore sarebbe stata una ginnastica faticosissima anche per Giobbe.

Quel giorno Zoe era sfiancata, la lezione era incentrata sull'assetto perfetto in sella e si svolgeva senza l'aiuto delle staffe. I muscoli delle gambe di Zoe, che aveva ormai perso la cognizione del tempo, si contorcevano in crampi dolorosi, e le ginocchia che fino a quel momento erano rimaste saldamente aderenti ai quartieri della sella, come se i suoi piedi avessero poggiato sulle staffe, stavano cedendo.

Le arrivò dritto nelle orecchie un feroce richiamo: "Quelle maledette ginocchiaaaaa! Stai diritta, non vedi che stai andando avanti con le spalle? Svegliati bella addormentata!"
Zoe si morse le labbra fino a farsi male, mentre un fiotto di sangue le saliva alle tempie e il leone dentro di lei mostrava i canini;   cercò alla meglio di rimettersi diritta senza perdere il ritmo del trotto, ma i crampi si facevano sempre più dolorosi.

Ovviamente il suo istruttore se ne accorse, e la chiamò a centro campo. La fece smontare, tirò fuori di tasca quattro puntine e le attaccò (punta rivolta in alto naturalmente) alla paletta della sella con del nastro adesivo. Poi la fece rimontare e le disse: "Per punizione trotto sollevato senza staffe e ricordati, se ti siedi, ti ritroverai le puntine conficcate nella carne"
Zoe deglutì tutto il veleno che le era salito in bocca, non avrebbe mai abbassato la testa, mai! Piuttosto preferiva crepare ma dare un segno di cedimento, no!
Cominciò così a trottare stando sollevata, sostenendosi solo con la forza delle ginocchia, contraendo tutti muscoli del corpo, e non ve n'era uno che non le facesse male.
Il tempo che trascorse le parve infinito, il dolore era diffuso in tutto il corpo, e Zoe non piangeva semplicemente perché non ne aveva la forza, se avesse pianto le sarebbe venuto un infarto.
Improvvisamente un crampo le contorse tutta la coscia e Zoe si accasciò sulla sella; già, si accasciò, e le puntine le si conficcarono nella carne.

L'istruttore a quel punto disse: "Ti sta bene, non saprai mai stare in sella, vai a lavare i piatti!"
Fu a quel punto che Zoe non riuscì a trattenere il leone ruggente che le dilaniava le viscere, ma prima smontò di sella, dolorante, sanguinante, perché sapeva che apostrofare il proprio istruttore da cavallo le sarebbe costato essere appiedata per del tempo.
" Mi hai sfrantumato, brutto negriero, ma che t'hanno preso per il culo quando eri piccolo? Ma con chi ti credi di aver a che fare! I piatti forse dovresti lavarli tu che non conosci nemmeno le regole della buona educazione e la tua perfidia non conosce limiti!"

"Finalmente è uscita allo scoperto, la parte che mai si farà schiacciare, allora sei una guerriera, proprio come avevo sospettato ora sei proprio come il tuo cavallo. Ma quanto c'è voluto per farti uscire allo scoperto!" queste furono le parole dell'istruttore, che, da rigido militare, le voltò le spalle e aggiunse: "E ora dissella il tuo cavallo e preparalo per il box, ci vediamo domani".
Da quel giorno i capelli di Zoe diventarono del colore del mantello del suo cavallo: fulvi. E così il rosso diventò parte integrante della sua persona, e il leone interiore si rafforzò.
Ma non era finita, o meglio, era appena iniziata...



Rosa Canina o Wild Rose, il fiore di Bach per i passeggeri passivi della vita

La Rosa Canina o Wild Rose la si trova tra le siepi di collina e nelle campagne europee. I suoi fiori romantici, chiari e rosa si aprono tra maggio e luglio, e, con le sue bacche, è la pianta che fornisce la vitamina C e le sostanze tonificanti per affrontare il freddo clima invernale. Ha qualità lassative dovute ai suoi fiori. Presenta frutti commestibili.

La tipologia Wild Rose  è “un passeggero passivo della vita” come lo definisce Bach; infatti è un carattere apatico che si adatta superficialmente alle situazioni che non gradisce; non recrimina mai, non si lamenta e non fa nulla per stare meglio. Praticamente sono totalmente assenti di motivazioni, che rinunciano alla vita, c’è una resa all’esistenza, nemmeno provano a lottare, sono passivi e basta. Spesso nel provare a volte si deludono facilmente e per paura di soffrire non compiono azioni.


Ecco come vengono descritti: “… per coloro che, senza una ragione apparentemente sufficiente, si rassegnano a tutto ciò che accade, e scivolano così attraverso la vita prendendo le cose come sono, senza fare alcuno sforzo per migliorare o per trovare un po' di gioia. Si sono arresi alle avversità della vita senza lamentarsene… ”. Il loro comportamento è tale anche di fronte alla malattia o a un cambiamento, non hanno la forza per affrontare la situazione.

Ma il rimedio offre la possibilità di uscire dal proprio torpore con rinnovato entusiasmo; si ha perciò più energia per fronteggiare la vita e vivere, togliendosi da una situazione di indifferenza paralizzante.
 • Emozioni iniziali-inibite (prima di prendere il fiore): Rassegnazione, apatia esistenziale, indifferenza, noia.
 • Emozioni evolutive-sciolte (dopo aver assunto il fiore): Motivazione, entusiasmo, iniziativa, interesse per la vita e comprensione della propria responsabilità. Ogni istante è fonte di gioia, e si attinge liberamente alle proprie forze interiori.

Ricongiunge l'anima al corpo, restituendo l'interesse e il gusto della vita. Indicato per le persone che si sentono annoiate dalla vita, che hanno perso la gioia nel fare e nel partecipare, nell’attivarsi in generale.Dunque per coloro che non sperano e non lottano più, perché si dicono che “tanto… ormai… ”, estremamente rassegnati e senza via d'uscita. In questi tipi possono presentarsi casi di emotività e disturbo della personalità di tipo paranoide, sono dei caratteri che si ammalano spesso di raffreddore, influenze, febbre, sinusite, allergia e problemi oculari tra cui la congiuntivite.

Nei bambini, si possono riconoscere in casi di svogliatezza eccessiva, spericolatezza fino a farsi del male, sonni troppo lunghi, con pochi movimenti. Prezioso per coloro che sono demotivati, che non credono più, che sono degli “zombie”, che non sperano e né affrontano. Il fiore è per coloro che vivono tutte le attività in maniera sfrenata per compensare la delusione.

Un rimedio contro l'emicrania, Abracadabra

Miei seguaci della magica rubrica del Sabato pomeriggio oggi ecco un magico rimedio alle emicranie.
La lavanda è notoriamente un calmante, proprietà a cui si deve la sua efficacia contro i mal di testa da stress.

A BASE DI LAVANDA E BASILICO
Occorrente: un sacchettino di lavanda essicata o una compressa di garza imbevuta di olio di lavanda, un metro di nastro verde, una foglia di basilico

Inspirate la lavanda e assorbitene la fraganza in tutto il corpo per purificarvi e rilassarvi; se preferite, tenete la garza sulla fronte per qualche minuto. Prendete il nastro e avvolgetelo attorno all'indice della mano sinistra, poggiatelo terzo occhio e massaggiate delicatamente avanti e indietro. Poi svolgete il nastro, legatelo attorno alla fronte come una fascia fissandoci una foglia di basilico in corrispondenza del terzo occhio. Rilssatevi completamente per dieci minuti e immaginate i veleni defluire dalla fronte al nastro. Quando il dolore è un po' passato, togliete il nastro, tagliatelo a metà e gettatelo via. Questo rimedio allevierà persino le emicranie più violente, scacciando anche quelle persistenti.


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