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domenica 18 ottobre 2015

Cefalea, ad ogni tipologia un olio essenziale

Cefalea

 Cefalea in generale: inalazione secca, diffusione ambientale e bagni rilassanti con Anice, Came)
milla romana, Finocchio dolce, Lavanda, Salvia sclarea. Provare anche a frizionare alcune gocc di
olio essenziale puro di Lavanda sulle tempie e sulla fronte .

 Cefalea da eccesso di attività intellettuale: Albero del Tè, Basilico, Lemongrass, Rosmarino con le
stesse modalità citate per la cefalea in generale .


Cefalea legata a disturbi digestivi: stesse modalità dette sopra, ma provare anche il rnassaççio
con gli oli diluiti sulle zone di fegato, stomaco e milza-pancreas. Essenze consigliate: Cardamomo,
Finocchio dolce, Menta piperita, Pompelmo, Zenzero.

Cefalea dovuta a paure e ansie di vario tipo: soprattutto in inalazione secca provare Cipresso,
Eucalipto, Lavanda, Legno di Rosa, Maggiorana.

Uso interno: Anice, Camomilla blu, Finocchio dolce, Melissa, Rosmarino, Salvia sclarea, Zenzero

Le scaramucce di Nerina: ovvero di un piano quasi perfetto

C'è stato un periodo della mia vita in cui sono stata impiegata presso uno splendido agriturismo, delicatamente appoggiato su una collinetta antistante il mare. Vi sono rimasta un paio d'anni, sempre in balia del solito precariato lavorativo, abbarbicatomisi addosso come una sanguisuga.

Di avventure ne sono capitate tante, tutte esilaranti, fra queste ne ho scelte alcune, da condividere con voi.

Un Sabato pomeriggio, mentre ero intenta a mettere in ordine la contabilità dell'ufficio, ho sentito una serie di nitriti provenire dalla zona sottostante del parco.


Un atroce sospetto si è insinuato dentro di me.....che siano scappate le cavalle?
Ho afferrato velocemente il telefono portatile, elemento indispensabile per essere sempre rintracciabili anche fuori ufficio, e mi sono avviata verso i paddocks; in realtà già sapevo di dover andare in direzione del paddock di Lifar, il mio cavallo. A metà della discesa i suoni si sono amplificati e si sono tradotti in un linguaggio a me ben noto: Lifar stava dando fondo al suo repertorio di poesie amorose.

Al termine del sentierino, mi sono trovata davanti quella sfacciata di Nerina, cavalla dalle curve pericolose, che con la criniera selvaggia al vento, passeggiava con fare provocatorio lungo la staccionata di filagne di castagno (staccionata che in quel momento  mi sembrava stesse in piedi con lo sputo). Dall'altra parte Lifar, fuori di senno per la provocazione perpetrata da quell'insolente morella, si era impennato e rampava, con l'intenzione di distruggere l'incomodo divisorio
Ho assunto un'aria molto solenne (anche se dentro di me ero veramente divertita da quel buffo teatrino) e, con tono deciso e indice puntato ho intimato: "Nerina! A casa tua!" Dal canto suo la fatalona, vistasi scoperta, si è avviata a piccoli passetti verso la sua dimora, mentre io, senza dover ricorrere alla longia, la accompagnavo. 

Arrivata davanti al cancello, si è fermata e si è girata a guardarmi, aspettando ovviamente che aprissi il medesimo per farla entrare a casa sua, dove, quelle "bischere" di Viola ed Estrella (le sue coinquiline che non riescono mai a seguirla) ci osservavano stizzite. 
Ho fatto un giro su me stessa e ho ripreso il sentierino per tornare da Lifar che, indispettito perchè li avevo colti in fallo, sbuffava come un drago inferocito e mi guatava da lontano. Per calmarlo un po', gli ho offerto un paio di mele e una manciata di pellet, poi ho controllato la staccionata in tutta la sua lunghezza accompagnata dalla fida Camilla (che in tutto quel trambusto, aveva abbaiato come una pazza) e alla fine sono tornata in ufficio, sempre con l'orecchio teso in attesa di una nuova fuga d'amore.


sabato 17 ottobre 2015

Divide et impera


E ci risiamo con le astuzie politiche. Ecco che i latini con due imperativi ci suggeriscono un modo di governare. Sempre brevi e concisi, mia una parola di troppo, a volte ermetici all'ennesima potenza. E mai a scapito della trasparenza di pensiero.

Divide et impera: dividi e domina. Attribuito a molti, da Filippo il Macedone a Luigi XI di Francia, all'insegna di una gestione del potere basata sulla divisione e il sospetto tra i sudditi.
In informatica la locuzione indica una metodologia per risolvere problemi: il problema viene diviso in sotto-problemi più semplici e si continua fino a ottenere problemi facilmente risolvibili; combinando le soluzioni ottenute si risolve il problema originario.

Pietre e cristalli, Rodonite

E' il greco antico l'origine di questa parola: rhodon, ovvero rosa. Nelle vicinanze dei monti urali, si narra che le grandi aquile della zona mettono piccoli pezzi di rodonite nei loro nidi. 

RODONITE
Caratteristiche: silicato di calcio e manganese; sistema triclino; molto comuni le masse granulari o compatte con venature e macchie nere di ossidi di manganese, rari cristalli tabulari o aciculari di colore rosa più o meno intenso. I suoi cristalli sono rari. Può essere confusa con la rodocrosite, che però è più tenera.

Proprietà: apporta serenità, tranquillità e calma alle persone  che non riescono mai a fermarsi. Infonde coraggio e fa ritrovare la fiducia in se stessi; placa la suscettibilità.
Disturbi: è indicato per i disturbi del sistema nervoso; rafforza l'udito e lenisce le infiammazioni delle ghiandole; regolarizza il battito.
Associazione con i chakra: secondo e quarto

L'intruso in auto, scene dal precariato lavorativo

Era uno dei soliti afosi pomeriggi presso l'headquarter, il turno stava per terminare e Zoe aveva anche una certa fretta, aveva delle commissioni da fare e sapeva che avrebbe trovato il solito traffico lungo la via del rientro a casa. Ovviamente Bosley le aveva chiesto di sbrigare delle incombenze anche per lui, dato che di lì a pochi giorni ci sarebbe stata la cena sociale, altro importante evento atto a festeggiare l'anniversario della fondazione dello Uaisipiei.

Che approfittatore Bosley, quanto godeva nell'essere servito e riverito, e poi fossero stati affari di lavoro..... E invece no, sempre grane sue personali da sbrigare: ritirare la sua divisa in lavanderia, portare qualche camicia in sartoria per il ricamo delle cifre ( per emulare Charlie naturalmente), prenotargli qualche controllo medico ( probabilmente non era capace di alzare la semplice cornetta del telefono e prenotare per conto proprio, abituato com'era ai suoi tecnologici Cursori) e via dicendo.
Certo Zoe avrebbe potuto rifiutarsi, ma se da questi favori dipende il tuo contratto di lavoro.......

In ogni caso Zoe non si perdeva mai d'animo, e quindi appena la collega giunse a darle il cambio,  raggiunse il parcheggio dove l'attendeva il suo rombante mezzo di trasporto (la sua Tiblisi, così Zoe chiamava la sua auto) e dopo aver imprecato contro il porsche cayenne di Mr Penguin (altro ospite di Charlie), che era sistemato bel bello tutto di sbieco e rendeva quasi impossibile fare manovra, partì. 

Per uscire dal porto sul quale si affacciava lo Uaisipiei, si doveva costeggiare per un tratto la banchina, poi svoltare bruscamente a sinistra. Proprio su lato sinistro, erano situati anche i cassonetti della spazzatura, suddivisi in base alla raccolta differenziata. 
Fortuna che Zoe era sempre molto prudente, perchè da dietro uno dei cassonetti sbucò fuori, come comparso dal nulla, Piccolo Bonaparte, anche lui facente parte della cerchia di Charlie. Zoe inchiodò, perchè Piccolo Bonaparte le si piazzò proprio davanti al cofano di Tiblisi.
"Madre Santa!" soffiò Zoe come un cobra dagli occhiali, " sta tentando di suicidarsi? Mi ha spaventata a morte, meno male che i miei riflessi sono vigili e pronti!"

Piccolo Bonaparte era longilineo, piuttosto magro e asciutto, il suo viso era scarno e per qualche aspetto spigoloso, non rideva quasi mai, ma era più che altro un atteggiamento che amava tenere, come amava fissare a lungo le persone (Zoe inclusa), per vedere che reazione avessero.
"La stavo aspettando" rispose serafico Piccolo Bonaparte, che indossava un paio di bermuda Prada, ma esibiva il suo torso abbronzato e asciutto al sole di quel pomeriggio di Luglio e anche all'intero porto.

"Ma cos.." stava dicendo Zoe, ma non fece in tempo a terminare la domanda, che si trovò Piccolo Bonaparte in macchina, e questa volta sorridente.
Indossò subito una polo (sempre Prada) e come se quella situazione fosse la più normale di questa terra, fissò Zoe e le chiese: " Mi dà un passaggio fuori dal porto? Dovrei arrivare alla chiesa, e so che lei deve fare per forza questo tratto di strada...."

Ora, nella testa di Zoe le domande nacquero spontanee: poteva Piccolo Bonaparte aver davvero necessità di un passaggio? Era tipo da rimanere a piedi? Decisamente no. Cosa ci faceva un uomo come lui, gran giocatore di scacchi, dietro un cassonetto di raccolta della carta? Mah.....la trama si infittiva.

Comunque Zoe non riuscì a stare zitta, del resto non era più dietro al banco del desk, si trovava nell'auto di sua proprietà e con un passeggero che "era entrato di secco e si era messo di chiatto" (come si dice a Napoli), un intruso insomma: " Lei è furbo come un serpente vero? Potrei sbatterla fuori dalla macchina, ma  siccome sono magnanima, le concederò l'ebbrezza di un giro sulla mia Tiblisi, che per altro non potrà mai eguagliare il dolce rombo della sua Ferrari".

Zoe non si preoccupò nemmeno che Piccolo Bonaparte si fosse allacciato le cinture, partì sgommando e volò fuori dal porto attraversando a tutta velocità la sbarra, per fortuna alazata, che regolava l'entrata e l'uscita al porto, salutando con un colpetto di clacson il vigilantes che la guardò sgomento. Imboccò la salita e fece i tornanti come solo un rallysta sa fare, mentre Piccolo Bonaparte era schiacciato sul sedile ed era in tutto somigliante ad un astronauta in fase di decollo sullo Space Shuttle.

Giunse sparata presso la chiesetta e frenò di colpo, aiutandosi con il freno a mano per fare una sgommatina fatta bene.
" Siamo giunti a destinazione" disse Zoe, sistemandosi la sua lucente frangia rossa " buon rientro in porto!"




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